Fanfic su artisti musicali > Infected Rain
Ricorda la storia  |      
Autore: FrenzIsInfected    13/03/2020    4 recensioni
Una giovane Elena Cataraga sta per esibirsi per la prima volta con gli Infected Rain. Qualcosa che credeva di aver superato, però, è destinata a tornare a galla.
Decima classificata al contest "Scriptophobia" indetto da Soul_Shine sul forum di EFP.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Elena Cataraga, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Panika 2

PANIKA

 

 

 

 

Chișinău, Moldavia.
3 agosto 2008.
Aventura Park.
11:00 circa.

 

 

 

Un caldo insolito e torrido pervadeva Chișinău. In quella domenica mattina, tra gli enormi e semi fatiscenti grattacieli grigiastri, e i condomini vuoti di intere famiglie moldave uscite di casa o in vacanza all’estero, c’era un insolito fermento dalle parti del lago Valea Morilor.

Poco lontano dalle sue sponde, all’interno di un parco, tecnici, operai e qualche curioso osservavano quanto accadeva su quel palco finito di allestire pochi giorni prima. All’Aventura Park, quel pomeriggio, sarebbe andato in onda un festival di tributo agli Slayer, e gli ultimi gruppi stavano facendo il soundcheck, prima di iniziare a salire sul palco del parco poche ore dopo.

Dagli altoparlanti, uno dei tecnici del suono, con accento rumeno, chiamò sul palco il prossimo gruppo che avrebbe dovuto fare le prove.

- Salgano sul palco gli Infected Rain. –

 

 

We are waiting for better days.
We are dreaming for a better place.

 

 

Dentro un tendone, seduti in un tavolo in disparte, stavano sei persone, cinque ragazzi e una ragazza. Due di loro avevano dread che arrivavano fino all’altezza del bacino, e innumerevoli piercing sparsi per il corpo. Gli altri tre avevano look leggermente più “sobri”; uno di loro era rasato con una lunga barba nera, che gli arrivava fin sopra i capezzoli, mentre gli altri due avevano il classico look degli slavi: biondi, rasati e con corpi quasi scheletrici. La ragazza era quella col look più “eccentrico”: sfoggiava anch’essa dei dread, neri con le punte rosse, creando uno scadente effetto “incandescente”.

- Possiamo contare su di voi, ragazzi? – fece uno dei tre coi dread.

Gli Infected Rain non stavano vivendo un bellissimo momento. I tre membri fondatori, Ivan, in arte DJ Kapa (che, in un gruppo metal, ci sta un po’ come i cavoli a merenda), Vadim (detto Vidick, chitarrista) e Elena (detta Lena, la cantante, che aveva iniziato da meno di un anno a cantare) non riuscivano a trovare altri tre membri stabili per il loro gruppo. Il territorio moldavo è relativamente piccolo, e le condizioni socio-economiche costringevano molti loro connazionali a emigrare all’estero, nella vicina Romania, in Russia, o a occidente, verso il Mediterraneo. Di conseguenza, trovare qualcuno che non fosse già impegnato in altri progetti era difficile.

Kapa, Vidick e Lena, inoltre, hanno un altro enorme problema, che si somma al fatto che i due ragazzi vivono stabilmente in Moldavia e Lena torna in patria dall’Italia solo per le vacanze: l’inesperienza.

Nessuno di loro ha mai suonato in un gruppo prima di allora, e, da quel nevoso giorno di gennaio in cui avevano iniziato ufficialmente il loro progetto, le occasioni per suonare insieme erano state pochissime. Kapa e Vadim però non volevano assolutamente perdere quell’occasione, e, con un po’ di fortuna, erano riusciti a trovare un bassista (Artiom, il barbuto), un batterista (Dragomir) e un altro chitarrista (Răzvan), che potessero coprirli per le date che avevano in programma. Il loro obiettivo, per quel giorno, era portare agli spettatori di Chișinău e dintorni due cover degli Slayer e tre loro pezzi originali.

Artiom addentò la ciambella che teneva in mano.

- Vadim, stiamo preparando questo concerto da giugno. Stai tranquillo. -

- Abbiamo imparato anche i vostri tre pezzi. Niente andrà storto. – aggiunse Răzvan.

Di tutt’altro parere era invece il batterista.

- La cosa che mi preoccupa di più è la ragazzina. – fece Dragomir, indicando Lena.

La ragazza lo guardò di sfuggita.

- Cosa c’è? –

- Hai uno sguardo che non mi convince. –

Lei non rispose.

- Dì la verità. Hai paura. Panico da palcoscenico. Ne ho viste di persone come te. Rovinano sempre i gruppi. -

 

 

This is too scareful for you to understand me.

 

 

- Così non la aiuti, Dragomir. – intervenne Kapa.

- No, Ivan. Ha ragione. Ho paura. -

Vidick la guardò. Lena respirava lentamente, quasi come se stesse tenendo sotto controllo il suo respiro. Gli occhi fissavano il vuoto. Sul volto della giovane cantante non c’era il minimo segno di serenità.

- Ehi. – le sussurrò, avvicinandosi. - Non devi pensarci. Nelle prove sei andata benissimo. Devi solo rifare quello che hai fatto fino a ieri… ma più in grande. Fai come se non ci fosse nessuno a guardarti. Solo noi. –

- Come se fosse facile... -

- Passato il primo momento, andrai come un treno, bimba. – fece Artiom, dandole una pacca sulla gamba. -

Un tecnico si avvicinò al loro tavolo.

- Ragazzi, tocca a voi provare. –disse.

Il sestetto lasciò la tenda, e si diresse verso il palco. Vidick e Kapa affiancarono la loro cantante.

- Non avere paura, Lena. – dissero.

La ragazza non rispose, continuando a fissare catatonica il palco diventare secondo dopo secondo una montagna invalicabile ai suoi occhi.

 

 

Can’t understand the pain.

Can’t understand the dreams I’ve made.

 

 

Il sestetto moldavo si mise in posizione, iniziando a collegare i vari jack alle casse.

Lena, in tutto ciò, osservava l’enorme spiazzo che, poche ore più tardi, sarebbe stato preso d’assalto dagli spettatori.

- Quanta gente verrà? – chiese.

- Speriamo il più possibile. – disse Răzvan, accordando la chitarra.

La ragazza andò verso Ivan, che stava finendo di sistemare la sua console.

- Stai calma. Resteremo su questo palco solo per una ventina di minuti, poi sarà tutto finito. – le disse il DJ, cercando di essere più rassicurante possibile.

Lei annuì, guardando i suoi colleghi.

- Dove li avete pescati? –

Kapa guardò Dragomir, Răzvan e Artiom.

- Artiom è un ex compagno di scuola di Vadim. Hanno suonato insieme in un trio alle superiori, poi Vadim ha avuto dei diverbi col cantante e se n’è andato. Ha accettato di suonare con noi per via di alcuni vecchi favori che deve ricambiare. Ma è un tipo in gamba. –

Il ragazzo con i dread indicò poi Răzvan.

- Răzvan ha perso suo padre da bambino. Era uno dei liquidatori di Chernobyl. Lo hanno mandato sul tetto del reattore esploso per rimuovere i detriti, ed è morto di cancro quando lui aveva otto anni. Credo sia questo il motivo per cui non sia così loquace. -

- E che mi dici di Dragomir?- chiese la ragazza, guardando il batterista sistemare le pelli e i piatti.

Vidick li sentì, e si avvicinò, parlando sottovoce.

- Dragomir aveva il tuo stesso problema. Artiom ha suonato con lui qualche volta, e, alle sue prime esibizioni, in preda all’ansia, iniziava a sbagliare. E’ stato cacciato da diversi gruppi. Gira voce che per sei mesi non abbia fatto altro che due cose: andare a scuola e suonare la batteria. Non usciva con gli amici e non vedeva nessuno all’infuori dei suoi genitori e di sua sorella. Solo di recente è riuscito a entrare in un gruppo, con non poca fatica. A quanto mi dicono, sembra aver superato la cosa. –

- Lo vedremo tra poco. –

La voce del tecnico del suono li richiamò all’ordine.

- Ragazzi, non abbiamo molto tempo. Devono provare altri due gruppi. -

I sei si misero in postazione, e Lena afferrò il microfono.

- Iniziamo con Stain Of Mind. – disse.

Dragomir batté il tempo, e i sei iniziarono a suonare. Lena fissò lo spiazzo davanti a sé, e cercò di non immaginare a cosa avrebbe potuto vedere nel pomeriggio.

Pensò a se stessa, chiusa nella camera del suo appartamento a Roma, mentre cantava sottovoce per non svegliare la sua coinquilina dell’università.

Pensò a se stessa, nel minuscolo salotto dell’appartamento della sua famiglia a Chișinău, mentre si esibiva, per così dire, insieme alle sue sorelle.

Ma altri ricordi, ben peggiori, tornarono a galla.

 

 

This is what you see

Deep inside of me.

Agony is life.

Lechery is life.

Godlessness is life.

Purgatory magnified

In fire baptized.

 

 

Cinque ore dopo

 

 

Dietro il palco, nascosti alla vista delle centinaia di persone che si erano ammassate all’Aventura Park, stazionavano in piccoli gruppi i membri delle band che si sarebbero esibite nel pomeriggio. La manifestazione stava procedendo a gonfie vele, e c’era un clima disteso tra i vari membri delle componenti musicali.

Vidick si era assentato per una rapida pausa bagno, mentre Ivan, Răzvan, Dragomir e Artiom si erano radunati poco prima delle scalette che conducevano dietro le quinte.

- Siamo sicuri che la bimba reggerà? – domandò il batterista.

- Abbi un po’ di fiducia, Dragomir. – sbuffò Artiom.

- L’ansia da palcoscenico non è qualcosa che sparisce nel giro di poche ore. Io ho passato mesi prima di superare questo ostacolo. –

- Non siamo tutti uguali. – disse improvvisamente Răzvan. – E agire in questo modo certamente non l’aiuterà. –

- Ha ragione. – chiosò Kapa. – Cerchiamo di far sentire tutta la nostra vicinanza a Lena. Se riusciremo nell’intento… potremmo fare la miglior performance del pomeriggio! Me lo sento! –

Vidick si ricongiunse a loro.

- Dov’è Lena? – chiese.

- Sta finendo di prepararsi. Deve sistemare il facepaint. – rispose il DJ.

- La vado a chiamare, non dovrebbe mancare molto al nostro turno. –

Il chitarrista si fece largo tra la gente, in direzione dei bagni femminili, e, non appena li raggiunse, chiamò la cantante.

- Lena! Tra poco tocca a noi! –

 

 

Once upon a time, a long time ago,
There was a butterfly, flying alone.

 

 

La ragazza uscì lentamente. Si era dipinta una striscia nera all’altezza degli occhi. Semplice, ma efficace.

 

 

She flew above the hills till she got lost,
Either it was the wind, or she was cursed...

 

 

- Pronta a spaccare, vedo! – rise lui.

Lena non mosse nessun muscolo. Sembrava congelata.

- Non avere paura. Andrà tutto alla grande. Hai talento. Ivan me lo dice spesso. “C’è qualcosa di forte, nella sua voce”. Fai vedere a tutta quella gente quello che sai fa… -

- Vadim… c’è una cosa che devo dirti. –

 

 

Hey, little child.
Tell me about your pain.
Tell me about your nightmares
And fears you can not stand.
Tell me about the time
When you were weak and lost.
Tell me about the monsters
That scared you in the past.

 

 

 

Il chitarrista per un momento gelò. Poi mise dolcemente la mano sulla spalla della ragazza, camminando lentamente verso i loro compagni.

- Dimmi tutto. –

La moldava deglutì.

- Quando andavo al liceo, in Italia, una volta organizzammo una festa di fine anno. Chi ne aveva voglia, avrebbe mostrato qualche hobby extra scolastico al resto della scuola. L’essere straniera, e il non parlare benissimo italiano, mi ha sempre tenuto un po’ ai margini della classe. Ma un gruppetto di ragazzi venne a sapere che mi piaceva cantare, e mi proposero di cantare qualche cover dei Linkin Park alla festa. –

Vidick seguiva incuriosito la storia.

- Alla festa, quando salii sul palco, ebbi un attacco di panico. Mi dimenticai completamente i testi delle canzoni. Con gli occhi, guardavo i volti dei miei compagni che aspettavano l’inizio della mia performance. Avevo paura del loro giudizio, delle loro reazioni… e fuggii. –

Vidick si fermò. Lena tratteneva a stento le lacrime.

- Corsi fuori, tra le strade buie di Aprilia, fino a tornare a casa. Mi misi sul letto a piangere. Il giorno dopo, non trovai gente pronta a consolarmi, ma solo parole di scherno e insulti. Da allora… non ho più messo piede su un palco. Per paura che mi ricapitasse una cosa del genere. –

- Perché non me lo hai detto prima? – chiese lui.

- Non ne ho avuto modo… e credevo di aver superato la cosa. -

Il chitarrista si fermò, e guardò negli occhi Lena.

 

 

Her mouth was dry and tired of screaming.
Her eyes swallowed by flames from crying.

 

 

- Sai una cosa? Fanculo. –

- Prego? -

-  Fanculo, Lena. Fanculo tutta quella gente. Non hanno capito un cazzo. Hanno spalato merda sulla tua figura? Si fottano! Non ti meritavano! Oggi, Lena, tu rinasci! –

La ragazza fissava confusa l’amico. Non l’aveva mai visto così.

Vidick indicò lo stage.

- Là dietro c’è la tua possibilità, Lena. Su quel palco, hai la possibilità di dire a te stessa che sei più forte delle tue paure. Che sei una cantante che spacca i culi. Quest’oggi, Lena, diciamo un bel ‘vaffanculo’ al passato! - 

Un tecnico urlò con un megafono.

- Infected Rain sul palco! –

I due raggiunsero gli altri. Dragomir fece per iniziare a brontolare, ma venne ammutolito da un gesto del chitarrista.

- Ragazzi… noi ci fidiamo di Lena, vero? – chiese.

- Certo che sì! – fece Kapa, affiancandola.

- Forza, bimba, scatena l’animale che hai dentro. –disse Artiom, dandole una pacca sulla spalla.

Răzvan sorrise, e Dragomir, seppur non fosse convintissimo, annuì.

I sei salirono le scalette, giusto in tempo per sentire il presentatore invitarli ufficialmente sul palco.

- Il prossimo gruppo è fresco di formazione, e insieme a due cover degli Slayer, ci presenterà tre pezzi originali. Date un caloroso benvenuto agli Infected Rain! –

I musicisti entrarono in scena, ma non Lena, che prese Vidick per un braccio.

- Non entrerò subito. Iniziate a suonare. Io arriverò quando dovrò iniziare a cantare. –

Il chitarrista annuì, e la lasciò sola.

Lena attese in silenzio, fissando il vuoto.

Era il momento della verità. Il suo personale battesimo del fuoco.

Sul palco, Vidick e compagni iniziarono a suonare Stain of Mind.

 

 

Passato il primo momento, andrai come un treno, bimba.

 

 

Le parole di Artiom le diedero un insolito senso di sicurezza, e, finalmente, entrò in scena.

 

 

She found herself lost in a completely new world.

 

 

Lo spiazzo, che fino a poche ore prima era vuoto, ora era gremito di metallari giovani e meno giovani, che iniziavano a fare headbanging. A Lena mancò il fiato.

 

 

I was: speechless,
Invisible,
Weeping.
And hysterical.

 

 

Avanzò verso il centro del palco con passo deciso, stuoendosi di ciò.

Per diversi attimi, tutto divenne ovattato.

Non si trovava più a Chișinău all’Aventura Park, ma ad Aprilia, nel suo liceo.

I suoi occhi non videro quella platea, ma la massa di studenti che, anni prima, attendevano l’inizio della sua performance.

 

 

I want to run, run from the past.
I want to die, die and forget.

 

 

Si guardò indietro, e, al posto degli Infected Rain, vide quei ragazzi con cui avrebbe dovuto suonare.

- Coraggio, Elena! Che stai aspettando? -

- Ci stai facendo fare una figuraccia! –

- Che cazzo stai facendo? –

Ebbe voglia di correre via, lontano da quel palco, e tornare a casa, in lacrime, per aver deluso nuovamente chi contava su di lei.

Il rumore attorno a lei divenne silenzio.

Ce la posso fare., pensò.

 

 

Wake up!

Wake up!

 

 

Poi, tutto si infranse.

- Imagine Humanity's decline! Step inside my stain of mind…-

I ragazzi, dietro di lei, si scambiarono occhiate di gioia.

 

 

Il pubblico applaudì energicamente la fine della performance degli Infected Rain. A Lena non sembrava vero.

- Grazie mille. – disse, visibilmente commossa. Si girò poi verso i suoi colleghi.

- DJ Kapa alla console. Vadim “Vidick” Brunici e Răzvan Badoi alle chitarre. Artiom Cioran al basso. Dragomir Ruse alla batteria. –

Vidick prese un microfono.

- Elena Cataraga alla voce! –

La folla le tributò un lungo applauso.

- Noi siamo gli Infected Rain! Ci vediamo presto! – disse, salutando la platea.

Lena restò ancora per qualche secondo, godendosi quei pochi momenti di gloria che le restavano, per poi ricongiungersi agli altri.

- Brava, Lena! – urlò Kapa, abbracciandola assieme a Vadim.

- Visto, bimba? Che ti dicevo? – disse Artiom, strizzandole l’occhio.

Răzvan sorrise in silenzio, mentre Dragomir, dopo esserle andato davanti, le allungò la mano.

- Complimenti, Elena. – disse.

La ragazza ricambiò la stretta.

- Beh, è ora di festeggiare, che dite? – fece il DJ.

I presenti annuirono, e si diressero verso il vicino bar.

Lena rifletté in silenzio su quanto aveva appena compiuto. Era riuscita a sconfiggere una paura che la tormentava da anni, grazie ai suoi compagni.

Non sapeva se sarebbero arrivati lontano, o se non sarebbero nemmeno riusciti a uscire dalla Moldavia.

Ma, in cuor suo, di una cosa era certa. Aveva trovato il suo posto nella vita.

In una famiglia chiamata Infected Rain.

 

 

The truth is, she never was lost.
There was a period in her live she had to pass.
She grows too fast, and her childhood is gone.
An adult was what she hated to become.

 

 

 

***

 

 

Ciao, ragazzi!

 

Complice l’avvento del coronavirus, mi sono ritrovato con più tempo libero del solito. E quale miglior modo di attendere la fine della pandemia scrivendo, magari proprio sul fandom del mio gruppo preferito, per un contest (l’ennesimo indetto da Soul Dolmayan)?

 

Mi sembra doveroso fare qualche appunto sulla storia.

 

- I personaggi di Artiom, Răzvan e Dragomir sono inventati. Rappresentano i membri “volanti” che ebbero gli Infected Rain a inizio carriera, come raccontato da Lena in un suo video in cui parlava della nascita del gruppo. DJ Kapa, invece, è stato uno dei membri fondatori del gruppo, e vi è rimasto fino alla pubblicazione del loro primo album, nel 2011, quando poi ha dovuto lasciare la compagine moldava a causa di impegni personali.

 

- Tutti i testi presenti sulla destra appartengono a canzoni del primo album degli Infected Rain, ad eccezione di Stain Of Mind degli Slayer.

 

- Il primo concerto in assoluto degli Infected Rain è stato proprio il 3 agosto 2008, in uno show dedicato agli Slayer. Non so dirvi però se esso si sia svolto proprio a Chișinău, e soprattutto quali brani abbiano portato in scena.

 

- Il titolo di questa storia, Panika (паника, “panico” in russo), è anche il titolo di una loro canzone.

 

Ringrazio Soul per aver fatto da “ostetrica” a questa storia, e ringrazio Lena, fonte inesauribile di ispirazione.

 

 

Alla prossima,

 

 

Frenz

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Infected Rain / Vai alla pagina dell'autore: FrenzIsInfected