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Autore: Star_of_vespers    17/03/2020    3 recensioni
Adesso che siamo tutti dentro casa un sorriso dobbiamo cercalo in ogni angolo, io spero che questa mia idea possa farvi sorridere. Dal testo:
Andrà tutto bene di Star_of_vespers
-Essere italiani significa essere così positivi?!- era incuriosito da quella deliziosa dottoressa. Continuava a stringerle le mani, osservando quei suoi bei occhioni.
-Si si… noi italiani vediamo sempre il bello nelle cose, sempre…- sorrise al ragazzo stringendo la sua mano... -Noi italiani non ci arrendiamo mai!-
Un vento tiepido d'amore di Golden locks:
Si ritrovò in un bel paesino di mare, e presto lesse su un cartello che si chiamava Cefalù.
“Ciao Matty, ben svegliato.”
Matt non rispose a voce, ma rispose ai suoi baci quando le labbra di Mello si posarono sulle sue.
Ringrazio chiunque voglia aderire... aspetto le vostre os e i vostri commenti.
Genere: Sentimentale, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: L, Matt, Mello, Near, Nuovo personaggio
Note: AU, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NDA: Andrà tutto bene. E’ una frase che ascoltiamo spesso. E’ una frase bella e colorata. Quando guardo quei cartelloni mi sento felice e mi emoziono tanto, perché percepisco tutto l’amore e la solidarietà. Io nel mio piccolo vi sono vicina e dedico questa raccolta a tutte voi, perché vorrei che in questo brutto momento anch’io possa collaborare e distrarvi con le mie idee, perché adesso che non ci possiamo abbracciare,  vorrei che ci toccassimo così.

Abbracciami con la scrittura

Se vorrete seguirmi, ed anche voi iniziare a scrivere per accompagnare queste giornate fatelo pure, perché non c’è cosa più bella di stare vicini tutti e farci forza così. Io non ho chissà quale pretese, voglio solo starvi vicino, e per ora è l’unico modo, spero vi piaccia la mia iniziativa.

Leggendo la storia di Wolstenholme    oggi mi sono sentita tanto in compagnia, ed anche se pensavo che il mio pomeriggio fosse uguale ad ogni altro mi sbagliavo, perché ho iniziato a scrivere, per poter riempire i vostri giorni e ringraziarvi.

Proprio così:

 

 

 

Andrà  tutto bene:

 


 

La dottoressa Altea Rossi in quel momento si trovava a Los Angeles, alle prese con un paziente decisamente fuori dalle righe, sotto ogni punto di vista.

La sera in cui Mihael Keehl arrivò in ospedale completamente insanguinato Altea era veramente stanca, poiché anche quella sera aveva trascorso tutto il tempo a curare i malati, ma nonostante ciò, accolse l’incarico di assistere quel paziente per alleviare i suoi dolori. Era veramente un bellissimo ragazzo: biondo, con un viso raffinato e dei lineamenti stupendi, quanto quei suoi capelli color dell’oro, completamente inzuppati di sangue.

Altea aiutò i suoi colleghi, quella sera erano tutti stanchi, la fatica non mancava in una città grande come quella, ma si lavorava con passione sempre, per soccorrere la gente e guarire i malati. Questo per un dottore era il massimo: vedere che le persone dopo aver superato un brutto periodo, grazie a loro, avessero ritrovato un sorriso e tanta speranza.

Il ragazzo presentava gravi ustioni su tutto il corpo, era giunto in quell'ospedale insieme ad un suo amico. Tra il panico e le urla senza senso, la dottoressa aveva stretto i denti, indossato i suoi guanti e dopo aver tirato un lungo sospiro, era corsa lungo il corridoio per accogliere quel paziente.

L’uomo dopo essere stato ricoverato e medicato  finalmente aveva ripreso conoscenza, ma i problemi erano giunti proprio da quel ben gradito risveglio.

Mihael lanciò uno sguardo ad Altea, era confuso. Quella ragazza lo stava assistendo e si era addormentata affianco il suo letto. Mihael la guardò, con quei suoi occhi luminosi ed indagatori, scrutando il camice verde e quelle mani che l’avevano guarito, quelle preziose mani che lo avevano salvato.

Si guardò intorno: si trovava in una camera bianca e fredda, con altre due persone sdraiate nel letto, proprio come lui.  Confuso cercò di alzarsi, ma dalla bocca gli uscì un gemito percependo dolore in tutto il suo corpo. Chiuse gli occhi e respirò profondamente. La sua vista era annebbiata e fisicamente si sentiva a pezzi, non capiva cosa fosse accaduto, ricordava solo di aver azionato una bomba, dopodiché il nulla. Echeggiava unicamente nelle sue orecchie il rumore forte ed assordante del palazzo che aveva fatto saltare, ma il resto era una realtà nascosta, non capiva.

Aprì gli occhi lentamente, sbattendo più volte le palpebre,  poi con lo sguardo percorse tutto il suo corpo, soffermandosi su  quella verde e calda coperta, per poi salire ed osservare quelle bende bianche su tutto il suo addome, così candide e lattee, in forte contrasto a delle voluminose macchie rosse di sangue, rosse come una rosa bellissima.

Verde, bianco e rosso. Questi erano stati i primi colori che Mihael aveva visto dopo quell'assurda esplosione, dopo il dolore e le lesioni che aveva su tutto il viso. Quelli erano stati i colori che avevano salvato Mihael.

-Non dovresti affaticarti…- incrociò con stupore due caldissimi occhi color nocciola, grandi e profondi. Un sorriso gentile e il tocco soave di due mani calde e delicate, quelle stesse mani che l’avevano guarito.

-Sono in un ospedale!- asserì pacato, guardando ora quella donna in modo differente: osservò le sue occhiaie scure segno di profonda stanchezza, e quelle piccolissime goccioline di sudore che solcavano il suo volto.

-Esatto, e devi stare a riposo…-

-Io devo andare.- si alzò di poco dal suo letto, pareva disinteressato alle parole di quella dottoressa e alle sue condizioni. Lui doveva riprendersi, non aveva tempo. Decise di alzarsi da quel letto nonostante i dolori, ma ciò era veramente impossibile. Gridò poco quando una ferita al petto iniziò a bruciare, a causa di quel suo repentino movimento. Il suo viso indolenzito allarmò Altea che velocemente lo sostenne dalle spalle.

-Cerca di ragionare: hai delle ustioni su tutto il corpo e non riesci a muoverti- cercò di essere calma lei, sorridendogli. Non voleva farlo agitare anche se doveva assolutamente fermarlo.

-Io ho tante cose da fare ragazza…- osservò le sue mani calde, quel suo sorriso, quegli occhi pieni di forza ed energia. Quegli occhi così belli che lo avevano addirittura incantato.

-C’è tempo, ma adesso devi stare qui, poi uscirai!- passò la sua dolce mano sul suo viso e gli accarezzò amorevolmente la guancia, attirando completamente l’attenzione di Mihael.

-Se non vado ed iniziò a lavorare andrà tutto male!- il suo bel viso era divenuto spento, incupito da chissà quale pensiero. Altea lo notò, ed incantata esaminò la curva delle sue labbra, il suo naso perfetto e quei suoi bei occhi chiari. Lei sospirò, accarezzando nuovamente la guancia di lui.

-Andrà tutto bene!- istintivamente gli donò un piccolissimo bacio sulla fronte, nella parte priva di bende. Lui sgranò gli occhi dinanzi a quel gesto. Il flusso dei suoi pensieri si era completamente bloccato grazie a quelle dolci parole, dette da quella sconosciuta ragazza, a quelle labbra che lo avevano baciato, alle mani calde che lo avevano curato ed accarezzato, donandogli estremo conforto.

Allungò di poco la sua mano e l’appoggiò su quella della ragazza, era divenuto serio mentre la guardava. Altea non riuscì a comprendere, si lasciò stringere da quelle mani sussultando di poco.

-Sembri molto sicura di te!- Mihael sembrava ammaliato da quel viso deciso e da quei comportamenti rassicuranti, non riuscì a spiegarsi il perché, ma quella ragazza possedeva una luce dentro, una luce pura, bella, contagiosa, fiera, dolce, leale. Una musica speciale che lo aveva cullato ed accudito.

-Beh, forse perché sono italiana sai!- sorrise, un sorriso gioioso e fiero, bello come la terra che la donna aveva appena menzionato.

-Essere italiani significa essere così positivi?!- era incuriosito da quella deliziosa dottoressa. Continuava a stringerle le mani, osservando quei suoi bei occhioni.

-Si si… noi italiani vediamo sempre il bello nelle cose, sempre…- sorrise al ragazzo stringendo la sua mano, in modo da infondergli tutta la sua energia e quella forza battagliera che gli gonfiava dentro al cuore -Noi italiani non ci arrendiamo mai!-

Quelle parole lo stupirono e nel suo cuore avvertì la medesima forza di cui aveva parlato la ragazza. Una positività che andava ben oltre alla realtà, un coraggio, una luce e una bellezza affascinante.

Si trovò a pensare che le parole della ragazza fossero reali: gli italiani possedevano realmente qualcosa di speciale!

-Grazie di tutto dottoressa- Mihael sorrise debolmente, per poi baciare con profonda gratitudine le mani preziose di quella sconosciuta che quella sera lo aveva salvato.

 

 

 

Altea: Colei che cura

 

Abbracciami con la scrittura

Stai rerenno e te fai 'cchiù vicino
Me vase primmo tu
E allora sì, abbracciame cchiù forte.

testo di Andrea Sannino)

 

 

 

 

 

 

 

 


Angolo autrice:

Tutta l’Italia oggi si ritrova ad affrontare una situazione bruttissima, e tutti noi siamo protagonisti indiscussi ragazzi! Nel nostro piccolo possiamo aiutarci. Quei canti bellissimi che ho ascoltato dai balconi mi hanno fatta commuovere e mi hanno caricata di forza, come tutte le storie di questo sito, perché adesso che siamo tutti dentro casa un sorriso dobbiamo cercalo in ogni angolo: nella lettura, nella scrittura, disegnando, cantando, ballando. Dobbiamo vivere e sorridere, ma soprattutto far sorridere, perché se questo brutto virus è così contagioso, anche i nostri sorrisi devono diventare contagiosi, e noi ci dobbiamo aiutare gli uni con gli altri, per poter sorridere e vivere emozioni belle, per farci senti sentirci vivi e vicini, per distrarre quelle persone che proprio come me si trovano destabilizzati da questo brutto momento e cercano in tutti i modi di trovare un appiglio in queste lunghe giornate, quindi io voglio darvi il mio abbraccio così, attraverso la scrittura, attraverso queste mie idee, e farvi sentire speciali, perché noi italiani siamo tutti speciali, quindi questa raccolta onorerà ogni singolo cittadino: dal contadino, allo studente, al disoccupato, allo stilista, alla casalinga… cercherò di guardare tutti.

Non potevo non iniziare con il “personaggio” del dottore, ringraziando in questo modo, nel mio piccolo, tutti coloro che ogni giorno lì negli ospedali sono sempre pronti ad aiutare i pazienti non abbandonandoli mai nelle notti e nei giorni bui, persi in chissà quale pensiero, ma spinti da una forza ed una luce bella e luminosa. Queste persone adesso sono la forza e l’orgoglio  di noi italiani e noi li ringraziamo, ed anche se adesso non possiamo, li abbracciamo e stringiamo quelle preziosissime mani, che ci aiutano a sopravvivere e ci donano tanto conforto. Grazie di cuore

 

 

   
 
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