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Autore: Prickles    24/03/2020    2 recensioni
Il guerriero dragone era riuscito finalmente ad eliminare la terribile minaccia che stava per abbattere la Cina. La pace era di nuovo stata ristabilita ed il Consiglio dei Maestri del Kung Fu ritornò a governare sulla città di Gongmen.
Tutto era tornato alla normalità.
Ma una nuova profezia dell'anziana divinatrice scombussolerà i felici piani di tutti. Il ritorno di Lord Shen è stato predetto ed insieme a lui, la comparsa di una nuova figura misteriosa che determinerà le sorti dell'intera Cina.
|Storia ambientata subito dopo le vicende del secondo film, non tiene conto degli eventi di quello del terzo|
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Lord Shen, Nuovo personaggio, Po
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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CAPITOLO 1
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Cho stava facendo una passeggiata vicino al lago ricoperto di ghiaccio per poi finire per addentrarsi in un bosco, col solo martellare dei suoi pensieri come rumore in tutto quel silenzio. E man mano che Cho vi si addentrava si godeva il silenzio.
Non sembrava porsi domande sul perché quel bosco non sembrava quello vicino al lago, né perché avesse un aria tanto cupa. Con gli alberi tutti morti e secchi, avvizziti, con cespugli pieni di spine ovunque si guardasse.
Poi dopo un interminabile camminata l'uccello giunse infine davanti ad una maestosa pietra. Alta, imponente si potrebbe dire, e piena di muschio su gran parte della superficie che copriva delle scritte incise su di essa. Il tempo sembrava aver ereso anche quella piccola parte dell'iscrizione che si riusciva a vedere.
Cho fece qualche passo in avanti probabilmente nel vano tentativo di avvicinarsi meglio, prima di venir travolta da una folata di vento. Un breve battito di ciglia ed improvvisamente si ritrovò alle rive del suo lago, non più ghiacciato, ma rimasto comunque freddo..tanto freddo. Alla pavone sembrò per un momento di prendere il volo senza neanche aprire le sue ali, librandosi per qualche attimo sopra l'acqua..finché lo vide.
Qualcosa che usciva dalle profondità del lago. Un corpo, che galleggiava, seguito da un altro ed un altro ancora. Centinaia. No anzi migliaia di cadaveri che galleggiavano sull'acqua.
Poi uno di quei corpi si mosse agitandosi debolmente nell'acqua prima di voltarsi verso di lei.
Lei, che dopo qualche attimo afferrò la debole ala di quella misteriosa figura di cui non riusciva a distinguerne il volto.




Cho si alzò di scatto guardandosì attorno spaventata. Terrorizzata e senza fiato, ansimando nel buio della stanza, illuminata soltanto dalla debole luce della luna che proveniva dalla finestra.
Si trovava ancora lì, sdraiata su quel suo comodo lettino. Vicino a lei a pochi metri c'era quello del piccolo, ormai non così tanto, Ping. Aveva il respiro lento e profondo, segno che stava dormendo. Era un bene, almeno non l'avrebbe vista ridotta in quel modo.
La pavone si sentiva fradicia di sudore, lo sentiva fin sotto le sue piume la puzza, non solo del sudore ma anche dei cadaveri del suo incubo. Le sembrava di riuscire ancora a sentirli, a sentire soprattutto la fredda stretta che aveva dato a quell'uccello.
Cho sentì un venticello fresco entrare da uno spiraglio della finestra colpendole la testa. Sentiva quasi di essere un tuttuno col freddo, lei e il vento. Dopo essere rimasta al freddo per tutto quel tempo e quasi in stato di isolazione poteva dire che erano diventati intimi, il freddo e lei.
"Cho?" sentì lei trasalendo spaventata "Credevo che dormissi"
"Stavo dormendo, mi sono svegliata ora"
Sentì un debole frusciare di coperte ed anche se Cho non lo vedeva, sapeva bene che in quel momento Ping si era voltato dalla sua parte. Riusciva a percepire perfettamente il suo sguardo su di lei.
"Stai bene?" le domandò senza nascondere la sua preoccupazione. Cho si voltò a guardarlo.
In quegli anni Ping era cresciuto davvero tanto. Decisamente. Era diventato un grande forte e bellissimo cigno, proprio come desiderava tanto il padre.
Era un bene poi che la dolcezza che aveva quando era bambino fosse rimasta dentro di lui. La sua voce era così debole al buio, le sembrava quasi così irreale. Si sentiva intontita e tutti i suoi pensieri erano ancora rivolti a quello che aveva sognato.
"Si..si sto bene, io..fa freddo si. Questo vento mi ha svegliata" gli rispose accennado un lieve sorriso.
Il cigno non disse niente, limitandosi a guardarla preoccupato, e Cho aveva ben intuito che lui non si fosse bevuto la sua giustificazione.
Affatto. Ma forse aveva semplicemente capito dopo tutti gli anni passati insieme che lei non avrebbe mai rivelato facilmente ciò che le passava dentro quella testolina. Mai e poi mai. A nessuno.
"Sono contenta che...tu sia qui. Con me."gli disse infine Cho rompendo il silenzio che si era creato in quel momento. Ping la guardò per qualche istante con fare incuriosito prima di sorriderle dolcemente. "Non me ne vado da nessuna parte, Cho"
Lei ricambiò il suo sorriso prima di sdraiarsi di nuovo. Ping rimase per un pò con gli occhi aperti in silenzio per poi richiuderli dopo un paio di minuti. Cho aspettò per qualche minuto, rimanendo in ascolto, ma sembrava proprio che il cigno si fosse addormentato di nuovo.
La pavone dunque, si alzò lentamente dal letto senza fare rumore. Si vestì, indossando delle vesti più pesanti, ed uscì.
Il vento era estremamente gelido quella mattina e nonostante tutto riusciva benissimo ad oltrepassare i suoi abiti, raggiungendo le piume ormai già fredde di loro.
Camminò lentamente oltrepassando la capanna dove si era fermata per la notte col fratello fino a giungere vicino ad un vecchio e spoglio albero caduto da chissà quanto tempo. Cho si sedette sopra di esso alzando lo sguardo al cielo. ll sole non era ancora sorto e stava a malapena facendo capolino tra le nuvole, timido e piccolo, quasi insignificante rispetto alla maestosità delle nuvole grige e cupe in quel momento.
D'un tratto udì un debole fruscio. Fece un balzo all'indietro per poi scattare in avanti in attacco prima che il suo avversario parasse subito il colpo col bastone.
"Molto bene" disse il vecchio cane sorridendole. Cho si rilassò sorridendo a sua volta prima di tornare a sedersi sul vecchio tronco.
Ovviamente, sapeva già in anticipo che colui che l'aveva attaccata era il suo maestro.
Quel vecchio cane le tendeva un agguato ogni volta ed alla fin fine, Cho lo apprezzava. In questo modo aveva l'occasione di tenersi sempre pronta a difendersi se un giorno le si fosse presentato davanti un nemico vero e proprio.
Il maestro Dog si sedette accanto a lei alzando anche lui, come aveva fatto la pavone poco fa, lo sguardo al cielo. Rimasero in silenzio per molto tempo, semplicemente a guardare il sole sorgere.
"E' bellissimo non è vero?" disse infine il cane continuando a sorridere "L'alba, i colori così belli che fa vedere sono capaci di sciogliere e placare perfino l'animo più tormentato"
Cho rimase in silenzio riflettendo su ciò che aveva detto. Si, l'alba aveva sempre avuto un qualcosa di magico. Sembrava darle un pò di terpore, le dava pace appunto. Quella pace di cui Cho aveva tanto bisogno nella sua testa in quel momento.
"Maestro, posso farle una domanda?" gli domandò Cho voltandosi a guardare il vecchio cane con una strana espressione sul volto.
"Lo sai che puoi chiedermi tutto quello che vuoi mia cara" rispose lui lapidario continuando a fissare il sorgere del sole sorridendo.
"Maestro..sono sempre stata curiosa di chiederle il motivo di tutto ciò. Perché ha scelto di insegnarmi tutto quello che sa e..maestro lei da dove viene esattamente?"
Il cane continuò a sorridere senza staccare gli occhi dal panorama che aveva davanti.
"La tua giovane e pura anima era molto ma molto scossa, tormentata. Ho colto semplicemente del potenziale in te, Cho. Potenziale che non vedo il perché doveva andare sprecato" fece una pausa di qualche istante prima di voltarsi a guardarla ed aggiungere "Ho affrontato un ardua impresa ed avevo bisogno di un briciolo di pace. Sono stato per molto tempo a cercare di raggiungerla, allontanandomi il più possibile dal mondo che conoscevo."
Cho rimase in silenzio ad ascoltarlo attentamente.
"Ovviamente ben presto ho capito che scappare non mi avrebbe portato a nulla, anzi, lo sapevo già fin dal primo momento in cui ho deciso di intraprendere questa strada. Vagare da anima afflitta quale sono non mi sarebbe stato di aiuto. Tutto quello di cui ho bisogno è aspettare"
"Aspettare?"
La pavone si aspettava di tutto tranne quella parola. Credeva che quello che avrebbe detto alla fine fosse qualcosa tipo "Mai scappare dalle responsabilità, bisogna affrontare le difficoltà che ti si parano davanti con forza e coraggio". Quel vecchio la stupiva ogni giorno sempre di più.
"Esatto, aspettare. Continuare a vagare nel mio caso non serve a nulla, ciò di cui ho bisogno in quel momento è aspettare di trovare la pace, rimediando ai miei errori in un altro modo."
Cho lo fissò alzando un sopracciglio visibilmente accigliata.
Più tempo passava più faticava a comprenderlo. Non le sembrava per niente che le avesse rivelato completamente la verità. Non riusciva più a comprendere niente di lui.
La pavone era rimasta così tanto perplessa dal discorso del suo mentore strappandogli una grande e divertita risata. "Tutto il tuo interesse in questo momento non deve essere per me, ma per quello per cui sei giunta fino a questo piccolo posto sperduto."
Cho a quelle parole si rabbuiò lievemente annuendo. E il maestro era ben consapevole della forza che risiedeva nella sua allieva. La determinazione inoltre riusciva a scorgerla perfettamente in quei suoi bei occhi verdi. Brillava come non mai. Come delle radianti stelle lucenti.
"Ottimo, nel giro di qualche ora più o meno tu e Ping dovreste già riuscire a vedere uno dei villaggi che sottostanno alla città di Gong Men."
L'uccello annuì di nuovo.
"Da Gongmen prenderò una barca per raggiungere i territori della Valle della Pace" concluse lei al posto suo. Ovviamente sapeva bene come arrivarci, ciò che non comprendeva era altro.
"Maestro io tuttavia...non capisco perché passare proprio per quel territorio." disse assottigliando lo sguardo "Potevamo benissimo passare per i territori di Chang Chu e da là saremmo arrivati prima alla Valle. Perché..fare tutta questa strada e metterci il doppio del tempo. A quale scopo?"
"Tutte le risposte alle tue domande ti verranno fornite a tempo debito, le capirai da sola. Inoltre.." il maestro si alzò facendo qualche passo in avanti dando le spalle a Cho "..spesso intraprendere la via più difficile può produrre un risultato di gran lunga molto più soddisfacente"
Cho lo osservò con un espressione corrucciata stampata. Certo che quel vecchio cane era davvero ma davvero strano. Gli doveva molto davvero, ma se ci fosse stata la possibilità di levargli tutti quei discorsi strani dalla testa..beh lo avrebbe apprezzato ancora di più.
Lei odiava, detestava con tutta se stessa gli indovinelli. Non sapeva quali fossero le intenzioni del maestro, né perché voleva proprio farle prendere quella strada ma per quel che valeva, lei si fidava ciecamente di lui. Non riusciva a spiegarselo bene ma avvertiva una sorta di legame. Quel maestro le aveva insegnato molto, l'aveva aiutata tanto, ed il minimo che Cho potesse fare era ascoltare un pò delle sue dritte. Per quanto assurde fossero.
La pavone abbassò lo sguardo sospirando leggermente prima di rialzarlo e notare, con suo grande stupore, che il cane era scomparso.
Cho ridacchiò per qualche istante, scuotendo la testa mentre si alzava anche lei dal tronco. Forse a pensarci bene non doveva stupirsi così tanto delle sparizioni del suo caro e vecchio insegnante. Dopotutto, lo faceva sempre. Appariva e scompariva. Aveva smesso da tempo ormai di chiedersi la ragione. Poco le importava ed alla fin fine, lui riusciva comunque in qualche modo a trovarla. A starle vicina. Sempre.
Questo al di là del fatto che fosse anche estremamente inquietante, lo trovava oltre ogni modo rassicurante sotto un certo punto di vista. Aveva qualcuno che vegliava su di lei in qualsiasi momento, di fronte ad ogni difficoltà lui c'era sempre.
E sperava ci sarebbe sempre stato.
Dopo qualche istante Cho ritornò sui propri passi alla capanna dove aveva lasciato il fratello addormentato, che trovò sveglio e preoccupato, come sempre, della sua improvvisa sparizione. Era un bene, trovava la pavone, che ci fosse anche lui lì sempre presente con lei.
A sostenerla in ogni momento, proprio come faceva il maestro.




I due volatili ben presto e nel giro di qualche ora, come ben sapeva Cho,arrivarono alla piccola cittadinella di Chang Chu. Era un villaggio di aironi, un umile villaggio di pescatori proprio come lo era quello suo e di Ping, prima della tragedia. Non fu molto difficile trovare qualcuno che offrisse passaggi fino alla costa di Thuan, a pochi giorni dalla Valle della Pace. Quegli aironi non avrebbero di certo mai rifiutato un sacchetto di belle monete come ricompensa per il passaggio, ed anzi, erano stati in molti ad offrirsi come volontari per accompagnarli.
Cho scelse a caso, ovviamente, tra tutti non sapeva proprio chi scegliere e si era affidata semplicemente a quello che le diceva il suo istinto. Sembravano esserci dei festeggiamenti in corso, lì non molto lontano alla città di Gongmen e gran parte della popolazione del villaggio era andata a parteciparvi. Da quanto aveva capito si celebrava la grande sconfitta di un tiranno, uno descritto da tutti come un folle, che voleva conquistare tutta la Cina. Non che alla fine certe cose importassero molto a Cho, alla quale giungevano sempre tardi notizie del genere. Soprattuto dove vivevano prima lei e Ping, lì in quel posto sperduto della Cina chi mai andava ad informarli di cose del genere a tutti quei poveri contadini.
Cho inoltre si trovava lì per una ragione ben precisa e non aveva assolutamente tempo da perdere in chiacchere o altro, lei e Ping dovevano riuscire a portare a termine il compito assegnatoli.
I due fratelli non ci misero molto nemmeno a trovare un posto dove dormire. Con tutta la festività ancora in corso Ping non aveva fatto fatica a riuscire a trovare per entrambi un motel con ancora dei posti dispobili e poco caro.
Una volta dentro la loro stanza Ping si addormentò quasi subito e a Cho venne quasi un moto di tenerezza a guardarlo. Era stremato. E lei sperava davvero di riuscire ad arrivare il prima possibile alla Valle della Pace, al Palazzo di Giada.
Lì senz'altro, avrebbero saputo aiutarli come le aveva ben riferito il maestro.
Cho scostò una piuma che le era andata a finire sopra uno degli occhi per poi notare un poco sorpresa che si era staccata dalla sua testolina. Forse non se la doveva grattare così tanto per il nervosismo. Era abbastanza ovvio che le sue piume ne avrebbero risentito.
La pavone osservò attentamente la piuma che aveva sulla sua ala. Non si era mai fermata a guardare una delle sue piume così da vicino. Ammetteva che, col tempo la sua autostima era migliorata molto, ed ora non vedeva solo un insignificante piccola piuma come avrebbe visto la lei di quindici anni fa. Ma vide una piuma abbastanza bella, colorata e delicata. Il piccolo simbolo impresso su di essa inoltre ricordava vagamente quello di una farfalla e questo le piacque molto. Se ci pensava il suo nome in cinese significava per l'appunto farfalla, una farfalla libera e pura come il suo maestro non mancava di dirle ogni volta.
Forse questo era uno di quei bei motivi della lista dei pro, per cui vivere all'infuori del suo villaggio era una buona idea. Si sentiva meglio nonostante tutto, stare fuori dal suo villaggio e lontano da quei sgradevoli uccelli migliorava di gran lunga il suo stato d'animo. Decisamente.
Si avvicinò alla finestra aperta e la lasciò cadere, lentamente e piano piano la piuma fece una serie di volteggi in aria andando lentamente verso il basso.
Cho rimase a guardarla come se fosse incantata per un bel pò di tempo prima di notare qualcosa di strano vicino alle rive del lago. Non c'era nessuno vicino a quelle vecchie barche di pescatori, nessuno oltre a lei appoggiata con le sue ali alla finestra del primo piano del motel, ad osservare una cosa galleggiare sull'acqua fino ad arrivare alla riva.
Lei alzò lievemente un sopracciglio mentre assottigliava lo sguardo cercando di capire di che cosa si trattasse ma inutilmente. Eppure da lontano non sembrava essere nulla di buono, dava quasi l'idea di essere...
Cho rabbrividì, improvvisamente scossa da dei fugaci ricordi e moti di pensieri tutti riguardanti l'incubo che faceva spesso da più di un mese. Tanti cadaveri, uno solo che sembrava essere rimasto in vita mentre si voltava a guardarla.
L'uccello spalancò le sue ali alzandosi in volo e planando rapidamente proprio vicino alla misteriosa cosa.
Beh, più che cosa, qualcuno. Perché proprio lì, davanti alle zampe di Cho, si trovava un bellissimo pavone bianco.







 
Note dell'autrice:
Ma salve a tutti miei cari! Si avevo intenzione di pubblicare questo capito molto ma molto prima, ma ho avuto tanti tanti ripensamenti. In qualche modo cancellavo e riscrivevo, cancellavo e riscrivevo. Non mi convincevano varie cose ma alla fine credo che tutto sommato posso ritenermi soddisfatta per il capitolo. Mi ero promessa di farlo un pò più lungo e che posso dire...l'intenzione c'era xD mi dispiace.. ma concludendolo in questo modo creo anche molta più suspance, non trovate anche voi? xD
Non mi dilungherò oltre, non ho molto da dire se non ringraziare nuovamente chi segue questa storia e chi magari deciderà di lasciare una piccola recensioncina :3 mi farebbe davvero molto piacere sapere che ne pensate.
Intanto vi saluto, mi scuso per gli errori grammaticali che troverete e spero che il capitolo vi sia piaciuto almeno un pò.
A presto!

Prickles
   
 
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