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Autore: pamagra    07/08/2009    3 recensioni
Carlisle ed Esme:com'è nato il loro amore?Quali difficoltà hanno dovuto affrontare prima di potersi amare?Ripercorriamo le tappe della loro storia;dal suicidio di Esme,la sua trasformazione in vampiro,il controllo della sua nuova condizione fino al tanto sospirato matrimonio...Buona lettura!!!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Carlisle Cullen, Edward Cullen, Esme Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il curioso caso di Charles Evensone

Camera 71 di un Hotel di lusso ai confini della città di Ashland – ore 8:30 a.m.

Charles Evensone non era mai stato un uomo paziente. Mai. Non lo era stato quando a soli 4 anni non aveva voluto aspettare che le mele su uno degli alberi che si trovavano nella sua immensa proprietà maturassero,come gli aveva detto suo padre e aveva deciso che voleva prendersele da solo.Quando il ramo su cui era salito si era spezzato, lui era precipitato urlando e rompendosi un braccio e alle sue grida era accorsa tutta la servitù Charles aveva incolpato il giardiniere Frank Chestnut di averlo spinto a salire con l’inganno sull’albero convincendolo che ormai le mele erano matura.Che il signor Chestnut non fosse neanche presente alla tenuta quel giorno non era di alcuna importanza, sta di fatto che il povero uomo fu licenziato in tronco e costretto a lasciare la città. Charles non era stato paziente neanche quando a 8 anni non aveva voluto aspettare il Natale per ricevere la stessa bicicletta di Billy Stomphson ma aveva deciso che il ragazzino poteva farne a meno. Quando sua madre l’aveva visto giocare con il suo nuovo giocattolo e gli aveva chiesto dove l’avesse preso,Charles aveva risposto che il suo amico Billy era stato tanto gentile da prestargliela e aveva sorriso continuando a giocare, mentre dall’altro lato del quartiere Billy correva da sua madre in lacrime e con il naso rotto dichiarando che Charles Evensone gli aveva rubato la bicicletta.Non era stato paziente la prima volta che aveva tenuto tra le braccia una donna,una prostituta dei bassifondi, regalo di compleanno dei suoi amici; era stato durante quella notte che aveva scoperto quanto fosse piacevole malmenare una donna,quanto la pelle delle sua membra fosse tenera sotto le sue mani e i suoi schiaffi,quanto fosse bello il rossore che deturpava il candore delle gote dopo un manrovescio sul viso - donava colore alle guance – aveva pensato in un attimo di lucidità, e poi aveva visto il sangue che scorreva lento da quelle lievi ferite e ne era rimasto affascinato,il suo profumo l’aveva stordito,il colore intenso l’aveva affascinato e aveva provato il desiderio smanioso di vederne scorrere dell’altro, ma il sole aveva iniziato a fare capolino tra gli infissi delle finestre e lui si era alzato del letto che odorava di sesso,fumo di sigarette,sangue e violenza e si era rivestito fischiettando, mentre la sua compagna si rannicchiava in un angolo della stanza,singhiozzando paino cercando di non farsi udire,aveva imparato durante l’inferno appena trascorso che lui non sopportava i piagnistei. Charles si era rivestito e dopo un ultima occhiata alla donna e un sorriso crudele sul volto era scivolato fuori dalla stanza silenzioso come un fantasma. Da quella notte le sue compagne di letto avevano imparato cosa fosse realmente il dolore e che parlare sarebbe costato loro molto caro e così mai nulla era arrivato alle orecchie della rispettabile comunità della cittadina in cui viveva,gli uomini per strada lo salutavano con rispetto levandosi il cappello,le signore di mezza età arrossivano come giovinette di fronte alle sue attenzioni e le signorine in età da marito sospiravano ogni qualvolta lui passasse e desideravano ardentemente sposarlo e diventare così la signore Evensone.

Ci fu un solo momento nella vita di Charles Evensone in cui egli si dimostrò paziente. Quando stava per prendere moglie. Non sarebbe stata una scelta difficile: desiderava una donna bella,di classe,con un ottima posizione economica, devota al proprio marito e sottomessa. Ne abbondavano nella cittadina di Columbia. Avrebbe scelto quella che più gli piaceva.

Poi però in un giorno di sole l’aveva vista: i capelli color fiamma le danzavano liberi sulle spalle illuminati dalla luce del sole di giugno, gli occhi scuri pieni di riflessi dorati,le ciglia lunghe e folte, la pelle bianca e luminosa avrebbe oscurato il candore della neve e i petali dei gigli, era bella e così splendida mentre camminava per la strada rivolgendo sorrisi a chiunque che ne rimase incantato e subito desiderò che fosse lei a diventare sua moglie, che fosse sua. La seguì e la vide entrare in una casa poco fuori città una villetta a due paini di un bel verde chiaro con un grosso melo a cui era legata un’ altalena. La casa apparteneva al vecchio August Platt,che aveva perso la moglie due anni prima e da allora non si era ripreso completamente, estraniandosi dalla vita cittadina, sua sorella,vedova di un ricco signore,eccentrica,un po’ svampita e devota al Dio Denaro,si era trasferita in quella casa per aiutarlo con a figlia adolescente e aveva iniziato ad occuparsi della casa. Se la giovane era entrata lì non poteva che essere Esme,l’unica figlia di Platt. Sarebbe stata sua.

Charles l’aveva spiata altre volte,seguita di nascosto,totalmente preso da lei,ma nonostante il nuovo sentimento che sembrava aver preso possesso del suo cuore le sue pessime abitudini non erano cambiate,si recava ancora nei bassifondi e ancora giaceva con prostitute e ancora faceva loro del male, ora semplicemente prediligeva le rosse. Ebbe l’occasione di pararle e di avvicinarsi a lei ad una festa:le parlò con gentilezza,le chiese di ballare e aspirò il profumo dei suoi capelli,pregustando il loro prossimo incontro. Lei era abbastanza docile e malleabile tra le sue braccia,era tutto perfetto. Parlò con il padre della ragazza e con la zia,quest’ultima appariva entusiasta del matrimonio,eccitata anche dalle prospettiva della grande somma di denaro che Charles avrebbe versato nel loro conto in banca poiché a detta di lui “In famiglia si condivide tutto”. Il padre non sembrava così felice,ma pazienza, se ne sarebbe fatto una ragione.La zia di Esme avrebbe poi parlato con la ragazza e l’avrebbe convinta a d accettare questa proposta vantaggiosa. Il fidanzamento fu breve,il matrimonio venne celebrato nella chiesa di Columbia in un giorno di fine estate,alla presenza del sindaco e di tutta la giunta comunale e delle personalità più influenti della città. Aveva però notato quanto spesso sua moglie fosse assente durante la cerimonia e il pensiero che pensasse ancora all’uomo per cui aveva pianto la prima volta che l’aveva vista gli aveva fatto ribollire il sangue nelle vene. Perché lei doveva pensare solo ed unicamente a lui.Solo a lui,perché lui era l’unico che l’aveva voluta,perché nonostante fosse bella non aveva alcuna dote ne posizione sociale,nulla che avrebbe potuto interessare un uomo…anzi quasi si chiese mentre il prete li dichiarava marito e moglie,perché la stesse sposando proprio lui. Sentì l’ira invaderlo,quella sgualdrina lo aveva raggirato e lui ci era cascato come uno stupido…aveva sbattuto i suoi occhioni da cerbiatta,gli aveva sorriso dolcemente e ora lui non avrebbe potuto contrarre un matrimonio rispettabile con una signorina dell’alta società…in quel momento decise che l’avrebbe Pagata cara, perché lui era in trappola e la colpa era solo ed unicamente di Esme Ann Platt Evensone. I sentimenti di presunto amore che diceva di aver provato per lei totalmente scomparsi dal suo animo,solo la voglia di farle del male,di farla soffrire. Le sorrise crudelmente quando vide i suoi occhi fissarlo leggermente spaventati.Dovrai guardarmi sempre così d’ora in poi bambina,sempre così.

La loro prima notte di nozze fu come tutte le ragazze l’avevano sempre sognata,dolce e romantica. Fu mentre la luna era ancora alta nel cielo che Charles iniziò a picchiarla. Il primo colpo fu uno schiaffo e la parola “Puttana” pronunciata con tanto odio e disgusto che lasciarono Esme come intontita e poi fino all’alba i colpi si susseguirono alternati alle carezze e alla passione di una mente malata.Le ripeteva ogni giorno quanto fosse disgustato all’idea di dover condividere il tetto con una puttana,quanto fosse pentito di averla sposata.

“Perché non mi lasci andare allora?” aveva urlato lei un anno dopo,stanca di tutto quello che aveva subito. Lui l’aveva colpita talmente forte da mandarla contro un mobile ed Esme era scivolata priva di coscienza sul pavimento di marmo. Era stata portata di corsa dal medico e nonostante le perplessità del dottor Moore,circa le lievi ferite che deturpavano le braccia e il volto della paziente,nulla era trapelato,tutto occultato dalla donazione che il signor Evensone aveva fatto all’ospedale di Columbia e dal denaro dato in gran segreto al medico per le cure date alla signora Evensone.Nel riportare Esme a casa Charles aveva capito quanto occorresse essere prudenti.

Aveva quindi deciso che i segni della giustizia impressi sul corpo di sua moglie dovevano essere posti in luoghi in cui difficilmente sarebbero stati visibili per gli altri,servitù in primis anche se aveva imparato da tempo che i servi facevano tutto ciò che dicevano loro i padroni e se il signor Evensone comandava il silenzio,il silenzio avrebbe ottenuto.Trascorsero così i primi anni di matrimonio,tra percosse e violenze,poi giunse come un fulmine a ciel sereno la guerra,immotivata,sanguinosa,uno dei più grandi conflitti mai visti ,si vociferava e anche l’America e i suoi soldati furono chiamati a dare il loro contributo,tutti,persino lui. Così lasciò sua moglie e la sua città e andò a combattere,un vigliacco tra i coraggiosi, un topo tra i leoni e fu rispedito a casa dopo solo due mesi,per una lieve ferita alla testa.

Quando tornò- ta-dan, sorpresa!!- la sua puttana era incinta…rimase disgustato all’idea di un marmocchio che gironzolava per casa,soprattutto se non era figlio suo. La vide urlare e piangere,supplicandolo di crederle che era suo figlio, che il bambino avrebbe sistemato le cose tra loro. Lui aveva riso,di quella risata spietata e orribile che lei odiava, e aveva ripreso a picchiarla con ferocia,mentre le si proteggeva il mentre leggermente gonfio e urlava ,urlava di lasciar stare il suo bambino,gli avrebbe fatto male,ma lui era andato avanti per tutta la notte e per quasi un mese continuò così finché un mattina,mentre fuori diluviava,lei non c’era più,scomparsa come la rugiada del mattino,ne un biglietto,ne i suoi vestiti nell’armadio,il vuoto. Charles alzò le spalle e bevve una generosa sorsata di Whisky “Alla tua morte…puttanaaaa!!!Ahahahah” e aveva iniziato a canticchiare canzoni oscene per tutta la mattina e così il girono seguente,fino a quando il padre di sua moglie aveva bussato alla sua porta e l’aveva trovato in quelle condizioni; Charles in preda all’alcool gli aveva raccontato della fuga di sua moglie e del bambino e del fatto che non fosse figlio suo e che lui non voleva come moglie una donnaccia. Il padre di Esme era rimasto senza fiato ed era corso a cercarla  ma lui non aveva mosso un muscolo e aveva ripreso a canticchiare e a bere. Mesi più tardi ,dopo che l’avevano quasi rintracciata da una cugina.avevano appreso della sua morte  e della morte di suo figlio. Ci  aveva bevuto su…poi si era ricomposto e aveva partecipato al funerale,ovviamente senza i corpi della donna e del bambino che era già stato sepolto mentre quello della madre non era mai stato trovato. Aveva continuato con la  sua vita sgretolata e quando le prime chiacchiere su chi fosse realmente e quali fossero i suoi passatempi preferiti erano giunte in paese aveva fatto armi e bagagli ed era andato via,girando di città in città,fino a quando non era arrivato a Nuova York dove aveva sedotto e sposato una giovane e bella biondina con cui amava divertirsi esattamente come con Esme. Poi era giunto ad Aslhand ed era stato accolto con tutti gli onori dalla cittadinanza e dal sindaco.Questa in sostanza la vita di un farabutto,criminale,stupratore,alcolizzato e giocatore d’azzardo.Questa in sostanza la vita di Charles Evensone.

Angolo dell’autrice pazza e ritardataria…

OK!Ora potete cominciare a tirarmi i pomodori,cavoli,verdura marcia,frutta marcia,ogni cosa marcia che avete a disposizione!!Davvero…me lo merito davvero tanto!!6 mesi senza aggiornare…sono una vera carogna ma dovete credermi che non è facile quando all’improvviso fissi la pagina bianca,inizi a scrivere e ti sembra che la cosa (non può essere chiamata in altro modo) che hai appena prodotto faccia più schifo degli escrementi di Crosta,il topo di Ron Weasley!!Mettici poi il blocco dello scrittore e una serie di sfortunati eventi che costellano la tua vita(niente di grave o di spaventoso!) e si arriva a quota 6!! Spero solo che mi perdonerete e mi diciate la vostra opinione sul personaggio di Charles Evensone(il Bastardo,come lo chiamo affettuosamente).Grazie a tutti coloro che l’hanno inserita tra i preferiti e coloro che la seguono e anche grazie  chi legge semplicemente e a chi commenta!!Grazie vi adoro!!

Al prossimo aggiornamento!

  
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