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Autore: Dolceninfa    24/03/2020    2 recensioni
Sasuke è un uomo di trentacinque anni alle prese con la sua carriera ed una figlia adolescente. Nulla va male nella sua vita che sembra seguire dei binari preimpostati, fino a quando una sera accade qualcosa che lo sconvolge. La perdita del padre fa riaffiorare spiacevoli ricordi e per la prima volta diventa vulnerabile.
Una vita perfetta scombussolata da qualcosa di imprevedibile.
"Si voltò frettolosamente, l'espressione del viso pungente, quando finalmente i suoi occhi neri incontrarono quelli dell'uomo accanto a lui. E si bloccò, come se avesse perso la parola. Nemmeno il cielo nelle sue giornate migliori aveva un azzurro così bello ed intenso."
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Altri, Boruto Uzumaki, Naruto Uzumaki, Sarada Uchiha, Sasuke Uchiha
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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C’è uno spettacolo più grandioso del mare, ed è il cielo, c’è uno spettacolo più grandioso del cielo, ed è l’interno di un’anima.
(Victor Hugo)

 

 

Caos. Nella sua testa, in quel locale. Le dita pallide ed affusolate strinsero il bicchierino, riempito di quel liquido ambrato che in molti bramano nei momenti di disperazione o anche solo per un po' di brio. Chinò il capo all'indietro, versando tutto il contenuto nella cavità orale. A quell'invasione sentiva le pareti della gola bruciargli, eppure ancora non bastava.

-Ohi Sas'ke, vacci piano. Non vorrei doverti portare in braccio- Si lamentò Suigetsu, l'amico con cui era giunto in quel locale.

-Tsk...

Non commentò oltre. Si apprestò ad afferrare un altro bicchierino, già preparato come su sua richiesta e a ripetere l'esatta azione di prima. Scosse un po' il capo questa volta. Quell'ulteriore ondata alcolica stava sortendo maggiore effetto su di lui. Vide il compagno sollevare le mani, in un moto di incredulità e esasperazione, allontanandosi, scuotendo il capo per la mancanza di considerazione nel suo avvertimento. Il suono della musica prese a rimbombare nelle sue orecchie, nel suo petto, persino nei ricordi, mentre le luci psichedeliche servivano a confondergli ancora di più le idee. Era là solo da una mezz'ora e già si era pentito di aver acconsentito a quella follia. Era un trentenne oramai, non più un ragazzino, un rispettabile dirigente e per giunta un padre, non poteva lasciarsi andare a simili leggerezze.

E' solo una sera, che male può farmi? Si ribellò la mente, come se una parte di sé provasse a combattere la sua indole severa e rigida. Piegò la testa, poggiandola sul palmo della mano, mentre le dita prendevano a giocare con i suoi capelli. Si sentiva così vulnerabile, così debole mentre fissava il bancone su cui erano posati i bicchierini ormai vuoti.

Forse ho esagerato. Si rese conto da sé di iniziare a non avere più controllo. E proprio per quella vulnerabilità, alcuni ricordi che solitamente era capace di scacciare, subentrarono prepotentemente nella sua mente e fu incapace di ignorarli.

 

“Suo padre lo fissava disgustato. Quell'espressione non gliel'aveva mai vista sul volto. Non che fosse il suo figlio preferito. Sapeva che in confronto ad Itachi valeva meno di niente, ma, nonostante questo, era pur sempre stato fiero dei suoi successi. Eppure in quel momento lo guardava come si osserva qualcosa che fa schifo.

-Tra tutte le delusioni che potevi darmi, questa decisamente supera i miei peggiori incubi. Un maledetto frocio. Dio, se tua madre ti vedesse...- si era bloccato a quelle parole, scuotendo il capo, mentre quell'aria di disgusto non abbandonò mai i suoi occhi – Forse è meglio così, la morte le ha risparmiato questo orrore. Sparisci dalla mia vista. Tu non sei mio figlio-

Lo aveva cacciato di casa, lo aveva ripudiato. E quello sguardo, quell'espressione, sarebbe stato il suo ultimo ricordo”

 

Il rumore sordo di un bicchierino contro il bancone lo fece lievemente sobbalzare, mentre tolse la mano dalla fronte e si ridestò da quel ricordo. Una donna gli stava porgendo un altro cicchetto.

-Tieni bello, questo giro lo offre la casa. Hai l'aria di uno che ne ha bisogno- gli disse solamente, allontanandosi per servire altri. Non era riuscito nemmeno a ringraziarla. Si scompigliò i capelli leggermente sudati, mentre avvertiva chiaramente che l'alcool stava facendo effetto su di lui. Bevve senza nemmeno rifletterci quell'altro bicchiere, sbattendolo forse con troppa foga sul bancone. Qualcuno lo urtò per sbaglio, preso dall'euforia che si respira in quei locali. Si guardò attorno. Gente che ballava, gente che si strusciava tra di loro a ritmo di musica, scorse persino qualcuno che sniffava qualche sostanza seduto ai divanetti e provò istantaneamente la sensazione che gli mancasse l'aria. Quel giorno suo padre era morto. Ed il suo ultimo ricordo risaliva a dieci anni prima, quando aveva scoperto il suo orientamento sessuale. Si mosse come un automa, mentre scansava uomini e donne, che altrimenti gli sarebbero finiti addosso.

Che cosa ci faccio io qui? Si domandò, mentre respinse le avance di qualcuno che non riuscì nemmeno a vedere. L'unica cosa che voleva al momento era trovare Suigetsu ed andarsene, ma considerando la calca e la sua poca lucidità, gli sembrava improvvisamente molto difficile.

Ho bisogno d'aria. Seguendo quella necessità, finì nel primo bagno, intenzionato a bagnarsi la faccia per provare a riacquistare un minimo di contegno e controllo.

-Ti senti bene?- la domanda giunse quasi lontana, eppure la persona che l'aveva pronunciata era piuttosto vicina a lui. L'acqua lo stava rinfrescando, tuttavia non era sufficiente perchè potesse ritenersi soddisfatto. Annuì distrattamente, senza ancora degnare di uno sguardo il suo interlocutore.

-Non mi sembra così, sai- Era quasi infastidito da quella preoccupazione per lui. Non era da lui agire così, farsi vedere in quel modo. Ed il fatto che qualcuno potesse appunto averlo visto e magari riconoscerlo in futuro, lo stava irritando. Aveva una reputazione da difendere e quel concetto non sarebbe mai stato sradicato dalla sua mente, neppure se avesse bevuto una fabbrica intera di alcolici. Si voltò frettolosamente, l'espressione del viso pungente, quando finalmente i suoi occhi neri incontrarono quelli dell'uomo accanto a lui. E si bloccò, come se avesse perso la parola. Nemmeno il cielo nelle sue giornate migliori aveva un azzurro così bello ed intenso. Si sentì offuscare i sensi e il suo stato di ebbrezza non era per nulla di aiuto. Traballò un attimo e si dovette tenere al lavandino per mantenere l'equilibrio. Tutto quello sbandamento che dentro di lui sembrò eterno, in realtà era durato una manciata di secondi.

-Sei troppo pallido, non dirmi che stai per svenire- l'uomo sembrava fin troppo accalorato in quella preoccupazione, che lo stava realmente mandando in tilt. L'attimo di offuscamento svanì e tornò irritato come prima di guardarlo

-Per chi mi hai preso? Per una femminuccia? - chiese, innervosendosi

-No macchè. E' solo che hai un colorito così chiaro...- si difese quello

-E' la mia carnagione, razza di un dobe- lo offese. Scorse quello ad aggrottare le sopracciglia. Provò a muoversi, ma era davvero troppo per lui.

Perchè la stanza sta girando? Si domandò confuso. L'altro sembrò accorgersi del suo stato pietoso e si limitò ad indurire la mascella.

-Non ti spacco la faccia, solo perchè sei palesemente ubriaco- sentì un braccio, piuttosto muscoloso, sostenerlo: un'intrusione nel suo spazio personale che lui non aveva chiesto -ti porto fuori, hai chiaramente bisogno di aria- lo informò, senza aspettare che fosse d'accordo. Sasuke rimase spiazzato da quella presa di posizione. Non gli era mai capitato che qualcuno agisse di testa sua in quel modo, con lui. Solitamente erano tutti troppo spaventati per anche solo provarci. L'unico che si prendeva qualche libertà era Suigetsu, ma quello era un altro caso. Un caso disperato, ovviamente. Eppure non ebbe la forza di controbattere e capì che era meglio assecondare la decisione di quell'individuo con gli occhi di cielo e si lasciò portare verso la prima uscita. Non fece molto caso a dove si trovasse, si rese conto di essere fuori da quel locale solo quando la musica divenne ovattata, più bassa e l'aria fredda di novembre iniziò a pungergli il viso. Si trovava in un vicolo piuttosto buio, arricchito solo da alcuni scatoloni messi in pila e pronti per essere smaltiti come rifiuti. Si poggiò contro il muro, sfruttando quella barriera come riparo da chiunque fosse uscito come lui. Era chiaramente finito in una degli sbocchi secondari del locale, cosa che evinse quando capì che non era chiaramente l'entrata principale, data la desolazione del luogo. Prese a respirare profondamente, sperando che l'aria fresca bastasse a ripristinare la sua lucidità. Gli occhi di pece cercarono e trovarono colui che lo aveva aiutato. Non che ci volle molto a cercarlo. Era di fronte, tutto preso nell'osservarlo. Quello si fece più vicino, intento a constatare la sua condizione fisica e mentale, ma oltre alla preoccupazione, Sasuke lesse in quell'azzurro limpido dei suoi occhi anche altro. Non era difficile per lui capirlo. L'individuo che si era prestato in suo soccorso lo stava mangiando con gli occhi.

-Vuoi che ti porti un secchio? Hai bisogno di rimettere?- gli domandò, avanzando ancora di un passo. Sasuke allungò un braccio, passando la mano dietro al collo dell'uomo e lo avvicinò a sé. Non rispose alla sua domanda. Gli rivolse semplicemente un ghigno di seduzione, per poi andare a infrangere quella barriera invisibile che li divideva con le sue labbra. Il bacio era freddo, cozzò forse troppo violentemente contro l'altro, eppure nel momento in cui iniziarono ad assaporarsi, il suo corpo si accese. Non gli era mai successo di buttarsi così con uno sconosciuto. Ma nel momento in cui aveva incatenato gli occhi ai suoi, sentiva di volerlo. Le mani si mossero abilmente, mentre iniziò a slacciargli i pantaloni. Così poco lucido, così confuso, così completamente perso nell'istinto animale che aveva preso possesso del suo corpo, si trovò, senza rendersene nemmeno, con la fronte poggiata sulla schiena dell'uomo, mentre il suo corpo era scosso dai tremiti che seguono l'orgasmo. Uscì da lui, passandosi una mano sulla fronte sudata, ansimando ancora smarrito nella sua mente appannata e caotica. Anche il biondo era sudato ed affannato come lui, notò, mentre si riabbottonò i jeans. Sentì distintamente le sostanze alcoliche risalire e premere prepotentemente per essere espulse dal suo corpo, ma combatté con la sua volontà per impedirlo. Non avrebbe vomitato in uno squallido locale, come un ragazzino. Nemmeno si degnò di salutare la sua sveltina. Rientrò di tutta fretta, catapultandosi nuovamente in quella baraonda, spintonando e facendosi strada nella calca. La chioma argentata dell'amico saltò presto ai suoi occhi. Da quanto notava, si stava dando da fare con una rossa, ma la cosa lo lasciò indifferente. Lo prese per un braccio, tirandolo via in malo modo, mentre continuava a camminare.

-Ehi..Sei impazzito? Aspetta...devo...insomma che ti prende?- con uno strattone si liberò della sua presa -che cazzo fai? Non hai visto che ero impegnato?- domandò furioso

-Devo tornare a casa-

-E chiamati un fottuto taxi-

-Ho i miei effetti personali nella tua macchina-

Suigetsu si passò una mano tra i capelli, esasperato. Gli lanciò un'occhiata indispettita – Quanto diamine hai bevuto, si può sapere?-

Sorrise, per nulla divertito. Se persino un idiota come Suigetsu se ne era reso conto, doveva essere conciato proprio male. Quello scosse il capo, lanciò un'occhiata quasi malinconica verso la direzione in cui si trovava con la ragazza di prima e poi lasciò insieme a lui il locale.

Arrivati all'auto, si accasciò sul sedile del passeggero, facendosi forza per dominare il senso di nausea che come un'onda, stava per abbattersi su di lui e fuoriuscire. Era morto suo padre e lui si era ubriacato come un liceale scapestrato. Era morto suo padre e aveva fatto sesso con uno sconosciuto in una discoteca. Suigetsu prese una curva nel modo peggiore che potesse fare in quel momento. Dalle urla quasi femminee che fuoriuscirono dalla sua bocca, era chiaro che Sasuke non ce l'aveva fatta. Era morto suo padre e aveva appena vomitato nella macchina del suo amico.

 

 

 

 

Buonasera a tutti!

Mi presento. Mi chiamo Giulia e sono un'appassionata della saga Naruto. Ho seguito l'anime ed il manga e sto proseguendo anche con Boruto. Per questo ho deciso di cimentarmi finalmente nella stesura di una mia storia. E' la prima volta che scrivo una fanfic, per cui siate clementi. Ma se avete dei consigli, non trattenetevi. So che crescere significa anche ricevere delle critiche. Quindi in caso io le meriti, sarò felice di riceverle. Come per i complimenti, ovviamente!

Questa storia avrà solo due pov. Al momento è così che ho intenzione di portarla avanti. Dal titolo ovviamente è chiaro che mi concentrerò sugli Uchiha, perchè sento che questa famiglia possa dirci molto e talvolta la vedo troppo in secondo piano.

Spero vi piaccia il mio stile e la mia idea.

Alla prossima!!

   
 
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