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we are out for prompt.
Prompt:
il primo Natale senza mamma e papà.
Numero
parole:
477.
Anna
si era svegliata tutta spettinata come ogni mattina, calcandosi sul
viso il
sorriso che aveva imparato a indossare e che ormai si mescolava e si
confondeva
con il dolore che le aveva rapito il cuore.
Per
i corridoi del castello la servitù camminava a testa bassa,
ciondolando, fra
ghirlande e mazzetti di vischio che stridevano con la malinconia che
permeava
l’aria, che soffocava la gioia di un Natale senza re e
regina, senza una mamma
e un papà.
Anna
camminò a passo più lesto del solito, come se
stesse fuggendo, elargendo quel
suo sorriso smagliante a tutti, mentre la neve cadeva lenta al di
là delle
finestre.
Appena
varcò la soglia della camera dei propri genitori, richiuse
la porta dietro di
sé e vi si appoggiò contro. Guardò il
letto vuoto e freddo, intonso da tempo, e
le lacrime le appannarono la vista. Le sembrava ieri quando lei ed
Elsa, la
mattina di Natale, correvano sulle gambette svelte e si arrampicavano
su quel
letto che adesso le appariva troppo grande, urlando di gioia. Baci,
abbracci,
carezze, bonari rimproveri... tutto era ormai perduto per sempre!
Anna
trattenne a stento un singhiozzo, cercò con la mano tremante
la maniglia della
porta e scappò via, sopraffatta da quel vuoto incolmabile.
Si
arrestò davanti la stanza di sua sorella, quasi senza
rendersene conto. Trasse
un profondo respiro e si accostò, bussando leggermente,
sperando con tutto
cuore che quella fosse la volta buona, pregando che quella maledetta
porta si
aprisse per farla entrare.
«Elsa?»
chiamò e la sua voce s’incrinò,
«Buon Natale. Ti andrebbe di fare un pupazzo
insieme?»
* *
*
Elsa
aveva perso la cognizione del tempo. Il dolore e la paura scandivano le
giornate e non la lasciavano riposare nemmeno la notte.
Faceva
freddo, tanto freddo. Dentro e fuori.
Le
mancavano i genitori, le uniche persone con cui aveva potuto
condividere il suo
segreto, la sua mamma e il suo papà, che avevano fatto di
tutto per
comprenderla e aiutarla, senza mai giudicarla.
«Vuoi
fare un pupazzo di neve?»
Elsa
chiuse gli occhi e una patina di ghiaccio si abbarbicò sulla
porta, come un
catenaccio comparso dal nulla con il solo scopo di ricordarle che, no,
i
sentimenti andavano domati e controllati, non era bene abbandonarsi a
essi.
Come
puoi essere ancora
così ingenua, Anna?
Immobile,
rimase a osservare il proprio riflesso arruffato e pallido contro il
ghiaccio,
senza rispondere.
«Elsa?»
Va’
via Anna, ti prego.
«Elsa?
Buon Natale.»
Va’
via, Anna. Ti
supplico.
Elsa
si morse il labbro inferiore fino a sentire il sapore del sangue in
bocca. Non
riusciva a rispondere, non riusciva a fingere. Quella porta doveva
restare
chiusa, soprattutto per sua sorella. Non aveva la forza né
il coraggio di
sopportare anche il suo dolore.
Sono
una codarda.
Un
sospiro e i passi strascicati di Anna si confusero con
l’ululato del vento
fuori.
Perdonami.
Angolino
dell’autrice:
Ciao
a tutti!
Dopo
eoni torno a scrivere in questo fandom con qualcosa di un po’
angst. Ovviamente,
questa flash-fic si colloca durante il primo film.
Senza
pretese,
Elly