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Autore: RobyR    10/03/2020    2 recensioni
Bucky si sveglia e si ritrova solo, al buio e senza ricordi. Non sa dov'è, non sa chi è. Ma c'è una cosa che sa e che lo aiuterà a trovare la strada di casa, un rifugio, dentro se stesso.
Pov Bucky
Stucky
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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26 prompts challenge - stucky edition: prompt n. 4 – Rifugio

 

 

Apro gli occhi, o almeno credo di averli aperti. C'è buio qui, non capisco dove sono. C'è puzza di ferro. Come sono finito qui? Non riesco a ricordare. Mi sforzo e mi rendo conto che non ricordo niente. 

Dove sono? Perché non ricordo niente?! Non capisco, che succede? Non riesco a respirare. Tossisco e nella mia bocca si accumula un grumo di sangue. Lo sputo. Sapeva di ferro anche questo e capisco così da dove viene l'odore che mi circonda. 

Mi rendo conto di essere nudo e la pella pizzica in vari punti come se ci fosse qualcosa incrostata sopra. 

Capisco di essere sdraiato a terra su un pavimento ruvido e freddo. Provo a fare leva sul braccio sinistro ma mi accorgo che non riesco a sentirlo. Eppure sono certo si trovi schiacciato tra il mio stomaco e il pavimento. 

Provo a rotolare sulla schiena e ci riesco, non senza avvertire ogni muscolo del mio corpo dolere al movimento. 

Con la mano destra cerco di arrivare al mio braccio sinistro per vedere se è effettivamente ancora lì. Ma invece della pelle mi ritrovo a toccare una fredda lamina di metallo. 

Che diavolo sta succedendo?! Cos'è? 

All'improvviso la cosa di metallo si muove e tira con sé i muscoli della mia spalla. 

Urlo. Fa un male cane. Il mio viso si contrae a gli occhi diventano umidi. 

Non capisco che succede. Ho paura… dove sono? Cosa sta succedendo? È attaccata a me questa cosa di metallo? Il mio respiro accelera ma l'aria non ne vuole sapere di entrare nei polmoni. Non capisco. Non sto capendo niente. Che sta succedendo? 

D'improvviso mi rendo conto di sapere cosa è questa sensazione di soffocamento che sto provando: È un attacco di panico. 

E io so cosa fare. Cosa fare mi è familiare. Perché? 

Non ho il tempo di chiedermelo adesso. Mi tiro su con tutte le mie forze usando solo il braccio destro e incastro la mia testa in mezzo alle ginocchia. 

"Ecco, così, respiri profondi. Stai andando benissimo. Respiri profondi. Fallo con me. Dentro. Fuori." 

Sento la mia voce, nella mia testa, che sussurra queste parole. È un ricordo? A chi sono rivolte? 

"Bravissimo Steve, bravissimo, continua così." 

Steve. D'un tratto la mia mente è invasa dal ricordo di un viso magro e sottile. Due occhi azzurri chiari e splendenti, capelli biondi come il grano e un corpo magro e fragile ma che mi sembra forte e bellissimo come il suo viso. 

Non ricordo niente di me stesso. Non ricordo il mio nome, non ricordo nemmeno come sono finito qui, ma mi ricordo di Steve. Centinaia di ricordi hanno invaso la mia mente e in ciascuno di essi c'è Steve. Steve che ride, che dorme sereno, che disegna, che piange. Steve con il viso arrossato e con la febbre alta. Steve con i pugni alzati e il labbro spaccato. Steve triste, felice, arrabbiato. Steve che mi guarda con gli occhi pieni d'amore...

L'attacco di panico sembra essersi calmato nel momento stesso in cui il suo viso ha invaso la mia mente. Sono sfinito e mi fa male ogni singola parte del corpo. L'affare di metallo è ora avvolto intorno alle mie gambe insieme al braccio destro. Inizio a pensare che questa cosa sia il mio braccio sinistro e mi chiedo perché sia diverso dal destro. È sempre stato così? Non me lo ricordo. 

Il viso sorridente di Steve è tutto ciò che ricordo. E mi basta. È bellissimo. È tutto quello di cui ho bisogno. Mi accascio contro il freddo muro di cemento e chiudo gli occhi. 

Sono stanco e voglio solo rivedere il sorriso di Steve. 

È un rumore a strapparmi dal mondo dei sogni in cui non mi sono accorto di essere precipitato. 

Sarà passato molto tempo? Intorno a me non è cambiato nulla. È sempre buio pesto e non vedo ad un palmo dal naso. Gli occhi sono praticamente inutili. L'olfatto non mi dice niente di nuovo e non sento più nessun rumore. Lo avrò immaginato? 

Provo a parlare, a chiedere se c'è qualcuno ma la mia gola è così secca che esce a stento un rantolo. 

Ho sete. Non so come ho potuto non notarlo prima ma ho sete. La mia gola sta bruciando e sento di nuovo il sapore del sangue in bocca. 

Steve, aiutami Steve… Steve… 

Sento dei passi venire verso di me e so con certezza che non è una cosa positiva. 

Sento il rumore di una porta di ferro che si apre e di altri passi che risuonano nell'eco vuoto di questa stanza. 

"Chi… siete…?" rantolo con un filo di foce. 

Non mi risponde nessuno, ma vengo afferrato per le braccia. Tentano di farmi alzare, di trascinarmi via. Oppongo resistenza, ma sono debole e loro sono forti. Urlo, per quanto mi è possibile, fino a sentire di nuovo il sapore del sangue in gola. Scalcio, strattono, cerco di scappare, ma mi tengono troppo forte. Finalmente una voce mi parla, ma solo per dirmi di smetterla se non voglio farmi davvero male. 

Non smetto. Vaffanculo, Steve non si arrenderebbe così. Non so perché ma ne sono certo.

Ricevo una scarica elettrica sul fianco sinistro e il grido che emetto non ha nulla di umano. 

Svengo. 

Quando riapro gli occhi sono di nuovo nella mia cella. Non ho più sete ma mi fa male la testa. 

Non capisco cosa mi stia succedendo. Perché mi trovo qui? Vorrei solo essere con Steve. 

Steve è l'unica cosa bella che ricordo al di fuori di tutto questo buio e di questo dolore. 

Steve è la mia luce, il faro che illumina le mie tenebre, il mio ricordo felice, il mio rifugio. 

Steve, vorrei essere lì con lui… Dove sarà? Perché mi trovo qui? Perché non sono con lui? 

Chiudo gli occhi e immagino Steve, lo immagino in una stanza piccola e un po' fredda. C'è un letto ad una piazza e mezza addossato alla parete di fondo e un cucinino sulla destra, un tavolo piccolo, per due, e un bagnetto che intravedo da una porta semi aperta sulla sinistra. Steve è seduto sul letto, sta disegnando. Alza lo sguardo e mi chiama:

"Buck vieni qui, resta con me, non andare. Fa freddo fuori e tra poco si mette di sicuro a nevicare" 

Guardo fuori dalla finestra alla mia sinistra. Non vedo niente, è tutto grigio. 

"Hai ragione Steve, c'è un tempo da lupi, non si vede niente fuori" 

"Allora resti?" 

"Resto." 

Verranno a prendermi prima o poi, ma non oggi. 

Sono con Steve, sono nel mio rifugio, sono a casa. 

Verranno a prendermi,sì. Ma non oggi.

Non oggi.

  
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