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Autore: Feder122    24/03/2020    1 recensioni
Dopo la sconfitta di Xehanort, tutti gli eroi della luce hanno ricominciato (o nel caso del nostro protagonista, hanno finalmente cominciato) a vivere una vita normale. Ma per godersi questa nuova vita, Roxas deve definitivamente chiudere i conti con il passato.
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Isa, Lea, Riku, Roxas, Xion
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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I raggi di sole del primo mattino si fecero strada attraverso la finestra della camera di Roxas e gli illuminarono il volto. Il ragazzo aprì gli occhi e scese dal letto, per poi andare in cucina, aspettandosi di trovare lì Isa. Siccome entrambi si svegliavano spesso molto presto, fare colazione insieme era diventata una loro tradizione. In effetti, il biondo vide Isa intento a sorseggiare il suo caffè mattutino, ma, con sua sorpresa, egli notò anche la porta di casa che si chiudeva.
“Buongiorno Roxas.” Disse Isa.
“Giorno Isa...ma la porta era aperta o me lo sono immaginato?”
“Sì, Xion è appena uscita.”

“Dove sta andando?”
“Alle isole del destino.”
“Cosa?! Perché è andata lì?!”
“Doveva incontrare Riku per...” Isa si interruppe quando alzò lo sguardo e vide il volto di Roxas. Il corpo del ragazzo si era irrigidito ed egli stringeva i pugni con tale forza che si conficcò le unghie nel palmo e cominciarono a scendere goccioline di sangue. Ma ciò che lasciò Isa stupito furono i suoi occhi, identici a quelli che Roxas aveva il giorno che si era unito all'organizzazione. Il biondo si voltò e tornò in camera sua, silenzioso come una tomba.

Quando Lea si svegliò e uscì dalla sua stanza notò qualcosa di insolito. Il suo amico dai capelli blu era immobile di fronte all'entrata della camera di Roxas. Lea vide Isa portare un paio di volte la propria mano vicino alla porta del ragazzo, senza però bussare.
“Ehi Isa, ti sei dimenticato come si apre una porta?”
Il ragazzo sospirò.
“No Lea, è che...”
Isa interruppe bruscamente la sua stessa frase e abbassò lo sguardo.
“Tu e Roxas avete ligato?”
“No...però l'ho messo comunque di cattivo umore. Mi è sembrato che avesse bisogno di qualcuno con cui parlare, ma...”
“Ma le parole non sono il tuo forte, vero?”
“Ho paura di peggiorare le cose...”
Lea si avvicinò all'amico, mise una mano sulla maniglia della porta di Roxas e sorridendo disse: “Il solo fatto di entrare lì dentro e ascoltarlo farà più bene di qualsiasi cosa stupida o indelicata che tu dica possa fare danni.”
Lea abbassò la maniglia e mise una mano sulla spalla di Isa.

“Io vado a fare colazione.” ed il ragazzo dai capelli di fuoco andò verso la cucina.
Isa spalancò la porta della camera che Lea aveva leggermente aperto ed entrò. Roxas era sdraiato sul letto con la faccia rivolta verso il muro.
Dopo qualche secondo di silenzio, Isa chiese:
“Ti senti bene?”
Il ragazzo non rispose.
“Ok, non ti senti bene...dunque, perché sei così arrabbiato.”
Ancora un silenzio di tomba, Roxas non dava segni di vita. Isa sospirò: “Ascoltami...dopo tutto quello che ti ho fatto passare quando eravamo nell'organizzazione, è normale che tu non voglia confidarti con me...ma adesso voglio sostenerti nel momento del bisogno. Guardami in faccia e dimmi cosa c'è che non va, se pensi di poterti lasciare il passato alle spalle.”
Alle parole di Isa seguì un breve periodo di silenzio, che venne rotto da Roxas:
“Smettila di dire idiozie, sai bene che ti ho già perdonato. Quello che deve imparare a lasciarsi il passato alle spalle sei tu. Grazie a Sora abbiamo tutti una nuova vita di pace e tranquillità, quindi non sprecarla tenendo il broncio.”
Un sorriso comparve sul volto di Isa.
“Non penso che tu sia nella posizione giusta per criticarmi.”
Roxas si voltò e il suo sguardo si posò sullo specchio che aveva vicino alla porta.
“Suppongo che tu abbia ragione.”
“Quindi...ti piace Xion.”
“Eh...credo di non poterlo negare a questo punto.”
“E non riesci ad accettare che lei si veda con un altro ragazzo, perché sei geloso.”

Roxas a questo punto si mise seduto sul letto.

“Non posso certo impedirle di vedersi con un altro. Ma perché, tra tutti i ragazzi di tutti i mondi esistenti, deve scegliere proprio Riku?! Lo stesso che l'ha convinta a rinunciare alla propria vita per risvegliare Sora, lo stesso che mi ha impedito di salvarla e ha aiutato Ansem il grande saggio dei miei stivali a intrappolarmi in una finta Crepuscopoli solo per farmi fuori. Per colpa sua io dovrò vivere tutta la mia vita con il ricordo del giorno in cui l'ho uccisa. Ma a Xion non importa niente dei traumi e della sofferenza che Riku ci ha causato, perché lui è bello e muscoloso! Ma cosa ci trovano le ragazze in lui!? Sarebbe morto nel castello dell'oblio se non fosse stato per l'aiuto di Naminé e lui l'ha ringraziata abbandonandola in quel posto e alleandosi con l'uomo che l'ha tenuta prigioniera e sfruttata per quasi un anno! Però lui è il grande Riku, l'unico e il solo, quindi appena Naminé è tornata in vita gli è subito saltata addosso! Lei e Xion sono solo due sciacquette a cui sta bene essere maltrattate e il pensiero che Riku le faccia soffrire mi rende felice, buon per loro, se lo meritano!”
Roxas a questo punto scese dal letto e cominciò a camminare verso la porta, con lo sguardo a terra e i pugni serrati. Isa lo afferrò per un braccio e gli disse:
“Roxas, non dovresti...”
“No Isa, non è che non dovrebbe, non deve proprio permettersi di parlare in questo modo delle sue amiche.” Lo interruppe Lea, che si trovava alle sue spalle, con la schiena appoggiata al muro.
“Volevo evitare di intervenire, ma non ho intenzione di stare nascosto mentre parli male di Naminé e Xion. Non puoi chiamarle sciacquette soltanto perché a loro piace un altro ragazzo.”
Roxas non voleva prendersela con il suo amico, ma non poteva più trattenere la rabbia. Per sfogarsi, iniziò a prendere a calci il suo armadio. Isa lo fermò afferrandogli il braccio.
“Roxas calmati. Naminé ha preferito Riku a te, questo oramai devi accettarlo. Ma Xion...beh, io non mi intendo molto di queste cose...però non mi è sembrato che fosse innamorata di Riku.”
“Ma se mi hai detto che si è svegliata all'alba solo per andare a trovarlo!”
“Non mi hai lasciato finire, dovevano incontrarsi soltanto perché Riku ha bisogno d'aiuto per organizzare la festa di compleanno di Kairi.”

“Oh...” fu tutto ciò che riuscì a dire Roxas, per poi liberarsi dalla presa di Isa.
“Vedi Roxas,” intervenne Lea “quando ci sono di mezzo i sentimenti e le persone a cui teniamo, spesso veniamo sopraffatti da paure irrazionali che scaturiscono dalle nostre insicurezze. E nel tuo caso, direi che ci sono di mezzo pure i rimpianti e i conflitti del passato.”
Il ragazzo dai capelli rossi si avvicinò al suo amico biondo, si mise in ginocchio di fronte a lui e posò entrambe le mani sulle sue spalle.
“Proprio come hai detto tu stesso ad Isa, non possiamo permetterci di sprecare questa seconda opportunità vivendo nel passato, sarebbe irrispettoso nei confronti di coloro che ci hanno permesso di averla. Nel profondo del tuo cuore, tu sai di non poter davvero incolpare Riku per quello che è successo, perché al posto suo tu avresti fatto lo stesso per me o per Xion. Riku è soltanto un capro espiatorio per te, un bersaglio su cui scaricare tutta la tua frustrazione. La persona che davvero non riesci a perdonare è colui che non ha potuto proteggere Xion.” Lea si interruppe per un secondo, singhiozzò, si asciugò una lacrima che stava scorrendo sulla sua guancia e poi ricominciò a parlare: “Ma devi capire che sei l'unico a pensarla così. Xion sa che hai combattuto come un leone e che hai messo a rischio la tua vita cercando di salvarla e ti è grata per questo.”
Per Roxas, divenne impossibile trattenere le lacrime. Singhiozzando, il ragazzo disse: “Hai ragione, sono un idiota! Io...io...non so neanche come esprimerlo, ma...io sto male! Cosa dovrei fare per sentirmi meglio? Io non lo capisco!”
“Te lo dico io Roxas. Devi seppellire l'ascia di guerra con Riku, lasciare andare Naminé, trovare la forza di perdonare Ansem il saggio e dichiararti a Xion. Io ed Isa sappiamo che il tuo cuore è abbastanza forte da permetterti di farlo.”
“Vi ringrazio...” e il ragazzo si congedò per andare in cucina.

Isa si avvicinò a Lea e gli chiese: “Allora, come sono andato?”
“Eh, ti do un sei e mezzo su dieci, ma è anche vero che parlare con lui può essere difficile.”
“E dire che ti ritenevo il più immaturo in questa casa.”
“Non capisco cosa possa averti dato questa idea.” Rispose Lea sorridendogli e lanciandogli contro il cuscino di Roxas.

 

Dopo aver mangiato, Roxas si vestì e uscì di casa. Il suo primo pensiero fu: “Ok, isole del destino, arrivo.”

Il ragazzo iniziò a camminare, ma si fermò quando udì una voce familiare.
“Ehiiii Roxas!”
Il ragazzo si voltò e vide il suo amico Hayner avvicinarsi.
“Ciao Hayner, come stai?”
“Tutto apposto. Ti va di venire a casa mia? Ho comprato quel nuovo videogioco, ending fantasy XV, lo hanno rimandato per anni ma finalmente è uscito.”
“Mi piacerebbe, ma devo andare.”
“Uh, dove?”
“In un altro mondo.”
“C'è un'emergenza?”
“No, devo solo...risolvere delle faccende personali.”
“Pensavo che quella ragazza con i capelli blu vi avesse proibito di viaggiare per...”
“Non è proibito andare in un altro mondo, finché non riveliamo loro da dove veniamo. Aqua è semplicemente troppo fissata con le regole.”
“Capisco...allora proveremo questo gioco un'altra volta. Ciao.”

Appena Hayner si voltò e cominciò a camminare, Roxas lo fermò.
“Aspetta, devo chiederti una cosa.”
Il ragazzo si girò nuovamente e disse: “Spara.”
“Ecco...tu hai già...avuto delle ragazze, giusto?”
“Sì.”
“Come hai fatto a...dichiararti?”
“Beh, ho semplicemente detto loro quello che provavo.”
“Non avevi paura di rovinare tutto?”
“Beh, non penso sia possibile sbagliare qualcosa in queste situazioni. Devi solo parlare con la ragazza che ti piace e spiegarle cosa provi. Non puoi non sapere cosa c'è dentro il tuo cuore.”
“Sì...hai ragione. Grazie Hayner.” Disse Roxas mentre si allontanava correndo.
“Non c'è di che.” Gli rispose l'amico. “Buona fortuna!”

 

 

Roxas atterrò alle isole del destino. Dopo essere sceso dalla sua gummiship, il ragazzo commentò: “Certo che re Topolino fa i regali di Natale migliori.”
Egli cominciò a guardarsi intorno. Si trovava nella zona dove tutti i guardiani della luce si erano riuniti per festeggiare dopo la sconfitta dell'organizzazione. Non avendo idea di dove si trovassero Riku e Xion, Roxas cominciò a camminare sulla riva della spiaggia. Mentre si guardava intorno, il ragazzo udì una voce femminile alle suo spalle.

“Ciao Roxas. Come mai sei qui?”
Il ragazzo si voltò e vide una sua conoscente dai capelli rossi seduta sul molo. Il suo sguardo era rivolto verso l'orizzonte, la sua voce era malinconica e simile a un sussurro.
“Oh, ciao Kairi. Sono qui perché devo parlare con Xi...Riku, ho bisogno di vedere Riku.”
“Oh, dovrebbe essere dall'altra parte dell'isola. Per arrivarci devi attraversare quella porta di legno.”
“Capisco, grazie.”

Roxas si voltò e cominciò a camminare, ma arrivato davanti alla porta fece retromarcia. Tornò indietro, salì le scale di legno, raggiunse Kairi sul molo e si sedette vicino a lei.
“Per te è più dura che per chiunque altro, giusto?”
Kairi rimase muta, ma abbassò lo sguardo e la sua espressione passò da totalmente apatica a incredibilmente rammaricata. Roxas distese la sua mano sinistra verso il mare e fece comparire il portafortuna.
“Questo keyblade...è un prova del forte legame che vi legava sin da piccoli. L'ho visto nei ricordi di Sora, glielo hai regalato prima che andasse ad affrontare Ansem. Io ho potuto impugnarlo grazie ai sentimenti che provo per Xion, ma l'ho ottenuto soltanto quando l'ho persa, quindi capisco cosa stai passando. Vorrei potervi ridare quel legame, vorrei poterti ridare questo keyblade, vorrei poterti ridare Sora. Tempo fa avevo accettato di farlo, ma quello stupido ha comunque deciso che un nessuno come me meritava di esistere.” Roxas spostò il suo sguardo dal volto di Kairi al panorama che si estendeva davanti a loro. “Sai...oggi, grazie al supporto di alcuni amici, ho deciso di chiudere i conti con il passato una volta per tutte. E se può farcela uno come me, puoi farcela anche tu. Certo, sei in una posizione ben peggiore della mia, ma tu puoi farlo, perché anche se la sua assenza ti fa soffrire, il ricordo che hai di lui sarà la chiave che ti permetterà di aprire la porta della felicità.”
A questo punto Roxas vide Kairi avvicinarsi lentamente, posare le proprie mani sulla sua schiena e appoggiargli la faccia contro il petto. Roxas fece sparire il portafortuna e ricambiò l'abbraccio. Subito dopo, la ragazza si alzò in piedi. Dai suoi occhi cominciarono a scendere lacrime e disse, con voce rotta:
“Perdonami Roxas, è solo che...lui era sempre il primo ad accorgersi quando ero triste e riusciva sempre a trovare le parole giuste per consolarmi. Ho voluto far finta, almeno per un breve istante, che lui fosse ancora qui. Temo di non essere abbastanza forte da dimenticare il passato come te.”

Roxas si alzò in piedi a sua volta, posò delicatamente una mano sulla spalla di Kairi e disse: “Non devi dimenticartene, devi aggrapparti ai ricordi per permettere a Sora di continuare a vivere nel tuo cuore.”
“Roxas...grazie, hai ragione.”
I due ragazzi si separarono e Roxas, dopo aver camminato per pochi minuti, intravide finalmente Riku. Il ragazzo dai capelli bianchi era davanti a lui, con Naminé al suo fianco. Entrambi gli stavano dando le spalle e guardavano l'orizzonte tenendosi per mano, con Naminé che poggiava la testa sul braccio di Riku. Roxas riuscì a intravedere una scintilla di fronte a loro e intuì che si trattava della gummiship di Xion.
“Cosa dovrei fare?” Pensò Roxas. “Non vorrei disturbarli, forse è meglio tornare in un altro momen...no, se inizio a trovare scuse adesso, non risolverò mai niente.”
Roxas fece un passo in avanti, poi indietreggiò quando Riku e Naminé si baciarono. Di nuovo, si disse che quello non era il momento giusto per intervenire, ma, prima che potesse allontanarsi, Riku disse qualcosa e Naminé se ne andò. Senza voltasi, il ragazzo dai capelli bianchi disse: “Sai...ho sempre trovato la vita da isolano estremamente monotona e quindi mi fa piacere ricevere una visita di tanto in tanto, ma stare in silenzio a fissare me e Naminé è un po' inquietante.”
“Come hai fatto a...”
“Ti sei scordato che posso percepire l'oscurita in ogni sua forma?” Chiese Riku subito prima di voltarsi.
“Quindi...” e Roxas fece un paio di passi avanti “...riesci a immaginare perché sono qui?”
“Temo di sì...” e anche Riku si avvicinò al suo interlocutore.

Entrambi piegarono le gambe e iniziarono a fissarsi.
“Non ti chiederò di perdonarmi, anche perché so bene che non sei venuto fin qui per questo. In realtà, neanche tu sai bene cosa vuoi da me, ma senti che questo sia il modo giusto per ottenerla, dico bene?”

“Dici benissimo, ma come mai tu mi sembri compiaciuto della cosa?” Chiese Roxas evocando lontano ricordo e portafortuna.
“Perché prevedo che sarà divertente.” Rispose Riku impugnando cuore impavido.

   
 
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