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Autore: eli_mination    30/03/2020    2 recensioni
In un contesto in cui far parte del Satellite significa essere condannati ogni giorno ad ingiustizie di tutti i tipi, c'è poco spazio per i sentimenti al di fuori della rabbia, della frustrazione e dell'angoscia. Nonostante tutto, si viene sempre guidati dall'amore che, inevitabilmente, dopo essere provocato per tanto tempo, scoppia. Ed è proprio durante una notte insonne che due giovani ribelli scoprono il reale significato di quella parola, guidati un po' dalla passione e un po' dal senso di protezione dell'uno verso l'altra.
[Crow HoganxOC]
Genere: Fluff, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Crow Hogan, Nuovo personaggio
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Disclaimer:

1) Ho messo tra i generi anche "song-fic" poiché ho inserito all'interno della one-shot una canzone realmente esistente (seppur corrisponda a poche righe di testo). I crediti di essa si trovano all'interno del medesimo testo e alla fine del capitolo. 

2) Ho scelto il rating arancione poiché sono presenti: linguaggio scurrile, scene lime (vale a dire, un accenno ad una scena di sesso senza entrare nei dettagli) e altre tematiche delicate (consumo di droga e abusi). Se siete sensibili a queste tematiche (anche se non trattate nello specifico) è sconsigliata la lettura.

3) Questa one-shot ha come contesto un universo alternativo distopico. Esso verrà spiegato nel testo, tuttavia in futuro può darsi che ci farò una vera e propria storia a capitoli (anche se non vi assicuro nulla xD).

4) Buona lettura!

 

 

"Dannazione..."

Perchè cazzo non riesco ad addormentarmi stanotte? Non ho alcun motivo che mi tenga sveglia, nessun pensiero, nessun tipo di ansia, nulla di tutto ciò! Ormai il tempo in cui mi preoccupavo della nostra sorte è finito, non ho più paura di quello che succede fuori da questo garage sotterraneo da un bel po', da quando sono entrata nel gruppo di ribelli. Eppure qualcosa mi tiene sveglia, senza avere nemmeno un briciolo di sonno... Ma che cosa? 

Scendo dal letto, infilandomi un paio di pantaloncini grigi e una felpa di una band, il giusto per coprirmi dai probabili 10°C all'esterno delle coperte. Un indumento invernale e uno estivo con delle ciabattine... Che scelte strane, eh? Si, sono le prime cose che ho trovato tastando distrattamente i mobili della stanza al buio per cercare qualcosa da mettere, non voglio di certo rimanere in intimo! Chi se ne frega, non ho un appuntamento e non mi devo fare bella per nessuno...

Ho deciso di fare compagnia alla guardia di turno... Se solo mi ricordassi chi sta sorvegliando il garage stanotte! So quando ci sono i miei turni, di solito non mi interessa sapere chi c'è al piano di sotto ad assicurarsi che non scoprano il nostro posto poiché, quando non tocca a me, dormo sempre profondamente. Non stavolta, a quanto pare. 

A volte mi soffermo a pensare a come io sia finita in questa situazione e a come abbia fatto diventare mia una battaglia alla quale, fino a un paio di mesi fa, non avrei mai avuto il coraggio di partecipare. All'inizio mi faceva paura la dittatura che si è instaurata da un anno a questa parte a Nuova Domino e al Satellite, soprattutto perchè quest'ultimo luogo è stato quello che ne ha risentito di più. Molti ribelli provengono da lì (come me, d'altronde) e hanno cercato invano di sacrificarsi per garantire la libertà di tutti. Invano perchè molti di loro sono stati uccisi o incarcerati (chissà a quali trattamenti vengono sottoposti... nessuno lo sa ma pare che siano metodi poco ortodossi) senza alcuna pietà. 

Tutto questo perchè una persona (lo chiamano il Grande Capo... sì, di 'sto cazzo!) vuole controllare le vite di tutti. Nella città pare che godano di una vita migliore, non si lamentano di niente, anzi, dicono che noi ci lamentiamo troppo. Se solo potessero capire quali sono le differenze di trattamento tra una fazione e l'altra... Il dittatore ci definisce "feccia". Sembra di essere tornati indietro nel tempo, quando eravamo discriminati al punto che non c'era modo di raggiungere Nuova Domino. Poi fu costruito il ponte e per un breve periodo abbiamo goduto di diritti migliori, finché non si è instaurata una dittatura dopo la cattura delle autorità da parte di quel bastardo del Grande Capo e i suoi complici. Si è autoproclamato come il capo assoluto dell'intera Nuova Domino e tutto è andato a farsi fottere. Per gli abitanti della ricca città è cambiato pressoché poco, solo alcune regole. La vera rigidità è avvenuta al Satellite. 

Non è affatto giusto! Ci hanno abbandonato a noi stessi, impedendoci di attraversare il ponte per arrivare all'altra sponda. La criminalità è diventata il pane quotidiano degli abitanti e la giustizia, semplicemente, non esiste. Non si può denunciare nulla alla polizia perchè non ti ascolta, la loro unica priorità è assicurarsi che nessuno vada contro al "sovrano". Un vero schifo.

Per questo si sono formati gruppi di ribelli con l'obiettivo di tenere sicure le strade del Satellite e pianificare di rovesciare il governo attuale, tra cui anche quello a cui appartengo. Alcuni membri di queste bande sono stati scoperti e non si hanno notizie di loro da mesi, ormai. Noi siamo stati fortunati, siamo una bella squadra e non abbiamo avuto alcuna perdita. Per ora, il pericolo c'è sempre... Abbiamo delle regole rigide anche noi, ma sono giuste. Almeno le usiamo per garantire l'incolumità di tutti, piuttosto che per danneggiarci. Dobbiamo vivere tutti insieme nel nostro covo, un garage interrato, cercando di non farci scoprire, non rivelando ad anima viva quali sono i nostri piani e proteggendoci a vicenda. Anche per questo, abbiamo dei turni di guardia di notte e di giorno.

Scendo silenziosamente le scale del soppalco (che è stato separato in varie stanze per avere un minimo di privacy tra di noi), notando nel riflesso di uno specchio poco illuminato i miei capelli castani mossi e gli occhi verde scuro (ogni tanto mi sento carina... non stavolta però), e odo una melodia a me conosciuta, un riff cupo che si ripete incessantemente e si fissa nei miei pensieri. Riconosco la canzone, è "Sweet Dreams (Are made of this)" di Marilyn Manson. A quanto pare, chi sta facendo la sentinella non ha proprio nulla da fare se non suonare quella chitarra elettrica nel "soggiorno" e dilettarsi con canzoni metal.

Arrivo all'ultimo gradino e alzo lo sguardo: una folta capigliatura arancione e una schiena coperta da una giacca di pelle nera compaiono davanti a me. La figura è seduta di spalle sul divano grigio, si intravede il manico della chitarra. Crow Hogan. Ah, ecco a chi toccava fare la guardia! 

"Sweet dreams are made of this...who am I to disagree..." inizio a canticchiare avvicinandomi al ragazzo. Crow è più di un membro del nostro gruppo: è il nostro capo. Non potevamo averne uno migliore, onestamente. Si è battuto molto per la costruzione del ponte tra Satellite e Nuova Domino e grazie anche a lui abbiamo potuto vivere meglio... anche se per poco. Se solo quel periodo fosse durato ancora oggi...

Osservo la stanza. Si, tutto regolare, c'è sempre il sofà con un paio di poltrone, il tappeto, la televisione vecchia di almeno una decina di anni (nonostante tutto, ancora funzionante), le colonne che separano l'area soggiorno da una cucina improvvisata, i muri bianchi pieni di macchie di umidità e le scatole piene di libri, videogiochi e vari ricambi per le moto, parcheggiate nel sottoscala vicino ad una grande saracinesca. Un ambiente abbastanza grande e umile, con oggetti ripescati da una parte e dall'altra del Satellite, ma nel complesso vivibile. 

"Travel the world and the seven seas..." continuo, attirando l'attenzione del rosso che si gira di scatto. Realizzando che sono solo io e non qualche malfamato, tira un sospiro di sollievo e continua a suonare. Le sue dita si muovono fluide sulla tastiera della chitarra, non sbagliando una nota. Sembra che sia lui ad aver scritto la canzone, per quanto è bravo.

"Everybody's looking for something..." si aggiunge la sua voce. 

"Some of them want to use you" diciamo insieme. Si, "qualcuno vuole usarti", è proprio quello che sta succedendo al Satellite... Ma per cosa, poi? Perchè è toccato a noi un simile destino?

"Some of them want to get used by you... Some of them want to abuse you... Some of them want to be abused..."

Crow si alza per poggiare la chitarra sul muro, staccandola dall'amplificatore. Sotto alla giacca ha una canotta bianca con dei disegni neri non bene identificabili e dei jeans stretti e scuri, sdruciti e scoloriti in più punti.

"Non sapevo che tu la conoscessi!" esclama sorpreso.

"Pronto? Hai visto come mi vesto normalmente?" gli chiedo ridendo, riferendomi al mio classico abbigliamento punk.

"Credevo fossi una poser... Ah, comunque scusami, ti ho svegliato?" mi chiede, tornando a sedersi sul divano e invitandomi a fare lo stesso. "Avevo impostato il volume dell'amplificatore molto basso, faccio sempre così in modo da non svegliare nessuno e non attirare malintenzionati. Evidentemente è ancora troppo alto..."

"Oh, no!" lo rassicuro. "Il volume va bene, ero già sveglia da un pezzo... Ti ho sentito suonare solo mentre scendevo le scale."

"Mh, capisco..." sospira lui. "Come mai non riesci a dormire? Qualcosa non va?"

Faccio di no con la testa. 

"In realtà non so il perchè... Solitamente crollo sempre, invece mi è venuto un attacco di insonnia e proprio non ce la facevo a stare nel letto a contemplare il buio!" sussurro, arricciandomi una ciocca al dito.

"Già, che noia... Hai fatto bene." sostiene lui. "Almeno ho un po' di compagnia..."

Vedo che mi sorride. Ricambio l'espressione abbassando lo sguardo.

"Durante il vostro turno cosa fate per fare passare la notte?" chiede Crow.

"Beh... Ognuno ha i suoi metodi. Ad esempio, io leggo i libri che trovo in giro durante le nostre ronde. Gli altri... beh, chi si allena, chi guarda la tv e i suoi programmi spazzatura notturni, chi si fa le seghe..."

Crow ridacchia sentendo l'ultima opzione. 

"Di questi tempi farsi una scopata è più difficile, non sei più libero di uscire tranquillo e fare conquiste. Quindi... o fai da te oppure scegli l'opzione più bastarda..." commenta lui.

"Ovvero? Cosa sarebbe questa 'opzione bastarda'?" domando, non capendo cosa intendesse dire.

"Esci, rapisci la prima donna che vedi e-"

"Va bene, credo di aver capito!" lo interrompo, con i brividi sulla pelle.

"Brutto, vero?" dice lui, serio, guardando il soffitto. "Sapere che esiste gente del genere mi fa altamente incazzare... Per fortuna ho avuto il piacere di spaccare di botte alcune di quelle merde"

Annuisco di risposta. La crudeltà umana non ha limiti. 

"Passiamo un poco il tempo chiacchierando... Sei mai stato innamorato, Crow?" dico dopo un breve attimo di silenzio. Lui si gira, guardandomi negli occhi come colpito dalla domanda. Effettivamente nemmeno io so come sia uscita una simile cosa dalla mia bocca... 

"Questa non me l'aspettavo, sai?" risponde, sistemandosi meglio sul sofà e rivolgendosi verso di me. "Diciamo che non ho mai avuto la testa per relazioni serie, forse il sentimento che ho provato e che si avvicina di più all'amore è stato il voler proteggere le persone più vicine a me. Non so come spiegartelo..."

"Più o meno ho capito. Quello è uno dei sintomi dell'amore..."

"Credo proprio di sì... Questo accadeva soprattutto con i miei fratelli adottivi, con i bambini che salvavo e i miei amici più stretti. Raramente è capitato con altre ragazze rimanendo duraturo. Magari mi interessavo a loro, poi vedevo che non facevano per me e finiva lì. Non ho mai spezzato il cuore a nessuna, sia chiaro. Probabilmente da me cercavano solo sesso, vista la fama che mi ero fatto al Satellite."

Prende un pacchetto e ne estrae una sigaretta, che si accende con un fiammifero. Me la porge per offrirmela.

"Faccio solo un paio di tiri, io non fumo..." rispondo, prendendola in mano e poggiandomela sulle labbra. "Quindi non hai mai avuto una ragazza vera e propria, è vero?"

"Ecco, in realtà l'ultima volta che una persona ha avuto un'importanza tale da comportarmi da fidanzato con questa... Beh, non è finita bene..." dice, incupendosi.

Inalo il fumo della sigaretta, per poi passarla al ragazzo che ho di fronte a me. 

"Anche io ho avuto esperienze negative con le relazioni..." discorro per cercare di consolarlo. "Mal comune, mezzo gaudio", si suole dire in questi casi.

"A te cosa è successo?" mi domanda con un tiro e facendo cadere la cenere in un bicchiere.

Qualcosa mi blocca. Parlare delle mie esperienze precedenti fa male, sento sempre il ricordo vivido dentro di me di quando avevo provato ad aprire il mio cuore solo per farmelo distruggere in mille pezzi. 

"Non è facile parlarne perchè è un ricordo che mi ha distrutto..." dico, mentre lui mi passa la sigaretta. Faccio un lungo tiro e poi continuo dicendo: "Avevo conosciuto questo ragazzo perchè lo vedevo spesso nella zona in cui abitavo prima. Era un tipo molto gentile all'apparenza e con il tempo si era interessato a me. Fantasticavo spesso su una possibile relazione con lui, quindi più avanti il sentimento è diventato reciproco, dunque ci siamo messi assieme. Pensavo di sapere tutto su di lui, quando la realtà dei fatti mi ha colpito come un palo in faccia..."

Mi fermo per fare un altro tiro. Menomale che avevo detto che non fumavo... In questo momento, però, ho bisogno di calmarmi. 

"Ho scoperto che... ecco, si bucava..." sospiro, mentre il fumo mi esce dalla bocca. "Scoperta una cosa del genere avrei dovuto allontanarmi, ma indovina cosa era successo? Che ero innamorata e non potevo lasciarlo assolutamente dietro... Ho provato a farlo smettere e per un breve periodo ci ero riuscita... Però una volta che ci caschi dentro è difficilissimo uscirne, soprattutto a causa di come ti distrugge l'astinenza. Diventava un tipo molto violento e alle volte mi costringeva a fare cose che non volevo..."

Crow mi mette una mano sulla spalla, mentre gli restituisco la sigaretta. 

"Non me ne sono mai andata da lui, nonostante tutto... Non ne ho mai parlato con nessuno, non ho mai cercato aiuto... Alla fine, durante una notte sono scappata via e ho denunciato gli abusi alla polizia. Non c'era ancora la dittatura quando è successo, quindi fecero il loro dovere arrestando lui e le persone da cui si riforniva..."

"Hai fatto la cosa giusta. Sei stata forte!" dice Crow, massaggiandomi la spalla. Non sto piangendo, vorrei farlo ma non ho lacrime da versare. 

"Dopo quell'avvenimento sono scappata via, avevo troppa paura di altre persone che non erano state incarcerate e che hanno tutti i validi motivi per farmi fuori... o peggio..." 

"Alyssa... Tu adesso sei in un posto sicuro, non devi temere niente finché sei qui! Sei stata molto coraggiosa, hai fatto una scelta molto impegnativa per il tuo bene e di tutti quelli in difficoltà con quella merda. Saremo noi a proteggerti!" mi dice, inspirando profondamente. Non mi chiama quasi mai per nome, i pochi momenti in cui lo fa mi fa stare meglio. Non so perchè...

Ero già consapevole di quanto potessi essere protetta in questo garage, con il resto della banda. Questo mi ha sicuramente tranquillizzata e mi ha messo l'anima in pace. Tuttavia, ricordare ancora determinati momenti della mia vita fa ancora male. Molto male. Il fatto che tutte queste cose mi fossero capitate prima del regime attuale lo considero come una fortuna. In questo contesto, invece, sarei morta.

"Mi dispiace per quello che ti è successo, davvero..." mi dice, guardando per terra e spegnendo la sigaretta, ormai ridotta al filtro. 

"Per fortuna adesso è solo un ricordo che ho..." concludo, prendendo una coperta e mettendomela sulle gambe.

"Scusami, forse non avrei dovuto chiedertelo..." sospira Crow, dispiaciuto. 

"Non ti preoccupare, ne è passato di tempo e non mi fa più effetto come prima!" lo rassicuro, con un sorriso. "Tu, piuttosto? Cosa ti è accaduto?"

"La mia storia precedente invece non è stata brutta quanto la tua. Ero fidanzato con questa ragazza. Ci tenevo tantissimo a lei, le facevo un sacco di regali e cercavo di farla sentire sempre speciale. Nonostante tutto, ha deciso di andarsene da un altro. Avrebbe dovuto dirmelo subito, non trovi?"

Io annuisco in risposta, curiosa di sapere il seguito.

"Invece no, l'ho scoperto da me. Mentre stava con me si scopava un altro. Quando l'ho saputo le ho solo detto 'Mi fai schifo.' e me ne sono andato. La cosa divertente di tutto questo è... sai come si chiama questa ragazza?"

Fa una breve pausa, mentre io lo guardo interrogativa.

"Si chiama Lucy."

Lucy?! La stessa Lucy che fa parte della banda?! Cavolo, non avrei mai pensato a lei come ex di Crow!

"Si, proprio lei..." mi dice, quasi leggendomi nel pensiero. "Ti chiederai perchè è qui con noi... Beh, semplicemente per le sue capacità e perchè la pensiamo allo stesso modo riguardo il governo attuale. Un aiuto in più non guasta... Ormai non provo più nulla per lei, non sono nemmeno più incazzato per questa storia."

"Invece, che fine ha fatto il ragazzo con cui ti ha tradito?"

"Lui è morto."

Sbianco all'improvviso. Che significa "è morto"?!

"Non guardarmi in quel modo, non l'ho ucciso io! Non ne sarei capace..." esclama divertito, tornando poi serio. "Lui era in un'altra banda che è stata scoperta dalle autorità ed è deceduto difendendo i suoi compagni. Non so dove siano questi ultimi, però..."

Ormai sentire parlare di morte è all'ordine del giorno, ma ogni volta che mi vengono raccontate queste storie mi dispiace un sacco per tutti. Quante vite sono state spezzate per un po' di libertà! Vorrei poter dare un senso ai loro sacrifici, ma da sola non ce la potrei mai fare...

"Cambiando argomento, sai una cosa?" dice lui, avvicinandosi a me. "Ultimamente mi hai mandato parecchio in confusione..."

Lo guardo stranita. In che senso? Cosa vorrebbe dire con ciò?

"Ho... fatto qualcosa di sbagliato?" chiedo, guardandolo per un breve istante, prima che io abbassi lo sguardo. Osservare i suoi occhi grigio chiaro per troppo tempo mi mette in soggezione.

"Non so, ti comporti in modo strano con me..." sostiene divertito. "Guardami!"

Obbedisco, fissandolo dritto nelle pupille. Lui fa un piccolo sorriso beffardo e cedo di nuovo, sorridendo a mia volta e abbassando nuovamente la testa. Proprio non ci riesco!

"Vedi? L'hai appena rifatto!" esclama con tono canzonatorio. "Che c'è, ti faccio paura?"

Mi copro il viso con il braccio per non far vedere il mio rossore. O meglio, avverto le guance in fiamme e non vorrei che si accorgesse di ciò.

"No, Crow, non mi fai paura!" dico stizzita.

"Alyssa non teme nessuno e reggerebbe lo sguardo di chiunque, tranne del mio! Quindi ce l'hai una debolezza..." ridacchia, provocandomi e spintonandomi leggermente.

"Smettila..." sono capace di dire, prima che scoppi in una risata nervosa. "Hai uno sguardo così intenso a volte che..."

"Stai tranquilla, ti dò il permesso di provarci con me! Tanto sono single!" dice lui, scoppiando a ridere successivamente. Ma tu guarda-

"Quanto sei stupido!" esclamo, lanciando un cuscino sul suo bel volto segnato dai marchi della Struttura. Di risposta, lo riprende e me lo lancia. Io lo schivo scivolando sul pavimento e rannicchiandomi. In tutto ciò sono molto felice, mi viene da ridere pensando a quel momento di spensieratezza che si sta consumando.

"L'hai voluto tu!" sorride lui, avvicinandosi con un altro cuscino e colpendomi ripetutamente con esso. Dapprima mi difendo con un braccio, poi prendo la coperta e tento di frustarlo con quella. Sembriamo due bambini che si divertono con quello che hanno. Il lenzuolo del divano si impiglia all'improvviso nel suo piede e come conseguenza lui mi cade addosso, con la faccia molto vicino alla mia. Continuo a ridere, stavolta più forte a causa dell'effetto che mi provoca vedendolo così vicino a me. Lui mi tappa la bocca con il palmo.

"Shh!" mi sussurra in un orecchio. "Non vorrai svegliare gli altri..."

Il suo non è un tono da rimprovero, anzi, è quasi... sensuale...

Si stacca da me, mettendosi in piedi e porgendomi il braccio per aiutarmi a tornare su. Dopo aver rimesso i piedi sul pavimento, però, mi tira a sé. Adesso sono con la testa poggiata al suo petto. Anche stavolta, si avvicina al mio orecchio:

"Non so tu, ma io mi sono rotto il cazzo di fare sempre finta di nulla..."

Una mano scende lungo la mia schiena, facendomi provare brividi per tutta la colonna, mentre l'altra mi accarezza il collo e poi arriva sotto il mento, sollevandomi il viso. Lo guardo in faccia: sta sorridendo. Cazzo, che bel sorriso...

"Mi sono accorto di come mi guardi, sai?" continua, passandomi il pollice sulle labbra. "Hai intenzione di fare qualcosa a riguardo, Alyssa?"

Mi sento totalmente paralizzata mentre i suoi occhi aspettano una risposta, fissandomi intensamente. Merda, non sono convinta di essere in pieno possesso delle mie facoltà mentali... o forse lo sono e in realtà io voglio farlo?

Senza pensarci di nuovo, prendo il suo volto tra le mani e lo avvicino al mio. Le nostre labbra si uniscono, mentre avvolge la mia vita con le sue braccia. Dio mio, sono fuochi d'artificio quelli che avverto nel petto? Non so dire per quanto rimaniamo avvinghiati, so solo che mi sto godendo ogni secondo vicino a lui. Percepisco le sue dita passare sotto la felpa e scivolare sulla mia pelle. Si stacca da me solo per togliersi la giacca e la canotta, per poi tornare ad abbracciarmi e baciarmi il collo. Gli accarezzo la schiena nuda, soffermandomi sui muscoli delle spalle mentre mi scappano sospiri eccitati. In un certo senso mi sento protetta.

"Decisa... Mi piaci..." sorride, mentre mi solleva prendendomi in braccio. Automaticamente mi metto a cavalcioni su di lui. Pare reggermi senza la minima difficoltà, finché non si siede sul sofà e mi ritrovo sopra le sue gambe, che continua a baciarmi. Quello che succede dopo è un susseguirsi di azioni... io che mi tolgo la felpa per il calore che si è propagato e rimango in reggiseno, altri baci sul corpo, abbracci...

 

Non riesco a capire per quanto abbiamo fatto l'amore, so solo che dopo provo sensazioni miste. Da una parte sono felice, è stato bellissimo... Dall'altra sono triste, sia perchè abbiamo finito di farlo, che per i miei sentimenti verso Crow. Era da un po' che mi attirava, ma non solo sessualmente parlando. Il suo modo di porsi, la sua tenacia, il suo comportamento con gli altri (e con me, soprattutto con me) mi avevano fatto innamorare di lui. Nessun ragazzo, prima d'ora, mi aveva scombussolato così tanto il cuore e la mente. Aveva ragione quando diceva che non mi importava di niente e nessuno quando si trattava di far fronte a qualcuno, ma solo quando lui mi era davanti. Poi, tutti quei momenti in cui mi aveva salvato la vita e viceversa... Adesso sto qui sul divano, l'effetto del calore sul corpo scomparso, in intimo sotto una spessa coperta con lui che mi cinge il corpo con un braccio e mi accarezza la coscia con la mano, mentre le dita dell'altra reggono un'altra sigaretta, e mi sto facendo i complessi. 

"Sarò onesto... mi mancava farlo con qualcuno di speciale..." dice con leggerezza, soffiando via il fumo dai suoi polmoni. 

Mi sento male e anche stanca... Per me non era solo sesso... Non voglio che fraintenda quello che provo veramente per lui... Lo stomaco va sotto-sopra, mi viene quasi da vomitare. 

"Io..." dico flebilmente, ma non faccio uscire il resto dei miei pensieri. Termino dicendo "... torno su."

"Non vuoi restare ancora un poco con me?" mi domanda serio, mentre io mi alzo prendendo i miei vestiti. 

"Crow, ho sonno..." sibilo. "Se mi addormento qui, cosa diranno gli altri quando si sveglieranno e ci troveranno qui mezzi nudi?"

"Alyssa... Ti prego, resta..." mi dice, schiacciando la sigaretta nello stesso bicchiere di prima. "Se ti addormenti ti riporto io nella tua stanza, però per favore... Adesso non voglio stare solo..."

Avverto la sua voce sul punto di rompersi. Mi guarda negli occhi come un cane bastonato, poi abbassa la testa mordendosi il labbro inferiore. Non vuole che io me ne vada... oppure...

"Va bene..." faccio io debolmente, tornando a sedermi e lanciando gli indumenti sul bracciolo. Mi rimetto sotto la coperta, ginocchia sul petto e mi distanzio lievemente da Crow.

"Qualcosa non va..." sussurra. Non è una domanda, è un'affermazione. "Non... ti è piaciuto stare con me?..."

Mimo un no con il capo.

"Non è quello il motivo..." continuo, con il cuore che batte. "Stavo bene mentre lo facevamo..."

Crow mi guarda preoccupato. La sua soddisfazione iniziale è sparita e con essa anche l'adrenalina. 

"Scusami se ti faccio stare qui con me, se vuoi andare a letto..." inizia a dire, grattandosi il viso.

"Senti, Crow..." lo interrompo, sul punto di piangere. "Non so cosa tu pensi di me, ma io credo di avere le idee chiare su di te... Sono sicura al 100% che non voglio essere solo un passatempo per te..."

Lui solleva un sopracciglio, guardandosi intorno.

"Io... Penso di amarti, ma..." balbetto, coprendomi il viso tra le ginocchia. "... ma non so se per te è la stessa cosa..."

La fronte inizia a causarmi dolore e le lacrime scivolano giù, bagnandomi le guance e le rotule.

"Cazzo, Crow... Se ti ho assecondato è perchè mi piaci tantissimo!" alzo leggermente la voce, ormai distrutta dai singhiozzi. Si avvicina a me, cercando di calmarmi.

"Ehi, Alyssa... Non c'è bisogno di piangere, dai..." mi dice con voce pacata, mentre prova a guardarmi in faccia.

"Per te è facile..." dico, usando la coperta come fazzoletto per il mio pianto. "Io non capisco cosa tu provi... L'hai detto tu stesso, non hai la testa per una relazione, figurati se vuoi stare con una deficiente come me..."

Mi scosta i capelli, accarezzandomi il collo con il dorso della mano.

"Tu non sei deficiente... Sei stata attenta a quello di cui ho parlato prima, vuol dire che mi ascolti... Però ricordi? Ho anche menzionato il fatto che non ho mai spezzato il cuore a nessuna ragazza in venti anni di vita. Non credo che una persona normale abbia il cuore in pezzi quando scopre che la propria cotta ricambia i sentimenti, vero?" dice lui, scompigliandomi i capelli. Finalmente riesco a guardarlo in faccia, anche se gli occhi mi bruciano tanto. "Devi scusarmi, Alyssa... Non sono riuscito a fartelo capire. Avrei dovuto tenere conto di quello che ho detto prima per far sì che tu non fraintendessi... Non volevo farti stare male..."

Io rimango in silenzio. Nonostante sto al caldo sotto la coperta, ho comunque i brividi per il freddo. Lo ascolto attentamente.

"Vedi..." dice, per poi interrompersi con una risatina nervosa. "Hai attirato la mia attenzione sin dal primo giorno in cui tu hai messo piede qui dentro. Ho sempre pensato che tu fossi una ragazza in gamba, forte e decisa. Vedevo come reagivi con gli altri e poi facevo il paragone con me. Ci tengo al benessere di tutti, infatti vedi che mi arrabbio sempre quando combinate qualche stronzata, ma è perchè non voglio che vi facciano fuori. Penso che tu vanti il record della mia peggior incazzatura verso qualcuno!"

Lui ridacchia, ma ricordo bene la sua voce che urlava "Porca puttana, Alyssa! Rischiavi di farti ammazzare, ti rendi conto di quanto cazzo la prendi alla leggera?!" e io che non riuscivo a dire una parola per la vergogna. 

"Sotto sotto capisco il perchè... Non sono tipo da fare preferenze, ma il mio cuore tiene tantissimo alla tua vita e alla tua felicità, più di quella degli altri... Ho detto che non ho la testa per una relazione? Bene, chiamala come vuoi, ma io so che desidero proteggerti e voglio farti stare bene, facendo l'impossibile per te." termina lui, con un sorriso genuino.

Le lacrime si fermano, mentre i battiti cardiaci accelerano.

"Non è mai stato facile per me definire quello che provo per qualcuno come 'amore', ma sento che stavolta è quella buona. Penso spesso a te durante la giornata, cerco di farti ridere... Insomma, credo che tu lo abbia capito!" dice, grattandosi il capo.

Annuisco. Certo che l'ho capito!

"Scusami, Crow... Non avevo colto questi segnali... Avevo paura di illudermi, che mi stessi solo facendo dei fottuti film mentali..." mi scuso, poggiando la testa sulla sua spalla. Lui mi bacia la tempia e gioca con i miei capelli.

"Non devi dubitare mai di te stessa... Sei una ragazza intelligente..." sussurra dolcemente, continuando a coccolarmi.

Rimango abbracciata a lui, ascoltando il suo cuore. Sento le palpebre appesantirsi e il corpo che vuole abbandonarsi tra le sue forti braccia.

"Dai, a volte so essere romantico!" commenta lui, facendomi ridere.

"Non l'avrei mai detto..." rispondo io, accarezzandogli il petto. "Però in fondo sapevo che tu avessi un lato tenero..."

Di risposta lui mi bacia sulle labbra, senza staccarsi. Si, confermo, sto davvero bene con lui. 

 

Mi sveglio nella mia stanza quando avverto l'odore della colazione. Capisco che è mattina anche perchè, su un comodino vicino, l'orologio segna le sette. Mi ero addormentata al piano di sotto, trovarmi qui significa che Crow ha mantenuto la promessa e mi ha riportata nella mia camera. La prima cosa che balza nella mia mente è tutto quello che è successo la notte precedente e senza pensarci due volte mi rivesto con gli stessi abiti indossati qualche ora prima per scendere le scale e andare nel soggiorno. Speravo di trovare solo Crow, invece...

"Buongiorno, Alyssa!" dice la voce di Tom. I suoi capelli biondo cenere sono totalmente scompigliati, gli occhi azzurri scavati dalle occhiaie (come sempre, d'altronde) e un sorriso sghembo attraversa il suo viso. Veste con un pigiama grigio macchiato dal caffè che si è accidentalmente versato sulla maglietta qualche giorno fa. Che distratto...

Crow fa capolino dalla cucina.

"Alyssa? Sei già sveglia?" domanda, sorpreso. Reggo il gioco. 

"Si, mi sono addormentata presto stanotte!" esclamo, avvicinandomi a loro e prendendo una tazza di latte caldo.

"Devi avere il sonno pesante, cavolo!" parla Tom, sorseggiando il caffè. "Io mi sono svegliato perchè a quanto pare i vicini hanno deciso di darci dentro stanotte..."

Per poco non gli sputo il latte in faccia. Mi giro di spalle per non far vedere che sto ridendo. Aiuto, sono in difficoltà!

"Che intendi dire con 'darci dentro'?" domanda Crow, facendo il finto tonto. 

"Oh, ti prego, non farmelo dire... Lo sai benissimo cosa intendo!" esclama il biondo, muovendo la tazza e facendo cadere qualche goccia della bevanda sulla mano.

"Invece no...Spiegamelo senza rovesciare la tua colazione per terra, grazie!" lo rimprovera Crow, con tutta la calma di questo mondo. 

"Non li hai sentiti i gemiti provenire dall'altra parte delle mura?" chiede Tom incredulo, pulendosi la manica con un fazzoletto.

"No, perchè innanzitutto ero qui, non al piano di sopra... E poi ho suonato tutta la notte." sostiene il capo, come se niente fosse.

Tom mima un "mah" con la bocca, per poi finire di bere la sua tazza di caffè e dirigersi sulle scale. Rimaniamo io e Crow da soli e finalmente iniziamo a ridere.

"Si, certo... I vicini!" esclama, asciugandosi una lacrima per le risate. Io sono piegata in due e mi fa male lo stomaco.

"Comunque ho detto una cazzata..." dice, serio. Io lo guardo interrogativa, tornando neutrale anche io. Oh, cosa vorrebbe insinuare?!

"...io in realtà ho sentito e mi ricordo ogni singolo gemito!" conclude, sorridendo in quel modo beffardo che tanto mi fa impazzire e facendomi l'occhiolino. Io gli sorrido e lo bacio, staccandomi da lui poco prima che torni Tom, che, come al solito suo, non ha visto niente di quello che era appena successo.

 

 

Angolo autrice!

 

Uff, certo che la quarantena mi sta facendo parecchio male, in primis per i temi trattati e poi per la lunghezza (nel momento in cui sto scrivendo questa nota devo ancora revisionare il testo ma siamo a circa 5001 parole o.O Dove si è mai visto?)! XD

In ogni caso, per chi fosse arrivato fin qui... Innanzitutto grazie mille per l'attenzione! ^^ 

Spero che sia riuscita a rendere le emozioni, è la prima volta che scrivo una cosa del genere ma posso sempre migliorare ^^'

Se avete suggerimenti buttateceli in una recensione oppure, tranquillamente, in un messaggio privato!

Ed è tutto! Grazie mille ancora, ci si vede presto! 

 

Song credits: Marilyn Manson- Sweet Dreams (Are Made Of This). (C) 1998 Interscope Records

  
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