Anime & Manga > Diabolik Lovers
Segui la storia  |       
Autore: Anna3    20/03/2020    0 recensioni
(Reiji x Nuovo personaggio) Un giorno per caso una ragazza troverà il diario del suo compagno di classe, il temibile Reiji Sakamaki, e da quel giorno inizieranno tutte le sue disavventure con l'allegra famigliola di vampiri. Ma quell'evento pare non sia accaduto del tutto per caso...
Di nuovo, un'altra fanfiction dedicata tutta a lui, il cui scopo è solo uno: farvi innamorare di Reiji, che siate sue fan o meno!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Reiji Sakamaki, Tougo Sakamaki/Karl Heinz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

~~~~~

La curiosità uccise il gatto,
ma la soddisfazione lo riportò in vita”.

~~~~~

Dark 1

Quale fosse il reale motivo per cui una delle migliori scuole avesse soltanto lezioni serali e mai mattutine, Michiyo non l’aveva ancora capito. O meglio, era consapevole del fatto che questa decisione era stata presa dal preside, dato che, secondo gli ultimi studi, era stato dimostrato come il cervello degli studenti lavorasse meglio di giorno che di notte, ma non era stata in grado di trovare precisamente i dati di questi esperimenti. Infatti, ogni volta che li cercava sul telefono, i risultati erano sempre e solo quelli: pagine e pagine su Tougo Sakamaki, il loro preside, ma una ricerca scientifica neanche a pagarla.
Solitamente, una persona normale si sarebbe arresa all’impossibilità dell’impresa, ma Michiyo non poteva farne a meno: era sempre stata una ragazza curiosa e sapeva perfettamente quanto questo fosse un pregio come un difetto. Ricordava ancora quella volta in cui, da piccola, si era arrampicata su un albero per cercare di capire che tipo di uccello ci fosse appeso sull’albero, per poi scoprire che in realtà era un pipistrello che stava dormendo; inutile dire che non appena se ne accorse, prese uno spavento tale da cadere dall’albero. Insomma, sapeva che a volte essere curiosi poteva essere qualcosa di molto pericoloso, però al tempo stesso era stata spesso proprio questa sua caratteristica che l’aveva aiutata: come quando aveva perso diversi pomeriggi nell’informarsi nella rivoluzione francese, dato che era andata in fissa con una serie tv che ne parlava e questo le era servito tre mesi dopo per le verifica di storia.
Quel giorno si stava proprio interrogando sulla sopracitata questione, ossia sul motivo per cui l’istituto Ryoutei High School Academy tenesse le sue lezioni di notte, anche se invano.
“Michiyo!” la richiamò alla realtà la voce della sua fidata amica nonché compagna di classe “Quale brillante questione ti sta tormentando oggi?” chiese la ragazza, intuendo a che cosa stesse pensando l’amica, mentre si stava avvicinando al suo banco.
“Ciao Yukiyo” la salutò “Mi stavo chiedendo… come mai le lezioni sono solo di notte?”.
L’altra ragazza sistemò la borsa nel suo banco, ovviamente accanto a quello della sua amica:
“Beh, lo sanno tutti che il preside vuole così per il nostro bene” disse “Saprà lui il motivo per questa decisione, cosa ti importa? Sinceramente, io mi trovo anche meglio con questo orario, perché in questo modo posso lavorare la mattina”.
“Anche io però…”.
“Comunque, se ti interessa così tanto perché non vai chiedere ai suoi figli?” chiese.
“Figli? Un uomo come lui li ha veramente?”.
“Ma certo, quest’anno siamo anche insieme con due di loro, o meglio, uno, visto che l’altro sta sempre nell’aula di musica… Ma come? Non mi dire che non lo sapevi!”.
“Beh… Non è che mi interessi poi tanto di quell’uomo, figurarsi dei suoi figli...” puntualizzò, schiarendosi la voce Michiyo.
“Stai parlando sul serio? Ma se sono i ragazzi più sexy di tutta la scuola! Insomma, hai mai visto Ayato o Raito Sakamaki?”.
“Ah intendi dire quello che ha vinto il torneo di basket e quello che è stato sospeso? Non pensavo che fossero imparentati con il preside però… cioè tra loro due si capiva fossero parenti, ma non pensavo che… Aspetta, ma quindi anche il ragazzo che è in classe nostra è fratello di quei due là? Ne sei sicura?” chiese.
Yukiyo le lanciò uno sguardo quasi di pietà:
“Non ci posso credere che hai passato già due interi anni in questa scuola e non sei venuta a conoscenza di una simile ovvietà… Sì, anche se può sembrare strano, Reiji Sakamaki è fratello di Ayato e Raito, ma anche di altri di altri tre fratelli: sono in sei in tutto, se non sbaglio” le spiegò l’amica.
“Ma non si assomigliano per niente” fece notare Michiyo, mentre proprio in quel momento entrava il suddetto ragazzo, attorniamo da un gruppetto di ragazze che continuavano a chiedergli degli esercizi “Insomma… quei due ragazzi che hai detto prima hanno gli occhi rossi e gli occhi verdi, mentre lui ha i capelli neri e gli occhi magenta non è possibile...”.
“Beh, se ti interessa tanto puoi andare a chiederglielo tu stessa, d’altronde, curiosa come sei, ne sareti anche in grado, non credi?”.
“Io? Ma figurati! E poi al momento non sono minimamente interessata a dei figli di papà come loro!”.
“Sarà...” rispose Yukiyo e l’argomento cadde. Tuttavia, Michiyo non potè fare a meno di soffermarsi qualche secondo di più sulla figura di Reiji Sakamaki, quel suo compagno di classe che finora non aveva poi notato molto. Certo, era lo studente più brillante dell’intera classe, e forse dell’intera scuola, però a parte questo stava molto sulle sue. Le uniche interazioni sociali che aveva, oltre a quelle con i docenti, erano quando qualcuno lo cercava per chiedergli degli appunti o delle delucidazioni in merito alle lezioni e lei non rientrava in nessuna delle due categorie. Non era neanche mai finita in gruppo con lui per le relazioni di laboratorio, per il semplice fatto che, dato che le sue erano praticamente perfette, tutti smaniavano per essere nel suo stesso gruppo.
In definitiva, lei non aveva mai avuto bisogno di nulla da lui e a maggior ragione lui le si era mai avvicinato: non ricordava nemmeno di avergli mai rivolto la parola e forse neanche uno sguardo. Però ora qualcosa l’aveva incuriosita e fu proprio quel qualcosa che la fece tentennare e prolungare l’occhiata verso il ragazzo, che proprio in quel momento stava sistemando i libri sul suo banco con studiata accuratezza: i suoi gesti trasmettevano un’eleganza inusuale e quasi eccessivamente controllata, anche in un gesto abitudinario come quello dell’aggiustarsi gli occhiali, ma piacevole a guardarsi. Improvvisamente però, Reiji si girò nella sua direzione, quasi avesse percepito che qualcuno lo stesse osservando e anche chi fosse e se Michiyo non fosse stata veloce a distogliere lo sguardo, molto probabilmente lo avrebbe incrociato.
Nel frattempo, il resto della classe si era già alzato per salutare il docente appena entrato nell’aula e lo stesso si affrettò a fare Michiyo, la quale, vedendo il docente, venne come colpita da un fulmine: si ricordò infatti proprio in quel momento che il giorno prima aveva dimenticato di risolvere gli esercizi di fisica assegnati per quel giorno. In pratica, nel malaugurato caso in cui fosse stata chiamata alla lavagna dal professore, avrebbe fatto una pessima figura davanti a tutti e conoscendo la sua fortuna a riguardo, poteva essere certa di una cosa: non le restava che darsi alla preghiera, pentendosi amaramente per il tempo che aveva speso la sera prima a guardare fino a pomeriggio inoltrato ‘Stranger things’ e sperando che una qualche divinità sentisse da lassù le sue suppliche.
A quanto pare però, quello non era il suo giorno fortunato, perché a venire chiamata fu proprio lei:
“Miyata Michiyo”.
Tutti gli occhi si volsero nella sua direzione e per un attimo le parve di aver perso persino la capacità di respirare, presagendo la pessima figura che di lì a poco avrebbe fatto: già fisica era una materia in cui era incapace e ora doveva anche svolgere degli esercizi che non aveva mai visto.
Con un passo da condannata a morte, Michiyo si avvicinò quindi alla lavagna e provò a risolvere il quesito di fisica, ma inutile dire che non sapeva nemmeno da che parte cominciare: dire che stava facendo una figura penosa era un eufemismo.
Si volse momentaneamente verso la sua amica, sperando in un aiuto da parte sua, ma quella scosse la testa, come a dire che nemmeno lei sapeva cosa fare, ma nel farlo l’occhio le cadde sulla figura del Sakamaki che aveva fissato prima. Aveva lo sguardo distante, rivolto verso la finestra, e sembrava quasi seccato dalla situazione, ma c’era qualcosa di strano: invece che tenere normalmente il quaderno, lo reggeva aperto in verticale, come se cercasse di suggerirle qualcosa. Effettivamente, aguzzando gli occhi, riuscì a notare che la pagina che le stava mostrando conteneva la risoluzione al problema e la cosa non potè che essere una piacevole sorpresa.
Per lo meno, anche se erano passati più di cinque minuti in cui non aveva fatto altro che osservare la lavagna sperduta, ora poteva scrivere qualcosa, sia che fosse giusto o meno.
Ovviamente però, l’esercizio era praticamente perfetto e quando finalmente le fu concesso di tornare a sedersi, cercò lo sguardo del ragazzo che l’aveva salvata, ma invano: sin da quando si era allontanata dalla lavagna, non aveva fatto altro che leggere il libro che aveva davanti o a fissare intensamente il vuoto, assorto in chissà quali pensieri.
“Lo ringrazierò durante la pausa pranzo” pensò Michiyo, mentre il professore di fisica intanto iniziava la sua lezione, che terminò nell’ora successiva.
In seguito, le altre due ore di scuola trascorsero molto velocemente, tra un’ora di storia dell’arte e una di letteratura, finché non giunse il temutissimo intervallo di mezzanotte.
“Ahh!” disse Yukiyo al trillo della campanella che segnalava l’inizio della pausa “Finalmente un po’ di tregua… Comunque, mi racconti che è successo nell’ora di fisica? Sei rimasta lì impalata per ore e poi improvvisamente...” stava chiedendo l’amica, mentre Michiyo continuava a fissare di sottecchi Reiji.
“Beh… diciamo che ho avuto un’ispirazione...” disse l’amica continuando a studiare i movimenti del ragazzo, che ora si era alzato e stava uscendo dall’aula.
Tuttavia, il suo sguardo deve essere stato fin troppo insistente, tanto che persino Yukiyo si girò nella direzione di Reiji:
“Ma che cosa stai…?”.
“Scusami, devo fare una cosa!” disse subito Michiyo, senza dare ulteriori indicazioni, alzandosi e seguendo il ragazzo che si stava allontanando dall’aula.
“Asp.. Michiyo!” protestò l’amica invano: Michiyo era già uscita e stava già inseguendo Reiji.
“Ehm… Reiji!” lo chiamò nel corridoio la ragazza avviciandosi a lui.
Questo, sentendo il suo nome, si voltò nella sua direzione e le si avvicinò fino a trovarsi di fronte a lei, sovrastandola con la sua altezza. Per la prima volta i loro sguardi si incrociarono: quelli verde chiaro di lei e quelli magenta di lui. Tuttavia, mentre in quelli di lei si leggeva solo un’immensa gratitudine, in lui c’era una freddezza e una severità tale da far immobilizzare qualunque cosa o persona guardasse.
“C’è per caso qualche problema?” chiese, utilizzando la forma più formale possibile.
Michiyo per un attimo fu perplessa sul da farsi: sebbene tutti in classe conoscessero la sua precisione e la sua bravura, non pensava che ne sarebbe stata tanto intimorita, soprattutto considerando il fatto che a trasmetterle tutto questo terrore fosse solo il suo sguardo tagliente. Dove diavolo avevano trovato il coraggio i suoi compagni di classe anche solo a parlargli?
“Forse però ha solo una giornata storta o magari deve andare in qualche posto e io gli sto facendo perdere tempo” pensò Michiyo e questo le fece prendere coraggio.
“Io… Volevo ringraziarti di persona per prima” disse allora Michiyo, mentre sentiva gli occhi del ragazzo su di sé che la scansionavano con attenzione.
Tuttavia, la risposta del vampiro fu molto diversa da quella che si aspettava:
“Ti pregherei di non fraintendere le mie intenzioni” disse, aggiustandosi gli occhiali “Non ti ho suggerito la risposta a un così banale problema per aiutarti, ma perché lo spettacolo che stavi dando era oltremodo deplorevole e sarebbe stato uno strazio per i miei occhi continuare a sopportare una simile scena… per la prossima volta, ti consiglierei di studiare attentamente e svolgere le lezioni per casa, in modo da affrontare al meglio un’eventuale interrogazione alla lavagna ed evitare simili penose situazioni. E ora, se vuoi scusarmi” disse il ragazzo e prima ancora che Michiyo potesse anche solo pensare a cosa ribattere a una simile ramanzina, se ne era già andato.
Delusa e umiliata, alla ragazza non restò che tornare indietro. Sapeva che Reiji era una persona molto rigida, bastava uno sguardo per capirlo, ma non avrebbe mai immaginato che a un ringraziamento avrebbe reagito in questo modo. A quanto pare però, era l’unica che la pensava così, perché non appena raccontò l’accaduto alla sua amica di fiducia, quella si mise a ridere della sua ingenuità:
“Ahahhahaha! Sì, effettivamente Reiji a volte può sembrare un po’ freddo”.
“Un po’?!”.
“Beh, secondo te perché non ha nemmeno un amico in classe?”.
“E tu che mi avevi pure consigliato di indagare su di lui per sapere qualcosa di più su questa scuola… Non mi avvicinerò mai più a quell’essere!”.
“Ti ricordo che sei tu quella che ha iniziato a porsi domande inutili sulla scuola… Ho solo cercato di aiutarti con quello che sapevo, dato che sicuramente tra tutti i Sakamaki è quello che è più facile che sappia qualcosa o almeno così sembra” disse.
“Ma a parte quello che gioca a basket e il donnaiolo, chi sono gli altri suoi fratelli?”.
“Ah ora sei interessata? Comunque, gli altri suoi fratelli sono uno dai capelli viola di nome Kanato che… probabilmente non conosci, ma è in classe con Ayato, quello che gioca a basket. Poi c’è un ragazzo albino e l’altro è Shu, che dovrebbe essere in classe nostra, ma se ne sta sempre nell’aula di musica”.
“Ah giusto, mi avevi detto!” annuì Michiyo.
“Non ti consiglio però di avvicinarti troppo a lui, di solito se ne sta sempre lì ad ascoltare musica e non risponde a nessuno… Se vedi che con Reiji non riesci a ottenere nulla, opterei magari per Ayato o Raito, che sono quelli con cui è più facile parlare?”.
“Ma scusami e il tizio albino o quello che si chiamava Ka-qualcosa?”.
“Kanato… Beh, diciamo che sono molto particolari...” disse “Insomma, a meno che proprio tu non debba rivolgerti a loro, è consigliabile stargli alla larga”.
“Ma li conosci di persona?”.
“Cosa? Sei fuori di testa? Tutto ciò che so è uscito nello speciale del giornalino della scuola di qualche mese fa: c’era un’intervista dedicata ai Sakamaki” le rispose l’amica porgendole la rivista.
Michiyo aprì la rivista e sfogliò svogliatamente le pagine, leggendo distrattamente qua e là: era curiosa di capire perché l’amica diceva che Kanato e l’altro ragazzo fossero così strani come diceva, ma anche di conoscere un po’ meglio questi fantomatici fratelli che a quanto pare nella scuola erano molto famosi, sebbene lei non ci avesse mai fatto caso.
Subito ad occhio notò subito le differenze di lunghezza tra le varie interviste: quelle di Raito e Ayato erano abbastanza lunghe, poi a seguire c’era quella di Kanato, che però sembrava scritta da un maniaco lunatico (cosa molto preoccupante) e quella di Shu, che era a monosillabi. Infine, la più corta in assoluto era proprio quella dell’albino, che scoprì chiamarsi Subaru, che era composta da una singola domanda e un “Tch” in risposta.
Non potè però fare a meno di dare anche una veloce lettura a quella del suo compagno di classe, che era in assoluto la più lunga di tutte, forse anche in via del fatto che fosse l’unico che usasse un linguaggio tanto formale.
Ad interromperla però fu il suono della campanella che sancì la fine della pausa pranzo:
“Dai, le ultime due ore e poi siamo finalmente libere” disse Yukiyo, stiracchiandosi e prendendo i libri. Michiyo intanto le porse la rivista per ridargliela:
“Tienila pure tu” le disse l’amica “Pare proprio che in questo momento serva più a te che a me, non credi?” le fece l’occhiolino.
“Non farti strane idee” ribattè “La mia è solo curiosità” puntualizzò, mentre sistemava la rivista nello zaino, seppur a malincuore: avrebbe voluto continuare a leggere.
“Come sempre” rise l’amica “Non saresti tu, se non fossi curiosa” disse, mentre nell’aula stava entrando il professore.
Sarebbero state due ore molto lunghe.


NOTE DELL'AUTRICE:
Allora... Premetto che lo so, avevo promesso di scrivere una storia su Raito e avevo anche pianificato di pubblicarla oggi perchè è il suo compleanno, però alla fine non ce l'ho fatta e il mio amore per Reiji ha prevalso. Così ecco qui l'ennesima storia su di lui!
In questo capitolo non ho molto da dire... spero di aver fatto una buona introduzione dei personaggi, però non ne sono del tutto sicura, quindi mi farebbe molto piacere sentire le vostre opinioni! 
Vorrei però fare un paio di precisazioni tecniche: la prima riguarda il fatto che purtroppo gli aggiornamenti di questa storia saranno molto più lenti dell'altra long "Una sposa sacrificale come tante altre" perché la storia sarà più lunga e complicata, però spero di riuscire a trasmettere quanto io tenga a questo personaggio! Inoltre, ho deciso che la storia sarà divisa per sezioni come i videogiochi (a cui sarò più fedele) e pertanto ci sarà una sezione dark, una maniac, una ecstasy e infine heaven. Insomma, un po' più lunga del solito.
Detto questo, ricordatevi di festeggiare il compleanno di Raito/Laito Sakamaki e buona quarantena a tutti!

Anna3

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Diabolik Lovers / Vai alla pagina dell'autore: Anna3