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Autore: Crateide    18/03/2020    2 recensioni
"Per i corridoi del castello la servitù camminava a testa bassa, ciondolando, fra ghirlande e mazzetti di vischio che stridevano con la malinconia che permeava l’aria, che soffocava la gioia di un Natale senza re e regina, senza una mamma e un papà."
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anna, Elsa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Gruppo facebook: we are out for prompt.

Prompt: il primo Natale senza mamma e papà.

Numero parole: 477.

 

 

 

Anna si era svegliata tutta spettinata come ogni mattina, calcandosi sul viso il sorriso che aveva imparato a indossare e che ormai si mescolava e si confondeva con il dolore che le aveva rapito il cuore.

Per i corridoi del castello la servitù camminava a testa bassa, ciondolando, fra ghirlande e mazzetti di vischio che stridevano con la malinconia che permeava l’aria, che soffocava la gioia di un Natale senza re e regina, senza una mamma e un papà.

Anna camminò a passo più lesto del solito, come se stesse fuggendo, elargendo quel suo sorriso smagliante a tutti, mentre la neve cadeva lenta al di là delle finestre.

Appena varcò la soglia della camera dei propri genitori, richiuse la porta dietro di sé e vi si appoggiò contro. Guardò il letto vuoto e freddo, intonso da tempo, e le lacrime le appannarono la vista. Le sembrava ieri quando lei ed Elsa, la mattina di Natale, correvano sulle gambette svelte e si arrampicavano su quel letto che adesso le appariva troppo grande, urlando di gioia. Baci, abbracci, carezze, bonari rimproveri... tutto era ormai perduto per sempre!

Anna trattenne a stento un singhiozzo, cercò con la mano tremante la maniglia della porta e scappò via, sopraffatta da quel vuoto incolmabile.

Si arrestò davanti la stanza di sua sorella, quasi senza rendersene conto. Trasse un profondo respiro e si accostò, bussando leggermente, sperando con tutto cuore che quella fosse la volta buona, pregando che quella maledetta porta si aprisse per farla entrare.

«Elsa?» chiamò e la sua voce s’incrinò, «Buon Natale. Ti andrebbe di fare un pupazzo insieme?»

 

*  *  *

 

Elsa aveva perso la cognizione del tempo. Il dolore e la paura scandivano le giornate e non la lasciavano riposare nemmeno la notte.

Faceva freddo, tanto freddo. Dentro e fuori.

Le mancavano i genitori, le uniche persone con cui aveva potuto condividere il suo segreto, la sua mamma e il suo papà, che avevano fatto di tutto per comprenderla e aiutarla, senza mai giudicarla.

«Vuoi fare un pupazzo di neve?»

Elsa chiuse gli occhi e una patina di ghiaccio si abbarbicò sulla porta, come un catenaccio comparso dal nulla con il solo scopo di ricordarle che, no, i sentimenti andavano domati e controllati, non era bene abbandonarsi a essi.

Come puoi essere ancora così ingenua, Anna?

Immobile, rimase a osservare il proprio riflesso arruffato e pallido contro il ghiaccio, senza rispondere.

«Elsa?»

Va’ via Anna, ti prego.

«Elsa? Buon Natale.»

Va’ via, Anna. Ti supplico.

Elsa si morse il labbro inferiore fino a sentire il sapore del sangue in bocca. Non riusciva a rispondere, non riusciva a fingere. Quella porta doveva restare chiusa, soprattutto per sua sorella. Non aveva la forza né il coraggio di sopportare anche il suo dolore.

Sono una codarda.

Un sospiro e i passi strascicati di Anna si confusero con l’ululato del vento fuori.

Perdonami.

 

 

 

 

 

Angolino dell’autrice:

Ciao a tutti!

Dopo eoni torno a scrivere in questo fandom con qualcosa di un po’ angst. Ovviamente, questa flash-fic si colloca durante il primo film.

 

Senza pretese,

Elly

 

 

 

   
 
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