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Autore: Wolfirea    24/03/2020    2 recensioni
Scrutando fuori dalla finestra non poteva fare a meno di chiedersi cosa l’avrebbe attesa al termine di quella reclusione forzata
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scrutando fuori dalla finestra non poteva fare a meno di chiedersi cosa l’avrebbe attesa al termine di quella reclusione forzata.
Era un periodo estremamente difficile da affrontare, dopo due dissacranti mesi su libri e conseguenti esami non vedeva l’ora di tornare alla quotidianità.
L’università era ormai il fulcro della sua vita sociale: aveva scelto un percorso molto difficile da affrontare ma grazie al supporto e all’incoraggiamento delle magnifiche persone che erano entrate nella sua vita, aveva trovato una parvenza di equilibrio all’interno di quel mondo di geniacci, e si era perfino affezionata a quel pannello sbilenco che a momenti cadeva dal soffitto.
La sua vita si era completamente arrestata, un momento prima stava costruendo una relazione con un ragazzo magnifico, esuberante, e così divertente da infonderle positivà e leggerezza, quello dopo lui non c’era più, e lei cercava di recuperare i cocci del suo cuore ormai sparsi ovunque.
Non si era preso la briga di dirle addio e poco alla volta, cercando di accettare le circostanze, di non fallire l’ennesimo esame universitario, lei si riprese.
Sarebbe andata avanti, avrebbe conosciuto persone nuove, magari lo avrebbe rivisto per chiedergli chiarimenti, e magari le cose sarebbero tornate come prima, o forse meglio.
In ogni caso, niente poteva prepararla, almeno psicologicamente, a ciò che l’attendeva: un tempo indeterminato di stan by, pieno di momenti vuoti in cui pareva d’esser sospesi sul fiume dell’oblio.
E scostava la tenda, metteva una mano davanti al viso per il troppo sole, e poi l’apriva, cacciando la testa fuori per sentire il profumo di un’aria pulita priva d’inquinamento.
Uno smog che aveva respirato così tanto da esserne ormai pregna.
Però c’era anche quel vento — gelido, sentiva i brividi in ogni fibra del suo corpo, e allora chiudeva di scatto la finestra, prima che quest’ultima sbattesse, e si guardava intorno, chiedendosi come avrebbe occupato l’ennesima giornata priva di mansioni.
Nel giro di due settimane l’università si era adoperata per permettere agli studenti di seguire i corsi online: così ricominciò il semestre e la possibilità di occludere i suoi pensieri tristi e desolanti con nozioni nuove e affascinanti.
E nacque anche qualcos’altro in lei: quella voglia di riscoprirsi bambina, di preparare dolci, fare puzzle, leggere, guardare film, ma soprattutto il desiderio di dedicarsi a se stessa.
Perché una cosa aveva capito in quei ventuno anni di vita: sempre bramosa di compiacere gli altri, di sentirsi alla loro altezza e portata, perennemente insoddisfatta di qualsivoglia traguardo raggiunto, era arrivato il momento che la smettesse.
Doveva imparare ad amarsi, a valorizzarsi, e realizzare che forse erano proprio quegli altri a non meritare nemmeno un briciolo della sua considerazione, e finalmente aveva l’occasione per farlo: non poteva più nascondersi dietro pile di inconsistenti scuse, aveva tutto davanti ai suoi occhi e un’infinità di tempo per rinsaldare i pezzi e non permettere più a nessuno di piombare di soppiatto nella sua vita per stravolgerla. 
Così, la fuori ad attenderla c’era un intero universo che non vedeva l’ora di scoprire, persone che le volevano bene e non desideravano altro che riabbracciarla, e un’infinità di incognite che solo l’esperienza le avrebbe permesso di risolvere.
  
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