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Autore: TheManiae    24/03/2020    0 recensioni
Shauna Vayne è la cacciatrice più letale di tutta Runeterra.
I mostri e i demoni nelle tenebre sussurrano il suo nome con paura.
Qualcuno però lo sussurra con rabbia.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La foresta era silenziosa, la notte serena, la luna piena che risplendeva nel buio. Il momento perfetto per cacciare.

Correva nel sottobosco, seguendo la scia di rami distrutti e impronte a terra. La creatura non stava cercando di nascondersi, non stava cercando di tenderle un agguato. Stava fuggendo da lei, e questo la faceva sorridere.

Raggiunse l'ingresso della caverna in mezzo al bosco. Tracce di sangue nerastro macchiavano le pareti di pietra e si addentravano nelle tenebre. Una persona normale avrebbe avuto timore, ma Vayne conosceva l'oscurità meglio di chiunque. 

Entrò nella caverna e si inoltrò nelle sue profondità. Gli occhialini rossi le permettevano di vedere nel buio, dove i suoi nemici si nascondevano e dove lei li uccideva. C'erano molti corridoi laterali, bocche spalancate che si aprivano nella roccia, ma la traccia di sangue la guidava nella giusta direzione.

"Il sangue non mente" le aveva detto un tempo quella donna. No, non era una donna, era un mostro che fingeva di essere una persona. Tuttavia i suoi insegnamenti le erano stati utili, e Vayne era stata abile ad imparare.

Si bloccò all'improvviso. Un suono era risuonato attraverso le caverne, un ringhio bestiale, pieno di rabbia e odio, ma c'era dell'altro. Era paura, paura che gli animali trasformavano in furia per difendersi. La creatura aveva paura di lei, ed era questo che lei desiderava.

La trovò all'interno di un'ampia stanza naturale. Due occhi verdi brillavano tra le stalagmiti, mentre qualcosa di denso gocciolava a terra. Le pupille da rettile la fissavano con odio, simili a pugnali neri avvolti da fiamme smeraldine, e un ringhio fece tremare l'intera caverna.

«Lasciami in pace, cacciatrice.» La voce della mutaforma appariva distorta e animalesca, ma era certamente una voce di donna. «Ti ucciderò se ti avvicini.»

Le labbra di Vayne si piegarono in un sorriso. Poteva sentire il dolore nelle parole del mostro. «Il mio regalo ti ha fatto male, non è vero?»

La risposta giunse come un ringhio e un dardo metallico lanciato a terra, coperto di sangue nerastro. «Te lo dirò un'ultima volta cacciatrice: Vattene o ti ucciderò.»

Vayne non disse nulla. Si limitò a caricare un dardo nel balestrino da polso.

Un ruggito mostruoso fece tremare l'intera caverna e la creatura scattò verso di lei. Era grande e forte, ma il dolore ne rallentava i movimenti, e Vayne riuscì ad evitare i letali artigli con un balzo. Una semplice pressione della mano e il il balestrino scattò.

«Maledetta...» mormorò il mostro, strappandosi il dardo dalla spalla e scagliandolo via, per poi tornare all'attacco. La cacciatrice notturna si mosse agile come una ballerina, danzando tra le artigliate e i morsi della sua avversaria, sorridendo mentre sentiva la sua rabbia crescere.

L'ultimo attacco la lasciò esposta, e come un predatore esperto, Vayne colpì. Il dardo argentato sembrò brillare per un istante nelle tenebre prima di conficcarsi nell'occhio della creatura, esplodendo in una fontana di sangue. Un grido vibrò tra le stalagmiti e lungo la schiena della donna. Il suono del dolore, il suono della paura.

Amava quel suono.

Il mostro arretrò, coprendosi l'occhio cieco e sanguinante con la zampa. Avrebbe voluto fuggire, ma la cacciatrice bloccava l'uscita, e in quella stanza non c'erano altri passaggi. «Lasciami andare... non sono stata io...»

Vayne non rispose, ma fu la su arma a parlare. Imbracciò la balestra pesante che portava sulla schiena e scaglio un dardo enorme. La mutaforma fu troppo lenta e fu scagliata contro il muro, il proiettile lungo e largo quanto un braccio umano che la impalava all'altezza del petto.

La cacciatrice si avvicinò lentamente, godendosi la vista della creatura che si dimenava, tentando di liberarsi, le zampe che si bruciavano mentre stringevano l'asta di argento purissimo.

«N-No... giuro che non sono stata io... non ho ucciso io quei bambini...» gemette, con una voce molto più umana, mentre lacrime di sangue le colavano dagli occhi.

Vayne si chinò su di lei e le rivolse un sorriso. «Anche se fosse, non mi interessa.» La corda del balestrino scattò un ultima volta, e la Demaciana si gustò appieno la visione di quegli occhi che si spegnevano. 




 

Uscì dalla caverna con le mani sporche di sangue scuro. Ora che si trovava all'aria aperta riusciva a sentire meglio il proprio odore, che le fece rivoltare lo stomaco. «Puzza di bestia...» mormorò disgustata, mettendosi in cammino verso il villaggio. Aveva bisogno di un bagno caldo e di qualche ora di riposo prima di riprendere con la caccia.

«Ci siamo divertiti eh?» chiese una voce alle sue spalle. Si voltò di scattò e scagliò un dardo, che si conficcò nel tronco di un albero. Non c'era nessuno, ma lei sentiva una presenza attorno a se, qualcosa di molto diverso da un semplice mutaforma. Che potesse essere Lei?

«Fatti vedere, demone!» gridò Vayne, voltandosi di continuo, non riuscendo a capire dove fosse. Le dita le tremavano per l'eccitazione. Finalmente avrebbe ucciso quella maledetta!

«Dovresti stare attenta alle tue spalle.» La voce giunse vicinissima, proprio sul suo orecchio. Si voltò appena in tempo per vedere un sorriso mostruoso e strani occhi grigi che svanirono nell'aria.

«Non provare a nasconderti, maledetta! Mostrati e fatti ammazzare, cagna demoniaca!»

«Sono qui, ma non sono una cagna.»

Si voltò e scagliò il dardo prima ancora di vedere la figura seduta su una pietra, mirando alla testa, restando sorpresa nel vederla afferrare il proiettile tra due dita senza nessuna apparente fatica. Inoltre, si accorse che non era la demonessa. «Cosa sei?» chiese, caricando un altro colpo.

L'essere si alzò in piedi. Indossava un lungo mantello bianco, chuso da una spilla a forma di occhio, e aveva le sembianze di un ragazzo dai capelli ricci e scuri, con indosso una corona dorata sulla quale splendeva un occhio violaceo e verticale. «Non ne sono sicuro nemmeno io, ma in fondo chi è sicuro di sapere cosa realmente è?» Si avvicinò lentamente, con il lungo mantello che strusciava a terra. «Ad esempio, tu che cosa sei, Shauna Vayne?»

«Sono la donna che ti manderà all'altro mondo, demone.» Il dardo scintillò nel buio e si conficcò nella fronte del ragazzo. Si aspettava che cadesse a terra morto, ma lui si limitò ad osservare l'asta metallica che sporgeva e a togliersela con un gesto distratto. La ferita brillò di luce viola prima di chiudersi.

«Dici di essere una cacciatrice, eh?» mormorò, rigirandosi il dardo tra le dita, prima di scagliarlo verso Vayne come se stesse lanciando una freccetta. La cacciatrice sussultò più per la sorpresa che per il dolore quando sentì la punta metallica conficcarsi nel ginocchio, facendola cadere a terra. «Io vedo solo un mostro che caccia altri mostri.»

«Schifoso demone...» esclamò lei a denti stretti, in parte per il dolore e in parte per la rabbia. Come osava dirle una cosa del genere? «Non osare definirmi mostro...»

Una risatina rieccheggiò tra gli alberi, nel vento e nelle tenebre attorno a Vayne, fin dentro le sue ossa. «E secondo te che cos'è un mostro?»

«Una creatura nata dalle tenebre, che uccide innocenti per il proprio sadico divertimento. Esseri malvagi che vanno sterminati fino all'ultimo.»

«Mhh.» Il ragazzo guardò in direzione della caverna. «Quella donna era innocente, non aveva mai torto un capello a nessuno. Il vero assassino in questo momento sta fuggendo verso un'altra città, a uccidere altri bambini»

«Era un mostro. Andava uccisa comunque.»

Gli occhi grigi del ragazzo parvero diventare più scuri. Si chinò e la afferrò per il mento, fissandola con uno sguardo che le fece venire i brividi lungo la schiena. «Proprio come Frey, non è vero?»

Vayne spalancò gli occhi. Da quanto tempo non sentiva quel nome? «Come sai...»

«Quella donna ti ha accolta, ti ha addestrata, ti ha voluto bene. E tu l'hai tradita.»

«Lei ha tradito me!» esclamò con rabbia. «Mi ha ingannato per anni! Mi ha fatto credere di essere umana, quando non era altro che una strega e un mostro!»

«E dopo di lei le tue mani si sono macchiate del sangue di centinaia di creature, alcune dei quali innocenti.»

Vayne strinse i denti e sollevò il mento, fissandolo dritto negli occhi. «Vuoi uccidermi allora? Fai pure, non temo la morte.»

La risata del ragazzo non era minacciosa, non era nemmeno di scherno o di rabbia. Sembrava la risata di un bambino, la più terrificante che Vayne avesse mai sentito. Lo sguardo folle nei suoi occhi le fecero venire un brivido lungo la schiena.

«Ucciderti? Oh no cara.» Mentre parlava, lei notò come i suoi canini si allungassero, diventando simili a zanne di un serpente. «Credi davvero che la morte sia la cosa peggiore che io possa farti?»

Quando le zanne penetrarono nel suo collo, Vayne urlò.




 

Gli anni passarono, e la storia di Vayne la cacciatrice divenne sempre più simile a un mito. In molti raccontano che sia morta valorosamente, combattendo contro un mostro diverso da qualsiasi altro. Altri dicono che abbia attuato la sua vendetta e sia sparita, a vivere una vita serena lontano dalla caccia.

E mentre queste storie vengono narrate alla luce del giorno, sotto la luna una creatura grida e si dispera, intrappolata all'interno di una caverna in mezzo ai boschi, condannata a una forma mostruosa e a non poter mai morire.




 

Si nota che Vayne mi sta particolarmente sui boccini, vero?
Vayne appartiene a League of Legends.
Il ragazzo misterioso appartiene a me.

-La follia mi scorre nelle vene.

   
 
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