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Autore: hisgee    25/03/2020    2 recensioni
Le flebili nuvole scoprono il sole del mattino: nove e quaranta di un lunedì. Il cane starnutisce, silenziando la voce. Scruta il divano parzialmente occupato dai libri per diversi secondi e finalmente sale, si siede e sospira. Lei invece sente una sensazione dietro il petto di oppressione e mancanza di respiro. Senza un apparente motivo.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lunedì Venti

Una giovanissima donna è seduta sul divano con il suo cane. La sua attenzione viene improvvisamente distolta da un richiamo esterno e l’abbaio dell’animale che balza giù e si dirige correndo goffamente verso il balcone.

Il richiamo è terminato, ma non smette di abbaiare. Decide di non rimproverarlo e continua a scrivere. Scrivere ciò che le passa per la sua mente stanca. Sempre che le passi qualcosa di organico e sensato - e ne dubita fortemente.

Le flebili nuvole scoprono il sole del mattino: nove e quaranta di un lunedì. Il cane starnutisce, silenziando la voce. Scruta il divano parzialmente occupato dai libri per diversi secondi e finalmente sale, si siede e sospira. Lei invece sente una sensazione dietro il petto di oppressione e mancanza di respiro. Senza un apparente motivo. Si volta verso il cucciolo, la sta osservando: il suo sguardo va dal computer alla coperta accanto, rapidamente sulla finestra e comincia a lamentarsi, a ringhiare.

Una carezza sulla testa e quello si mette diritto, riprendendo a guardarsi intorno.

Gira su se stesso per accucciarsi, ma la sua attenzione è praticamente rapita da un libro poggiato sulla gamba di lei. Un rumore tuttavia lo distoglie e lo attrae maggiormente. Gira nuovamente, stavolta si sdraia e cerca di prendere sonno.

La donna è presa nuovamente dall’ansia. Sotto il computer vi è il libro di letteratura italiana: una causa dell’ansia. Davanti a sé il virtuale foglio su cui ha già preso a battere: un’altra causa dell’ansia. Intorno, un mondo a cui sente di non appartenere: un’ulteriore causa dell’ansia. Nella mente, il pensiero di un uomo verso cui prova rancore, non odio: la principale causa dell’ansia in quel preciso momento. Lei lo sa, il perché.

Una discussione avvenuta giorni prima le ha tolto sonno e serenità. Ha acceso in lei una miccia di amore e disprezzo. Amore perché apprezza quella persona tanto profondamente. Disprezzo perché da parte di lui era venuta meno la fiducia nei suoi confronti senza motivo e ora le viene difficile tornare ai momenti in cui sognava e riponeva speranze nella loro relazione. Lo guarda adesso e lo ritiene un uomo mediocre. Un talento musicale, certo, un artista che potrebbe trovare la sua via: e che via. Tuttavia mediocre. Mediocre perché gli manca la calma e le sue battute la innervosiscono - così come tutti gli altri simpatici a cui lei era solita rivolgere una grossa risata senza sentirla davvero - e non hanno un pensiero simile. Non che lei ritenga di avere chissà quale eccezionale mentalità. Forse “mediocre” non è nemmeno il modo giusto per definire ciò che lei pensa lui sia. 

Alza la testa, sta di nuovo rimuginando. Sta di nuovo pensando al futuro, sta di nuovo fantasticando su come sarebbe la sua vita senza di lui, con qualcuno accanto più affine. Si sente vile. Si sente una persona orribile. Prova invidia per chi si sente tanto legato di cuore a qualcuno da non voler pensare ad altro corso della vita. Puoi sempre lasciarlo potrebbero dirle. Ma lei sa che quello stato è dato da quelle liti. 

Quando ci pensa lei cerca di prendere sonno e di tornare come in quei giorni in cui lui è l’unico pensiero. E lo accusa: la discussione non aveva né capo né coda, è nata da un volo pindarico che lo ha portato a una rabbia incontrollabile e l’unica privata del rispetto è stata lei. Lei e solo lei, che si stava impegnando come pochi a mantenere il proprio equilibrio intatto per poter continuare la sua maledetta terapia. E si sente dire “Io sto male, ho già i miei pesi”.

Come se lei, quei pesi, non se li portasse.
Come se lei giovasse di una salute mentale impeccabile. Oh. Se solo sapesse. Se solo sapesse cosa le passa per la testa. Se solo sapesse che se avesse il coraggio reciderebbe nelle profondità le sue gambe e le sue vene. Se solo sapesse che se a tavola tutti gli occhi non le fossero addosso lei prenderebbe la rincorsa con la mano e si ficcherebbe il coltello nel petto con rabbia. Se solo sapesse che preferirebbe vivere come un fantasma, essere nessuno, e osservare da lontano la vita del mondo. Solo per non sentire il peso. Solo per non sentirsi.

Porta indietro la testa, dovrebbe studiare.

E studio sia.

 
   
 
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