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Autore: Niaile    26/03/2020    2 recensioni
Dal testo:
"Come quando ci siamo ubriacati di tavernello scadente e ho confessato d'amarti
-È colpa del vino.
Dicesti.
-Non ridere. Non puoi amarmi.
Ed era così vero. Ma bevevo vino scadente comprato con te alla Lidl mentre facevamo finta di far la spesa per i nostri figli. Stavo ubriaca e ti avevo davanti, bello e mio. In quel momento scoppiavo d'amore."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi serve una cazzo di storia ed immancabilmente torni a galla tu.

Perchè è così che vivo questi giorni chiusa a casa, con mia madre che cucina e mio padre che lavora. Con un fratello lontano più di un metro e mezzo e l'altro attacatto addosso senza realmente aver compreso cosa stia succendo.

E allora ti penso e per la prima volta te lo faccio sapere, perchè è così che funziona, quando si ha paura l'orgoglio scompare, quando si ha paura è tutto così nitido da sembrare quasi scontato: le albe, i tramonti, le margherite, il mare, la sabbia e ad anche le brutte parole, quelle che ci siamo scambiati, gli sguardi ostici, quelli che ci siamo rivolti, il silenzio assordante, quello che ci siamo concessi.

È assurdo pensare che un giorno sarà tutto andato via, che non mi toccherà più, che, guardandoti, respirare sarà facile ma questi giorni mi fanno paura e penso a te.

È assurdo. Capisci?

Mi chiedevo cosa facessi, come stai, come passi le giornate ora che ti costringono a stare a casa, adesso che non puoi circondarti delle attenzioni di cui hai sempre avuto bisogno... mi chiedevo se adesso che tutto è lontano, adesso che la distanza è un obbligo e non più una tua decisione per non vedermi, se adesso hai pensato a me, se anche tu hai avuto paura che io stessi male, se ti sei ricordato che stare a casa non mi pesa granchè, perchè l'unico anno in cui sono uscita di casa tutti i giorni è stato l'anno passato con te.

No. non mi hai pensato. Questo tempo non scalfisce l'odio che hai per i miei sbagli ed il tempo che abbiamo passato distanti ha sancito la fine di noi due.

E tu non te ne sei accorto.

E non hai nemmeno notato che a scriverti per prima sono stata io. Io che ti obbligavo a scrivermi pure quando io e te eravamo noi...

In questi giorni amari che ci costringono a star lontani, far le somme di chi ci manca viene naturale e cerchiamo allora di stringerci forte. Ma io non sono rientrata nelle tue somme mentre tu sei la somma di tutti i miei pensieri.

Che bella merda però!

Giuro che eri scomparso, giuro che la quotidianità mi teneva impegnata, giuro che il nodo in gola si era sciolto, giuro che l'unica volta in cui lo stomaco si è contratto è stata mesi fa quando, per sbaglio, ho incrociato i tuoi occhi distratti, in macchina, lontano, occupato a sorridere senza di me. Ti ho pensato giusto due minuti, poi ho ricominciato a respirare.

Eppure in questa lunga quarantena sei tornato. Hai ricominciato a farti spazio.

E, credimi, avevo il cuore in gola.

Messaggi stupidi, troppo cordiali per i due noi di quel tempo che fino alle 3 di notte ridevano.

Messaggi congelati che pian piano siamo riusciti a scongelare, ma ti sei accorto che siamo ancora degli estranei? Che nonostante tutto siamo sempre punto e a capo? Che siamo solo delle stupide frasi fatte io e te?

Un miscuglio di sentimenti. Un'accozzaglia di parole. Una cazzo di storia mai iniziata.

E quanto mi fa male. Quanto mi hai fatto male. Quanto male ti ho fatto.

Se penso che inviarti quel messaggio è stata la cosa più coraggiosa che abbia mai fatto mi vien da ridere, io che non sono riuscita a superare mai la codardia del primo bacio, io che non ho saputo mettere da parte la delusione del tuo no, io che non sono mai riuscita a godermi un tuo abbraccio, lontana dal mondo sono stata in grado di inghiottire l'orgoglio e fartelo sapere proprio adesso che del mio orgoglio, della mia paura, della mia voglia di te non te ne frega nulla.

Il tempismo non è mai stato il mio forte.

E adesso che tutto è tornato normale, adesso che i messaggi sono finiti, adesso che tu non hai ricominciato a pensarmi, adesso che hai archiviato di nuovo la chat, adesso che la parentesi noi si è richiusa di nuovo, non mi rimane altro che scrivere.

Torneranno i giorni allegri, tornerà il sole, torneranno le strade piene di gente, torneranno le serate a ridere a crepapelle, tornerà l'odore dei fiori che ci inebria, torneranno gli abbracci e la distanza scomparirà, finiremo di guardare il mondo dalla finestra e ricominceremo a cantare insieme al karaoke in campagna.

Andrò al mare e tornerò ad assaporare ogni attimo di quiete, ogni onda che sfuma sotto i miei piedi, ogni granello vecchio come il mondo, mi fermerò più del dovuto per godermi la salsedine addosso. Per godermi l'orizzonte che si espande davanti a me.

E lasciare che quel verde-azzurro faccia il suo incantesimo più bello: riempire ogni parte di me e svuotarmi dai pensieri che mi compongono.

Ricordi?

-Sei fatta di pensieri, di parole, paranoie e confusione.

Me lo ripetevi sempre.

-Solo il mare riesce a calmarti e più lui è agitato più stai meglio tu.

Continuavi.

-Sei il mare d'inverno.- sorridevi – e dio quant'è bello il mare in inverno.

Ed io mi accoccolavo a te e mi lasciavo trasportare in balìa della felicità di quegli attimi.

Come quando ci siamo ubriacati di tavernello scadente e ho confessato d'amarti

-È colpa del vino.

Dicesti.

-Non ridere. Non puoi amarmi.

Ed era così vero. Ma bevevo vino scadente comprato con te alla Lidl mentre facevamo finta di far la spesa per i nostri figli. Stavo ubriaca e ti avevo davanti, bello e mio. In quel momento scoppiavo d'amore.

-Brindiamo alla nostra prima alba insieme.- ho risposto e il sorriso che mi hai fatto sapeva di triste consapevolezza, mi concedevi tutto ma non potevi amarmi.

Abbiamo collezionato tantissime albe ma quella, imprigionata nel tuo abbraccio al sapore di uva fermentata, è stata la mia preferita.

Lo è ancora. La notte, quando la vita diventa pesante conto i momenti in cui i battiti del cuore erano così leggeri e in prima pagina ci stanno loro, quei io e tu così felici, così ubriachi, così stretti.

-Io preferisco le albe, sono molto più belle, i colori al mattino mettono di buon'umore, ma soprattutto le amo perchè non sono per tutti, i tramonti sono più accessibili, a quell'ora c'è più gente, mentre la mattina presto è solo per pochi.

E ci voleva la quarantena per capire cosa volessi dire, per capire che quelle due persone sono state un'alba accessibile solo a loro due.

Adesso la smetto. Adesso guardo il tramonto e mi concedo un attimo solo per me. Non ti penso più.

Te lo prometto.

Ma fallo tu, fallo per me.

Lascia che anche per te la quarantena sia un tramonto e goditela con me.

   
 
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