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Autore: Neko    19/03/2020    1 recensioni
Una storia ispirata dalla stagione uno, ma che prenderà una strada diversa rispetto alla trama della serie. Kara dovrà affrontare il suo passato, affrontare le difficoltà del presente, per costruire il suo futuro, ma in tutto questo non sarà sola, potrà contare sempre su amici e famiglia per andare avanti.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adam Foster, Alex Danvers, Cat Grant, Kara Danvers
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti. Dopo giorni e giorni che ho cominciato a scrivere questa fic, ho deciso di pubblicarla.

Adoro Supergirl, sebbene per i miei gusti a ogni serie perde qualcosa. Ma le prime tre stagioni le ho amate molto, la prima soprattutto per la presenza di Cat. Così ho deciso di scrivere questa fic prendendo spunto dalla prima stagione, ma modificandola un po’.

Purtroppo ho un problema di cui non riesco a liberarmi che mi rende difficoltoso leggere e scrivere al pc, quindi chiedo scusa se gli aggiornamenti saranno lenti, ma non ne potevo più scrivere su carta solo per me stessa, non è divertente come  condividere le storie con altri fan della serie,

Spero che la storia vi possa incuriosire. se non vi addormentate entro la fine del capitolo, fatemi sapere cosa ne pensate.

 

Supergirl – A different story

 

 

Capitolo 1

 

Al telegiornale di National City scorrevano vari titoli ed immagini che riguardavano tutti la stessa persona: Supergirl.

Ogni notizia riportava le eroiche gesta della ragazza e presto il commentatore aggiunse  “Sembra che la criminalità e gli incidenti di National City, si siano messi d’accordo per non dare tregua alla nostra eroina preferita. Come al solito Supergirl si è dimostrata all’altezza di gestire ogni situazione, tanto che non risultano vittime accertate. Ma questo suo operare tutta la notte ha sollevato una domanda tra i suoi sostenitori. Può la ragazza d’acciaio tenere questo ritmo?”

Cat Grant spense lo schermo dal quale stava ascoltando la notizia e chiamò James Olsen.

L’uomo era a portata di orecchio, dato che stava guardando lo stesso notiziario proprio fuori l’ufficio della donna, insieme ad altri suoi colleghi.

“Si signora Grant?” chiese l’uomo, rispondendo alla sua chiamata.

“Organizzami un incontro con Supergirl appena possibile. Sta facendo un ottimo lavoro, non c’è dubbio, ma qualcuno dovrà pur ricordarle che anche gli eroi necessitano di riposare!” disse Cat, per poi osservare la scrivania della sua assistente.

James vide il suo visto contrariato e seguì il suo sguardo.

Cat si alzò dalla scrivania e chiese “Dov’è Kera? Non posso iniziare bene la mia giornata lavorativa senza il mio latte macchiato. Sarà bene per lei, che abbia un buon motivo per essere in ritardo o è licenziata!”

“Sono sicuro che…” iniziò James cercando di difendere la sua amica, ma proprio in quel momento Kara si presentò.

“Ecco a lei signora Grant. Il suo latte macchiato!” disse kara, porgendole il bicchiere.

Cat lo afferrò e disse “Gentile da parte tua presentarti in ufficio in una giornata di lavoro, dove il tuo turno è cominciato quindici minuti fa!”

“M-mi dispiace. Da Noona c’era più coda del solito e io…” Kara venne messa a tacere da un gesto della mano di Cat che continuò “Non mi interessano i dettagli. La prossima volta ti svegli prima. Non mi piacciono i ritardatari Kera e questo tu lo sai!” disse Cat, tornando a sedere alla sua scrivania.

“Si, mi scusi signora Grant, non accadrà più!” rispose Kara.

“Cosa ti ho detto riguardo allo scusarti? E ora chop chop, uscite dal mio ufficio e tornate al lavoro!”.

Detto questo Kara e James se ne andarono. Una volta fuori la prima sospirò “Tutto bene Kara?” chiese James, sfiorandole un braccio.

“Si, ho davvero temuto di non arrivare in tempo e…bhe non sono arrivata in tempo e poi da Noona ho rovesciato il caffe della signora Grant e quindi ho dovuto farmene fare un altro, arrivando così ancora  più in ritardo e…”

KaraKara…non mi riferivo al tuo ritardo, ma a quello!” disse James, indicandole il notiziario che ancora veniva trasmesso.

“Oh quello…ehm…si sto bene, perché non dovrei? Non è la prima volta che salvo la gente di notte!” disse Kara, facendo il giro della sua scrivania e poi sedersi.

“Si, ma è la prima volta che lavori tutta la notte senza riposarti almeno un po’!” disse James.

“E non dimentichiamo che anche le  notti precedenti hai fatto le ore piccole!” aggiunse Winn, unendosi alla conversazione.

“Ragazzi sto bene, non dovete preoccuparvi per me!” disse Kara prima di sbadigliare.

James e Winn la guardarono poco convinti.

“Oh non guardatemi così. Posso resistere qualche notte senza dormire e lo sbadiglio non è sempre sintomo di stanchezza!” disse Kara, prima che Cat Grant la chiamasse, storcendo come sempre il suo nome.

“Oh no! Mi sono dimenticata i layout!” disse la ragazza, ricordando il motivo per cui il capo potesse volere la sua presenza.

Corse immediatamente a prenderli, ma questo volle dire non presentarsi alla prima chiamata.

Kera! Sia meglio per te che non debba ripetere nuovamente il tuo nome!” disse seccata la signora Grant.

“Eccomi, eccomi. I suoi layout sono pronti!” disse Kara, entrando di corsa nell’ufficio.

“Era ora! Ancora pochi secondi e avresti dovuto cercarti un nuovo lavoro!” disse Cat, per poi sfogliare i layout “No, no e no! Sono orribili Kera, una cosa improponibile. Riportali indietro e falli rifare entro l’ora di pranzo!”

“Signora Grant, dubito che riescano a…”cominciò Kara, ma Cat la bloccò, lanciandole un’occhiataccia e ripetendo “Entro l’ora di pranzo!”

Kara sospirò “Si, signora Grant!”.

Kara quella giornata la passò a correre a destra e a manca per soddisfare gli ordini di Cat. Mentre usciva dalla sala stampa, facendo poca attenzione, si scontrò con James, il quale gemette portandosi una mano sulla spalla.

“Oh scusa  James….io…io non ti ho visto e…mi dispiace, ti ho fatto male?” domandò Kara.

“No, no…cioè domani avrò un bel livido, ma mi ritendo fortunato a essere sopravvissuto a uno scontro con la ragazza d’acciaio!” sorrise James, strappando un sorriso anche alla ragazza, che aveva visto un po’ giù di morale quel giorno. “A proposito della ragazza d’acciaio, la signora Grant vorrebbe incontrarla!”

Kara spalancò gli occhi “Cosa? Oh Rao, questa giornata non avrà mai fine!” disse per poi sospirare rassegnata “Va bene, appena troverò un momento per respirare, andrò da lei!” disse sistemandosi gli occhiali “Ora devo andare …oggi la signora Grant mi sembra più nervosa del solito e io sono costantemente a un passo dal licenziamento!” disse Kara per poi scappare.

 

“Si…certo mamma…ci sentiamo!” disse Cat prima di agganciare il suo cellulare più nervosa che mai ed era  ostinata a scaricare questo suo stato d’animo alla prima persona che sarebbe entrata nel suo ufficio, fosse anche stata la presidentessa in persona.

“Quello che mi ha chiesto signora Grant!” disse Kara, entrando nell’ufficio con dei fogli in mano.

Cat di girò verso di lei e in maniera brusca disse “Ti ho dato forse il permesso di entrare nel mio ufficio?”.

Kara non fu tanto sorpresa di quello scatto verso di lei, ma cercò comunque di giustificarsi “Mi aveva chiesto di portarle la copia dei documenti che…”

“Oggi Kera non ne stai azzeccando una. Primo arrivi in ritardo, non mi hai portato i layout nel momento esatto in cui te li ho chiesti e ti vedo tutto il giorno andare avanti e indietro, fermandoti a chiacchierare con i tuoi colleghi invece di lavorare!” Disse Cat, continuando a criticarla su ogni cosa che poteva usare per prendersela con lei.

“Se vado avanti e indietro tutto il giorno è per eseguire i suoi ordini  e mi fermo a parlare con i miei colleghi per dar loro le sue direttive!” disse Kara, cominciando a infastidirsi di essere sempre il suo bersaglio.

“Ti ho detto che potevi parlare? Quanto ci tieni a questo lavoro?” chiese Cat con tono minaccioso.

Kara non riuscì a trattenersi e alzando la voce disse “Se non le vado più a genio, mi licenzi e la faccia finita, invece di minacciarmi costantemente!”

“Sfrontata!” disse Cat, sorpresa dal modo in cui la sua assistente le stava tenendo testa.

“E le do lo stesso consiglio che lei diede a me qualche settimana fa. Cerchi la fonte della sua rabbia e trovi il modo di sbarazzarsene invece di prendersela con gli altri, con me in particolare!” disse Kara allungando qualcosa a Cat.

“Queste sono le sue medicine per il suo  mal di testa e ora se vuole scusarmi, ho del lavoro da fare!” disse, per poi andarsene.

Cat era rimasta senza parole e osservò Kara andarsene e dirigersi verso il balcone.

Stava ancora fissando il punto in cui Kara era sparita, quando con la coda dell’occhio vide un  movimento alla sua destra.

“Supergirl!” disse Cat, girandosi verso la ragazza.

“Brutto momento? Mi scusi, ma non ho potuto fare a meno di sentire la vostra conversazione… sa, super-udito!”

Bhe si…cioè no. Oggi ogni momento è un brutto momento!” disse Cat avvicinandosi alla supereroina.

“Posso chiederle perché?” domandò Supergirl.

“Mia madre è in città e già diverse volte mi ha palesato quando non sono all’altezza delle sue aspettative.  Mi basta sentire la sua voce per mandarmi su tutte le furie!” disse Cat, per poi guardare nuovamente fuori dal suo ufficio.

“Questo però non mi sembra un buon motivo per trattare male le persone che lavorano per lei, soprattutto se queste fanno un buon lavoro!” disse Supergirl, per poi sbadigliare “Mi scusi!”

Cat la osservò “Questo mi porta al motivo per cui ti ho voluto incontrare. Non ti sembra di esagerare? Non fraintendermi, sono molto grata per il lavoro che svolgi per questa città, ma Supergirl se continui a spingerti in questa maniera, a un certo punto sarai troppo stanca per agire e qualcuno potrebbe farsi del male, persino tu!” disse Cat, non nascondendo la sua preoccupazione.

“Non si preoccupi per me. Ho una resistenza maggiore rispetto agli umani!” risposte la ragazza.

“Maggiore non vuol dire che sei inesauribile e gli eroi devono pensare un po’ anche a loro stessi! Dovresti dormire un po’!”.

Supergirl sorrise e disse “è gentile da parte sua preoccuparsi per me signora Grant. Ma se qualcuno è in pericolo, devo assolutamente intervenire, ma le prometto che farò il possibile per riposare di più!”.

In quel momento Supergirl sussultò  e si girò verso la città.

“Cosa c’è?” chiese Cat, notando il comportamento della ragazza “Ora devo andare, c’è un’emergenza!”

“Ok, vai, ma ricorda cosa ti ho detto sul prenderti cura di te stessa!”

Supergirl annuì, dopo di chè volò via dall’ufficio.

Cat sospirò. Si rendeva conto quando esagerava con  il suo temperamento, ma quando era arrabbiata, nonostante il consiglio dato a Kara per gestire la rabbia, proprio non riusciva a non cercare soddisfazione nello sminuire gli altri.

Uscì dal suo ufficio e si diresse verso il balcone dove Kara era uscita e si sorprese non trovandola. Era vero che parlando con Supergirl, non l’aveva osservata costantemente, ma poteva scommettere di non aver visto la sua assistente rientrare con la coda dell’occhio.

In quel momento sentì il volume di una della tante televisioni del suo ufficio, venire alzato e sentì chiaramente parlare di Supergirl.

Interessata, Cat rientrò e vide come l’eroina a cui aveva dato il nome, teneva in piedi un palazzo di  quaranta piani con la sola forza delle mani, mentre aspettava che tutte le persone al sui interno uscissero.

Sapeva di cosa era capace la ragazza ed era evidente sul suo volto, che il sostenere il peso dell’intero edificio, stesse incidendo su di lei più di quanto avrebbe dovuto.

Ad un certo punto vide Supergirl provare a lasciare il palazzo. Tutti erano usciti, ma non erano ancora al sicuro. Il crollo di un palazzo di quelle dimensioni, avrebbe portato a conseguenze drammatiche se la zona non era  evacuata in maniera funzionale.

Supergirl si accertò che l’edificio potesse ancora reggere giusto il tempo per agire. A tutta velocità afferrò una trave  d’acciaio di un cantiere vicino, per sostituirla a quella danneggiata, fissandola con la sua vista calorifera.

Tornò a terra per accertarsi che ormai il pericolo fosse scampato e un applauso scoppiò nell’intera area, ringraziando l’eroina.

Supergirl sorrise alle persone che aveva salvato, ma ad un certo punto, si ritrovò ad affrontare qualcosa a cui non era abituata. Il mondo prese a girarle intorno e istintivamente si portò una mano sulla fronte, sperando che tutto si fermasse, invece la situazione peggiorò e sentì le sue gambe cedere, finché non si ritrovò in ginocchio a causa della perdita di equilibrio.

Si sentì sfiorare la spalla e udì una voce chiederle qualcosa, senza che lei riuscisse a registrare il significato.

Qualcuno la strattono più forte, facendo in modo che il momento di smarrimento sparisse e le sue forze tornassero.

“Supergirl, stai bene?” domandò un vigile del fuoco intervenuto sul luogo dell’incidente.

Kara alzò lo sguardo e vedendo lo sguardo preoccupato dell’uomo e della gente intorno a sé, sorrise e rimettendosi in piedi rispose “Si, si sto bene. S-scusare! Ora…ora sarà meglio che vada!” detto questo non lasciò il tempo a nessuno di replicare e si librò in cielo.

 

“Sapevo che sarebbe successo!” disse Cat Grant a sé stessa. Era palese che la ragazza si stesse spingendo troppo. Sussultò quando vide un movimento provenire dal balcone e sgranò gli occhi quando vide la sua assistente rientrare.

“K-Kera...ma come…” cominciò Cat, prima che kara la notasse e abbassando la testa imbarazzata “S-signora Grant…io…” prima che potesse terminare la frase Cat la interruppe “Nel mio ufficio…ora!” disse la donna incamminandosi a passo svelto.

Kara sospirò e la raggiunse, lasciando un James e Winn che avevano assistito a quanto era successo sul luogo dell’incidente, preoccupati.

“Chiudi la porta Kera!” ordinò Cat, appoggiandosi alla sua scrivania.

Kara obbedì, dopo di chè le si avvicinò  riprendendo il discorso che le era stato interrotto poco prima “Signora Grant, mi dispiace per prima…io…io…non avrei dovuto parlarle in quel modo e…”

“Si, è vero! Non avresti dovuto, ma ammetto che  forse me la sono cercata. È tutto il giorno che mi sfogo su di te, quando in realtà vorrei prendermela con qualcun altro, ma non deve mai più ripetersi una cosa del genere. Per quante colpe posso avere, sono pur sempre il tuo capo!” disse Cat con tono serio.

“Si, signora Grant, mi dispiace!” disse Kara per poi strofinarsi la fronte.

Cat a quell’azione, ebbe una specie di deja-vu. Supergirl aveva compiuto lo stesso gesto poco prima.

“Ho detto che non devi scusarti. Ora torna al tuo lavoro!” disse Cat, continuando a osservare la ragazza, mentre il suo cervello lavorava più velocemente del solito.

Kara annuì e uscì dall’ufficio.

“Non può essere solo una coincidenza!” disse Cat in un sussurro, mentre spostava il suo sguardo da Kara alla foto di Supergirl presente nel suo ufficio.

Una volta fuori dall’ufficio di Cat Grant, Kara venne circondata dai suoi amici

Kara, stai bene?” chiese Winn preoccupato.

“Sto bene, sto bene! Quello che è successo prima è…” cominciò Kara, venendo interrotta da James che disse “Il chiaro segno che hai bisogno di riposare!”

“Si, lo so e prometto che finito qui, andrò dritto a casa e dormirò. Ma la giornata non è ancora finita. Ho già fatto un casino oggi con la signora Grant, non posso permettermi di fare altri passi falsi!” disse Kara prima di notare James e Winn guardare dietro di lei.

Si girò per comprendere cosa avesse attirato la loro attenzione e rimase sorpresa nel vedere sua sorella avvicinarsi.

“Alex, cosa ci fai qui?” chiese Kara, nonostante potesse immaginarlo.

“Sono preoccupata per te, ecco cosa!” rispose Alex, incrociando le braccia e guardando la sua sorellina con uno sguardo di rimprovero.

“Sto bene!” ribadì Kara.

“No, non è vero! Kara, sei quasi svenuta davanti a tutti. Hai pensato alle conseguenze se ciò fosse accaduto? Qualcuno avrebbe potuto portarti chissà dove e farti chissà cosa!” disse Alex rabbrividendo al solo pensiero.

“Non ti sembra di esagerare? Prima di tutto non sono svenuta, né tanto meno ci sono andata vicina e secondo non tutti vogliono la mia pelle!” disse Kara.

“A volte questa tua visione ottimista delle persone è disarmante!” disse Alex esasperata.

“Lo stesso vale per la tua visione troppo pessimista!” rispose Kara.

“Lavoro con criminali e alieni tutti i giorni e fidati se dico…” cominciò col difendersi Alex, ma Kara la interruppe “Perché io cosa faccio? Lo so che c’è gente cattiva la fuori Alex, ma anche molte persone buone!”

“Ne basta una cattiva, una soltanto per rovinarti la vita per sempre!” disse Alex con aria seria “Voglio solo che tu stia attenta Kara, non voglio che ti accada nulla!”

Kara sospirò e si strofinò nuovamente la testa.

“Tu chi saresti e cosa ci fai nella mia azienda?” disse Cat, comparendo alle loro spalle, quando vide dal suo ufficio una persona sconosciuta discutere con la sua assistente.

Alex si girò e riconobbe subito la regina dei media “Sono Alex Danvers, la sorella di Kara!” disse la donna allungando la mano, per poi ritirarla quando comprese che Cat non aveva la minima intenzione di stringerla, anzi la donna la fissò da capo a piedi, tanto che arrivò quasi a pensare che la stesse osservando con la sua visione a raggi x.

“Sbaglio o ti ho già visto da qualche parte?” domandò Cat.

Alex venne colta alla sprovvista a quella domanda “Ehm…no, non credo. È la prima volta che la incontro!”

Cat era poco convinta, ma alzò le spalle, segno che non avrebbe investigato oltre “Bene, sorella di Kera, cosa ti porta qui a disturbare i miei dipendenti e a far si che la Catco perda milioni mentre stiamo qui a parlare?”

Alex non si fece intimidire “Mia sorella si è sentita poco bene ieri sera e nonostante le abbia detto di prendersi una giornata di pausa, non ha voluto ascoltarmi e…”

“Ho detto che sto bene!” disse Kara, ma Alex la corresse “No, non è vero!” poi rivolgendosi nuovamente a Cat Grant disse “Quindi sono venuta a prenderla per portarla a casa…con la forza se è necessario!”

Kara sbuffò e si mise a sedere alla scrivania, troppo stanca per discuterne.

“Tua sorella ha detto che sta bene!” disse Cat.

“Solo perché non sa riconoscere i suoi limiti!” disse Alex.

Il cervello di Cat stava formulando teoria su teorie. Aveva già notato la somiglianza tra Kara e Supergirl e vi erano state già alcune coincidenze che mettevano in relazione le due ragazze. Non poteva scacciare via quel pensiero che in realtà la sua assistente fosse in realtà Supergirl.

“Prenditi il resto della giornata libera e anche domani se ne senti la necessità. Non mi piace avere intorno gente malata!” disse Cat.

“La ringrazio signora Grant!” disse Alex, sorridendo alla sorella per la vittoria.

 

“La signora Grant non mi è sembrata poi così male come dicono le voci!” disse Alex, entrando nel loft di Kara.

“La signora Grant è fenomenale, ma ci sono giorni in cui è davvero difficile trattare con lei. Oggi ha minacciato di licenziarmi almeno un centinaio di volte senza un motivo. Solo una volta le ho dato la motivazione e mi sorprende il fatto che in questo momento non mi ritrovi a inviare curriculum in giro per il mondo e oltre” disse Kara, avvicinandosi poi al frigorifero per afferrare una bottiglietta d’acqua.

“E cosa avresti fatto di tanto grave?” chiese Alex curiosa.

“Le ho urlato contro e me ne sono andata senza che lei mi avesse dato il premesso!”

Alex alzò un sopracciglio “Kara Danvers che  per perde la pazienza…uno shock. In effetti diventi piuttosto irritabile quando sei stanca. Vai a farti una doccia. Nel frattempo ordino una pizza e poi riposo, riposo e riposo!”

“Niente ravioli cinesi?” chiese Kara guardando sua sorella supplichevole.

“Vedrò cosa posso fare!” disse Alex sorridendo.

Kara l’abbracciò e prima di recarsi in bagno disse “Sei la sorella migliore del mondo!”

 

 

Cat Grant era nel suo salotto dopo aver terminato la sua giornata lavorativa. Aveva un drink in mano e con  la mano destra, smanettava sul pc portatile in cerca di informazioni su Supergirl.

 Voleva avere la certezza che la sua teoria fosse giusta. Troppe erano le coincidenze ed era sicura di aver già visto da qualche parte la sorella di Kara. Doveva solo capire dove.

Guardò ogni foto, ogni filmato che aveva salvato e finalmente eccola lì.

Cat ingrandì l’immagine sullo schermo per esserne sicura.

La donna con cui Supergirl stava interagendo, non era altro che la sorella di Kara.

Poteva benissimo essere un agente che l’aiutava, d'altronde non aveva la minima idea di che mestiere svolgesse Alex Danvers, ma la complicità che mostravano lei e Supergirl in un paio di video dove combattevano insieme la criminalità, le fecero comprendere che tra di loro vi era molto più di un rapporto professionale.

Però un’altra domanda le sorse in mente.

 Se le due donne erano sorelle, anche Alex doveva essere un’aliena, eppure lei non sembrava possedere poteri.

Cat sapeva poco sui Kryptoniani e sul loro pianeta e per quanto ne sapeva, potevano esserci più di una Supergirl e Superman.

Cat si rese conto in quel momento che non sapeva niente di Kara.

Non si era mai interessata della vita privata dei suoi dipendenti, ma era anche vero che Kara lavorava per lei da quasi due anni. La prima assistente che era durata  più di un mese e che la conosceva talmente bene da anticipare i suoi bisogni.

La donna chiuse il portatile e sospirò. Aveva molto a cui pensare quella notte.

 

Alex era rimasta a casa della sorella per controllare che la ragazza dormisse e non andasse a svolazzare in giro per la città. Non si fidava della sua parola. Sapeva che Kara non avrebbe resistito ad aiutare che era in pericolo.

La ragazza  si addormentò subito dopo cena, davanti alla tv. Alex sapeva che le avrebbe conciliato il sonno  e le aveva proposto di guardare insieme il suo film preferito : il mago di Oz!”

Kara  cadde tra le braccia di Morfeo la prima mezz’ora e lei seguì poco dopo.

Alex si svegliò nel cuore della notte sentendo sua sorella muoversi improvvisamente.

Kara aveva l’affanno e si guardava attorno spaventata.

“Devo andare!” disse Kara, alzandosi e indossando in un attimo il suo costume da Supergirl.

Alex si mise tra lei e la finestra che avrebbe usato per uscire di casa e disse “Tu non vai da nessuna parte. Kara sei stravolta, hai bisogno di dormire!” le disse posandole le mani sulla braccia.

Kara però non sembrava ascoltarla. Continuava a guardare fuori dalla finestra.

Kara, mi stai ascoltando?” chiese Alex notando che c’era qualcosa che non andava in lei.

“Sento il rumore del fuoco, sento le grida delle persone. La terra si sta sgretolando e poi…” kara sussultò e un paio di lacrime sfuggirono al suo controllo “Un’esplosione…sono tutti morti, tutto è morto e perso per sempre!”

Alex scosse la sorella spaventata.

Sembrava stesse descrivendo il luogo dell’incidente che probabilmente aveva captato, ma dalle ultime parole … “Krypton! Stai parlando di Krypton!” disse Alex.

Kara si girò a guardarla per la prima volta e dal suo sguardo comprese che ci aveva azzeccato.

Kara si posò le mani alle orecchie “Le grida della gente…il fuoco…Alex devo andare…devo fermarle!”

Kara non puoi fare niente! Lo sai. Krypton non c’è più e…devi aver fatto un incubo!” disse Alex cercando di far desistere Kara dal voler andare chissà dove.

“No, non è un incubo Alex. Devo andare…ti prego!” disse Kara respirando in modo irregolare.

Alex non sapeva cosa fare per fermarla e quindi prese una decisione.

“Va bene, ma verrò con te, non ti lascerò sola!”

Detto questo Kara l’afferrò e in meno di un secondo si ritrovarono a sfrecciare nel cielo.

Alex sussultò quando dall’alto vide un grosso incendio divampare in un quartiere della periferia di National City.

“Ma allora stavi parlando di un incidente vero!” disse Alex confusa, ma dovette rimandare le sue domanda a più tardi in quando c’erano persone che avevano bisogno d’aiuto. Supergirl posò Alex a terra prima di recarsi a spegnere i fuochi. Vi era stata una perdita di gas in qualche tubatura e con la giusta spinta, aveva dato il via a una serie di esplosioni che avevano interessato diverse palazzine.

Spento un incendio Supergirl si spostò all’altro, ma le urla di una donna più forte delle altre attirò la sua attenzione. Urlava il nome di qualcuno e stava provando a rientrare nel palazzo, venendo però fermata da dei vigili del fuoco. La donna cercò di liberarsi inutilmente. Fu allora che si accorse di Kara e gridò “Supergirl, mia figlia è ancora dentro!”

La ragazza però non capiva. Aveva già controllato gli interni dei vari edifici e non aveva visto nessuno. Utilizzò nuovamente la vista a raggi x per ricontrollare, ma il risultato fu lo stesso. Non c’era nessuno a meno che non vi fosse qualcosa che ostacolasse la sua visuale. Ritentò ancora una volta e vide che in certi punti la sua vista non riusciva ad attraversare il materiale.

“Piombo!” disse tra sé prima di precipitarsi all’interno del palazzo direttamente in quel punto. E fu lì che vide una bambina sdraiata a terra. Non le ci volle molto a comprendere che era troppo tardi. Anche con il fuoco spento, i fumi riempivano l’aria e come spesso succedeva negli incendi, erano la principale causa di morti.

Supergirl prese il corpicino della bambina e la portò fuori.

I medici presenti sul posto presero la piccola dalle sue braccia, e tentarono una rianimazione che si dimostrò inutile.

Le urla della madre erano insopportabili  e presto Kara vide la sua vista annebbiarsi a causa delle lacrime, si allontanò da lì avendo ancora del lavoro da fare. Altre grida si unirono al pianto della donna. La bambina infatti non era stata l’unica vittima e dopo che tutti gli incendi furono spenti, si poté procedere al conto delle vittime che Supergirl aveva recuperato.

Erano stati disposti in fila e coperti da un lenzuolo.

Kara era lì e li guardava. Molti erano morti nella prima esplosione a cui lei non avrebbe potuto porre rimedio, ma la ragazza d’acciaio si diede la colpa di non essere abbastanza veloce. Se fosse giunta sul posto anche solo un minuto prima, le vittime avrebbero potuto essere meno.

Le grida  e il pianto dei familiari sopravvissuti, inondarono la sua mente  e cadde sulle ginocchia portando le mani alle orecchie, nel tentativo di bloccare il suono.

Vari flashback le passarono per la testa. Si rivide mentre con i suoi genitori correva per le strade di Krypton, che si stavano frantumando a causa delle continue esplosioni  e dei terremoti. Si ricordava la disperazione della gente che scappava, di coloro che avevano già perso tutto e dei bambini che chiamavano i genitori. Quelle grida erano tali e quali a quelle delle persone  che aveva tentato di salvare.

Alex sta ancora aiutando a sgombrare la zona, quando vide sua sorella in difficoltà. Subito la raggiunse e si inginocchiò davanti a lei per accertarsi che stesse bene. Le afferrò le spalle e le disse “Supergirl…hai fatto quello che potevi!”

A-Alex..le urla…falle smettere, ti prego!” disse Kara desiderando il silenzio “è come su Krypton!”.

Alex guardò intorno a sé. Non poteva soddisfare la richiesta di sua sorella. Era ovvio che quelle persone non potevano smettere di piangere i loro cari, quindi afferrò il braccio di Supergirl per aiutarla ad alzarsi per poi dirle “Forza, andiamo via da qui! Hai bisogno di stare tranquilla!”.

Kara e Alex rientrarono nel loft della prima tramite la finestra. Tutto era calmo e tranquillo per un umano, ma Alex si domandò quale caos c’era nella testa di sua sorella.

“Mi spieghi cosa ti succede?” chiese  la Danvers maggiore, quando vide Kara ancora piuttosto agitata, nonostante fossero ormai lontano dal trambusto. La ragazza però non parlò, così si andò a sedere sul divano dove poco prima sua sorella si era seduta.

Kara, parlami!” disse Alex con una voce più pacata.

“Non lo so. Ogni volta che sento delle urla, ho questi flashback dei miei ultimi momenti su Krypton e…mi sembra di essere di nuovo lì. Rivivo gli ultimi istanti di vita del mio pianeta e dei suoi abitanti. È orribile! Disse Kara afferrando un cuscino e stringendolo a sé.

“Ogni volta che succede qualcosa in città…le urla scatenano questi episodi e io…io devo intervenire. Non importa se sono a pezzi, devo far tacere tutto. Devo salvare  quelle persone, devo salvare Krypton anche se so che non posso io e mi sento impotente come allora!”

Alex asciugò  una lacrima che scorreva sulla guancia i sua sorella per poi chiederle “Da quanto va avanti questa storia?”

“Da un paio di settimane credo…da quando Astra mi ha aperto gli occhi su mia madre, mandando all’aria i miei ricordi su di lei!”

“Perché non mi hai detto niente?” chiese Alex.

“Non…non volevo farti preoccupare e pensavo di gestire la cosa da sola, ma le cose stanno peggiorando!” ammise Kara.

“Dovevi dirmelo subito. Perché andando in missione a tutte le ore, andando oltre i tuoi limiti mi preoccupa comunque. Lo sai che non puoi fare tutto da sola!” disse Alex con un po’ di rimprovero nel tono della sua voce,.

“Mi dispiace! Io…io pensavo che si sarebbe calmato e…Alex non posso più rivivere quei momenti!” disse Kara, iniziando a singhiozzare.

“Alex le afferrò le mani e le strinse “Ehi, andrà tutto bene. Riusciremo a venirne fuori, te lo prometto, d’accordo?”

Kara annuì.

“Ora andiamo a dormire un po’. È stata una lunga notte e domani niente Catco e prima che tu possa protestare, è un ordine!”

 

  
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