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Autore: ghost_blu    11/03/2020    1 recensioni
A voi lettori illustrissimi do il benvenuto in questo angolo depresso in culo di internet che nessuno caga, ma io devo ritagliarmelo per forza o i pensieri, brevi racconti sconclusionati o girotondi di parole senza senso che barcollano tra le mie meningi, finiranno per uscirmi dagli occhi se non li vomito qui sopra e non sarà un bello spettacolo cazzo.
Quindi diciamo che questo è un diario??? Che cagata. Facciamo che questo è un robo, un affare dove metterò tutto quello che mi pare. Se volete leggere leggete, altrimenti leggerà solo Dio.
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Ogni tanto ci pensava.
A dire il vero ci pensava ogni volta che calava la notte e doveva rimanere a dormire in quel luogo dimenticato da Dio. Ci pensava nel suo letto dalle coperte fredde, i lenzuoli morbidi che le appannavano quel corpo magro e pallido, mentre gli occhi non trovavano sonno nemmeno facendo il rosario tre volte. Rimaneva dentro la sua camera, tra le mura bianche e fresche mentre la testa era girata verso la finestra dietro di lei. Gli occhi neri riflettevano la luce neon e liquida dei lampioni che drappeggiavano la strada buia. E stava lì in silenzio, ad ascoltare la sua tanto amata notte e i grilli che rendevano ancora più enorme la vuota assenza di anime di quel posto. Non c'era suono più bello per ristabilire i suoi battiti.
La stanza era sempre colma di oscurità. Quell' acida stronza non voleva che tenesse nessuna luce da notte perché disturbava le sue preziosissime e rotte in culo ore di sonno. Le uniche luci erano quelle in strada. Faceva troppo caldo ancora per non tenere la finestra aperta e lasciare che l'aria profumata e fredda entrasse a dare sollievo a quei polmoni incatramati e logori quanto la testa, o le mani, o l'intero corpo.
Quella casa di campagna dava su l'unica stradina asfaltata che riconducesse alla civiltà, oltrepassata la linea di luce dei lampioni, si estendevano campi su campi fino a sfociare in nere colline indistinguibili tra il buio della notte.
E lei ci pensava mentre guardava quell'orizzonte senza luce. Pensava al desiderio bruciante di alzarsi, scavalcare la finestra e correre. Correre come se avesse il demonio alle spalle, come se quei fantasmi che le scopavano gli occhi fossero riusciti ad uscire dalla bocca e avessero iniziato ad inseguirla. Avrebbe riso, correndo, avrebbe urlato di terrore scappando da loro mentre l'aria fredda le avrebbe dato vita. Sarebbe andata nei campi, con la vestaglia bianca a fiorellini blu sporca del suo stesso sangue, già si vedeva, nuda e viva sotto quel velo che la rendeva così femmina. Nuda e sporca di sangue, la pelle aperta, gli occhi vivi così vivi che sarebbe stata l'angelo più bello di tutto l'inferno. Avrebbe corso tra l'erba alta, si sarebbe persa tra i campi, tra il profumo di fiori di erbe e di paglia. Avrebbe corso scappando da quei demoni, avrebbe respirato forte spaventando i corvi che becchettavano alla luce lunare. Ali nere di sarebbero aggiunte a quel cielo di morte e la sua pelle rossa cremisi e pallida come la neve avrebbe accarezzato l'erba, avrebbe con le mani sentito la consistenza di quei campi, con i piedi la terra dura che graffiava come pezzi di vetro. Voleva correre fino a farsi girare la testa, respirare, guardare quel cielo, e silenziosa come un ombra sdraiarsi tra quel mare agitato di paglia aspettando che i demoni la raggiungessero e la dilaniassero. Che la portassero via con loro, che vincessero.
Sarebbe scomparsa di notte, tra quei campi. Non desiderava di meglio che abbandonare quel mondo troppo stretto, viscido e violentato che in un modo tanto bello, tanto violento e tanto vivo.
Finiva poi per addormentarsi quando le prime luci iniziavano a dare il cambio alla notte, e allora non aveva più senso, l'incanto finiva e il sonno fisico si faceva spazio nella testa. Una ragazza silenziosa con una vestaglia bianca a fiorellini blu, in mezzo a quel campo di notte, tra il vento che muove l'erba e il sangue che ne sporca la paglia. Finiva sempre per sognarlo.
   
 
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