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Autore: Myra11    23/03/2020    2 recensioni
Missing moments della long fic "Can beauty come out of ashes?", totalmente Reylo ovviamente xD
[dal testo]
Non era una disturbo nella Forza, si rese conto.
Era un disturbo nella Diade.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Rey
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Rey venne da lui alla sera.
Finn e Poe gliel’avevano praticamente strappata dalle braccia appena erano atterrati, ma andava bene così.
Ora comprendeva.
Comprendeva ciò che loro rappresentavano e avevano rappresentato in passato per lei, comprendeva quel meccanismo che il destino aveva messo insieme.
Perciò, per un po’, Ben si era lasciato strapazzare da un Chewbecca terrorizzato e- fu strano ma gli fece piacere – da Maz, che lo rimproverò bonariamente per le sue azioni.
Eppure, Ben non si pentiva di nulla.
Perché Rey era tornata, ricordava e accettava tutto ciò che era.
Che erano.
«Ti amo, Ben Solo.»
Il ricordo gli fece scorrere un brivido lungo la schiena.
L’aveva detto davvero?
Sì, l’aveva detto.
Ne ebbe la conferma quando lei entrò nella stanza, e lui sentì qualcosa  incastrarsi al posto giusto.
L’aveva percepita per tutto il pomeriggio, come un’ombra presente che non poteva vedere, ma averla davanti era una sensazione completamente differente, unica e preziosa.
«Volevo venire prima, ma…»
«Non importa.» La interruppe, incapace di staccare lo sguardo da lei.
Le tese una mano, esitante, e la vide sorridere.
Le si illuminò il viso e, notando come scintillavano i suoi occhi, Ben pensò che – nonostante fosse ancora macchiata di sangue, fango e sudore – non era mai stata più bella.
Appena Rey prese la sua mano ne approfittò per tirarsela vicino e stringerla in un abbraccio che, se ne rese conto in quel momento, aveva agognato tutto il giorno.
Rey era così piccola tra le sue braccia, eppure così solida, così reale, così…sua.
«Ben, stai bene?» Gli domandò allontanandosi quanto bastava per poterlo guardare negli occhi, confusa.
Lui annuì piano, alzando una mano a sfiorarle il viso. «Pensavo di averti persa.»
Una parte della sua mente registrò che Rey era vicina, terribilmente vicina e mentre si rendeva conto della sensazione che ciò gli scatenava, si rese conto che lei non lo stava guardando negli occhi.
Gli stava fissando le labbra. «Non mi perderai mai.»
«Meglio co…»
Ancora una volta fu lei ad iniziare il contatto, interrompendolo mentre parlava.
Fu come baciarla per la prima volta.
Non c’era la tensione di una morte evitata, non c’era il peso di un gesto tragico da compiere, nessuna minaccia.
C’erano solo Rey, le sue mani sul viso, le sue labbra che lo stavano divorando.
Le strinse i fianchi, e lei lo sorprese ancora una volta: con un piccolo salto gli avvolse le gambe intorno alla vita, e lui smise di ragionare lucidamente.
Aveva perso la cognizione del tempo quando si separarono per riprendere fiato, e l’unica cosa di cui era ancora consapevole era Rey addosso a lui.
C’era qualcosa, nello sguardo della ragazza, qualcosa di ferale e bisognoso, un desiderio silenzioso.
«Sei…sei sicura?»
Lei si limitò ad annuire, le mani affondate nei suoi capelli, e Ben fu quasi tentato di porre di nuovo la domanda.
Gli sembrava incredibile, eppure non disse una parola, portando letteralmente di peso Rey verso il letto.
Prima che potesse parlare lei lo baciò di nuovo, e lui decise che le parole erano inutili e superflue.
Gli bastò un cenno con la mano per sbarrare la porta, e poi si dedicò completamente a lei.
Si prese tutto il tempo per svestirla, lentamente, incapace di realizzare completamente cosa stava succedendo, eppure affascinato da quanto Rey sembrasse incapace di smettere di toccarlo, di quanto sembrasse volerlo vicino, e non averne mai abbastanza.
Accarezzò tutte le decine, centinaia di piccole cicatrici che le ornavano il corpo, ma si fermò all’unica che era opera sua.
Si piegò a baciare quel segno, e il suo gesto strappò una risatina involontaria a Rey.
Alzò lo sguardo verso di lei con un sorriso.
«Ti amo, Rey.»
Lei gli dedicò un sorriso maliziosamente divertito. «Lo so.»
La loro prima volta fu lenta, timida e adorante.
Impararono a conoscersi in un modo completamente nuovo, senza porre freni al loro legame, inondando l’altro con un mare di sensazioni e pensieri senza un filo logico, guidati dal puro istinto.
Per la prima volta in tutta la vita, Ben Solo sentì di essere nel posto giusto al momento giusto.
Si sentì giusto, e seppe che la sua vita aveva avuto, dopotutto, un senso.
Erano due, e uno.
Erano a casa.
  
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