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Autore: XShade_Shinra    18/03/2020    1 recensioni
Robin, Steve, Erika e Dustin si ritrovano rinchiusi nel magazzino del mall. Il liquido verde nel contenitore è ancora un mistero per loro, dunque Dustin decide intanto di pigiare il bottone “Open Door”, come consigliato – tramite urla – da Erika. A quel punto Steve si avvicina all’amico e…
«Schiaccio a casaccio i bottoni, che dovrei fa—?!».
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Steve Harrington
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Alea iacta est
Alea iacta est
Robin, Steve, Erika e Dustin si ritrovano rinchiusi nel magazzino del mall. Il liquido verde nel contenitore è ancora un mistero per loro, dunque Dustin decide intanto di pigiare il bottone “Open Door”, come consigliato – tramite urla – da Erika. A quel punto Steve si avvicina all’amico e…
«Schiaccio a casaccio i bottoni, che dovrei fa—?!».

 

Titolo: Alea iacta est
Autore: XShade-Shinra
Fandom: Stranger Things
Personaggi: Steve, Un po' tutti
Genere: Commedia/Comico
Rating: Verde
Avvisi: E se..., !linguaggio, RPG!AU 
Timeline: Durante la 3° stagione
Disclaimer: Tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni e comunque non esistono/non sono esistiti realmente, come d'altronde i fatti in essa narrati. Inoltre questi personaggi non mi appartengono (purtroppo...), ma sono proprietà dei relativi autori; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro ma solo per puro divertimento.
Note: La Fanfiction partecipa al COW-T#10, W6, M5. Il titolo della storia è una nota locuzione latina che si traduce con "Il dado è tratto".
Buona lettura! ^^
 

 
Alea iacta est
 

Robin, Steve, Erika e Dustin si ritrovano rinchiusi nel magazzino del mall. Il liquido verde nel contenitore è ancora un mistero per loro, dunque Dustin decide intanto di pigiare il bottone “Open Door”, come consigliato – tramite urla – da Erika. A quel punto Steve si avvicina all’amico e…


«Schiaccio a casaccio i bottoni, che dovrei fa—?!».

Il giovane non riuscì nemmeno a finire di dichiarare l’azione del proprio personaggio che si ritrovò la bocca tappata da alcune mani.

«No!», esclamarono tutti gli altri giovani membri del party, sbarrando gli occhi.

«Porca puttana, Steve!», si lamentò Dustin.

«Steve, non puoi fare così!», disse alterato Mike, sbattendo il palmo della mano contro il tavolo in noce del soggiorno di casa Harrington, che avevano occupato per giocare.

«Non si toccano mai a casaccio i bottoni!», gli fece notare Lukas.

«Se ci fossero delle trappole il tuo personaggio morirebbe senza nemmeno avere il tempo di respirare!», lo rimbeccò Maxine.

«Noi ci accordiamo, prima di fare qualcosa», disse caustica Erika, fissandolo male.

«Siate gentili con Steve, non ha ancora ben capito alcune cose...», mormorò piano Eleven, cercando di prendere le difese dell’amico.

Will, in parte nascosto dietro lo schermo del Master, grugnì sofferente. «È da anni che giochiamo, perché Erika, che è la nuova arrivata, ha imparato subito e lui no?», chiese retorico con uno sbuffo.

«Perché il suo personaggio ha -1 di intelligenza… Esattamente come lui», borbottò Robin.

«Cazzo, ma chi lo ha invitato a giocare con noi?», disse granitico Billy, accendendosi una sigaretta.

«Io...», rispose asciutta Robin.

«Porca troia, non poteva stare di turno alla gelateria?», si lamentò ancora Billy.

Steve lo guardò male, incredulo di quelle parole. «È casa mia!», ricordò a tutti. Non era lui che si era imbucato per giocare. Era stata Robin a chiedergli il favore di ospitarli, visto che la fumetteria era chiusa.

«Basta litigare, cazzo». La voce burbera di Hopper riportò il giusto silenzio che ci doveva essere, mentre Joyce sorrideva accanto a lui, ma quel clima venne rotto dal rumore di due cannucce che aspiravano l’aria da due contenitori.

Tutti si girarono verso Murray e Alexei, che stavano bevendo il loro secondo Slurpee, non molto interessati agli eventi. Lo scienziato russo parlò nella propria lingua madre e Murray tradusse per lui: «Quand’è che il mio personaggio muore, così vado a vedere i cartoni animati?».

«Appena mio fratello e la sorella di Mike tornano con il cibo», rispose l’Arbitro Narratore di quella sessione di “Stranger Things, terza edizione”.

Alexei sorrise, attendendo paziente.

Will tornò dal sottogruppo del party rinchiuso nei magazzini. «Allora, Steva ha comunque dichiarato, quindi tiri pure i dadi. Un D20 e un D100». Tutti i giovani si lamentarono, ma Will fu irremovibile. «Ormai ha dichiarato, non può più tornare indietro. Sono le regole».

Intanto, vedendo l’amico in difficoltà, Robin gli passò tre dadi poliedrici: uno a venti facce e due a dieci facce.

«Grazie...», sussurrò Steve.

Hopper guardò verso l’alto, sbuffando il fumo bianco della sigaretta. «Muoviti, non ho tutto il pomeriggio».

Steve prese i dadi e li scosse tra le mani, lanciandoli poi sul tavolo.

«Wow! Hai fatto novantacinque con il dado percentuale, Steve!», si complimentò Robin.

«Oh-oh...», fece invece Dustin, indicando il D20, con la faccia superiore indicante il malefico numero uno. «Steve, hai fatto uno».

«E quindi?», chiese lui.

Robin nascose il volto dietro una mano. Veramente?

Will fece spuntare gli occhi a filo da dietro il cartonato dello schermo del master, che lo divideva dagli altri. «E quindi hai fatto un’azione maldestra».

Prima che Steve potesse lamentarsi della propria sfiga, Will proseguì a narrare le vicende della storia da lui creata per il suo party.


… e pigia a casaccio i bottoni. Sentite un rumore metallico, poi la stanza precipita, trascinandovi in caduta libera per un tempo che non riuscite a calcolare.



Fine
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