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Autore: Alixia700    31/03/2020    0 recensioni
Si abbandonò alla sensazione di dolce conforto data dal contatto con quel corpo che conosceva quasi come il suo, se non meglio.
Ogni cicatrice, neo, forma, erano impressi nella sua memoria a tal punto che se chiudeva gli occhi poteva immaginare di accarezzarne i margini, delinearne i contorni, livellarne le curve.
Il suo cuore era così ricolmo di quel sentimento agrodolce che sembrava impossibile che questo non fosse ancora straripato fuori: familiarità, calore, affetto, amore.
*
Raccolta di Flashfic (non necessariamente collegate tra loro) basate su prompt assegnati da un generatore casuale.
Perché è impossibile resistere a questa grande famiglia.
[Alto contenuto Klance]
Genere: Comico, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: Lime, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Ambientazione: Modern!AU
Personaggi: Lance!centric
Raiting: Verde
Nota: L'avevo già pubblicata in precedenza, ma questa nuova raccolta le si addice di più.





Yellow.




“E se indossassi la maglia che mi ha regalato Matt al compleanno?”

“In nero nel giorno del pride? Adesso stai farneticando”

“Il mio io futuro non me lo perdonerebbe mai”

“Già”

“Cazzo cazzo cazzo”

Lance si lasciò cadere a bordo letto e si coprì gli occhi con le mani, sospirando frustrato.
Intorno a lui giaceva il suo intero guardaroba, in un accozzaglia di colori e forme in grado di fargli venire l'emicrania al solo pensiero di doverli riordinare in seguito.
Erano ore che cercava di decidere cosa indossare, ma ogni volta che sembrava essere giunto ad una decisione definitiva un qualche dubbio si palesava, riportandolo nuovamente in una situazione di stallo.

Mancavano pochi minuti all'appuntamento e non aveva ancora concluso niente.
Come poteva pensare che tutto sarebbe andato per il meglio se non riusciva neanche ad uscire letteralmente dal suo armadio?

Il materasso cedette verso il basso quando Keith prese posto al suo fianco.
Con tocco gentile gli strattonò via le mani dal viso, così da rivelare la sua espressione congestionata dal nervosismo; poi fece correre i pollici lungo i suoi palmi in cerchi rassicuranti, provando ad infondergli un po' di calma.
Peccato che entrambi fossero ben consapevoli di come una volta comparse le ansie di Lance difficilmente si sarebbero placate, neanche di fronte all'ovvietà.

“Ehi, guardami – Keith gli sollevò con dolcezza il mento, così da poter incontrare il suo sguardo – andrà bene, te lo prometto. Non conta davvero cosa indossi, perché lei non lo noterà; sarà troppo concentrata sul tuo sorriso, la tua gioia, sul vederti finalmente esprimere te stesso.”

“Ma questo è il primo pride a cui prende parte, a cui andiamo insieme, in coppia. Vorrei solo che fosse perfetto”

“Le cose perfette sono sopravvalutate”

“In effetti questo spiegherebbe la scelta del tuo taglio di capelli”

Keith gli diede un calcio scherzoso e intrecciò le loro dita insieme “Ora sbrigati e mettiti qualcosa addosso prima che io decida di trascinarti fuori casa nudo come un verme”

 

Lance si tirò con fare nervoso l'orlo della canottiera, scrutando con attenzione la folla arcobaleno farsi sempre più fitta intorno a lui e Keith all'avvicinarsi dell'orario di partenza della parata. Erano già riusciti ad incontrarsi con Pidge, Matt, Shiro ed Hunk, ma non riusciva a vedere la donna da nessuna parte.

E se alla fine avesse deciso di non venire?

Da quando era riuscito a confessarle della sua bisessualità nulla sembrava essere cambiato nel loro rapporto, anzi tutt'altro; non che non si ritenesse fortunato per essere amato per quello che era, ma si era aspettato almeno qualche domanda curiosa, qualche discorso apprensivo, non la totale normalità.
Per questo era rimasto piacevolmente stupito quando gli aveva chiesto di poter marciare al suo fianco al Pride.
Sembrava essere filato tutto troppo liscio, doveva aspettarsi che qualcosa alla fine sarebbe andato storto; sicuramente ci aveva ripensato.

Fece un respiro profondo cercando di non cedere all'angoscia che sentiva montare prepotente nello stomaco all'idea di aver passato giorni ad emozionarsi per un qualcosa che alla fine non sarebbe accaduto.

Ma nonostante la delusione non sarebbe stato giusto rovinare un momento importante per tutti. Aveva i suoi amici, aveva Keith e questo sarebbe bastato a chiunque.
Ma non a lui.

“Dai, abbiamo aspettato anche troppo, non verrà. Raggiungiamo gli altri, è arrivata pure Allura!”

“Lance...”

Keith gli stava sorridendo genuino, indicando qualcosa alle sue spalle.

Ancora prima di girarsi seppe che era lei, un'ondata di profumo famigliare, di casa, ad avvolgerlo, a scaldargli il cuore.

“Mamá”

Rosa si avvicinò con un sorriso affettuoso, trascinando Lance e Keith in un grande abbraccio, uno di quelli che da bambino lo avrebbero messo in estremo imbarazzo in pubblico, ma che ora considerava una delle cose più preziose al mondo.
Sentì Keith emettere un piccolo singulto commosso al suo fianco, e strinse la presa più forte intorno alle sue spalle; sapeva quanto avrebbe desiderato poter avere un momento così con i suoi genitori, quanto quel gesto significasse per lui.
Quanto significasse per entrambi.

“Sono così orgogliosa di voi”

Lance affondò il volto umido nei capelli di sua madre, permettendo a qualche lacrima di scivolare via nell'udire le parole che aveva temuto di non sentirsi mai più rivolgere dai suoi genitori.
Poi la lasciò andare, asciugandosi gli occhi, mentre la gioia e l'esaltazione per quel momento si impadronivano di lui, sull'onda dei quali strattonò Keith per un veloce bacio scherzoso, solo per il gusto di vederlo diventare scarlatto per l'imbarazzo.

“Andiamo”
 

(752 parole)

   
 
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