Spaccaghiaccio
 
Breve storia introspettiva ispirata a “Blizzard”, di Daichi Miura
 

Un uomo che ha vissuto pene peggiori in vita che all’inferno. Un principe che ha visto scomparire la sua gente dal mondo, sottrattagli con la forza da tirannia e crudeltà. Un guerriero senza rivali, ma che non sa accettare i propri limiti, che insegue obiettivi troppo alti anche per un dio. Una mente frantumata; un corpo indistruttibile; uno sguardo che cerca senza sosta.

 
Il mondo nei miei occhi ha perso tutto il suo colore
Per anni ho vissuto circondato da montagne di ghiaccio
Impassibili figure senz’anima, fredde macchine di morte, come me
E cercando come loro di conquistarmi il domani, anche io sono congelato
 
Qui in mezzo a tutto questo gelo ineluttabile
Quanto tempo il mio cuore è stato in balia della sua morsa?
Il suo battito incessante la forza delle mie aspettative,
Il mio sangue il prezzo della mia esitazione
 
Per quale motivo allora ho superato quell’inevitabile muro?
Forse allora l’ho fatto per me stesso
Sono solo io quello che deve scegliere la risposta esatta
Invece che inseguire qualche vacua idea di giustizia
Sono io che troverò la mia risposta, ma ancora non conosco la domanda che mi sto ponendo
 

Vegeta ha vissuto per anni una realtà che non accettava, ma alla quale aveva imparato a sottomettersi. L’odio era il suo pane quotidiano, la morte il suo unico impiego. Non chiedeva altro che moltiplicare ciò che lui stesso aveva dovuto subire, ma dentro di sé non sapeva che cosa desiderasse davvero. Quelli che odiava sono ora svaniti, cancellati da colui che aveva osato usurpare il suo primato. Il suo passato si era finalmente chiuso alle sue spalle, il suo domani non aspettava altro che il suo arrivo. L’alba di quel giorno però tardava ad arrivare.

 
Ho una mia visione del domani che conquisterò
Ma ancora non riesco a mettere insieme tutti quei pezzi
Il sole giunge inesorabile su tutto il mondo
Ma quel fuoco m’infiamma, e l’alba non è mai mia
 
Però qui, in questo mondo di ghiaccio
Quello che credevo essere solo un guscio al mio cuore
Ora brilla di luce propria, più forte di qualsiasi stella
È il mio splendore adesso che illumina il cosmo!
 
Ecco per quale motivo ho superato quell’inevitabile muro!
Non l’ho fatto per altri che me stesso
La mia vita è una forgia, io il suo capolavoro
Questo è ciò che per anni ho cercato
La risposta sono io, e conquisterò il domani che bramo dentro di me
 

Che altro serve ad un guerriero se non l’orgoglio? Che altro serve ad un principe se non la forza? Nel suo petto batteva l’ardente desiderio di combattere, combattere per sé stesso, combattere per ciò che lui sapeva di essere. La luce che finalmente aveva acquisito ne era la prova: il fato lo aveva scelto, forse anche risparmiato. Ma per Vegeta non fa alcuna differenza: la sua vita è gloria, i suoi obiettivi sono destino.

 
Un mondo stagnante?
Il sigillo che ho rimosso
 
Sogni dimenticati?
Edera asfissiante
 
 Lo sguardo mi si annebbia?
Urlo ancor più forte
 
Tutto spazzerò
Come una bufera inarrestabile
 
Questo morto mondo di ghiaccio
Con le mie mani spezzerò
 
Ma per chi davvero ho superato quell’invalicabile muro?
Ciò che voglio non è che essere me stesso
Sono io l’unico che può scegliere la risposta esatta
Invece che superficialmente seguire qualche inutile ideale
Ma è questo nuovo io ciò che davvero cercavo?
 
Ancora non comprendo
Ma continuerò a cercare il domani che desidero
 

Indossa la luce del sole, il principe dei saiyan. La sua leggenda attraversa le ere e scuote gli animi di coloro che ancora lo devono conoscere. Il suo io per ora non è altro che un guscio, e il suo cuore anima un’identità che non può ancora accettare. Un giorno quell’uomo scorgerà un nuovo chiarore risvegliarsi nel suo petto e finalmente saprà di esserlo divenuto, il figlio di un domani che credeva perduto.