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Autore: ballerina 89    17/03/2020    2 recensioni
[This is us]
Salve a tutti. Questa piccola fanfiction è ambientata nella stagione 4 della serie Tv This is us.
“Cassidy Sharp mi hai stregato... non so come tu te la stia passando adesso ma una cosa è certa: ti voglio nella mia vita e sono disposto a fare carte farse pur di averti.”
Con la promessa di mettersi in contatto l’un l’altra in caso di bisogno, Kevin Pearson e Cassidy Sharp si salutano per riprendere in mano le loro vite a km di distanza. Tutto sembra procedere nel migliore dei modi per alcuni mesi ma poi qualcosa cambia...
cosa succede quando dentro di noi, pur non volendo, scoppia una battaglia tra testa e cuore? Leggete per saperne di più.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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POV KEVIN PEARSON

Seduto in maniera sciatta e disordinata, sul divanetto della roulotte messa a disposizione dalla produzione del film che sto girando, mi ritrovo a pensare a questi due mesi appena trascorsi. 

Non volevo ammetterlo neanche a me stesso agli inizi ma avevo seriamente bisogno di staccare per un po’ la spina e allontanarmi da quella che era la mia vita... mio zio Nicky fu un po’ come una manna dal cielo in questo, se non fosse stato per la sua chiamata di aiuto dubito fortemente che avrei fatto le valigie e lasciato la città.

 Partii con il solo e unico scopo di dare una mano a lui il quale stava per essere processato per aver scagliato, da ubriaco, una sedia  contro una finestra durante una riunione degli alcolisti anonimi, ma presto mi resi conto che attraverso quell’esperienza avrei potuto trarre anche io dei benefici. Stavo attraversando un periodo un po’ buio: avevo lasciato il lavoro, ero dubbioso su cosa voler fare della mia vita, non avevo una relazione da sei mesi all’incirca e come se non bastasse continuavo a lottare con il costante desiderio di bere. Ormai ero quasi fuori dal giro, mancava poco per essere considerato guarito a tutti gli effetti eppure ogni tanto, specie nelle ultime settimane, ancora sentivo il bisogno dell’aiuto della bottiglia. Riuscii ad essere forte e a resistere alla tentazione ma non fu solo per merito della mia buona volontà, in mio soccorso arrivò lei... quella che credevo essere un’amica ma che invece si rivelò tutt’altro.

Cassidy Sharp, è questo il suo nome, un veterano di guerra affetta da stress post traumatico ma al tempo stesso una mamma amorevole. Ci conoscemmo all’interno del centro per veterani ma non fu subito simpatia tra di noi anzi... lei mi considerava uno sbruffone superficiale, io la ritenevo una persona presuntuosa,  troppo seria e a tratti anche pesante. Con il passare del tempo, facendo anche delle sedute presso gli alcolisti anonimi insieme, imparammo a conoscerci meglio a vicenda  e tra di noi nacque una bellissima amicizia. Anche lei come me non se la passava tanto bene ma a differenza mia, che avevo imparato a convivere con quella sensazione, soffriva... soffriva terribilmente e così decisi  di darle una mano. Come? Aiutandola a riprendersi suo marito il quale l’aveva egoisticamente allontanata per aver commesso un errore. 

Lo ammetto, inizialmente non vedevo possibile l’idea di una rappacificazione tra i due, lui sembrava davvero molto duro e scontroso nei suoi confronti, ma poi ebbi modo di parlargli in privato e capii che la sua era solamente una corazza. Anche lui come lei stava soffrendo e forse quei suoi modi di porsi verso di lei, per quanto sbagliati potessero essere, erano dovuti ad un’autodifesa personale e ad una difesa nei confronti di Matty, loro figlio. Lui l'amava ancora ma non riusciva ad accettare che qualcosa dentro di lei si fosse rotto per sempre. La guerra l’aveva cambiata e a lui questo non andava giù.

Feci l’errore di rivelare a Cassidy che forse una possibilità di salvare il suo matrimonio ci fosse ancora ma questo portò solamente ad incasinare ancora di più le cose. La spinsi ad incontrarlo, a parlare con lui... la incentivai dicendole che se avesse continuato a rimandare prima o poi lui sarebbe andato avanti con la sua vita trovandosi una nuova donna ma gli esiti di quell’incontro non furono quelli che speravo... litigarono, litigarono di brutto. Corse da me per un sostegno morale, avevo davanti una donna completamente distrutta dal dolore e in quel momento cercando di darle sostegno commisi un errore che mi avrebbe segnato per sempre:  Le aprii il mio cuore dicendole ciò che realmente pensavo di lei. Si riteneva una persona incasinata e in effetti un pochino era vero ma quel suo essere non era altro che il risultato di tutte le cose orrende viste in Vietnam. Aveva vissuto la guerra cavolo, sfido chiunque ad affrontare quello che ha affrontato lei e uscirne illeso. Ricordo con precisione le parole che usai “questo non ti rende sbagliata... ti rende umana” le dissi e lei, sentendosi finalmente compresa e non riuscendo a fare altro corse da me e senza pensare alle conseguenze mi baciò. Un bacio casto, delicato ma allo stesso tempo carico di emozioni. Durò pochissimo, quattro secondi al massimo dopodiché mi chiese scusa per quel gesto secondo lei fuori luogo e provò a scappare via. Avrei dovuto lasciarla andare, sarebbe stata la cosa più sensata da fare e invece la fermai. Eh già... la fermai e non solo ripresi da dove aveva bruscamente interrotto ma la condussi, bacio dopo bacio, al punto di non ritorno. Fu una notte indimenticabile, ci donammo l’un l’altra completamente, senza riserva alcuna... in quelle ore dimenticammo entrambi i problemi che ci affliggevano al di fuori di quelle quattro mura di alluminio della mia roulotte, eravamo all’interno di una gigantesca bolla di sapone, non esistevamo altro che noi. Il mattino seguente come facilmente prevedibile quella bolla scoppiò facendoci prendere atto di cosa avevamo appena fatto. Avrei dovuto fare l’uomo e prendermi le mie responsabilità fin da subito ma non lo feci... innalzai un muro che la fece allontanare da me. Ricordo che prima di uscire dalla roulotte tentò di dirmi qualcosa,  di sicuro voleva sdrammatizzare l’accaduto, ma non gli diedi modo di dire nulla... mi pento ogni singolo giorno per questa cosa, forse se l’avessi lasciata parlare  non ci ritroveremmo dove siamo adesso. 

Non ebbi sue notizie per un’intera settimana ma anche io non feci nulla per mettermi in contatto con lei. Molto probabilmente avevo rovinato definitivamente il suo matrimonio e questo mi rendeva un vero schifo. Mi chiusi nella mia roulotte per sette lunghissimi giorni poi, stanco di autocommiserarmi decisi di uscire per svagarmi un po’. Vagai senza meta per non so quante ore poi, senza volerlo, mi ritrovai in un bar. In quel momento non ero psicologicamente stabile per capire cosa fosse giusto o sbagliato ma riuscii ugualmente a tenermi a debita distanza dall’alcol nonostante inizialmente ne fui tentato. Come ci riuscii? Beh... non ne vado molto fiero, diciamo solo che sfogare la rabbia istigando qualcuno tanto da farlo arrivare a picchiarti è un buon compromesso. Incontrai Cassidy quello stesso giorno grazie a mio zio Nicky che aveva chiesto aiuto a lei per trovarmi e come se sapesse leggermi nella mente, in un momento in cui eravamo da soli mi disse l’unica cosa che poteva risollevare il mio morale. “Non sei stato tu a rovinare il mio matrimonio Kevin... l’ho fatto da sola, molto prima di incontrarti”. Solo in quel momento mi resi conto del vero motivo per cui stavo male: non soffrivo per me, perché mi ero pentito di quello che avevo fatto... soffrivo per lei, perché avevo paura che mi vedesse come colui che le aveva volutamente distrutto il matrimonio.  L’opinione di Cassidy nei miei riguardi era importante per me e sapere che non mi considerasse uno sfascia famiglie fu un vero sollievo. Senza rendermene conto tornai ad incoraggiarla a tornare con suo marito, le dissi che non era ancora troppo tardi per rimediare e che se avesse voluto avrebbe potuto ancora fare qualcosa. Era scettica agli inizi, aveva firmato addirittura i documenti del divorzio tanto credeva che la situazione fosse ormai irrisolvibile, ma poi si convinse a fare un ultimo tentativo: sarebbe entrata nella tavola calda dove il marito era solito portare a cena loro figlio dopo la lezione di nuoto e avrebbe atteso una reazione da parte sua. Se l’avesse respinta gli avrebbe consegnato i documenti del divorzio e sarebbe tornata a casa, se al contrario invece l’avrebbe fatta accomodare con loro per la cena allora avrebbe strappato quei tanto odiati documenti per ricominciare una nuova vita insieme. La lasciai andare augurandole un in bocca al lupo e mi misi ad osservarli da lontano.  Non la respinse... 

Non appena la vidi sedersi al tavolo con loro una fitta di gelosia invase tutto il mio corpo: dopo tutto quel tempo lei era riuscita a sistemare le sue cose ottenendo finalmente ciò che più desiderava mentre io ero ancora da punto a capo. Anche io desideravo trovare pace nella mia vita, era parecchio ormai che ero alla ricerca di una stabilità, con lei accanto questo senso di vuoto era svanito, forse perché mi stavo dedicando a darle una mano, ma ora che l’avevo riportata a casa quel senso di malessere e vuoto tornò ad incombere su di me più forte che mai. Provai a far finta di nulla e partii, insieme a mio zio, per Philadelphia dove il restante della nostra famiglia ci stava aspettando per festeggiare il ringraziamento. Cercai in ogni modo e maniera di rilassarmi e distrarmi ma la mente tornava sempre lì.. la scena di lei che si sedeva a quel tavolo accanto a suo marito e a suo figlio era impressa in maniera indelebile nella mia mente tanto che quando mio fratello Randall mi chiese quale fossero i miei programmi per il futuro risposi senza pensare che entro il nostro quarantesimo compleanno avrei avuto finalmente la mia famiglia. Una moglie e un figlio.... questo desideravo più di ogni altra cosa ma mancavano solamente nove mesi al mio compleanno e se volevo seriamente portare a termine i miei progetti dovevo iniziare a darmi da fare. Decisi di iscrivermi ad un sito per incontri e così iniziai a conoscere parecchie donne. Una al giorno in media ma alle volte anche più di una. Erano incontri a tempo, non c’era tempo per perdersi in chiacchiere, sembravano quasi dei colloqui di lavoro, mi  limitavo a fare domande basilari basate su ciò che stavo cercando nella speranza di trovare qualcuna con parecchi punti in comune. Alcune erano davvero delle gran belle ragazze devo ammetterlo ma nessuna di loro  suscitò il mio interesse  a tal punto da chiedere loro qualcosa di più oltre alla semplice “intervista” e presto, molto presto abbandonai l’idea di trovare l’anima gemella in quel modo. Continuai comunque ad uscire con altre ragazze conosciute in palestra o semplicemente andando a fare la spesa, con alcune finiva la stessa sera, con altre riuscivamo ad incontrarci anche per un paio di volte... c’era solo un problema, non riuscivo ad andare oltre una semplice chiacchierata con nessuna di loro, ogni volta che si presentava l’occasione di spingersi in qualcosa di più ecco che nella mia mente tornava la solita scena: Cass che si siede a tavola con suo marito. Quell’immagine mi perseguitò ad ogni uscita e solo dopo l’ennesimo rifiuto verso la donna che avevo davanti mi resi conto del vero significato di quel ricordo. Quel giorno, nel vederla entrare in quella tavola calda per ricongiungersi con suo marito, provai una fitta di gelosia...ho sempre creduto fosse dovuta ad un fatto di invidia, che lei avesse riavuto ciò per cui stava lottando da tempo ma invece sbagliavo, non ero geloso della sua felicità ritrovata, ero geloso di lei... di lei come donna. Non ho mai pensato che Cass potesse essere il mio tipo, non l’avrei mai  spinta tra le braccia di un altro uomo altrimenti, non provavo nessun interesse amoroso nei suoi confronti, quello che successe tra di  noi fu un semplice errore dettato dalla debolezza credevo, eppure con quei suoi modi di fare piano  piano ha fatto breccia nel mio cuore tanto da non farmi provare più interesse per nessuna. Ero un donnaiolo, lo sono sempre stato, ma da quando ho conosciuto lei non riesco più ad incontrare nessun’altra donna. Ogni volta che lo faccio mi ritrovo a pensare a lei ed ecco che improvvisamente non capisco più nulla. In quei due mesi in sua compagnia non ho mai avuto la necessità di avere una donna accanto come adesso, non ho mai sentito il bisogno di crearmi necessariamente una famiglia ma solo ora capisco il perché: la donna che desidero al mio fianco, a quei tempi, era esattamente accanto a me, non potevo desiderare niente altro dalla vita ma non perché ero impegnato a renderla felice ma solo perché tutto quello che volevo era già  accanto a me: volevo lei, il mio corpo e il mio cuore lo sapevano già, ero io che ancora non riuscivo a vederlo. Da quando sono tornato in città Cass è il mio pensiero costante, non passa giorno che non pensi a lei. è il mio primo pensiero al mattino e l’ultimo alla sera,  il suo viso mi accompagna per tutta la giornata facendomi dimenticare addirittura la bottiglia e la voglia di bere. “Cassidy Sharp mi hai stregato... non so come tu te la stia passando adesso ma una cosa è certa: ti voglio nella mia vita sono disposto a fare carte farse pur di averti.”

POV CASSIDY SHARP

Non potevo credere che lo avesse fatto sul serio eppure era andata esattamente così: mi aveva invitata a sedermi con loro. Quando pochi secondi prima misi piede in quella tavola calda ero più che convinta che le cose si sarebbero evolute in maniera differente, ero sicura che mi avrebbe rifiutata e infatti ero già pronta con i documenti del divorzio tra le mani pronta a consegnarglieli per poi scappare via a gambe levate. Rimasi piacevolmente sorpresa del suo gesto ma allo stesso tempo mi pietrificai sul posto quando mi chiede di accomodarmi tanto che fu costretto a rinnovarmi ancora una volta l’invito. Fu una cena semplice, tranquilla ma a tratti anche imbarazzante. Ad eccezione delle nostre discussioni riguardanti il divorzio erano mesi che non ci trovavamo così a stretto contatto, eravamo entrambi imbarazzati di trovarci l’uno di faccia all’altro come ai vecchi tempi ma fortunatamente Matty con le sue chiacchiere, più felice che mai di rivederci insieme, riuscì a metterci a proprio agio. Ero consapevole che quel piccolo aiuto da parte di mio figlio non sarebbe durato in eterno e infatti subito dopo cena, dopo aver messo Matty in macchina il quale si era addormentato, ecco che mi ritrovai a tu per tu con quello che era sempre stato l’amore della mia vita ma che da un po’ di tempo a questa parte non sapevo più cosa fosse.  Mi aveva invitata a sedermi con loro  è vero, ma chi mi diceva che il suo non fosse solamente un atto di gentilezza dovuta al fatto che nostro figlio fosse presente? Se per un breve momento durante quella cena mi ero rilassata credendo che avremmo finalmente potuto risolvere tutto ecco che improvvisamente l’ansia tornò ad impossessarsi di me. Mi fissava... mi scrutava attentamente ma non proferiva parola... avrei dovuto iniziare io a parlare? E cosa avrei dovuto dirgli? Fortunatamente non dovetti pensare a nessun discorso di senso compiuto in quanto fu lui, vedendomi bloccata,  a prendere parola. 

  • Finalmente hai preso coraggio! - esclamò accennando un sorriso.
  • Co... cosa?!?! - risposi non capendo a cosa si stesse riferendo.
  • Hai preso coraggio vedo... non è di certo la prima volta che vieni qui non è forse così? - non risposi - Guarda che lo so che ci raggiungi ogni mercoledì sera... - mi sentii come una ragazzina colta in fragrante per aver commesso qualche pasticcio. - Mi chiedevo se saresti mai entrata sai?  - sorvolai dal chiedere come fosse a conoscenza di quel mio piccolo segreto, ero sempre stata molto attenta a non farmi notare e mi concentrai quindi sulla seconda parte delle frase.
  • Avresti voluto che lo facessi? - con quella domanda andai dritta al sodo: avevo bisogno di sapere se la mia improvvisata di quella sera lo avesse infastidito, avevo bisogno di sapere se poteva esserci ancora un noi. 
  • Beh... ci speravo in realtà! 
  • Davvero?!?!? - sarò onesta, non me lo aspettavo. 
  • Eh già... strano da credere dopo tutto quello che è successo tra di noi in questo periodo ma è proprio così.  -  si soffermò per un momento a notare la mia faccia sbigottita dopodiché continuò - Non sono uno stronzo privo di sentimenti Cassidy... io non ho mai smesso di amarti...
  • Scusa la franchezza ma a me è sembrato tutto il contrario - gli feci notare - Ho provato in tutti i modi a farti capire che ero pentita e che desideravo tornare alla normalità ma tu in ogni occasione non hai fatto altro che respingermi attaccandomi e criticandomi su tutto. Se come hai appena detto non hai mai smesso di amarmi mi spieghi come mai non hai provato anche tu ad aggiustare le cose? -  non lo stavo criticando, non era un tono polemico il mio, stavo semplicemente cercando di capire. 
  • Ho le mie colpe lo so, avrei dovuto relazionarmi in modo differente ma non sono riuscito a fare altrimenti purtroppo... sei sempre venuta da me per cercare di spiegarmi il motivo che ti ha spinta a colpire Matty quel giorno ma non sei mai venuta a parlare di noi due come coppia. Pensi che io ti abbia lasciata per aver colpito nostro figlio? Beh sbagli... non è assolutamente così. Lo so che è stato un semplice incidente, non ho neanche per un secondo dubitato della cosa o altrimenti non te lo avrei fatto più vedere se non in mia presenza non credi? 
  • E allora perch...
  • Quella è stata semplicemente la goccia che ha fatto traboccare il vaso, non ti ho di certo mandata via per questo. 
  • Allora spiegami il perché! Credo di avere tutto il diritto di saperlo non credi?
  • Il fatto è che da quando sei tornata dall’ultima missione qualcosa in te si è spezzato rendendoti diversa. Sei sempre stata una persona solare Cass, una mamma fantastica e una moglie passionale. Nelle nostre ultime settimane di convivenza però io non ho visto nulla di tutto questo anzi... mi è sembrato quasi di non vivere più con mia moglie ma bensì con un’esterna. Ti sei chiusa in te stessa, ti sei licenziata, hai smesso di interagire con noi  e non per ultimo abbiamo smesso anche di avere rapporti. L’ultima volta è stata la sera prima della tua partenza.. ricordi quanto tempo fa è stato? 
  • Ryan...
  • Aspetta lasciami finire, non è solo questo... il punto è che poi ad un tratto hai iniziato ad avere degli strani comportamenti. Stavamo parlando e improvvisamente ti assentavi pensando chissà a che cosa oppure un minuto prima eri tranquilla e serena poi, senza alcun motivo logico, diventavi improvvisamente aggressiva. Forse tu neanche te me sei mai resa conto ma un giorno hai spaventato nostro figlio con il semplice fissare terrorizzata una bottiglietta di ketchup... Hai una vaga idea di quante volte Matty si sia svegliato in piena notte chiedendomi il perché di quei tuoi strani stati di “incoscienza”? Ma cosa potevo rispondergli per farlo stare tranquillo quando neanche io stesso sapevo cosa ti stesse succedendo? Non c’era più comunicazione fra di noi Cassidy è questa la verità, io stavo male... Matty stava male. Quando quel giorno  ti ho mandata via inizialmente non volevo che fosse definitivo, passata la rabbia iniziale ti avrei chiesto di tornare da noi ma poi... beh poi ho ragionato su tutto quello che stava accadendo tra di noi e ho pensato che forse quello, insieme alla richiesta di divorzio,  sarebbe stato un incentivo a farti reagire e a farti tornare quella di prima. Sbagliavo...  ti ho fatta solamente cadere ancora più nel baratro. 
  • Quindi la storia del divorzio era tutta una farsa? 
  • Si.. cioè no... insomma... inizialmente volevo vedere quale fosse la tua reazione ma poi ho pensato che forse era davvero la soluzione migliore per noi. 
  • E lo pensi ancora? - lo sapevo che un semplice invito a sedermi a tavola con loro non avrebbe cambiato le cose... 
  • Non lo penso da un bel po ormai... ho capito che allontanarti è stato un grosso errore ma ho avuto paura a ricercarti nonostante lo volessi con tutte le mie forze perché avevo paura di un tuo rifiuto. Quando ho iniziato a notare la tua auto nei parcheggi sul retro della locanda ho riiniziato a sperare. Stavo aspettando solamente un tuo gesto... sono felice che tu oggi sia entrata. 
  • Non ti ho chiesto io il divorzio, non mi sembra di essere mai stata d’accordo con questa tua iniziativa, cosa ti ha fatto pensare che avrei potuto rifiutarti? Se non tenessi a te non sarei passata tutte quelle volte a casa cercando di farti ragionare non credi? - c’era qualcosa che non mi diceva potevo chiaramente leggerlo nei suoi occhi. - Senti Ryan non so se tu mi abbia invitata a sedermi con voi solo per carineria o per far felice Matty o perché speri sul serio di ricominciare qualcosa ma se hai davvero intenzione di ricominciare voglio che tu sia sincero con me. Ti conosco da una vita si può dire, sei stato il mio unico uomo - escluso Kevin ma non mi sembrava certo il momento più adatto per dirglielo - e so per certo che quando prendi una decisione è difficile che tu cambi idea. Se hai rivalutato l’idea del divorzio significa che qualcosa di importante ti ha spinto a farlo. 
  • Non qualcosa... qualcuno! - mi corresse - Quel tuo amico... quel tizio che ho incontrato alla partita di Hockey. Quando ti ha accompagnata a portare Matty a casa ho avuto modo di scambiare quattro chiacchiere con lui.  Mi ha criticato per il mio modo di comportarmi verso di te senza conoscermi o conoscere i veri motivi che mi avevano spinto a prendere quegli atteggiamenti... un vero cafone insomma. Inizialmente l’ho volutamente ignorato, non è nessuno per dover necessariamente conoscere i dettagli della mia vita ma poi ho iniziato a raccontargli di noi: di come ci siamo conosciuti, delle sensazioni provate accanto a te e i veri motivi che mi hanno spinto ad allontanarti... - ah si? Kevin non mi ha mai detto nulla se non il fatto che riteneva che Ryan fosse ancora innamorato di me. - Non l’ho fatto per carineria, per il semplice rispondere ad una sua domanda... come ti ho già detto non lo considero proprio, l’ho fatto per quello che trasmettevano i suoi occhi. Non ti stava difendendo con quelle parole,  stava marcando il territorio. - rimasi a guardarlo sorpresa e incredula, cosa gli faceva credere che Kevin avesse un interesse per me? - Non guardarmi così, è la verità! Non ho preso parte a tutta la cerimonia quel giorno ma ho visto gran parte della cosa e questo mi è bastato. Ho visto come ti guardava e la cosa non mi è piaciuta per niente. Potrai anche non credermi ma sono un uomo e conosco determinati atteggiamenti: quel bel faccino stava marcando il territorio e scusa se te lo dico ma l’unica persona che può marcare il territorio con te  sono io: sei mia moglie, lui non è nessuno. - Non potevo credere alle mie orecchie, era una scena di gelosia quella? Era geloso di Kevin? - Non vado molto fiero di quello che sto per dirti ma se serve a spiegarti come sono andate le cose è giusto che tu sappia.  Dopo quella sera un pensiero costante invase la mia mente tanto da non farmi più dormire la notte: “e se quell’attore da strapazzo facesse breccia nel suo cuore?” Non potevo permetterlo Cass e così, senza pensare a quanto fosse sbagliato qualche volta vi ho spiati..
  • Co... cosaaaa?????? 
  • Non sono giustificabile lo so ma la gelosia ha preso il sopravvento su di me. - non mi sarei mai aspettata una confessione del genere.  
  • Pensi sul serio che mi sarei buttata a capofitto su una nuova relazione senza elaborare a pieno il divorzio? Mi fai così superficiale? - non aveva capito proprio nulla di me se la pensava così allora. Tra me e Kevin c’è sempre stata solo una buona amicizia, nulla di più. Lui mi ha raccolta in un momento di buio totale e mi è stato vicino facendomi tornare a sorridere, tutto qua.  non c’è ma i stato altro tra di noi. Quello che successe quella sera, cosa che a quanto pare dovrò portarmi nella tomba onde evitare discussioni infinite, non fu altro che un momento di debolezza. 
  • Cosa avrei dovuto fare è? Quello aveva gli occhi puntati su di te come se fossi sempre stata sua e come se non bastasse Matty ha iniziato ad avere una simpatia spiccata per lui. Non potevo permettere che rovinasse la nostra famiglia...
  • E sentiamo Sherlock: a cosa ha portato la tua ricerca? - sapevo per certo che non mi avesse beccata o non saremmo stati lì a parlare civilmente ma ero comunque curiosa di scoprire cosa avesse notato in noi. 
  • Vi ho visti andare numerose volte in palestra insieme oltre che alle sedute. 
  • E cosa c’è di male nell’andare in palestra con un amico? - stavamo seriamente parlando di questo? 
  • Nulla, ma lui non ti considera un’amica. Non mi piace il modo in cui ti guarda Cass e gradirei, sia se dovessimo ricominciare che non, che ti stesse il più possibile lontano. L’ho già messo in guardia io stesso una volta, non mi ripeterò una seconda. 
  • Tra me e Kevin non c’è nulla Ryan posso garantirtelo o non starei qui adesso. Lui è solo un amico che mi ha aiutato in un momento di difficoltà.  Se non fosse per lui non sarei qui adesso. - gli consegnai tra le mani i moduli del divorzio - li vedi questi? fino a questo pomeriggio l’idea era quella di portarti i documenti a casa e andarmene poi però ho avuto modo di parlarne con lui e a detta sua avrei dovuto tentare ancora una volta. Se avesse una cotta per me non credo che mi avrebbe proposto una cosa del genere e se io avessi una cotta per lui non avrei sperato fino all’inverosimile che tu mi facessi accomodare con voi stasera. Entrambi abbiamo colpe per come sono andate le cose tra di noi, chi in un modo chi in un altro ma Kevin in tutto questo non centra nulla.  Lo ammetto, so di essere cambiata nell’ultimo periodo e di non essermi aperta con te ma credimi non sono cose belle quelle che ho vissuto. Volevo semplicemente  dimenticare e coinvolgerti il meno possibile in tutto quello schifo e invece tu? Tu non hai provato minimamente a metterti nei miei panni e comprendermi, hai saputo solo criticare i miei modi di fare. Avevo bisogno di aiuto e tu, la persona per me più importante dopo nostro figlio, non eri presente. - lo vidi abbassare la testa colpevole per la prima volta in tutti quei mesi. - Credo sia giunto il momento della resa dei conti Ryan, sono stufa di rincorrerti e sperare, non fa bene a me, a te ma sopratutto non fa bene a Matty. - gli indicai i sedili posteriori dell’auto dove stava dormendo beatamente. - Lui ha bisogno di stabilità e non può averla di certo con due genitori che non sanno, o non vogliono, ammettere quello che vogliono dalla vita. Dobbiamo prendere una decisione e comunicargliela, qualunque essa sia. Non può vederci cenare insieme una sera e poi ignorarci per due intere settimane, non voglio che passi le sue giornate, non sapendo cosa succede tra di noi,  a sperare che noi fosse un giorno torneremo insieme. Dobbiamo essere sinceri con lui, sopratutto se stabiliremo che finisce qui. Non sarà facile per lui accettare, per nessun figlio lo è, ma  imparerà a conviverci in caso. - non era semplice per me affrontare quel discorso ma era giunto il momento di farlo; l’unica cosa che volevo era separarmi da lui ma se questo avrebbe portato Matty ad essere sereno ero disposta a intraprendere quel cammino. - Preferisco prendere una decisione che distrugga me ma renda sereno lui piuttosto che scegliere in base alle mie necessita e renderlo infelice.  
  • Hai perfettamente ragione, il bene di Matty sopra ogni cosa ma credo che potremmo essere felici tutti senza necessariamente far soffrire qualcuno. - il mio cuore stava esplodendo - Lui ci vorrebbe insieme, io ti ho appena dichiarato di essere stato un cafone a lasciarti andare e tu... beh se hai sperato fino ad ora per una rappacificazione significa che sei disposta a ricominciare... - rimanemmo in silenzio a fissarci occhi dentro occhi per una manciata di secondi dopodiché lui strappò  con convinzione i fogli del divorzio e senza aspettare un secondo di più mi strinse tra le sue braccia e mi baciò con foga suggellando quel trattato di pace. Ero felice che tutto si fosse finalmente risolto ma decisi di rimanere con i piedi per terra ancora per un po’. Non volevo brutte sorprese. Mi propose di tornare a vivere con loro già da quella stessa sera ma preferii declinare l’invito. Non volevo affrettare le cose facendo finta che nulla fosse accaduto tra di noi, non sarebbe stata una buona mossa per nessuno di noi tre. Capì la mia motivazione e non insistì oltre, mi riaccompagnò alla macchina e dopo un secondo bacio e avermi sussurrato nell’orecchio “bentornata moglie” mi lasciò tornare a casa mia. Per le successive due settimane non passò giorno senza che ci vedessimo o ci sentissimo per telefono, sembrava di essere tornati ai tempi in cui mi corteggiava e la cosa non mi dispiaceva affatto. Ci incontravamo sempre in mattinata quando Matty era a scuola o nei pomeriggi dove era impegnato con il nuoto, non volevamo ancora che si illudesse, volevamo essere sicuri che tutto funzionasse prima di comunicargli la notizia, poi una sera mi arrivò un invito che non mi aspettavo: ero appena tornata da una delle mie solite sedute, eh già continuavo ancora a vedere il gruppo degli alcolisti anonimi, quando mi arrivò un messaggio da parte sua dicendomi di farmi trovare pronta per le ore 21 che mi sarebbe passato a prendere. Aveva lasciato Matty dai suoi genitori e aveva prenotato nel ristorante del nostro primo appuntamento. Beh che dire... non so se fossero i ricordi di un tempo, la felicità che fossimo finalmente tornati insieme o cosa, so solo che non finimmo neanche di cenare che tornammo a casa, nostra, a recuperare tutto il tempo perduto. Ero più che convinta che il mattino seguente mi sarei svegliata pentita per aver affrettato le tappe e invece ero tutto fuorché pentita: Ryan era mio marito e io non stavo facendo altro che la brava moglie. Dopo aver parlato a lungo concordammo che il nostro periodo di prova era ufficialmente terminato pertanto ci vestimmo e andammo a prendere Matty insieme come ai vecchi tempi. Inizialmente rimase sorpreso di vederci entrambi li, ma poi vedendoci mano nella mano fece due più due e correndoci incontro ci manifestò tutto il suo entusiasmo. 

Tornammo a vivere sotto lo stesso tetto quello stesso giorno, Matty era felicissimo e noi lo eravamo altrettanto. Sembravamo due innamorati alle prime armi piuttosto che una coppia sposata da anni e questo mi faceva sorridere: non ero certo il tipo da effusioni eppure iniziai a diventare sdolcinata anche io. Per i primi tre mesi tutto sembrò procedere a gonfie vele, mi sembrava di vivere una luna di miele da sogno: weekend fuori porta, cenette romantiche, passeggiate di famiglia al lago... non avrei potuto chiedere di meglio ma poi come spesso accade nella mia vita, qualcosa cambiò. Iniziai a sentirmi strana... vuota. Strano vero? Avevo nuovamente un lavoro, avevo ripreso a lavorare per l’esercito solo che questa volta ero stata collocata in ufficio, un marito che mi stava dimostrando amore e solidarietà per tutto quello che avevo passato e un figlio adorabile... avrei dovuto camminare a tre metri da terra e invece sentivo come se mi mancasse qualcosa per essere davvero felice... ma cosa? Provai a concedermi più tempo per me, forse avevo bisogno di ritagliarmi degli spazi, ma la cosa non cambiò, anzi. se stavo da sola quel senso di vuoto aumentava a dismisura. Che accidenti mi stava succedendo? Non lo capii subito ma poi un pomeriggio la veritá si mostrò ai miei occhi. Avevo accompagnato Matty a nuoto e come di consueto mi misi ad attenderlo insieme alle altre mamme nei salottini della reception. Parlavo con loro mentre svogliatamente sfogliavo le pagine di una rivista ma poi di colpo smisi di prestare loro attenzione per dedicarmi ad un articolo in particolare. 

Futura promessa di Hollywood presenzia alla premiere del film a cui prenderà parte con la sua nuova fiamma”
 

Questa era la notizia che mi colpì a tal punto da estraniarmi dal resto del mondo. Mi correggo.. quel titolo  scritto in grassetto nero su bianco mi aveva catturata, è vero, ma non quando la foto  che ne seguì...

Kevin stava frequentando una donna? A giudicare da quello che riportavano i giornali e dai loro sguardi complici avrei detto proprio di sì. Era una bella notizia giusto? Si, avrebbe dovuto esserla ma allora perché sentivo il mio stomaco ribellarsi e il nervosismo salirmi alle stelle? Provai, per assurdo, ad associare il suo volto a quel periodo di vuoto che stavo vivendo e provai a formulare a me stessa una domanda: che mi mancasse Kevin?!?! No, escluso! Lui era solo un amico, un carissimo amico che mi aveva aiutata nel periodo peggiore della mia vita. Certo eravamo stati a letto insieme ma quello non contava giusto? Era stato solamente l’errore di una volta no? “Senza ombra di dubbio” mi risposi cercando di scacciare dalla mente quei pensieri. Provai a concentrarmi su altro, ci misi tutto l’impegno possibile ma questo non cambiò il fatto che più guardavo quella foto più mi veniva da dar di stomaco per il nervoso. Fortunatamente qualche minuto dopo Matty finì la sua lezione costringendomi a chiudere quella maledetta rivista per occuparmi di lui. 

Come di consueto quella sera andammo a cena fuori tutti e tre insieme ma se con il corpo ero presente con la mente ero proprio da tutt’altra parte. Ryan se ne accorse immediatamente e credendo che qualche altro effetto collaterale dovuto allo stress post traumatico si stesse manifestando mi fu subito vicino cercando di capire cosa potesse fare per aiutarmi. 

  • sta tranquillo - gli dissi - Ho solo un forte mal di testa. - Non avevo mai utilizzato quella scusa in tutti i nostri anni di matrimonio ma in quel momento fu l’unica cosa sensata che la mia mente riuscì a partorire per non allarmarlo. Cercai di godermi almeno il dessert e il restante della serata dopodiché una volta tornati a casa e controllato che Matty fosse nel suo letto andai a dormire anche io. Credetemi, non vedevo l’ora che quella giornata finisse per potermela buttare alle spalle ma con mia grande delusione il mattino seguente constatai che quel senso di nervosismo e quei pensieri rivolti a Kevin e alla sua nuova fiamma non mi avevano minimamente abbandonato. Forse ero semplicemente sconvolta perchè da “amica” non volevo che iniziasse relazioni così dal nulla: dove l’aveva conosciuta quella? Da quanto tempo si frequentavano? Che intenzioni avevano? Non volevo che soffrisse, tutto qua, ecco perché mi sentivo così... tze.. ma a chi volevo darla a bere, il mio cuore stava cercando di darmi segnali che il mio cervello non voleva assolutamente captare. Mi ero da poco ripresa la mia famiglia, avevo fatto carte false per averla.. potevo mandare tutto all’aria per un’infatuazione passeggera? Assolutamente no, questo non rientrava nei miei piani. Cercai di dimenticare quel maledetto articolo e provai ad andare avanti con la mia vita: un giorno... due...una settimana...un mese... niente da fare quella sensazione di malessere e vuoto non andò via. Giravo per casa facendo finta che nulla di strano stesse accadendo ma mi sentivo sporca nei confronti di Ryan... non stavo facendo nulla di male, non lo stavo tradendo, eppure non riuscivo più a guardarlo negli occhi. Avevo bisogno di distrarmi da tutto, dovevo staccare la spina per un po’ e l’unica soluzione che mi venne in mente per far sì che questo accadesse fu quella di arruolarmi di nuovo. Una missione, un ultimo viaggio per staccare la spina provando a dedicarmi ad altro, Non sarei stata via molto, niente missioni di otto o dodici mesi... tre mesi al massimo, non avevo bisogno di stare lontana per così troppo tempo, mi serviva solamente del tempo per provare a schiarirmi le idee. 
  
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