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Autore: TheLegendary    20/03/2020    0 recensioni
Un ninja senza memoria alla ricerca di se stesso.
Tre persone pronte a tutto per conquistare una nazione.
Una guerra alle porte.
Questi sono ingredienti per un disastro.
Ma se non fosse tutto qui?
Dopotutto, se non conosci il tuo passato, non puoi sapere quali demoni nasconde.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La sera era calata su tutta la nazione, e il castello di Karasuki, il cui edificio era sotto ristrutturazione, era una scena fantastica da vedere, ma anche abbastanza inquietante.

Kisaro si trovava davanti al ponte che divideva il castello dalla sua unica uscita, un fiume molto profondo a dividere le due zone.

Stava guardando il castello vero e proprio, situato nella zona più alta di una specie di collina che qualcuno (probabilmente lo stesso Sosuke) aveva fatto costruire.

<< Alt!! Non puoi passare!! >> si sentì un urlo dall’altra parte del ponte.

Kisaro abbassò lo sguardo e vide una guardia in armatura leggera blu sul ponte di legno avvicinarsi lentamente a lui, la spada ancora nel fodero.

<< Alt? Questo è il mio castello, idiota! >> rispose il ninja alla guardia.

<< Ah, il tuo? >> fece la guardia, che stava per estrarre la propria arma.

<< Ehi, che succede? >> fece un’altra guardia alla destra della prima, che stava scendendo una piccola scalinata di ciottoli di pietra, l’arma uguale a quella dell’altro soldato già in mano pronta all’uso.

Quando la prima guardia si girò di nuovo verso il ponte, vide che il ninja non era più in vista.

<< C’era un uomo qui. >> rispose. << Un ninja..... dobbiamo trovarlo!!>> finì, per poi salire sul ponte insieme all’altra guardia.

A metà del ponte Kisaro uscì silenziosamente da sotto al ponte, si alzò velocemente in piedi sulla ringhiera e saltò.

Il tempo per le due guardie di girarsi e una venne uccisa da un fendente rovescio della lama del ninja, mentre l’altro si trovò un calcio in faccia che lo stordì momentaneamente, il tempo necessario a Kisaro per infilzarlo con la spada un secondo dopo.

Dopo aver pulito la spada dal sangue delle guardie, iniziò salire per la collinetta, un solo pensiero in mente.

“Che cosa hanno fatto a mio padre?”

 

 

Shimura Sosuke era inginocchiato a terra, un samurai incappucciato dal vestito blu dietro di lui. Probabilmente la sua guardia del corpo.

I suoi capelli neri che arrivavano fino alle spalle erano raccolti in un codino messo nella parte superiore della testa. Il kimono che indossava era blu scuro ed era molto elegante, riservato solo per delle occasioni particolari.

I suoi occhi marroni scrutavano la ragazza seduta a terra davanti a lui.

Lei era, per mancanza di termini migliori, una donna bellissima. I capelli marroni che arrivavano fino alla schiena erano per la maggior parte nascosti da un piccolo telo bianco, che però non riusciva a nascondere i lineamenti gentili del viso. Il kimono che indossava era anch’esso bianco, con alcune figure di rose rosse disegnate sopra.

I suoi occhi, pozze azzurre nelle quali potevi perderti, guardavano i movimenti di Sosuke, sospettosi di qualunque movimento che l’altro potesse fare.

Dietro di lei si trovava un samurai uguale a quello dietro il signor Shimura, ma bianco.

Tutti e quattro si trovavano nella stanza principale del castello, nel piano più alto, ed era di medie dimensioni, fatta di legno coperto per la maggior parte da pittura arancione. Una porta scorrevole di carta era l’unica vera entrata per la stanza. Due porte di legno, al momento aperte, portavano sul terrazzo, grande abbastanza da poter contenere un tavolo di medie dimensioni.

<< È così, dunque? >> chiese con una voce profonda ma rassegnata Sosuke, sperando che la donna cambiasse idea sul loro discorso.

<< Si, è così.... >> rispose con finalità lei, il suono normalmente gentile della sua voce nascosto in parte dal tono duro appena usato.

Sosuke sospirò, si alzò lentamente e si andò a sedere su una sedia di legno pitturata di nero con un piccolo cuscino su di essa.

Vedendo il comportamento dell’uomo, il samurai blu era abbastanza preoccupato.

<< Mio signore? >> chiese, la sua voce leggera e calma in apparenza.

Un lungo momento di silenzio.

 

 

<< Vattene via! Non te la caverai facilmente!! >> una voce urlante, soffocata dalle mura della stanza, si iniziò a sentire dall’altra parte della porta scorrevole.

Sosuke e il samurai blu si alzarono subito, il secondo con le mani alle doppie spade che aveva appoggiato precedentemente a terra vicino a se. Gli altri due non si mossero, ma girarono lo sguardo verso la porta.

Un calcio fece volare la porta contro il samurai di Sosuke, che la tagliò con un fendente verticale veloce.

Kisaro aveva un piede ancora alzato e aveva come ostaggio una delle guardie che aveva disarmato, la lama contro il collo.

<< Mi dispiace, mio signore, ci ha presi di sprovvista >> si scusò il soldato, facendo però avvicinare ancora di più la spada di Kisaro al collo, quasi tagliandolo leggermente.

<< Fantasma..... sei ancora vivo??!! >> fece in modo scioccato Sosuke, non aspettandosi di trovarlo nel suo castello.

<< Dov’è mio padre?? >> chiese a bruciapelo il ninja, mandando in confusione tutti i presenti. Lo Shimura e il suo samurai si scambiarono uno sguardo incerto.

<< Il ragazzo è impazzito, mio sig... >> non finì la frase che Kisaro lo spinse brutalmente di lato e spostò la lama contro il collo di Shimura, ancora confuso da prima.

<< Dimmi dove avete messo mio padre, Sosuke Shimura, o vi uccido tutti!! >> fece con tono di finalità, facendo capire a tutti che avrebbe compiuto la minaccia se non veniva accontentato.

Un momento di silenzio, sfruttato dalla guardia ostaggio per uscire dalla stanza.

Poi una risatina.

Il ninja si guardò alle spalle e vide che la donna, che prima aveva bellamente ignorato, stava ridendo della situazione.

<< Non sapevo che avessi adottato un figlio, Shimura. Me lo potevi dire, era una bella cosa. >> fece la ragazza, il tono scherzoso.

Kisaro tolse subito la spada da Sosuke.

Quest’ultimo tirò un sospiro.

<< Cos’è successo, Fantasma, da farti vedere qui? >> chiese.

Il ninja si trovò quindi a spiegare brevemente la situazione, dalla pietra dell’anima alla lettera.

<< Io sono una specialista delle anime, fatti aiutare.... >> iniziò a proporre la donna.

<< Akine, è tempo che tu vada via. >> interruppe Sosuke.

Il tono scherzoso che aveva usato fino a quel momento cambiò subito in un tono rude.

<< Come osi dirmi andare via?! Io vengo e vado quando voglio, non sono uno dei tuoi soldati!! >> iniziò a sbraitare la donna, ora identificata come Akine.

<< Adesso siamo nemici, Akine, e potrei cercare di farti uccidere, quindi vattene! >> rispose irato l’uomo. 

Kisaro preferì rimanere in disparte, non volendo intromettersi.

Akine sbuffò, poi si alzò e si avvicino all’uscita dalla stanza, ma decise di non andare via senza lasciare qualche insulto.

<< Tu sei un uomo stupido, che vuole la pace quando la guerra è inevitabile, i cui soldati lo scambiano per padre e con un covo pieno di spie! >> poi si girò sul terrazzo, dove sbucava una testa pelata.

<< Tu, spia di Koryusai Kaminake, vai e di al tuo padrone che i fedeli di Sarikumo non accettano la sua alleanza! >> la testa sparì subito, seguita da un rumore di passi affrettati che andavano via.

<< Vieni! >> finì la ragazza, facendo alzare il suo samurai che riprese l’arma, appoggiata anch’essa a terra, e seguendola.

Il ninja si voltò verso Sosuke, sguardo incerto.

<< Questa ormai è diventata una guerra... >> si trascinò la frase in modo stanco quest’ultimo.

<< Ma allora, io chi sono? >> si chiese ad alta voce Kisaro, al che l’altro lo bloccò.

<< Resta umile, Fantasma. Sei solo un servo dopotutto >>.

Sosuke si spostò sul terrazzo, guardando tutta la strada che portava fuori alla zona del suo castello. Tutti i suoi soldati erano stati uccisi dal ragazzo accanto a lui.

<< Mi dispiace per i suoi soldati, Shimura. >> e se ne andò.

 

 

 

 

Era mattina, quando Kisaro ritornò alla casa dove aveva ricevuto la lettera.

Ma non era solo.

Si accorse, infatti, che davanti ad essa si trovava un uomo di altezza media (non superava il metro e sessanta), abbastanza in sovrappeso. I baffi neri arrivavano fino all’estremità delle labbra e i capelli neri erano presenti soltanto ai lati della testa. I vestiti erano molto sfarzosi, con una giacca rossa a coprire una maglia nera e oro.

Il ninja estrasse subito la spada e attaccò l’intruso, quando un’altra persona si mise in mezzo tra lui e il suo bersaglio originale, lama contro lama.

Uno sguardo e riconobbe la spia della notte prima.

Dopo aver spintonato l’avversario, sbilanciandolo, Kisaro tirò un fendente che colpì il bersaglio, uccidendolo. 

<< Calmati >> fece l’uomo << non sono venuto qui per creare problemi. Sono venuto a chiederti di unirti a me >> a ciò il ninja alzò un sopracciglio.

<< Ah, scusami, non mi sono presentato. Io sono Koryusai Kaminake, e so del tuo problema. La tua memoria eh? Un gran fastidio, davvero >> iniziò a parlare Koryusai, facendo già capire all’altro dove voleva arrivare. Continuò:

<< quindi, se tu aiuti me nella guerra contro Shimura e Akine, io ti aiuterò a trovare quei frammenti della memoria. Pensaci bene >> fece l’uomo in sovrappeso andandosene via, non preoccupandosi nemmeno di recuperare il cadavere del tizio che Kisaro aveva ucciso prima.

Il ninja entrò in casa, promettendosi di togliere il cadavere più tardi, e vide quattro lettere.

Aprì la prima.

 

‘Kisaro,

Mi dispiace per averti fatto confondere, ma non pensavo che avresti pensato di essere il figlio di Shimura. Volevo dire che lui era stato COME un padre per te. Be, capita, a volte. Esprimersi a parole, del resto, può essere complicato.

Ma passiamo ad altro.

Come avrai intuito, la guerra per questo paese, il paese di Shirokuma, è iniziata, e i tre signori cercheranno di portarti dalla loro parte, sfruttando la tua ricerca della memoria.

Shimura, il primo, è un uomo che avrebbe preferito la pace, e mette sempre il paese davanti a se stesso.

Kaminake, il secondo, è una persona molto ricca e molto potente politicamente con amici nella famiglia imperiale cinese. È lui che ha fatto partire questa guerra.

Akine, la terza, è una donna molto forte caratterialmente ed è a capo di un movimento religioso chiamato “la setta di Sorikumo”.

Non importa che sceglierai, sappi che ci saranno conseguenze imponenti per la tua scelta, perchè di sicuro darai tu il tassello che farà vincere a uno dei tre la guerra.

Io? Io sono Onji, e considerami solo uno interessato.’

 

Kisaro chiuse la lettera e la mise da parte, aprendo le altre tre.

Erano tutte missioni.

Si, la guerra è ufficialmente iniziata.

 

Shimura- Un documento importante

Kaminake- La pattuglia in città

Akine- Un mercante traditore

 

A.N:

Ok, la cosa da qui inizia a farsi seria, e ho deciso di rendere la storia..... diciamo più interattiva.

Funziona così: ogni fine missione ci sarà una serie di missioni da cui scegliere.

A partire dalla prima recensione, ci sarà un tempo di.... facciamo per ora dieci giorni. Dieci giorni in cui scegliere la missione da fare. La più votata sarà quella fatta.

Sappiate però che ci saranno eventi che farò accadere comunque, indipendentemente dalle vostre scelte. Inoltre, aver scelto o meno una missione può portare a conseguenze inattese, che siano esse piacevoli o disastrose.

Consideratelo un esperimento da parte mia, una cosa che volevo provare.

   
 
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