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Autore: Rosmary    05/04/2020    8 recensioni
{Missing Moments della long Paradiso perduto | Spoiler Alert se non si è arrivati al Capitolo Diciannove della longfic}
Hogwarts è piena zeppa di studenti, eppure una Tassorosso in particolare sembra incontrarne sempre e solo uno.
“Sei ancora più brutta quando ti arrabbi, lo sai?”
“Allora non mi guardare.”
“Ma sei sempre così antipatica, Katty?”
“Non mi chiamo Katty!”
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
- Questa storia fa parte della serie 'Paradiso perduto'
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Contesto e ambientazione di questo racconto sono proprietà di J.K. Rowling, mentre i due protagonisti sono miei OC; la raccolta di flashfic è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
Spoiler Alert: il racconto contiene spoiler per chi non ha letto sino al Capitolo Diciannove di Paradiso perduto, è pertanto sconsigliata la lettura nel caso detto. Tuttavia, siccome credo che tra i vari extra questo possa (forse) essere letto anche da chi non conosce la long-fic, do piccole info per orientarsi: i due protagonisti sono coetanei. Basile Zabini è Serpeverde, amico e coetaneo di Albus Potter e Scorpius Malfoy (a loro volta Serpeverde), mentre Allison Macmillan è Tassorosso, amica e coetanea di Rose Granger-Weasley (lei è una Grifondoro).





Tre buoni motivi per evitare Zabini
(ossia: il manuale di sopravvivenza di Allison Macmillan)
 
 
I.
(non sa come ti chiami)
 
Ottobre 2018 – II anno
 
Qualcuno ti chiama. Anzi, a essere precisi, lo smemorato ti chiama.
Senti i suoi passi rimbombare alle tue spalle, la sua risatina irritante riempire il corridoio, la sua vocetta fastidiosa ripetere «fermati».
Non lo sopporti.
Sbuffi, stringi al petto il libro di Incantesimi e cammini più veloce che puoi, sperando di arrivare in fretta alla Sala Comune Tassorosso, dove lui – lode ai Fondatori – non può entrare. È mentre percorri una scalinata in discesa che ti chiedi per quale motivo a queste stupide-stupide scale piaccia cambiare quando rischi di arrivare tardi a lezione e non quando quello lì ti perseguita.
“Ma sei sorda?”
Assottigli gli occhi castani – sorda, tu!
“Ti fermi o no? La professoressa Patil ci ha messo in coppia insieme, dobbiamo accordarci.”
Lo sai, oh se lo saistupida-stupida professoressa, condannarti a collaborare con lo studente più scansafatiche del secondo anno è stato davvero un colpo basso.
“Katty, insomma, mi stai facendo sudare!”
“E allora sparisci!”
Basile Zabini, dall’alto dei suoi dodici anni, osa rivolgerti un’occhiataccia e incrociare svogliato le braccia al petto.
“Almeno ti sei fermata.”
Devi avere gli occhi ridotti a fessure, perché d’improvviso il campo visivo si è ristretto e tutto ciò che riesci a vedere è lo stemma Serpeverde sporco di cioccolata – anche pasticcione pensi sdegnata – e una bocca che si curva in un sorriso che non ti piace per niente.
“Sei ancora più brutta quando ti arrabbi, lo sai?”
“Allora non mi guardare.”
“Ma sei sempre così antipatica, Katty?”
“Non mi chiamo Katty!”
“Cosa?”
“Non mi chiamo Katty,” ripeti lenta. “Sei anche stupido?” chiedi con sincero interesse – toh, vuoi vedere che è sul serio mezzo-Troll?
Tuttavia, il tuo interesse scientifico è costretto a scemare in fretta, perché lui prima si acciglia e poi scoppia a ridere in barba alla tua lodevole preoccupazione. Tra l’altro, l’idiota ride tanto sonoramente da attrarre anche l’attenzione dei ritratti affissi alle pareti del corridoio, mettendo entrambi a rischio rimbrotto – potresti pietrificarlo, potresti proprio farlo, dopotutto una brava studentessa si esercita col suo compagno di studi, giusto?
“Ma la cugina di Albus ti chiama sempre così,” dice mentre ridacchia ancora.
“Ma allora sei tu il sordo,” ribatti irritata. “Rose mi chiama Ally, stupido Zabini, ma per te sono Macmillan, come l’anno scorso e come… come sempre, ecco.”
Macmillan è troppo lungo,” replica lui allegro – cosa ci sarà poi di allegro, mah. “Però tu sembri proprio una Katty.”
“E cosa significa?”
Lui si stringe nelle spalle e ti rivolge un’espressione che non fatichi a giudicare piena zeppa di guai.
“Ci vediamo domani in biblioteca, dopo Pozioni?” chiede. “Abbiamo un paio d’ore per scrivere il tema.”
Sbuffi, e non per la proposta, ma perché non puoi dirgli no.
“Va bene.”
“Allora a domani,” dice Basile. “AllyKatty!”
Vorresti inviperirti, pietrificarlo – grande idea, davvero –, intimargli di non chiamarti mai più così, ma riesci solo a sbuffare di nuovo, come una teiera in ebollizione, e a guardarlo incamminarsi altrove con quella sua faccia idiota da mezzo-Troll.
Odioso.
 
 
II.
(rovina la tua reputazione)
 
Aprile 2022 – V anno
 
È un incubo.
Deve essere un incubo.
Questo che stringi tra le mani, che le tue dita stropicciano nervose, non può essere il tuo compito. Quel fantasma sonnacchioso e soporifero di Rüf non può averti assegnato una T – una T, a te, Prefetto Tassorosso, candidata ad accumulare un Eccellente dopo l’altro agli esami finali, è un affronto!
Cerchi e trovi gli occhi chiari di Rose, che seduta accanto a te fissa con indignato stupore quello sgorbio che dovrebbe essere il tuo voto.
Col residuo di autocontrollo che ti resta, ti azzardi allora a raggiungere la cattedra per chiedere spiegazioni – «mi dispiace, Macmillan, ma non si copia e non si fa copiare».
Zabini.
Non sai come riesci a trovarlo, le tue gambe devono avere istinti a te sconosciuti, perché ti guidano in prossimità dell’atrio del Castello, dove quell’imbecille ride e scherza tranquillo con Albus e Scorpius.
Dovresti pietrificarlo.
Invece ti ritrovi accanto a lui, con un suo orecchio stretto tra le dita e i suoi gemiti di dolore a farti compagnia – meravigliosi.
“Sei un imbecille, un idiota, un guaio che respira. Tu… tu… È tutta colpa tua, non era mai successo, non sarebbe mai successo.”
“Ma di che parli?”
“Della mia T, Rüf mi ha messo una T perché avrei fatto copiare qualcuno. Indovina chi?”
“AllyKatty, l’orecchio!”
Di sottecchi noti Albus e Scorpius farsi da parte ridendo, abbandonando di fatto l’amico alla tua vendetta. Tuttavia, certa di non voler cumulare un pessimo voto e una punizione, molli la presa, limitandoti a guardarlo in cagnesco.
“Avevi detto di esserti solo ispirato.”
“L’ho fatto,” dice lui. “Forse mi sono ispirato troppo,” sghignazza.
“Dovrei… Voglio schiantarti.”
“Come sei violenta,” scherza Basile. “Tutto per un voto, che sarà mai!”
“Per te, forse. Io ho una reputazione da difendere.”
“Dovresti preoccuparti della tua faccia,” ribatte lui. “Hai visto le tue occhiaie? Sono anche peggio del solito. Cara AllyKatty, ma tu dormi?”
Non capisci davvero come riesca a scatenare il lato più irritabile di te. Se fossi meno coscienziosa, avresti già messo in moto il tuo nobile piano di pietrificarlo e chiuderlo in una delle armature del Castello – ma sei una Tassorosso, accidenti, e accumuli pazienza su buonsenso.
“Non rivolgermi mai più la parola,” ordini. “E non ti avvicinare mai più ai miei compiti.”
Vorresti tanto vederlo annuire, rinunceresti anche a delle sentite e doverose scuse per una vittoria simile, invece lo vedi sogghignare di nuovo e pizzicarti la guancia giocoso.
“Non dire sciocchezze, AllyKatty, moriresti di tristezza senza di me!”
E se ne va.
Com’è quella parola che – da anni, ormai – pensi e ripeti quando l’argomento è Basile Zabini?
Ecco, proprio quella.
Odioso.
 
 
III.
(ruba i tuoi muffin)
 
Novembre 2022 – VI anno
 
“Questo è mio.”
“Lo so.”
“Allora giù le mani.”
“Non ci penso neanche!”
“Di’ al cameriere di portarne uno anche a te.”
“No, voglio il tuo.”
“Non lo avrai mai!”
AllyKatty.
No.”
Prima che tu possa difendere il tuo amatissimo muffin al cioccolato, Basile lo ha già stretto tra le dita, lo ha già morso e le sue labbra briciolose si sono già posate sulle tue in un bacio casto, sorridente, colmo di aspettativa.
Sei certa di avere di nuovo le guance tinte di rosso, di aver inghiottito a vuoto, di avere le mani gelide e un po’ tremule. È chinando lo sguardo che ti scosti un po’, non molto, reprimendo l’istinto di inumidire le labbra – se per catturare le briciole o per avvertire il suo sapore, proprio non lo sai.
“Posso baciarti?”
Lo sussurra malizioso a un soffio dalla tua bocca, e hai l’impressione che riesca a leggere senza problemi gli impulsi ammansiti dalla timidezza. Ti ritrovi a incrociare quegli occhi neri e vivaci e a cedere a un sorriso che sa di imbarazzo e confusa emozione.
“L’hai già fatto,” mormori, memore di poco prima, quando hai ceduto al suo assalto.
“Prima,” specifica infatti lui. “Non so se posso rifarlo,” ironizza.
“Da quando chiedi il permesso?”
Osservi la sua espressione divenire sghignazzante, la sua voce tacere per alcuni istanti che a te paiono infiniti – neanche ricordi, ormai, di essere da Madama Piediburro in un pomeriggio piovoso, seduta a un tavolo, sola con lui.
“AllyKatty, sono anni che chiedo il permesso,” riprende con tono fintamente stremato. “Ma tu sei sorda.”
Ti sfugge una risata, e assieme a quella ti sfuggono anche i denti che mordicchiano le sue labbra, e le palpebre che si calano, e le mani che gli afferrano le spalle.
Ha rubato i tuoi muffin.
Non importa, puoi sopportarlo.
Ha rubato anche il tuo cuore.
Ecco, questo è più grave, e proprio non sai quando sia accaduto – non avevi neanche capito che fosse accaduto, è stato necessario un Tiro Vispo malandrino per risvegliarti dal torpore.
E c’è una parola, adesso... Una parola che hai ripetuto per mesi mesi mesi, eppure non la ricordi più. Ti ritrovi a pensare che forse, in fondo, non ha mai significato molto.
Ne hai appena scoperta un’altra, però.
È un po’ traballante, troppo pretenziosa.
Però ti piace – sembra giusta.
Per te.
Per lui.
Per voi due – insieme.
Amore.




 
Note dell’autrice: l’ennesimo missing moments, ebbene sì. L’input in questo caso lo devo a Maqry, che nel contesto del gioco Obbligo, verità o salvataggio del Giardino di Efp mi ha chiesto di scrivere un racconto o su Evan/Dorcas o su Basile/Allison, ho scelto gli ultimi due. Il titolo e la struttura della storia sono ispirati alla mia vecchia raccolta di flashfic Dieci motivi per essere sua!, in questo caso ho preferito inserire le tre flash in un unico capitolo – spero sia stata una scelta apprezzata.
Rubo ancora un po’ di spazio per dire che ho già letto le recensioni a Echi (❤) e che risponderò al più presto, ma vi anticipo il mio enorme grazie per il tempo che dedicate a questo piccolo universo narrativo, è bellissimo leggere le vostre parole – i miei grazie non saranno mai abbastanza.
Quanto all’aggiornamento, vi anticipo che il capitolo si infittisce sempre più e che sto valutando la possibilità di dividerlo in paragrafi, così chi vorrà frazionare la lettura potrà farlo più agevolmente.
Non vi annoio oltre e spero che questa raccolta, nella sua semplicità, vi abbia regalato un sorriso.
Un abbraccio!

 
 
   
 
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