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Autore: pokas    30/03/2020    5 recensioni
Quando dovrebbe essere una domenica calma e rilassante una password dimenticata fa partire il caos.
Un viaggio attraverso ricordi e amori, una sola domanda basta e spalancare il passato aperto a diverse esperienze e pieno di sentimenti di una persona semplice, una segretaria come tante che ha un'unica preoccupazione: rispondere alla domanda di sicurezza "chi è stato il tuo primo amore?".
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era un giorno normale, uno di quelli in cui non si ha tempo nemmeno di truccarsi per bene e sistemarsi i capelli come dal parrucchiere. Tra mille cose importanti una era la più importante di tutte: mandare i documenti al mio capo per email.

Mi alzai comodamente dal letto alle 7 di domenica mattina, colazione con una di quelle bustine per la dieta, quelle che non ti riempiono nemmeno per un quinto del necessario. Una bella doccia che malfunzionando o mi congelava o mi cuoceva, un trattamento arrangiato al volto e finalmente al PC.

Mi sedetti dietro la mia scrivania di vetro e tolsi i vari post it dallo schermo del computer, di solito non ricordo nulla se non ho i miei impegni scritti davanti ai miei occhi. Entrai nella pagina di login per la mia mail e misi l'indirizzo e poi prosegui con la password. Nulla.

Panico, mi prese il panico, erano documenti importanti ed io non ricordavo la password, ciò indica quanto io non usassi il PC per lavoro. Riprovai altre 4 volte poi mi apparì un popup -desideri usare la domanda di riserva?- mi chiese il sito, per fortuna dieci anni prima ero stata piuttosto intelligente da mettere una domanda di riserva.

-chi è stato il tuo primo amore?- mi chiese il  sito -che domanda stupida, sono 5 anni che sono sposata col mio amato Daniele, ovvio che ho messo lui- pensai digitando il nome. Aspettai il caricamento e col terrore notai che non era Daniele la risposta, provai con diverse tipologie di risposta -DANIELE? No, daniele? No, Dani3le? No, eleinad? No-, qualunque cosa provassi non andava, ciò significava che lui non era il mio primo amore? Iniziai a riflettere preoccupata mentre mi rigiravo la fede tra le mani. 

Ci eravamo conosciuti circa dieci anni prima, avevamo più o meno vent'anni e ci incontrammo nella biblioteca della città. Io studiavo per gli esami di ammissione all'università mentre lui, lui era speciale. Tra tanti libri di cultura è riuscito a trovare una decina di fumetti del suo personaggio preferito. Si sedette di fronte a me e ci feci caso solo quando iniziò a infastidirmi.

Studiavo con il naso sul libro concentratissima quando all'improvviso sentì una risata -ti prego, vattene- pensai senza alzare lo sguardo, partì un'altra risata -dannazione… è difficile poter studiare in pace?- borbottai e lui rise di nuovo. Alzai di colpo la testa e presa dallo stress e il fastidio non riuscì a trattenermi. -che hai da ridere?!- chiesi quasi ringhiando
-he?- chiese lui abbassando il fumetto, i suoi occhi verdi mi fissavano confusi mentre io divenni all'istante rossa in faccia -stavi dicendo qualcosa?- mi chiese
-si, puoi andare a ridere da un'altra parte?- chiesi
-nha, che leggi?- chiese chiudendo il fumetto 
-sto studiando per entrare all'università-
-allora stai sbagliando- mi disse diretto
-che vorresti dire?- chiesi infastidita 
-Se vuoi entrare all'università qui all'angolo, non è questo ciò che ti serve sapere, a casa ho gli appunti del mio esame, se vuoi te li posso passare- propose 
-cosa vai cercando furbone? Mi hai presa per una di quelle ragazze che si vendono per qualche appunto? Bhe, scordatelo!- gli dissi aprendo di nuovo il libro
-bhe si è vero, voglio qualcosa in cambio, ma non sono interessato a ciò che pensi- rispose abbassando il libro che avevo tra le mani 
-sei gay forse?-
-no, sono una persona educata e poi sono fidanzato- rispose fiero 
-non ci credo-
-infatti non è vero, ma la speranza è l'ultima a morire. Comunque, vuoi o no gli appunti?- disse fissando l'enorme pila di libri che dovevo ancora leggere.

Odiavo già dovergli dare ragione, ma avevo bisogno del suo aiuto e presto ne avrei sempre avuto bisogno.

-va bene, cosa vuoi in cambio?- chiesi, lui mi prese per la mano e mi portò in un angolo della biblioteca 
-allo scaffale più in alto c'è l'ultimo fumetto che mi serve, puoi usare la scala per prenderlo- disse indicando un libro rosso 
-perché io?-
-perché soffro di vertigini e mi vergogno di chiedere agli addetti. Dai, su- mi incoraggiò.

Presi la scala e salì per poi scendere con il suo fumetto -eccoti il tuo libro, ora voglio gli appunti- gli dissi.
Uscimmo dalla biblioteca ed andammo verso la fermata del bus. -senti, visto che ci vorrà tempo, ti va di andare al bar?- chiese avviandosi già.
-allora è vero che ci provi con me!- dissi severa
-no, se vuoi ti lascio pagare anche la mia bevanda- disse prendendo due lattine di coca cola, io incrociai le braccia e cacciai delle monete dalla tasca
-quant'è?- chiesi
-nulla, mi sembrava ovvio che te la offrissi io, mia l'idea mio il conto- disse dandomi la lattina. 

Bevemmo seduti ad aspettare il bus che arrivò dopo un po’. Per fortuna trovammo anche posto, uno vicino all'altro. Rimanemmo in silenzio ed io ansiosa iniziai a giocare con la linguetta della lattina.

-D- dissi fissando la lattina 
-ironico, ti è uscita la mia iniziale, Daniele- disse sorridendo e facendo la stessa cosa con la sua lattina fino a romperla
-G, anche a me è uscita la tua lettera, hai visto?- mi disse felice 
-io mi chiamo Chiara-
-C e G sono molto simili in fin dei conti- disse mettendomi nella tasca il pezzo di alluminio con un sorriso.

Il suo essere ingenuo e simpatico mi conquistò subito.  Quel giorno ebbi gli appunti e il suo numero di telefono. Da quella volta ci vedemmo sempre dopo le lezioni e lentamente il nostro rapporto si fece più stretto e intimo fino ad arrivare al nostro primo bacio.

Quella sera eravamo in un parco, e ci sedemmo su una panchina. -senti Chiara, io vorrei darti una cosa, ma ho paura che non ti piaccia quindi prima di darti questa cosa voglio che tu mi prometta di non ridere- disse a testa bassa 
-prometto, dammi dai che amo le soprese- lo incoraggiai
-ok- disse dandomi un fumetto -ho visto che ultimamente ti stai interessando alle mie passioni e credo che questo fumetto potrebbe piacerti- disse senza guardarmi in faccia 
-si chiama manga, non fumetto, manga- lo corressi io annusando le pagine nuove 
-quindi ti piace?- mi chiese 
-mi piace la persona che me l'ha regalato- dissi senza accorgermene perché distratta a guardare i magnifici colori del manga
-c… che ?! Io?- chiese sorpreso. Mi resi solo dopo conto di ciò che era successo
-bhe… in fin dei conti frequentarti è un piacere, un gran piacere- gli dissi sorridendo. All'improvviso lui mi abbracciò, sentivo stranamente il suo cuore battere oltre la felpa e senza pensarci troppo lo baciai.


Fu una sensazione meravigliosa, ogni volta che ci ripensavo mi commuovevo. Lui è stato la mia prima volta in tutto. La prima volta in cui mi sono sentita bene con me stessa, la prima volta che mi sono sentita completa in un abbraccio, la prima volta che ho dormito senza timore tra le braccia di un uomo.

Presa dai pensieri non mi accorsi che il tempo passava in fretta. Erano le 9 di domenica mattina ed io non avevo ancora mandato il mio documento al capo.

   
 
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