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Autore: Proiezioni    12/03/2020    5 recensioni
Capitolo 6! Un piccolo aggiornamento!
Freezer è una vecchia serpe sadica ricolma di invidia. Vegeta un principe diviso, forse pronto al primo atto di gratitudine verso chi lo ha salvato, o forse destinato a inseguire la sua gloria verso l'oblio. Una storia quasi romantica di guerra e di guerrieri che infrangono le regole e scelgono una nuova via.
Genere: Fantasy, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bulma, Chichi, Freezer, Re Vegeta, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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So che sono un po' latitante… Chiedo scusa ai miei lettori super carini che mi scrivono ma purtroppo il tempo da dedicare a questo hobby al momento è diminuito. Cercherò di aggiornare anche Codice Genesi, e intanto vi regalo un piccolissimo capitolo di questa storia, portando avanti la trama e l’intreccio che spero di poter continuare in questi giorni, visto che sto cercando di ritagliarmi il tempo per farlo. KISSS

 
 
6.
 
Parte dei saiyan partiti come milizia di supporto al principe, rientrarono alla base esattamente quando Vegeta finì di far saltare in aria due piccoli pianeti controllati dalle truppe di Freezer. Senza cuore e senza interesse per il dolore arrecato, ritrovò l’antico sè stesso, oppressore feroce e spietato, seguito dai fedeli saiyan e da due donne innamorate di lui: una, luce, l’altra, ombra. Esattamente le due parti di sé, in perenne lotta l’una contro l’altra.
Jinka lo seguì ovunque in quel lasso di tempo, su tutti i pianeti a seguire, desiderosa di divenire sua moglie prendendosi il posto che le spettava, e volle combattere al fianco dei suoi fratelli e sorelle razziando con la stessa ferocia di Vegeta, come a volergli dimostrare che erano della stessa pasta, fatti per stare insieme. Riuscì persino a ricevere un complimento dal principe per il lavoro compiuto e fu quanto di più soddisfacente per il suo piccolo ego: quando dalla bocca di Vegeta uscì quel complimento per il suo ottimo lavoro, Jinka si sentì ebbra di gloria e vincente, certa di averlo ormai in pugno. Il suo obiettivo era sempre più vicino, perché finalmente il principe non la osservava più come parte del passato ma come parte del futuro. Bulma era stata sbaragliata. Vegeta stava per divenire suo totalmente, come mai prima.
Ignara di ciò che stava succedendo, Bulma continuava ad attendere un rientro che non avveniva da settimane. Il macchinario del teletrasporto situato sul pianeta Vegeta era stato messo in standby e lei non poteva tornare da lui a sincerarsi stesse bene. Nella sua mente, continuava infatti a persistere il timore Vegeta fosse in pericolo. Non smetteva mai un solo istante di temere per lui… Il suo amore era sincero e vivo, non si era mai scalfito neppure quando aveva scoperto che forse c’era del sospeso tra lui e Jinka, e tantomeno quando aveva scoperto di essere stata tagliata fuori i collegamenti col pianeta Vegeta.
La sua mente era ancora ebbra di quelle bellissime, innumerevoli volte, che aveva dormito su di lui nuda e inerme, mentre Vegeta ancora sveglio guardava fuori le finestre e le toccava la pelle, chiuso in qualche riflessione delle sue. Le sembrava una persona così diversa quella che aveva vissuto lì con la famiglia, che non riusciva a credere avesse abbracciato di nuovo i capisaldi barbari della sua cultura. Ma d’altronde avrebbe dovuto sospettarlo, al posto di sognare come l'irresponsabile che era, perché lui era cresciuto così, a pane e guerra, a bocconi e botte. Dunque aveva scelto, alla fine, di andare via, ma in quella fuga si era portato via il suo cuore, pronto a distruggerlo nel brutale e ferreo palmo.
Fu quando iniziò a escogitare qualcosa per raggiungerlo, nonostante sapesse che poteva rivelarsi un lavoro molto lungo e probabilmente inutile, che ricevette la visita di Gurlok. L’uomo scese dalla cima del palazzo compiendo la strada già fatta una volta, attraverso il locale di servizio degli ascensori a scendere, fino a presentarsi in piena notte nel corridoio di casa dopo aver forzato con la pressione di due dita la maniglia della porta che affacciava sulla scala di emergenza, interdetta al personale degli uffici e dei visitatori: Bulma gli si parò innanzi nella penombra con un cardigan sbottonato, che le copriva appena metà coscia, attirata dai rumori sospetti e interrompendo la lettura in salotto che portava avanti da ora di cena alla sola luce di una lampadina direzionata sul libro. Aveva concentrato pensieri ed energia sullo studio, nelle letture più impegnative, per cercare di non pensare a Vegeta, ai suoi occhi, al suo averle voltato le spalle, dimenticandosi di lei e di ciò che insieme avevano costruito. Bulma lo pensava con una costanza al limite del morboso ed era ossessionata dal suo tocco e dal suo sguardo al pari di quanto lo era Vegeta per la gloria: la verità è che lei aveva conosciuto l'uomo, non il principe o il guerriero, e l'uomo non era come loro... L'uomo che lei amava era timido e schivo, orgoglioso e fiero, ma gentile nel toccarla, fermo nel desiderarla, geloso e a suo modo persino protettivo, e anche se poco avvezzo alle gentilezze e alle dolcezze si lasciava accarezzare ed amare da lei come se ne avesse davvero bisogno. Bulma si era sentita la sua regina ogni volta che lui se l'era tenuta avvinghiata nel letto, in silenzio assoluto.
“Cosa ci fai tu qui?” Gli chiese stupita e appena allarmata.
“Ti porto notizie di tuo marito” esordì subito l’altro, con tono cupo, non senza essersi prima concesso uno sguardo di rapimento sulla sua bellezza esotica. Bulma si era coperta meglio il resto del corpo ma non aveva potuto impedire agli occhi di Gurlok di navigare lungo i dolci pendii del suo petto e del suo ventre teso.
“E’ successo qualcosa? Vegeta sta male?” Si agitò l’altra.
“Sta bene, ma presto annuncerà la rottura dei legami col tuo pianeta e con te”.
Bulma credette di non aver udito bene le sue parole. La voce le uscì spezzata, quasi a fatica. “…Come dici…?”
“Presto prenderà in moglie Jinka, non lo ha ancora ufficializzato ma sappiamo che sarà così. Tuo marito ha dichiarato battaglia a Freezer e siamo sull’orlo di una guerra senza precedenti”.
Bulma si sentì vacillare. Tirando un respiro profondo gli diede le spalle e iniziò a incedere verso la cucina con passo lento. Quei dubbi che l’avevano dilaniata per interi giorni adesso trovavano una risposta: alfine lui aveva scelto la sua promessa, una guerriera, una donna alla sua altezza fisica, e le sembrava impossibile e sconcertante accettarlo. Quando il saiyan le fu dietro, nel seguirla, e le fu abbastanza vicino da farle percepire il proprio respiro profondo, Bulma si accorse che era prossima al pianto. Si portò una mano sulla bocca, trattenne il respiro e il pianto per non apparire patetica ma quando si voltò verso Gurlok gli occhi brillavano di lacrime come diamanti.
“Dunque… Sei venuto a dirmi solo questo?”
“Sono venuto a dirti una cosa ben più importante, che non dovrei”.
“…?”
“Molti di noi temono i Vegeta, perché sono pericolosi per sé stessi e per gli altri”.
“Cosa vuoi dire…?”
“Che tu sei l’unica che può tenere a bada tuo marito. Non c’è mai riuscito nessuno e tutti si sono accorti dall’ascendenza che hai su di lui.”
“Cosa dovrei fare? Vegeta non è un uomo che si lascia comandare da nessuno, neppure da me.”
“E’ vero, ma tu puoi farlo ragionare”.
“Ma non diciamo sciocchezze…” fece Bulma, scuotendo il capo. “Ormai sarà fuori di sé… Non so quanto potrò farlo ragionare, o tornare sulla retta via”.
“Della retta via non mi interessa. Abbiamo grossi problemi a gestire la furia della corona che ci comanda. Re Vegeta è pericoloso per i saiyan stessi, e lo sarà anche suo figlio se continua così.”
“Non capisco, scusa… A cosa ti riferisci con pericoloso”.
“Il Re ha già fatto saltare la testa ai suoi antagonisti, e lo farà ancora”.
“…”
“Il problema riguarda tutti i saiyan che riterrà forti abbastanza da poter contrastare la corona stessa” dichiarò Gurlok non potendo celare l’occhiata truce che fu rischiarata dalle fioche illuminazioni provenienti dai grattacieli che si riflettevano sulla vetrata.
“E’ la monarchia che voi stessi volete…”
“Noi non siamo politici, siamo guerrieri”.
“E io cosa dovrei fare? Se Vegeta ha scelto di tornare a fare quanto di più spregevole ci sia, io cosa posso fare? Non lo conosci?”
“Tu puoi salvarci, devi farlo ragionare.”
“Non posso, non mi ascolterà, e poi come faccio, non mi è più concesso di tornare sul pianeta Vegeta”.
“Non pensavo che ti saresti tirata indietro, sinceramente” ammise cupamente l’altro, scivolando poi sulla piega dei suoi seni appena celati dal cardigan.
“Conosco mio marito e ho sempre saputo che la sua redenzione non era definitiva. Vegeta è sempre stato tormentato e inquieto…E’ un’anima dannata. So benissimo che ha sempre sperato di tornare a combattere così…”
“La situazione è peggiore di quando è partito ed è arrivato qui. E’ come sotto sortilegio… Pare che abbia messo la sua forza e anche la nostra al servizio di un nuovo potente mago degli inferi”.
“Un cosa… Un mago…degli inferi?”
“Babidy, lo stregone del pianeta Bu. Gli ha venduto l’anima per aumentare la propria potenza. Mi è arrivata voce che ormai Vegeta è fuori di sé e combatte come un posseduto.”
Bulma si portò una mano sugli occhi reclinando il capo e rimase così in silenzio.
“Inutile dirti che anche se ci rende onore la sua potenza, ci spaventa tanta ferocia inarrestabile. Anche noi abbiamo dei bisogni, non possiamo solo combattere. Dobbiamo riposarci e ristorarci con le nostre donne”.
Bulma parlò con una certa perplessità.
“Prima mi rigettavate, ritenendomi una terrestre priva di qualità belliche, e ora chiedete il mio aiuto? Scusa ma sono molto dubbiosa e non cred…”
“Io non so cosa sia quello che provi per lui e che lui ha provato per te, ammesso ancora lo provi” la interruppe Gurlok. “Non ho mai provato nulla di simile. Noi veniamo educati a non farci coinvolgere da sentimenti come l’amore, e anche se sappiamo cosa sia, non possiamo provarlo fino al punto di legarci così gli uni agli altri, perché la nostra vita viene regalata alla guerra, e ci piace così. La natura ci ha creato per combattere e morire con onore. La vita da terrestre non è roba adatta a un saiyan, tantomeno ad un Vegeta... Però so che Vegeta ti ha amata, non ne ho dubbi, quello che ha provato per te deve essere stato amore, mi è bastato vedere come ti ha guardata negli occhi più di una volta. Tu lo hai salvato, Bulma. La sua riconoscenza verso di te è la sola chiave che ci permetterà di salvarci. Freezer distruggerà noi e lui, e se non lo farà Freezer, lo farà Babidy. E se non sarà Babidy il nostro assassino, lo sarà il Re prima o poi.”
“Ma come può il Re volere la morte dei suoi stessi sudditi, non capisco”.
“In passato, quando Vegeta era un bambino e lo ero anche io, il Re ha fatto fuori molti saiyan forti che arrivavano troppo vicino al livello di Vegeta o che addirittura rischiavano di superarlo. Broly era uno di loro ed è stato bandito su un pianeta deserto insieme a Paragas, suo padre. Gus, fratello di Paragas, non ha mai smesso di desiderare vendetta per il suo esilio mortale”.
“Ma Gus è uno degli anziani del consiglio del Re…”
“Appunto” sorrise appena l’altro, soddisfatto di averla sconcertata.
Lei si morse le labbra. “Mi stai dicendo che vuoi il mio aiuto?”
“Non solo io, anche se nessuno lo ha ammesso e nessuno sa che sono venuto a parlarti.”
“Ma come potrei contrastare una potenza come quella del vostro Re o di un Freezer o di questo stregone, o di Vegeta stesso se decidess…”
“Vegeta è influenzato dallo stregone, adesso, non ragiona, è fuori di sé. Non rientra da oltre un mese e mezzo e ha già distrutto molte colonie, alcune delle quali di nostro aiuto per i rifornimenti. Una scelta stupida, visto che ha agito per sola gloria e divertimento, senza pensare. Temo che quel Babidy finirà per fargli perdere il cervello e per farlo andare anche a noi. Non sono l’unico ad essere preoccupato, inizia ad esserci agitazione tra i saiyan di istanza alla base. Il Re è troppo impegnato a supportarlo per capire quanto siamo intimoriti da tutta questa storia. Noi vogliamo combattere, ci va bene morire in guerra, ma non siamo carne da macello. Siamo uomini anche noi. Se dobbiamo combattere lo vogliamo fare anche per la nostra gloria, per ingrandire il nostro impero, per godere delle nostre vittorie. Così non ci sentiamo più al sicuro, molti guerrieri stanno convincendo le giovani prole più forti a non esporsi e a coprire la propria forza, ma è difficile gestire un saiyan adulto, figurati un bambino pieno di forza… E’ un lavoro faticoso, spesso impossibile. Nasciamo per questo… Non puoi soffocare la forza di una cosa nata per esserlo”. Silenzio.
“Cosa farai, terrestre?”
Bulma ascoltò tutto il discorso con rapimento. Alla fine cercò di tornare lucida e ragionevole: “Io… Senti…mi piombi a casa all’improvviso, mi dici delle cose che… mi lasciano senza parole, io devo capire cosa sta succedend…”
“Non c’è niente da capire. Bisogna agire. O vuoi vedere il tuo pianeta bruciare? Perché prima o poi, quando Vegeta smetterà di ragionare, arriverà anche qui… e distruggerà tutto, anche tuo figlio.”
“Non abbiamo figli” si affrettò a dire lei.
“Non mentire. Ho visto tuo figlio, ha lo stesso sguardo del padre, anche se il colore è quello... bello dei tuoi occhi…”
Bulma si sentì accarezzare dalle sue parole e ne fu persino lieta.
“Ti sbagli, non è nostro figlio, sono stata sposata prima con un altro” mentì ancora lei.
Gurlok le sorrise, consapevole della sua menzogna.
“Hai modo di tenerti in contatto con me? Farò in modo che al rientro tu possa parlare con Vegeta, anche se sembra non voler ancora tornare.”
“Ma chi ha messo in standby la macchina del teletrasporto?”
“Il Re non vuole che tu torni, ha capito che sei di intralcio. Non ha ancora distrutto la macchina perché teme che Vegeta possa divenire rabbioso e probabilmente non ha ancora capito se può osare fino a questo punto. Ma è questione di tempo… Lo farà”.
“Va bene… Vedrò di inventarmi qualcosa… Intanto ti do dei codici con cui potrai sempre accedere al mio pc da quello installato sulla vostra macchina. Potrai mandarmi dei messaggi, sai come si usa?”
“No. Puoi mostrarmelo?”
“Certamente…Lascia che mi metta qualcosa addosso e salgo con te”.
“Bene” disse lui infine, serissimo.
Lei accennò un vago sorriso, per tentare di coprire il disagio di sentirsi vulnerabile ed emotiva. Inutile negare quanto quelle notizie l'avessero già sconvolta.
Si mosse per andare a vestirsi. “Bene allora…”
 
 
Continua…
 

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