“Tic-tic”

Mahiru aprì gli occhi, svegliata come al solito dal picchio vicino alla finestra della sua stanze che, puntualmente alle otto di ogni mattina, si dava da fare per costruirsi il nido.

Era più preciso della sveglia del suo cellulare e la rossa oramai si era abituata a quei rumorini.

Non che Mahiru avesse il sonno molto leggero, ma ultimamente non dormiva bene la notte, tormentata da strani sogni dei quali non si ricordava più nulla al risveglio.

La ragazza si stropicciò gli occhi ancora assonnati, si infilò le calze e le ciabatte e si preparò ad andare in cucina per fare colazione.

“Guarda chi si vede! Ben svegliata! Hai finito di pomiciare con il cuscino?”

La frase detta da Naomi, già in piedi da un po’, la prese completamente alla sprovvista.

“P-pomiciare con il cuscino...” ripeté Mahiru ancora assonnata “M-ma come…??”

“Ah beh… la scorsa notte ho sentito degli strani scricchiolii provenire dalla tua stanza. Mi sono alzata per capirne la fonte e…”

“Ah, sì. E’ la coppia di picchi che si sta facendo la tana sotto la mia finestra… Credevo che lo sapessi.” “E infatti lo so! Ma ho visto di meglio. Ho girato lo sguardo verso al tuo letto e… beh, facevi troppo ridere, così avvinghiata al tuo cuscino!”

Mahiru arrossì. “Volevo svegliarti per dirtelo, all’inizio, ma poi non l’ho fatto…” E meno male! Ma anche, strano che Naomi possa interessarsi al benessere altrui “… non volevo rovinare il momento” Ah, Ecco.

Poco dopo la colazione, la ragazza si avvicinò di nuovo a Mahiru “ E dimmi … posso sapere chi era il fortunato del sogno?” chiese Naomi, facendole l’occhiolino.

Mahiru alzò lo sguardo, infastidita “Che ne so? Te l’ho già detto che non ricordo cosa sogno in questo periodo. E poi, ho cose più importanti a cui pensare.”

“Come vuoi. Beh, speriamo che almeno fosse carino” E con questo, Naomi lasciò la stanza. Mahiru la guardò andarsene.

Naomi era la sua coinquilina. A prima vista, Naomi sembrava una ragazza allegra e vivace; una “specie di Ibuki” un po’ meno energica. Ma appena la si conosceva un po’ meglio, subito la si poteva trovare irritante, sotto alcuni punti di vista. E non aveva alcun senso del pudore! Voleva sapere sempre tutto su tutti. E c’erano certi segreti che non voleva rivelare a nessuno.

Per certi versi, quelle due erano agli antipodi e questo rendeva la convivenza un po’ difficile, a volte.

Non che Mahiru avesse molti altri luoghi dove andarsene. Da quando era finita la tragedia anarchica scatenata da quella psicopatica di Junko Enoshima, Mahiru era tornata alla “Hope’s Peak Accademy” per concludere la sua carriera da studentessa liceale. Sfortunatamente, il suo passato da “Ultimate Despair” aveva lasciato dei pesanti segni nella sua vita. Non che agli altri fosse andata meglio, certo; anzi a molti era andata che peggio rispetto a lei. Ma Mahiru non aveva più i genitori, e per questo aveva rischiato di rimanere per strada, se non avesse avuto il tempo di organizzarsi per quando sarebbe uscita fuori dall’accademia.

Aveva trovato un lavoretto e così si era potuta permettere di pagare l’affitto a Naomi, un ex-studentessa del corso di riserva. E meno male che non si era sognata di accennare anche solo minimamente riguardo al suo passato. Non era il caso che lo sapesse quella pettegola della sua coinquilina, e soprattutto, non dovevano saperlo neanche i suoi genitori, veri proprietari dell’appartamento in cui risiedevano.

In ogni caso, quella situazione non sarebbe durata ancora per molto. Non che Mahiru non sopportasse talmente tanto Naomi da volere andarsene via a tutti i costi… era solo che odiava dipendere dagli altri. Voleva riuscire ad organizzare la sua vita in maniera tale da non avere più bisogno di chiedere aiuto a nessuno, se non in casi di estrema necessità. E ci stava riuscendo: aveva inviato alcuni trai suoi scatti più belli ad alcune famose riviste di viaggio; ora non rimaneva che attendere una loro risposta. Se mai l’avessero assunta, avrebbe potuto finalmente coronare il suo sogno: diventare una famosa fotografa proprio come sua madre e.. viaggiare! A Mahiru piaceva da matti viaggiare e, se tutto fosse andato per il meglio, finalmente avrebbe avuto l’occasione di visitare nuovi posti della terra e immortalarli con la sua macchina fotografica.

Prima di andare al lavoro, la ragazza diede una rapida occhiata alla sua casella di posta per controllare se fossero arrivate delle risposte. Ancora niente, ma le aveva inviate solo due giorni fa; essendo delle riviste abbastanza famose, chissà quanta roba doveva arrivargli ogni giorno.

“Spero solo che ci diano almeno un occhiata.” Pensò Mahiru, mentre si stava infilando il cappotto sull’uscio. Dopo di ché, chiuse la porta alle spalle e, con passo svelto, si avviò verso il portone.

Nota dell'autrice

Dunque... a molti anni di distanza dalla mia prima e fallimentare fanfiction, sono tornata con quella che spero che sia una fanfiction con una trama decente.
Vi dico subito una cosa: l'anime non l'ho visto ma mi sono ricevuta spoiler qua e la e quindi non sono completamente impreparata.
Per quanto riguarda la mia fanfiction, le ho dato un rating arancione perchè ci saranno alcune scene non adattissime alle persone sensibili (ma nulla di troppo esplicito). Le parolaccie ci saranno così come dialoghi un po' d'adulti (ma niente di esagerato o troppo esplicito come ho già detto in precedenza).
Spero che la fanfiction sia leggibile (e di non avervi annoiato con questa intro lenta) e se avete qualche consiglio da darmi, sarò be lieta di ascoltarvi.

Buona continuazione ^^