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Autore: pokas    30/03/2020    1 recensioni
Non esiste similitudine della vita più vera del ciclo vitale della farfalla. Due storie parallele e l'una il riflesso dell'altra, due storie incrociate tra loro, due personaggi che cercano la libertà in una vita ostile.
DALL'ULTIMO CAPITOLO
" e la gente non ci crede, non crede nella storia dell'effetto farfalla! Non crede che basta una battuta, una risata, uno sguardo di troppo che dentro di te si crea un uragano, un uragano così forte che finisce per strapparti le ali dei sogni e della speranza... Senza ali cosa posso fare quando oramai sto cadendo dalla cima della mia fortezza...? Vorrei poter volare di nuovo... "
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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ATTENZIONE

L'intera storia è un viaggio psicologico ed emotivo, ogni gesto estremo è la rappresentazione di una resa o sofferenza interiore, non ci sono sottintesi miei desideri autolesionisti o autodistruttivi quindi vi prego di leggere l'opera con quest'ottica astratta ed introspettiva.

Grazie e buona lettura

Pok

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-Sono normale, sono perfetto, non ho nulla che vada male-  continuavo a dirmi ogni singolo giorno davanti allo specchio, accettare ogni difetto ed ogni fallimento e difficile, soprattutto per qualcuno che in se ha tante paure. Come ogni giorno uscì di casa per poi avviarmi a lavoro, un bar vicino la stazione centrale. Amavo quel lavoro, incontrare tante persone diverse e conoscere tante storie uniche era ciò che preferivo. Ero bravo a fare diverse cose al bar, gestire il personale, occuparmi della merce, cucinare qualche dolce al momento e soprattutto facevo un caffè magnifico. Mi capitava spesso di trovare oggetti dimenticati dai clienti, probabilmente per la fretta, ma quel biglietto, non fu un caso. 

"Ho bisogno di aiuto, ho bisogno che qualcuno legga il mio nuovo libro, vuoi essere tu il primo?" 

Era sul tavolo di una ragazza che era un cliente abituale, il suo solito ordine era un cappuccino ed un muffin al cioccolato, spesso portava con se il suo PC e scriveva, scriveva per ore. Era una proposta alquanto intrigante la sua, leggere una storia originale ed ancora in esecuzione mi avrebbe reso d'aiuto per qualcuno. 

Preso dall'emozione aspettai il giorno seguente per tornare a lavoro. Portai la colazione alla ragazza e lei mi mise davanti agli occhi un foglio -sapevo che saresti venuto da me… se sei interessato questo è il primo pezzo- disse senza distogliere lo sguardo dal PC. Curioso presi il foglio e mi misi seduto dietro al bancone per leggere.

Questa è la storia di una vita che vale quanto quella di una farfalla. 
C'era una piccola bambina che pur non ricevendo tanto amore, era sorridente, felice di quei pochi gesti d'affetto che riceveva.
Non aveva paura, era al sicuro nella sua famiglia, si sentiva protetta; anche se spesso l'alcool annebbiava la mente dei genitori, si sentiva al sicuro, poi tutto scomparve.
Non si dovrebbe avere paura di istruirsi, la cultura dà potere alla ragione e la ragione è la chiave del successo, ma è capitato di avere paura della scuola. Non era per le persone che frequentavano l'ambiente, all'asilo è raro essere feriti dai coetanei, ma ciò che distrugge è la paura di non trovare nessuno fuori che ti aspetti.
Si addormentò per riposarsi dalle fantastiche avventure della sua immaginazione ed aperti gli occhi si ritrovo davanti il dirigente scolastico che le diede la brutta notizia con una freddezza innaturale. -Preparati, i tuoi ti hanno lasciata qui, ti porto in un istituto-. 
Un bambino normale avrebbe pianto, ma lei era forte, lei ha riso e iniziato il suo nuovo percorso, da sola.

La giovane larva nasce e d'improvviso tutte le farfalle spiccano il volo, ma lei rimane ferma, senza nessuno a proteggerla.

Confuso distolsi lo sguardo dal foglio e guardai verso il tavolo della ragazza, ma di lei rimase solo la tazza vuota del cappuccino. Mi alzai per sparecchiare e sul tavolo vidi un tovagliolo con una scritta sopra -"cosi inizia il viaggio della farfalla, saprai il resto a tempo debito"- lessi per poi tornare un pò confuso a lavorare.
 

 
   
 
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