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Autore: Elgul1    14/03/2020    3 recensioni
Questa è la storia di come è nato. Questa è la nascita del più grande assassino dei Naraku questa è l'ascesa del Kuroyasha Sakata Gintoki.
Dato che mi sembrava giusto distaccarmi dal manga ho deciso di dare un vero e proprio passato al mio personaggio. Qua vedrete com'è nato e i suoi legami verso i Naraku e i suoi nemici Joi.
Buona lettura.
Genere: Avventura, Dark, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gintoki Sakata, Nuovo personaggio, Sakamoto Tatsuma, Takasugi Shinsuke, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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Il castello ormai era un cumulo di macerie. La maggior parte delle truppe joi superstiti si erano disperse ai quattro venti ponendo così fine alla più grande resistenza del Giappone. Li, ai piedi dei rimasugli della fortezza caposaldo per quasi due anni della resistenza joi non c'era più niente se non cadaveri e uomini in lacrime sui corpi dei loro amici e parenti.
Katsura guardava dalla finestra dell studio lo spettacolo pietoso che aveva davanti ormai, li, rimanevano solo loro tre e pochi altri che avevano scelto di seguirli.

" Sarà il caso di andarcene..." Mormorò Sakamoto più rivolto alla figura di Takasugi che, nonostante tutto si stava addentrando nella stanza del loro defunto maestro che a Katsura già pronto da prima per andarsene.
" Devo prendere una cosa prima." Disse quello seccato da quelle interruzioni e andando a passo spedito verso la stanza.
" Che dovresti prendere?" Domandò Sakamoto confuso. Il castello ormai era stato completamente ripulito di qualsiasi cosa.
" Maoto teneva sempre con se una spada particolare ma, durante questa lotta, non l'ha usata Takasugi la sta cercando." Gli spiegò in breve il moro cercando di evitare che, l amico, si agitasse più di quanto già non fosse.
La ferita, la sconfitta subita e la morte del loro maestro lo avevano reso freddo e disorientato in quegli ultimi tre anni. Perfino lui, in quel momento non si sentiva completamente in se. Mentre Takasugi si diresse verso la cassapanca posta sotto il letto Katsura guardò per un attimo la scrivania del suo maestro un ricordo lo invase in quel momento. A passo svelto si diresse li e, con semplicità aprì il piccolo cassetto e rimase allibito. Una maschera, simile a quella dei due aggressori era posata li dentro.

 " Che hai trovato?" Domandò Takasugi  con in mano un fodero nero ricamato con alcune scritte in oro.  Katsura non rispose. Non sapeva cosa dire. Takasugi lo scosto e, vedendo la maschera rabbrividi. Cosa voleva dire questo? La prese tra le mani con la mano tremante.
 " Era uno di loro..." Sussurrò con una strana nota nella voce che lasciò disorientati anche gli altri due. " No, questo è impossibile." Mormorò Takasugi stranito da tutto questo. " Maoto non era un assassino non lo è mai stato." Disse cercando di autoconvincersi di quello.
" C'e una lettera qui." Lo informò Sakamoto arrivato anche lui e stringendo con la mano fasciata un foglio di carta.
 " Fa vedere." Disse Katsura prendendo il foglio e leggendolo:


Cari allievi.
Se leggete questo messaggio vuol dire che avete aperto il mio cassetto e che io sono morto. Mi spiace di non averti detto la verità ma, tra tutte le cose sbagliate che ho fatto, questa forse è stata la più giusta. So che adesso proverete emozioni contrastanti scoprire che il vostro ex maestro era un pluriomicida non sarà certo facile. Non so neanche se avrete intenzione di ascoltare le mie ragioni. Ho fatto parte dei Naraku per più di trent'anni compiendo atrocita su atrocita mi sono sempre sentito un mostro ma non sono riuscito mai ad andarmene soprattutto per il legame che avevo con mia figlia  Ureka ma poi non c'e l'ho più fatta. Volevo portarla con me però sapevo che se mi avessero scoperto l'avrei messa in pericolo. Così ho finto la mia morte e mi sono redendo prendendo con me vari allievi come voi cercando di istruire le giovani menti al futuro nero che sapevo ci aspettava. All'inizio della guerra sapevo bene che i Naraku sarebbero tornati e con essi la guerra avrebbe preso una piega ancora peggiore dovevo fermarli in qualunque modo questa era la mia missione.
Non so cosa penserete dopo tutto questo mio discorso lasciatemi solo dire che.... mi dispiace di averti mentito, mi dispiace di dare a voi un tale peso sulle spalle ma, sono sicuro, che insieme arriverete più lontano di quanto io abbia mai fatto.


Dopo aver letto quelle ultime righe nessuno dei tre emise un solo fiato. Non sapevano cosa pensare.
" Io... non ci sto capendo più nulla." Mormorò Takasugi per tutti accasciandosi a terra. " Per cosa abbiamo lottato fino ad oggi? In cosa diavolo stavamo credendo? In tante e misere fandonie?" Disse ancora con le lacrime agli occhi.
" Ti sbagli Takasugi..." Prese a dire l amico e compagno d'allenamento. " Il maestro voleva che noi andassimo avanti, voleva che continuassimo la sua opera." Aggiunse di rimando Katsura stringendo la lettera tra le mani con forza cercando di appigliarsi alla memoria che gli era stata data.
" Vuoi forse disonorare la sua memoria? Vuoi forse non prendere su di te il peso che portava?" Chiese stavolta serio in volto rivolto all'amico.
" Si, se questo è quello che mi chiede allora lo farò." Rispose fiducioso lo stratega.
" Noi non siamo lui Katsura..." Mormorò di rimando Takasugi. " A noi mancano informazioni, manca tutto quello che può servire per affrontare questa minaccia." Aggiunse per rincarare la dose.
" Questo non sarà un problema." Rispose prima del castano Sakamoto fiducioso.
" Che intendi dire?" Domandò confuso Takasugi. L altro giovane sospiro amareggiato.
" Ormai non posso più combattere..." Indicò la mano ferita. " Perciò ho deciso di andarmene ma, tranquilli, quello che intendo fare gioverà a voi qui e a me." Li tranquillizzo sorridendo. " Viaggerò per il cosmo, raccoglierò informazioni e ci terremo in contatto. Il vostro posto è qui a guidare la resistenza contro quei dannati amanto e questi dannati assassini." Concluse allungando il pugno in avanti. I due, sospirando per quella pazza idea, unirò i pugni al suo. Si avrebbero lottato non solo per vendicare il proprio maestro ma anche per liberare il loro paese.


-


" Stai ancora aspettando che torni?" Domandò una voce dietro di lei. Ureka annuì convinta rimanendo a fissare le ampie scalinate che portavano a valle.
" Sai che non tornerà..." Le disse ancora Shin con pazienza.
" E cosa dovrei fare allora?" Domandò lei afflitta. Da quando lui se ne era andato sembrava aver perso la sua voglia di vivere e, nonostante la moltitudine di missioni, non riusciva a dormire senza di lui al suo fianco. Si sentiva persa.
Lui sorrise e rispose:" Dovresti fare quello che ti prefissi da tempo ma, per la troppa paura, non hai mai fatto..." Lei si fece cadere dall'albero atterrando in piedi. " Sei pronta da anni perché ancora non hai fatto la prova?" Le domandò ancora Shin.                                                                                              
  " Perché so che non lo raggiungerò più ormai..." Rispose lei convinta e sfiduciata. " Lui ormai è a un livello diverso da me io..." Riprese fiato. " Sarei solo un peso per lui." Concluse delusa.                                                                                        
" Da quando in qua sei così depressa tu?" Domandò il vecchio severo.
" Lui non ti ha mai considerato un peso anzi..." La rassicuro convinto. " Ti ha sempre ritenuto una delle persone più vicine che avesse mai avuto." Le disse ancora mettendogli una mano sulla testa con fare paterno mentre il sole cominciava a salire in cielo.


-


Gintoki guardava la grande città che stava apparendo sempre più enorme ogni passo che si avvicinava. - E' qui dunque dove servirò il maestro.- Pensò fra sè e sè notando le grandissime costruzioni che andavano verso l'alto. Con la guerra ormai conclusa e i joi in fuga tutto poteva far presagire per una pace duratura e meno lavoro per lui. Ripenso ai tre giovani contro cui aveva lottato. Ormai erano passati altri quattro anni dal loro ultimo scontro e, se li conosceva bene, sapeva che erano ancora vivi e vegeti forse pronti alla loro vendetta. Sorrise soddisfatto se loro volevano lottare lui era pronto. Un cartello con su scritto affittasi attirò la sua attenzione con calma bussò alla porta del negozio sotto la casa.

" Chi è?" Domandò una vecchia con una toga marrone e i capelli neri riuniti in una crocchia rivolta verso l alto.
 " Salve, ho visto che l'appartamento sopra è in cercasi sarei interessato." Disse chinando la testa. La donna fissò il giovane per qualche istante. Una strana aura sembrava circondare la sua figura come se, dentro di lui, covasse qualcosa.
" Sei sicuro di avere i soldi? Guarda che qua si deve essere puntuali coi pagamenti." Mormorò la donna piccata accendendo una sigaretta.
Lui, di rimando, disse:" Sarò sempre in orario parola d'onore."
 La donna sorrise divertita. " Molto bene, seguimi ti faccio vedere l'appartamento ah come ti chiami?" Domandò mentre salivano le scale verso il secondo piano. " Il mio nome è Gintoki Sakata." Annunciò salendo il primo gradino.
" Bhe, Gintoki..." Cominciò lei mentre apriva la porta della casa. " Benvenuto nel quartiere di Kabuchi Cho. E' un posto un'po strano ti avviso ma..." Spalancò la porta facendo entrare la luce del sole che illumino il pavimento di legno impolverato. " Per cominciare una nuova vita è il posto ideale." Concluse con un largo sorriso.


-


L uomo, in divisa bianca, fissava con due occhi demoniaci la ragazzina che aveva di fronte a se con ancora la spada zuppa di sangue. Strinse con forza la spada che aveva tra le mani e attacco con un fendente la giovane che, subito, si difese bloccando l'attacco con facilità.

" Come hai potuto uccidere una donna e sua madre in questo modo non ti vergogni?" Domandò l uomo con una voce fredda come il ghiaccio.
La ragazzina non rispose ma attaccò a sua volta. Il vecchio evitò la stoccata e, subito, colpì la spada della giovane spezzandola in due. Puntò la spada alla gola della giovane.
" Perché hai dovuto ucciderli dimmi solo perchè?!?" Gridò l uomo che sentiva dell'acqua scendergli lungo le guance incavate. Lei non rispose ma stette in ginocchio con la spada a pochi millimetri dalla sua gola. " Ti sembra giusto, privare così della loro vita le persone innocenti? Ti sembra giusto disseminare morte in mezzo a persone che non c'entrano nulla?" Domandò ancora abbassando la spada sorprendendo la giovane.  " Potevi uccidere me... potevi affrontarmi e farmi fuori perché eliminare la mia famiglia? Hai provato gusto a uccidere una madre e sua figlia? Rispondi" Gridò infine con quanto fiato aveva in gola.
" Erano gli ordini..." Sussurrò lei come se fosse la cosa più sensata da dire.
" Ti sembrano ordini giusti quelli che ti danno? Ti sembra corretto uccidere coloro che non hanno alcuna colpa." Le chiese lui ancora. Lei non rispose. Per lei, come le aveva insegnato sua madre, gli ordini del sommo andavano sopra ogni altro comando.
  " Dal tuo sguardo capisco molto bene che, nonostante tutto, hai ancora un barlume di umanita se possiamo chiamarlo così." Ripose la spada nel fodero. " Per le vite che hai tolto, quelle di mia moglie e mia figlia. Io ti risparmio ma ha una condizione." Aggiunse guardandola dritto negli occhi. " Tu da oggi, lavori per me. Sakata comandante degli elite." Annunciò con un volto serio e completamente folle. Avrebbe avuto la sua vendetta a qualunque costo.


-


Utsuro fissò il giovane di fronte al suo trono. I suoi capelli bianchi e la sua corporatura assomigliavano a una persona che, ormai se ne era andata da qualche mese.
" Ho saputo che ti sei fatto largo in mezzo ai miei stessi uomini pur di giungere fino a me..." Mormorò l uomo ammirato. Lui annuì con la testa ancora grondante di sangue. " Chi sei?" Chiese Utsuro curioso.
Il giovane alzò lo sguardo sollevando due profondi occhi rossi come il sangue  verso il trono e mormorò:" Il mio nome è Shiro. Giungo qui in cerca di Gintoki Sakata."
" E perché lo stai cercando?" Domandò Utsuro serio.
" Vendetta." Rispose lui semplicemente senza aggiungere altro alla spiegazione.
Il Naraku rimase basito da tutta quella semplicità di risposta e anche dal tono carico di odio e risentimento. Sorrise " Bhe, se starai al mio fianco credo che lo troverai molto presto..." Disse con una voce enigmatica.






ANGOLO DELL AUTORE: Eccomi qui a chiudere il mio secondo progetto di fila anche se è solo uno spin off :) questa è la conclusione della gioventu di Gintoki e, adesso, ci resta da raccontare quello che accade nel presente. Grazie a chi legge e recensisce alla prossima.
   
 
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