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Autore: clairemonchelepausini    25/03/2020    0 recensioni
"Perché quando ami qualcuno, hai il dovere di aiutarlo a essere la migliore visione di sé."
Cit. Colleen Hoover
Ed era così.
Erano l'uno la versione migliore dell'altro.
Una raccolta piena di momenti dolci, di quotidianità, di attimi di vita, di passato, presente e futuro.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anthony DiNozzo, Tali David, Ziva David
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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NOTE
Iniziativa: Questa storia partecipa all'evento 
DRABBLE QUARANTENA - DAL 20 AL 25 MARZO 2020  a cura di  ♦ WhoLindtLock Drabble ♦

Prompt/Traccia : "Somewhere over the rainbow" decidi se ispirarti al testo della canzone o al mago di Oz come film di Ale River-Sherly Rizza
 





 






Tony doveva ancora abituarsi ad avere Ziva per casa, erano stati anni a essere solo in due e, quest’unione seppure piacevole era difficile.
«Scusami, so che stai lavorando ma… Tali ha chiesto di te» affermò imbarazzata Ziva, osservando quell’uomo che conosceva bene e che ora sentiva lontano chilometri.
«Finisco di compilare questo rapporto e arrivo» risponse, guardandola andare via e sentirsi in colpa.
Si erano ritrovati a convivere senza che nessuno dei due ne avesse davvero parlato, sembravano una famiglia sulla carta ma erano ben lontani da esserlo davvero.
Dopo l’ultimo caso si era presentata a casa di Tony e le cose che pensava, che sentiva dentro, che si era preparata non le erano serviti, ogni cosa crollò lasciandola inerme. Stava per andarsene quando una voce grossa e dura le disse di fermarsi ed entrare.

Tony aveva appena messo a letto la piccola Tali che continuava a scalciare, gridare e piangere perché voleva rimanere con la mamma, ma lui le promise che domani mattina quando si sarebbe svegliata, l’avrebbe trovata.
«Ma che ti dice il cervello?» digrignando i denti disse dopo essere entrato in soggiorno e chiuso la porta alle sue spalle.
«Hai pensato almeno per un momento quello che avrebbe significato per Tali?» continuò a inveire contro la donna che se ne stava seduta sul divano a stringere le mani nervosamente, lasciandolo sfogarsi perché sapeva che era questo ciò di cui aveva bisogno. 
«E come diavolo fai a essere viva?»
Tony non le rendeva le cose facili, si sistemò meglio, chiese a lui di fare lo stesso e iniziò a raccontare tutta la storia, sin dall’inizio. Le interruzioni non mancarono, l’uomo che aveva sempre avuto il cuore dolce era cambiato, aveva lasciato il posto a un uomo dal cuore di ghiaccio, anche se i suoi occhi lo tradivano quando sentiva il nome di Tali. Ziva sapeva che quello che aveva fatto era imperdonabile, che Tony non l’avrebbe perdonata, ma sperava che con il tempo anche lui analizzando la situazione dal suo punto di vista avrebbe capito.
«Ziva lo capisco, dico davvero. Hai fatto quello che reputavi fosse la cosa migliore per proteggere Tali, ma per un momento, solo per un momento hai pensato a quello che stavi per fare a me? No, ovviamente non sto dicendo che fossi morta, anche se quello ha condizionato tutto me stesso, ma cosa significava scoprire di avere una figlia da un’estranea, del fatto che mi fossi perso alcuni momenti importanti di mia figlia e…».
«Tony pensi che volessi ferirti? Ho pensato a quale fosse il modo migliore per dirtelo, mi sono messa nei tuoi panni, ma ogni cosa era un errore perché…»
«Perché Ziva? Perché io e te non stiamo insieme, per le regole di Gibbs… perché?» la attaccò lui continuando quella conversazione con il tono più aspro che mai.
«Tony non è stato facile neanche per me!» urlò frustata, abbassando la voce poco dopo ricordando che Tali dormiva.
«Vuoi rimanere ad accusarmi dei miei torti, arrabbiarti per le scelte e… fai pure, buttami addosso tutto lo schifo che vuoi, ho superato di peggio, ma fin quando non ti sarai trovato al mio posto, non puoi capire!» esclamò con rabbia e con tono che non ammetteva repliche, ma lui era Tony DiNozzo.
«Io ci sono, sono suo padre proprio come tu sei sua madre, ma la differenza e che io… ho rinunciato a tutto pur di darle la vita che meritava e tu… Tu hai scelto di non dire niente a nessuno, ancora una volta hai cercato di fare tutto da sola e hai preferito continuare sulla strada che ti è stata insegnata piuttosto che fidarti delle persone che avevi  accanto. Sei sua madre ma non ti sei comportata come tale!» la aggredì, ma quando sentì quell’affermazione, capì di aver sbagliato e cercò di tornare sui suoi passi ma era tardi.
Si stavano facendo del male, non era una buona cosa continuare a parlare, Ziva si alzò, indossò la giacca e stava per andarsene quando una mano la fermò. Era bastato quel tocco a scaldare i loro copri, a far fremere i loro cuori e a provocargli dei brividi sulla pelle.
«Ho promesso a nostra figlia che domani mattina ti avrebbe trovato qui e non sono mai venuto meno a una promessa e, non comincerò adesso con te»
E da quel momento non se n’era mai andata, aveva passato la notte con Tali, il mattino seguente con Tony parlando di quello che sarebbe stato, ma nessuno dei due sostenne quella verità che aleggiava da anni su di loro.


Ziva fu chiamata alla realtà da due piccole mani paffute che le tiravano la giacca e che richiedevano la sua attenzione.
«Sta arrivando» affermò accarezzandole la testa e mettendosela sulle gambe lasciando che si accoccolasse al suo petto.
Inspirò il suo profumo, sentì il suo cuore battere e quel corpicino stretto a sé, tutto quello che le serviva per andare avanti e mentre si perdeva di nuovo tra i suoi pensieri Tali iniziò a giocare la sua collanina che lei conobbe subito. Stava per dire qualcosa, ma si fermò quando sulla soglia del soggiorno comparve Tony con una leggera barba, i capelli scompigliati, gli occhi innamorati e il sorriso che sapeva di vita.
«Papà» disse con gridolini di gioia la piccola, scendendo dalle gambe della madre e correndo verso il padre, pronto a prenderla per fare il vola vola e stringerla a sé.
«La mamma mi ha detto che sono stato chiamato qua» iniziò Tony mentre se ne stava sul divano a guardare quella scena e a sentirsi di troppo, ma le bastò il suo sguardo a farla tornare di nuovo in famiglia.
«Amore, puoi dire a papà perché siamo riuniti tutti qui?»
«Ma papà… devi dare il bacio alla mamma, lo fanno tutti i papà delle mie amiche» con ovvietà fece notare Tali mettendo in imbarazzo i suoi genitori; ma la piccola non accettava un no come risposta, era testarda e caparbia proprio come loro difatti si mise le manine sui fianchi e attese.
Tony con passi incerti si avvicinò a Ziva e la baciò sulla guancia mandandole in subbuglio il cuore e la testa, stessa cosa che avvenne in lui. Tali sembrò soddisfatta e iniziò a saltellare felice, ridendo e facendo gridolini facendo scoppiare a ridere anche i grandi che inavvertitamente avevano poggiato una mano sull’altra togliendola poco dopo.
Con le idee ben chiare la piccola si avvicinò al mobile della televisione, prese il telecomando e lo portò a Ziva
«Mija cosa vuoi vedere?» domandò la donna cercando di mettere sempre nei discorsi qualche parola in spagnolo per iniziare a farle imparare la lingua sotto lo sguardo divertito di Tony.
«Perché ridi?»
«Si dia il caso che tua figlia, ha preso la mia mania dei film e quindi è impossibile capire cosa le dice la testa» rispose sogghignando, iniziando a raccontare diverse scene di quando era piccola e di come aveva sempre il monopolio sulla televisione. 
«Doveva pur prendere qualcosa da te» alzando le spalle disse, scuotendo la testa, spintonandolo e facendolo arrossire.
Era impossibile vedere due adulti che avevano vissuto ogni momento possibile e immaginabile adesso comportarsi come due adolescenti, eppure era quello che avveniva in quella stanza.
«The Wizard of Oz» farfugliò in inglese Tali sotto lo sguardo sconvolto dei genitori.
«Beh, ovviamente da te ha preso la dimestichezza con le lingue» balbettò Tony accarezzando la testa della figlia e poggiando lo sguardo sul viso di Ziva che, arrossì notevolmente cogliendo il doppio senso di quella frase.



 
Somewhere over the rainbow  
Way up high  
And the dreams that you dreamed of  
Once in a lullaby ii ii iii  
Somewhere over the rainbow  
Blue birds fly  
And the dreams that you dreamed of 
Dreams really do come true oh ooh  



 

Il film era iniziato da poco quando Tali si alzò dal tappeto, si posizionò davanti la tv e iniziò a ballare e intonare la canzone Somewhere over the rainbow.
La piccola sembrava non curarsene che i genitori si erano allontanati, entrambi erano in cucina a preparare uno spuntino che presto la piccola peste avrebbe chiesto.
«Avremo fatto tantissimi errori, ma una cosa buona l’abbiamo fatta» si lasciò andare Ziva, cogliendo Tony alla sprovvista che si girò a guardare la figlia.
«Si dice che non tutti i mali vengono per nuocere» rispose con sicurezza, ma senza lasciarle capire nulla, tanto che dovette spiegarsi.
Erano così presi a parlare da non accorgersi che Tali non era più in soggiorno, ma per un momento quella sera sembrava diversa. Il ghiaccio che li circondava sembrava sciogliersi, ma era bastato poco per far tornare tutto come prima.
«Sei riuscito a ferirmi come non avrei mai creduto possibile» e in quel momento sentì una forza dentro di lei che sembra inarrestabile. 
Non avrebbe voluto litigare, si era ripromessa che dopo quella sera sarebbe andato tutto bene, tuttavia Tony continuava a guardarla in modo quasi di disprezzo e lei non riusciva più a sopportarlo.
 «Abbiamo attraversato così tanti momenti che questo sembra solo un altro di quelli. Ho lasciato alle mie spalle tutto ciò che c’è stato, ma non riesco a dimenticare che…»
«Mi dispiace Tony… non volevo ferirti, non volevo distruggere tutto»
«Ma l’hai fatto. Hai lasciato che ancora una volta prevalesse il tuo istinto, il tuo modo di vivere da sola, hai dimenticato tutto quello che avevi imparato al NCIS e ti sei affidata a persone che nemmeno ti conoscevano davvero, hai smesso di fidarti di me, di noi che l’abbiamo sempre fatto con te. E Ziva, so che il mio comportamento non è sempre stato giusto, mi comportavo da bambino, cambiavo spesso donne, ma tutto questo è finito da molto tempo e lo sai»
«Vorrei solo tornare indietro e cambiare le cose, è impossibile farlo lo so, ma ho ragionato d’istinto solo per proteggere la nostra famiglia»
«Quale famiglia? Qui sono esistite due cose completamente diverse, prima c’erano Tali e Ziva e poi ci sono stati Tony e Tali e ora… ora non lo so più chi siamo»
«Non volevo entrare così nella vostra vita ma lei è sempre mia figlia» urlò lei lasciando scivolare sul viso le lacrime che in quel momento le rigavano il volto.
«Ho agito pensando a ciò che fosse meglio per lei, continui ad accusarmi, a puntarmi le dita contro ma nemmeno tu puoi dire cosa avresti fatto nella mia situazione. Quando ho scoperto che la sua vita era in pericolo tutto è cambiato, non è mai venuto prima il suo bene del mio e tu… tu dovresti saperlo e soprattutto capirlo» continuò senza lasciarsi intimidire e, quando Tony parlò, lei lo interruppe per sfogarsi, per far capire una volta per tutti ciò che aveva significato.
«Perdonami» chiese con un filo di voce, ma sapeva che non lo meritava.
«Sono così incazzato proprio per questo. Il problema e che io l’ho già fatto, ma non riesco comunque a dimenticare»
«Lo so che ho commesso degli errori, passerò tutta la vita a cercare di rimediare, a provare a meritarmi quello che avevamo e ciò che stiamo costruendo, ma lasciamelo fare» confessò dolcemente Ziva appoggiando la sua mano su quella di Tony.
Per un momento rimasero così, ognuno dei due memorizzando l’altro cercando d’imprimerlo nelle proprie menti.  Erano troppo concentrarti per accorgersi che la piccola non c’era e quando volsero lo sguardo verso il soggiorno rabbrividirono, ma bastò un attimo per tranquillizzarsi. Tali si trovava davanti la porta della cucina con addosso il suo vestito  di Dorothy, un regalo che Tony le aveva fatto per il primo compleanno festeggiato insieme. Aveva persino indossato i calzini bianchi, le scarpine rosse e fatto, in modo scomposto i codini con i capelli, arrivando gioiosa e porgendo al padre il vestito dello spaventapasseri. Lo sanno tutti che non può esistere Dorothy senza lo spaventapasseri, almeno non per Tali che era la figura cui si era affezionata di più.



 
Someday I’ll wish upon a star 
Wake up where the clouds are far behind me ee ee eeh  
Where trouble melts like lemon drops 
High above the chimney tops that’s where you’ll find me oh 
Somewhere over the rainbow bluebirds fly  
And the dream that you dare to, oh why, oh why can’t I? 




La sua dignità di essere un uomo adulto era sparita nel momento in cui i suoi occhi si erano posati su sua figlia, così, vestendosi e indossando il cappello iniziò a intonare la seconda strofa della canzone Somewhere over the rainbow mettendo su anche il balletto che padre e figlia avevano inventato. Beh, c’è da dire che quei gesti si ripeterono per due e tre volte sotto lo sguardo commosso di Ziva che se ne rimase in un angolo a guardarli divertirsi. 
Tony non era del tutto convinto a dargli una possibilità, ma poi la guardava e capiva che tutta quella rabbia, la frustrazione o ogni sentimento cattivo era sparito.
Forse dopotutto potevano darsi una possibilità, non lo avevano mai fatto, ma forse era arrivato quel momento.
Tali rimase a cantare e ridere, era felice e spensierata e Tony sapeva bene che la bambina voleva i genitori uniti, così si avvicinò a Ziva, le mise il cappello sulla testa, allungo una mano e la invitò a ballare.
La serata si trasferì dalla cucina al soggiorno poco dopo le tre figure crollarono a terra sfiniti, lasciando lo spazio alla piccola di mettersi in mezzo a loro.
«Mi dispiace» mimò con le labbra lei, ancora una volta i suoi occhi parlavano più delle sue parole e sotto lo sguardo nascose quella scintilla che sentì nascere.
«Mi dispiace» ripeté Tony afflitto, consapevole che aveva esagerato perché di errori ne aveva fatti anche lui, così socchiuse le labbra e sospirò.
Finirono di guardare il film nella stessa posizione di prima, solo che gli adulti avevano le spalle appoggiate al divano e le loro mani si erano intrecciate l’uno all’altro per caso o forse per scelta.
Non si curarono molto del cartone ma rimasero a guardare la figlia che sorrideva felice, era tutto quello che avevano sempre desiderato. 
Il loro destino era già stato scritto, solo che nel percorrerlo avevano dovuto affrontare prove difficili ma questo li aveva resi solo più forti e consapevoli che il loro amore era la loro vera forza. 




 
Someday I’ll wish upon a star, 
Wake up where the clouds are far behind me  
Where trouble melts like lemon drops  
High above the chimney top that’s where you’ll find me 






















 
Spazio d'autrice:
Buona sera a tutti,
stavolta mi presento nel fandom di NCIS ma non per la prima volta, porto con me di nuovo un'altra storia TIVA e devo dire che sono davvero felicissima. Grazie a questo evento ho avuto la possibilità di scrivere su questa coppia e in questo fandom riportando indietro quello che mi hanno regalato negli anni. La storia per me è ambientata nei primi episodi della 17 stagione dove vediamo il ritorno di Ziva seppure per poco e quindi ho pensato che fosse un ottima cosa, ma alla fine si può ambientare in qualsiasi momento dopo la 13 stagione ( se non erro) quando Tony viene a conoscenza di Tali.
Io chiedo scusa in anticipo, possibilmente in questa storia potete riscontrare qualche errore, ma è stata scritta di gento, siccome la scadenza è questa sera l'ho pubblicata, ma prometto di rileggerla e sistemarla più avanti.
Ovviamente spero di non aver fatto errori gravi e vi auguro buona lettura, anche se ha molto ansgt ma Tony e Ziva sono anche questi, mi spiace non aver potuto allungare un pò, ma in qualche modo giunta lì mi è sembrato il perfetto finale.
Ehm.. beh, vi saluto e ci vediamo alla prossima,
Claire
   
 
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