Per alcuni istanti, restiamo immobili, istupiditi. Non puoi averci abbandonati, Maxi. Eppure, è così. Il tuo corpo giace tra le braccia di Kilik, ormai privo di vita. Kilik ti stringe e soffoca le sue lacrime contro il tuo petto, ormai fermo. La sua schiena è scossa dai singhiozzi. Poi, ad un tratto, si solleva e il suo sguardo fissa davanti a sé. – Xianghua… Aiutami a dargli sepoltura… – chiede, la voce arrochita. Si vergogna di essersi abbandonato a quell’attimo di debolezza. Con un cenno del capo, annuisco. E prepariamo ormai la sepoltura del nostro comune amico.