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Autore: Vespertilio    06/04/2020    2 recensioni
Non tornava mai a casa se non prima dell'alba. Se non prima di assicurarsi che tutti i demoni, padroni delle strade la notte, non si fossero prima ritirati nell'oscurità. Solo quello gli avevano lasciato le disgrazie e gli orrori che aveva visto da quand'era nata la leggenda di Kira.
Demoni, gelo, e morte.
Genere: Drammatico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Matt, Mello | Coppie: Matt/Mello
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Tu non sei reale! No, non sei reale! Vattene!

 

 

Mello si destò dal proprio sonno, ansimante, e con la fronte imperlata di sudore. Si sentiva la testa pesante e le palpebre incollate l'una all'altra. Avvertì la canottiera fastidiosamente appiccicata al proprio corpo per il sudore. 

 

 

« Dio... » si portò una mano al petto, a livello dello sterno, avvertendo il proprio cuore battere all'impazzata. Lasciò che il suo battito cardiaco tornasse regolare restando sdraiato sul materasso, e poi si sollevò col busto per mettersi seduto. Il suo sguardo venne attirato subito dal chiaro di luna che filtrava attraverso le tende bucherellate delle finestre, di quel luogo abbandonato e fatiscente, che lui e Matt avevano deciso di chiamare "casa" finché non avrebbero trovato di meglio.

 

 

Spostò lo sguardo verso il ragazzo accanto a lui, sotto quelle coperte sporche e disordinate, che gli lasciavano spalle e schiena scoperte. Mello si distese verso di lui, osservandone il viso rilassato mentre dormiva. Teneva ancora in testa quegli stupidi occhialini arancioni da aviatore. Non se ne separava mai, proprio come fa Linus con la sua copertina. « Che idiota » mormorò il biondo, non riuscendo a nascondere un velo di tenerezza nel proprio tono di voce. 

 

 

Coprì la schiena nuda del castano, prima di alzarsi da letto e dirigersi in cucina per afferrare una barretta di cioccolata extrafondente. Già che c'era aprì il frigo per prendersi qualcosa da bere. Quella fioca, intermittente luce bluastra fu abbastanza per abbagliare gli occhi stanchi di Mello, abituati all'oscurità. Fece una smorfia notando che il frigo era vuoto, eccetto che per delle fragole ormai marcite. Roteò gli occhi al cielo. Matt si era di nuovo dimenticato di fare la spesa. Possibile che quel ragazzo riuscisse a vivere solo di rum e sigarette? Oltre che di Mello, ovviamente.

 

 

Quest ultimo diede un morso alla barretta ormai rimastagli mentre si passava una mano tra i fluenti capelli biondi. Erano tutti spettinati e a Mello dava fastidio non provare la soddisfazione di passarci liscio le dita. Diede un'altra occhiata alla finestra socchiusa, spostando poi lo sguardo verso il letto da cui si era appena alzato. Un brivido gli percorse la schiena. Dal momento che ormai era sveglio, decise di darsi una rinfrescata.

 

 

 

***

 

 

 

Il cigolio che fece la manopola della doccia gli evocò molte immagini alla mente. Pale a vento arruginite, grida, lo sparo di una Beretta 92FS.

 

Scosse la testa, come a voler scacciare i ricordi legati a quel suono. Non appena finì di spogliarsi si infilò sotto l'invitante flusso d'acqua calda, facendosi accogliere da quell'abbraccio fatto di vapore.

 

 

Emise un lungo sospiro mentre l'acqua gli infradiciava i capelli ed improvvisamente gli si alleggerì la mente, liberandosi del fastidio provato al risveglio. Non ricordava bene cosa avesse sognato. Lo faceva impazzire non saperlo. Lo faceva impazzire non sapere le cose in generale, avrebbe voluto poter sapere tutto.

 

 

Ma se anche avesse saputo tutto, la sua vita avrebbe preso una svolta più felice?

 

 

Il biondo chiuse gli occhi, lasciando che l'acqua calda gli scorresse lungo la candida pelle. Avrebbe tanto voluto vedere il mare da vicino Mello, ma le condizioni non glielo avevano mai permesso.

 

 

Nonostante fosse nato e vissuto in Inghilterra, un'isola, l'oceano l'aveva visto un'unica volta, dall'alto del jet che lo portava a Los Angeles per condurre le indagini sul caso Kira. Nonostante cosciente che le acque componessero il 70% del globo, rimase incantato da quel colossale panorama, capace di far sembrare le terre delle fastidiose macchie che sciupavano quella coltre blu scuro, increspata da piccole punte bianche di spuma.

 

 

Per tutto il tragitto non aveva distaccato lo sguardo dall'infrangersi delle onde e si era chiesto cosa si provasse ad immergersi in mezzo ad esse, che odore avessero e che sensazione lasciassero sulla pelle. Aumentò il flusso della doccia e sollevando il viso verso l'alto trattenne il fiato come fosse in apnea. Si sentì un po' ridicolo a simulare una cosa del genere sotto la doccia ma in fondo era da solo.

 

 

« Che fai? » non ebbe il tempo di avvertire la voce alle proprie spalle che delle braccia forti e muscolose gli avvolsero i fianchi sottili, circondandolo in un abbraccio.

 

 

« Matt » girò il viso il biondo, leggermente imbarazzato per essersi fatto cogliere in un momento puerile come quello. Prima che avesse il tempo di dire qualcos altro venne investito da un bacio appassionato. Seppur sorpreso Mello ricambiò con trasporto, muovendo le labbra insieme alle sue. Socchiuse gli occhi, notando come avesse almeno avuto la decenza di togliersi quei goggles arancioni prima di entrare in doccia.

 

 

« Ti ho svegliato? » sussurrò Mello a fior di labbra, come se il ragazzo stesse ancora dormendo e non volesse svegliarlo.

 

 

« No, mi sono svegliato da solo » rispose Matt prima di fare una pausa. « Pensavo te ne fossi andato nel cuore della notte... ma poi ho sentito il flusso della doccia e ho capito che eri ancora qui » concluse stringendolo meglio a sé, come a volersi assicurare che quello fosse davvero il suo ragazzo e non un sogno fabbricato dai suoi più intimi desideri. 

 

 

Mello non poté fare a meno di abbassare il capo a quelle parole. Aveva sempre l'abitudine di andarsene dopo il sesso, che fosse dopo qualche minuto od ora poco importava. Non c'era volta in cui non aprisse il pesante portone d'ottone all'entrata e lo lasciasse richiudersi alle proprie spalle con un pesante tonfo, lasciandosi l'amico alle spalle.

 

 

Le notti le passava a fare dei giri in motocicletta, spesso senza casco, giusto per sentire i propri capelli librarsi in aria, a costo di sopportare il freddo saturo di umidità graffiargli la pelle. A Mello poco importava delle punte delle dita che andavano a scolorirsi, per il sangue che andava a concentrarsi nel cuore per preservare il suo corpo al caldo, o dell'acuto ronzio alle orecchie, che dopo un po' gli entrava nel cervello riuscendo a coprire come un martello pneumatico l'incessante vociare dei suoi pensieri.

 

 

Non tornava mai a casa se non prima dell'alba. Se non prima di assicurarsi che tutti i demoni, padroni delle strade la notte, non si fossero prima ritirati nell'oscurità. Solo quello gli avevano lasciato le disgrazie e gli orrori che aveva visto da quand'era nata la leggenda di Kira.

 

 

Demoni, gelo, e morte.

 

 

Ma quella sera, per la prima volta, Mello aveva deciso di restare a casa con Matt. Non gliel'aveva detto esplicitamente. Decise di lasciare con nonchalance le chiavi della moto dentro la macchina di lui, come se se ne fosse dimenticato. Sapeva che quest ultimo, vedendole abbandonate lì avrebbe intuito che la motocicletta in lucido nero del compagno avrebbe passato una notte solitaria.

 

 

E se Matt aveva dei dubbi riguardo le chiavi, se n'era fatto dare la conferma dalla maniera in cui lo baciava il biondo. Decisamente in modo più voluttuoso e lezioso, quella sera, che si prendeva del tempo per approfondire i loro preliminari solitamente inesistenti.

 

 

In più, sospinto dalla libido, i suoi tocchi si erano fatti decisamente più attenti e delicati. Normalmente per spogliarlo gli avrebbe sollevato la camicia come fosse una semplice maglietta e gli avrebbe strattonato i pantaloni verso il basso, aprendo giusto la cerniera per lasciare un po' di spazio, con la foga di chi ha urgenza di andarsene via presto.

 

 

Quella sera invece, decise di metterglisi a cavalcioni e, con le ginocchia puntellate sui cuscini del divano, di cominciare a sbottonargli lentamente la camicia, bottone dopo bottone. Lo sentiva muoversi mellifluo contro il suo bacino, mentre con le labbra gli lasciava umide carezze lungo il collo e le clavicole. Una lenta tortura che deliziò Matt con non pochi sospiri. Sapeva che se Mello si era fatto improvvisamente così docile era perché anche lui necessitava di un po' di attenzioni ogni tanto, qualcosa che non si limitasse al semplice bisogno primordiale di fare sesso, tanto per svuotarsi dentro a un buco.

 

 

Fu allora che il castano lo sfidò. « Facciamo così. Se riesco a farti venire un orgasmo multiplo stanotte resti a dormire da me » Matt sapeva benissimo che Mello sarebbe rimasto comunque quella notte. Sapeva quanto ne avesse bisogno quel giorno.

 

Ma voleva trovargli una scusa per farlo restare, così che l'amico non si imbarazzasse di essersi fatto cogliere in un momento "troppo" vulnerabile per i propri standard.

 

 

Mello, nonostante apprezzò quel gesto mascherato in sfida, aumentò la posta, con quel suo solito tono beffardo di chi la sa più lunga.

 

 

« Triplo » negoziò deciso.

 

 

"Cocciuto come sempre" si ritrovò a pensare Matt con un sorriso intenerito. « D'accordo » 

 

 

Alla fine il castano riuscì veramente a far venire il ragazzo tre volte consecutive, con sorpresa di entrambi. Matt tentò di mascherare la cosa pavoneggiandosi non poco, ed in risposta Mello gli diede un simpatico scappellotto sulla nuca, prima che scoppiassero entrambi a ridere. A quel punto, spossati da quella serata piena di sorprese, si erano addormentati insieme, l'uno tra le braccia dell'altro, sorridenti.

 

 

« Hey » la voce di Matt fece tornare il biondo al presente. « È da prima che ti vedo silenzioso. È tutto okay...? » quest'ultima domanda la chiese con un filo di voce, come a non volersi far sentire dal ragazzo con il rischio che gli rispondesse di essersi pentito di aver passato la notte con lui.

 

 

Mello emise un sospiro socchiudendo gli occhi, le ciglia bionde che si baciavano l'un l'altra. Alcune gocce d'acqua pendevano da esse, conferendo al ragazzo dalla chioma di seta dorata e la pelle lattea, un aspetto ultraterreno, quasi fosse un dipinto. Matt non poté fare a meno di pensare che sembrasse un angelo.

 

 

« Ho fatto un incubo »

 

 

Matt abbassò lo sguardo a quelle parole. Aveva capito benissimo quali pensieri passavano per la testa del biondo ed il silenzio calò come un macigno tra loro, lasciando che solo lo spumeggiante flusso d'acqua riecheggiasse nella stanza.

 

 

Si soffermò con lo sguardo sul rosario di Mello, notando come quest ultimo se ne stesse rigirando la croce tra le dita di una mano.

 

 

Non era sorpreso dal fatto se lo fosse tenuto pure sotto la doccia. Proprio come era abitudine per lui non togliersi mai i suoi amati goggles, anche Mello aveva i suoi vizi, e per quanto le sue azioni avrebbero inorridito un qualsiasi prete, il biondo era sempre stato molto devoto alla fede.

 

 

Matt, d'altra parte, avvertiva la religione molto lontana da sé. Non ne conosceva le basi, non era nemmeno sicuro di sapere cosa fosse precisamente un Vangelo, e non perché fosse non credente. Semplicemente non era mai stato argomento di suo interesse. 

 

 

Si focalizzò sulle dita affusolate del biondo, che avevano ora lasciato andare la catenina d'argento e scorrevano sul proprio petto, glabro e scarno, cominciando a strofinarci contro del bagnoschiuma.

 

 

Una cosa che Matt amava di Mello era che rispettava questa sua politica di essere distaccato da tutto, eccetto che dal suo gameboy, le sue sigarette e i suoi occhialini. Non tentava mai di convincerlo a seguire la sua vocazione, né lo malgiudicava per la sua superficialità nei confronti del mondo.

 

 

Se non fosse stato per Mello la vita di Matt sarebbe stata decisamente noiosa e insipida. Una vita che non sarebbe valsa affatto la pena di continuare a vivere.

 

 

Non era giusto. No, per una volta sarebbe stato lui a fare qualcosa per il ragazzo che amava.

 

 

« Seguimi » Matt gli afferrò deciso il polso uscendo dalla doccia.

 

 

« Che cosa? » domandò confuso Mello, mentre la bottiglietta di bagnoschiuma gli scivolava dalle mani.

 

 

« Vestiti e seguimi » tornò in camera cominciando a rivestirsi, a partire dai suoi goggles arancioni.

 

 

Mello non seppe dire cosa fosse preso all'altro, ma si rivestì anche lui deciso a seguirlo. L'amico sapeva sempre come sorprenderlo, e in positivo.

 

 

Una volta finito, Matt riprese il polso di Mello, come a volersi assicurare che non scappasse via e lo trascinò fuori, dirigendosi verso una Mustang rossa splendente.

 

 

« Matt, ma che- »

 

 

« Dai, vieni » lo interruppe Matt aprendo la portiera ed infilandosi al posto del guidatore.

 

 

« Cosa? » fu ciò che domandò Mello anche se avrebbe preferito rispondere più qualcosa del tipo "Ma che ti sei fumato oggi?"

 

 

« Su, non fare storie » diede due pacche sul sedile di fianco a sé, invitandolo a salire.

 

 

Mello era perplesso. Ma anche curioso. Si sedette al posto del passeggero, guardando Matt silenzioso. « Beh, dove vuole che la porti signorina? » domandò il castano col suo solito tono ironico, non ottenendo risposta dall'altro. Non che l'amico ridesse mai alle sue battute.

 

 

« Non mi va di uscire » si limitò a rispondere Mello, lasciandosi andare contro il sedile, a braccia conserte. « Ho sonno » aggiunse come a voler suonare più convincente.

 

 

«  Ma come, se sei un animale notturno te! » esclamò Matt dandogli una gomitata amichevole.

 

 

Mello soffermò lo sguardo sul ragazzo per un breve istante, prima di sporgersi verso di lui e strofinare tra l'indice e il pollice una ciocca dei suoi capelli. Una goccia d'acqua scivolò lungo il suo polpastrello. « Siamo fradici, ci prenderà un malanno. Torniamo dentro » 

 

 

« Davvero Mello, da quando t'importa di certe cose? » ridacchiò Matt, facendo per infilare le chiavi nella serratura dell'auto, pronto a mettere in moto.

 

 

Mello posò istintivamente la mano sulla sua, fermandolo. Con sua sorpresa Matt volse lo sguardo verso il biondo.

 

 

Mello non disse niente, si limitava solo a tenergli ferma la mano, con gli occhi fissi sui suoi. Aveva uno sguardo sofferente che pareva quasi volergli dire "perfavore... perfavore, torniamo a letto e dimentichiamoci di tutta questa storia".

 

 

Matt scrutò nei suoi occhi. Oscuri, di un blu abissale, come un pozzo senza fondo. Gli si avvicinò cauto, quasi col timore di caderci dentro.

 

 

« Mels... ti fidi di me? » sussurrò sollevandosi i goggles sulla fronte.

 

 

Mello non rispose, incrociando lo sguardo sulle sue iridi castane. Calde, rassicuranti e tali da infondergli una serenità che non aveva occasione di provare molte volte. Si limitò ad annuire impercettibilmente, continuando a guardarlo silenzioso negli occhi. 

 

 

« Allora apri la cappotta, alzati in piedi, e tieniti forte » 

 

 

 

***

 

 

 

Matt premette il piede sull'acceleratore e lo stridio delle ruote contro l'asfalto bastò a far stringere a Mello il più possibile con le mani il bordo del tettuccio ormai scoperto. Nonostante ciò, il biondo subì comunque uno scossone iniziale dovuto alla partenza, che lo costrinse ad aumentare la presa.

 

 

Presto non avvertì più le punte della frangia solleticargli la fronte e le sue ciocche bionde, ancora fradice della doccia di prima si sollevarono in aria come mosse da uno strano incantesimo. Le gocce d'acqua dapprima aggrappate alle punte dei suoi capelli vennero strattonate via dal vento, dando vita ad una piccola pioggerellina, che, alle spalle del biondo, sfrecciava veloce prima di andare ad atterrare sull'asfalto.

 

 

Matt guardò davanti a sé, oltre il parabrezza, ed aumentò la velocità svoltando per il sentiero di un bosco. « Apri gli occhi Mels! Guarda che ti perdi! » alzò la voce per farsi sentire dal biondo, che aveva le orecchie assordate dal soffiare impetuoso del vento. 

 

 

Il biondo si costrinse ad aprire le palpebre, incollate l'una all'altra, e a causa della curva presa dalla Mustang l'aria lo colpì nuovamente in viso, come a volerlo punire per starsi opponendo alla sua forza, capace di scuotere gli alberi. Mello richiuse gli occhi, portandosi stavolta una mano davanti il volto, per provare a riaprirli più lentamente. 

 

 

Ciò che vide subito dopo fu indescrivibile. Di fronte a lui sfrecciava l'asfalto deserto e ai suoi lati file e file di alberi che parevano più una striscia continua attorno a lui che una selva frastagliata; e solo i fari dell'auto lo guidavano, rischiarando chilometri e chilometri di bosco. Avvertì alla punta del naso il pizzicore del freddo nell'aria e le gote che già gli si erano arrossate violentemente. Il cielo era un'ondata scura che non brillava neppure di una stella. Era vuoto, proprio come quegli alberi invernali, che, spogli e privi di colore, mossi dal vento, parevano quasi inchinarsi di fronte al biondo, che sfrecciava al di sopra di tutti. Gli unici colori che spiccavano in quel panorama desolato erano il rosso vibrante e acceso della decappottabile e la testa color grano che sbucava da essa.

 

 

Correre a quella velocità fantastica senza mai stancarsi non era niente a confronto dei giri in moto che Mello era solito fare, nei quartieri di periferia, grigi e sporchi di Los Angeles. L'energia, il sangue e l'adrenalina di quel momento vennero trascinate vertiginosamente verso l'alto a partire dal diaframma e sollevando la testa, fu allora che il ragazzo cominciò a gridare alla volta celeste, talmente forte da far tremare la luna.

 

 

Ma quello che parve inizialmente un tipico ululato vittorioso e pieno d'orgoglio come ci si sarebbe aspettati da un tipo come lui, andò a rivelare la sua vera natura quando in seguito a quello se ne aggiunse un altro. Stavolta uno disperato, afflitto e liberatorio che non aspettava altro che levarsi in aria, da chissà quanto tempo, proprio come quelle lacrime trasparenti, che strappate via dal volto del biondo, erano ora lasciate a loro stesse.

 

 

Matt strinse le mani guantate attorno al volante, mentre con la mascella serrava i denti per impedire anche a sé stesso di piangere. Aveva sentito tante volte il biondo gridare ma mai con tanto trasporto e tremore in voce, neppure quando si era trattato di fasciare quella rovente cicatrice che gli deturpava il volto.

 

 

"Perché! Perché devi passare il tempo a tormentarti così tanto? La vita non ti ha già tolto abbastanza?!"

 

 

Quel gemito traboccante d'infelicità fu straziante da sostenere per Matt, ma quest ultimo si costrinse ad accelerare tenendo le orecchie bene aperte. Se era questo che Mello nascondeva, in religioso silenzio da anni, in quella prigione inespugnabile che era la sua testa, allora si sarebbe unito a lui, senza esitazioni. L'avrebbe seguito proprio come aveva fatto durante quell'esplosione, attraversando senza timore le fiamme pur di stare al suo fianco.

 

 

"Se vuoi ucciderti lentamente allora lo farò anch'io, perché te lo scordi che io muoia prima o dopo di te!"

 

 

Niente esisteva più, se non Mello e il suo dolore.

 

 

 

***

 

 

 

Se non avesse avuto una ragione particolare per farlo, Matt non avrebbe interrotto quella corsa in macchina, ma senza neanche accorgersene si era ritrovato in prossimità di un colle, oltre cui vi era il vuoto. Matt rallentò solo dopo che ebbe raggiunto la cima. Mello invece era rimasto in piedi fino ad allora, a farsi scompigliare i capelli dagli sbuffi del vento e solo dopo aver preso un ultimo respiro a pieni polmoni, tornò a sedersi dentro l'auto.

 

 

Matt lo fissò in quei suoi occhi azzurri ed ipnotizzanti, che brillavano nell'oscurità.

 

 

« Mello... » non fece in tempo a concludere la frase che il biondo sgusciò fuori dalla Mustang, dirigendosi ai piedi del colle. Si sedette con le gambe a penzoloni oltre l'estremità, mentre scrutava taciturno il panorama. Le numerose luci al neon della città parevano una costellazione da lì in alto e per un attimo il biondo si chiese se fosse così che gli esseri celesti al di sopra degli astri, si sentissero quando osservavano la Terra.

 

 

Poco dopo, Mello fu seguito a ruota da Matt, che intanto si era tenuto per tutto il tragitto una sigaretta spenta tra le labbra, ora in procinto di venire accesa. Il viso del castano venne illuminato dalla piccola fiammella dell'accendino, mentre la sua sagoma divampante si rifletteva nelle lenti dei goggles arancioni. L'estremità della sigaretta produsse i soliti piccoli scoppiettii dovuti alla combustione a contatto con la fiamma. Già solo quel suono fu capace di far rilassare il ragazzo.

 

 

Una boccata di tabacco bruciato giunse alle narici di Mello, che al posto di sbuffare come sempre all'arrivo di quell'odore così pungente, stavolta lo inspirò come a non volersi dimenticare di quella sensazione d'impurezza dentro di sé. Era inevitabile per lui non sentirsi così. 

 

 

« Mihael » 

 

 

La frangia bionda del ragazzo si mosse in sua direzione. Non voleva discutere con lui dell'urlo spaventoso di poco prima, o del perché avesse deciso di passare la notte con lui proprio quel giorno, o peggio, entrambe le cose. Non voleva parlare di un bel niente da quando si era risvegliato nel cuore della notte, tantomeno con Matt. Ma sapeva anche che i due non si chiamavano mai a vicenda con i loro veri nomi se non in occasioni importanti, perciò si vide costretto a prestargli attenzione.

 

 

« Mihael, non... » Matt ripeté il suo nome con il cuore che batteva all'impazzata. Non voleva rischiare di rovinare tutti gli sforzi fatti fino a quel momento per portare un minimo di sollievo al suo animo, avrebbe voluto che quel grido liberatorio bastasse da sé per far sì che si risolvesse tutto. Ma sapeva benissimo che quella era solo la punta dell'iceberg.

 

 

Tirò un'altra boccata di fumo per darsi coraggio. Poi si decise a parlare.

 

 

« Non è colpa tua se Nate è morto »

 

 

Gli occhi di Mello si accesero nel buio ed il suo cuore prese a battere incontrollabilmente. Ora che Matt lo ripeteva ad alta voce fu come darsi la tremenda conferma che ciò che era accaduto non si trattava di un sogno lucido dalla lunghezza eterna, e nemmeno di una strana allucinazione che il suo subconscio aveva macchinato poiché incapace di accettare l'ennesima sconfitta contro l'albino. No, Near era morto veramente e anche Matt lo stava riconoscendo per la prima volta.

 

 

La verità era sempre stata quella, e anche se Mello provava a negarlo disperatamente ne era ben cosciente. Non aveva dubbi sulla propria sanità mentale, sapeva di non trovarsi in uno stato di trance, né di coma, anche se lo avrebbe tanto sperato. Quella non era altro che la gelida e cruda realtà. Allora perché, perché era così dannatamente dura da accettare? Perché inventava mille scuse pur di non doverla affrontare?

 

 

Gli occhi di Matt catturarono subito le mani del biondo, una che strappava dei ciuffi d'erba e l'altra che tornava a stringere forte il rosario, come fosse la sua ancora di salvezza. L'animo di Mello era sempre stato trasparente agli occhi di Matt, e la vedeva bene quella massa oscura e caotica dentro di lui, logorarlo sempre di più.

 

 

« Adesso hai capito perché non dormo mai la notte? » mormorò flebilmente il biondo, come fosse stato un soffio del vento a parlare al posto suo.

 

 

C'erano tante altre cose che Mello avrebbe voluto aggiungere, ma, come caduto vittima di una maledizione, gli si sigillarono le labbra in un morso sofferente, non appena lesse sul proprio telefono lo scoccare della mezzanotte.

 

 

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26 Gennaio 2011

 

 

Esattamente trecentosessantacinque giorni prima, Nate River, primo potenziale successore di L, moriva di attacco cardiaco. Poche ore dopo, Kira, ovvero, Light Yagami, per mano di una Beretta 92FS puntata in mezzo agli occhi, veniva ucciso da Mihael Keehl, secondo potenziale successore di L.

 

 

Un anno intero da quando l'Impero di Kira aveva cessato di esistere.

 

 

Un anno intero dal giorno in cui Mello, aveva superato per la prima volta Near, vincendo una volta per tutte, quell'estenuante competizione che li aveva legati sin dalla nascita. 

 

 

Il castano seduto di fianco a lui tirò un'altra boccata di fumo, formando un piccolo anello con le labbra. « Se qui c'è un colpevole... quello è solamente il Signore » 

 

 

Mello sussultò tornando al presente e spostò lo sguardo su Matt.

 

 

« Non tu, non io, non Kira... solamente colui, che pur consapevole di poter salvare noi inermi mortali, decide comunque di fare da mero spettatore »

 

 

Matt non pensava sarebbe mai finito con l'esprimere un giudizio tanto aspro nei confronti di qualcosa che non gli era mai interessato prima. Ma nessuno, nessuno, nemmeno Dio in persona avrebbe potuto dare una giustificazione valida per tutti gli orrori che aveva inflitto a quell'angelo di nome Mihael, seduto ora di fianco a lui. No, adesso conosceva solo rabbia e risentimento nei confronti del Padre Eterno.

 

 

Il biondo lasciò andare i fini ciuffi d'erba che aveva tormentato fino a quel momento. « ...Chissà » sussurrò appena.

 

 

E così dicendo, entrambi volsero lo sguardo verso quel cielo senza nuvole, né stelle.

 

 

Uno spegnendo malamente la sigaretta contro l'erba, come per mancare di rispetto al Creatore che l'aveva fatta nascere.

 

 

L'altro, con le mani congiunte davanti al petto, che muoveva le labbra senza emettere un suono. Pregando per che cosa, non lo sapremo mai.

 

 

 

 

 

 

What if-E se invece di Near avesse vinto Mello contro Kira, e i loro ruoli si fossero invertiti? 

 

 

Questo è il mio primissimo approccio nel fandom di Death Note, e come non potevo dedicare qualcosa ai mitici Matt e Mello? Il titolo che ho scelto per questa os, "Mustang kids", è anche il titolo di una canzone che ho ascoltato a raffica mentre scrivevo e che ho trovato perfetta per loro due, vi basti prestare attenzione al testo. So che la macchina di Matt non è una Mustang ovviamente, ma come potevo lasciarmi sfuggire un'occasione simile? In compenso, se le mie fonti sono giuste, il modello della pistola di Mello dovrebbe essere proprio una Beretta 92FS. Comunque, se vi va, provate ad ascoltare il ritornello della canzone durante la scena della decappottabile, ne vale la pena! 

 

 

Perché questa what if?

 

Avevo letto tempo fa che inizialmente in Death Note, doveva essere Mello a catturare Light e non Near, ma che poi hanno scartato l'idea facendo morire Mello, perché sapeva troppo del Death Note e se fosse rimasto in vita l'opera sarebbe finita subito. E in effetti, per come l'ho interpretata io non ci sono state grandi cerimonie per la morte di Light. Niente trucchetti ingegnosi, niente deliri di onnipotenza con tanto di risata malvagia, niente breakdown emotivi di Matsuda e niente monologo poetico di Ryuk (che nel manga al posto del monologo ha deciso semplicemente di trollare Light). Un semplice colpo in testa e poi fine.

 

Ho voluto scrivere una storia che se riletta una seconda volta, offra un'esperienza completamente diversa rispetto alla prima. Ho lasciato molti indizi qua e là prima di arrivare al finale, e spero il colpo di scena sia riuscito senza risultare scontato o prevedibile.

 

 

Ringraziamenti speciali: uno va sicuramente a Lost requiem, che mi è stata di grande aiuto per scrivere il personaggio di Matt, ed è stata fonte d'ispirazione per le diverse scene.

 

Un altro a Golden Locks, che contagiandomi con il suo entusiasmo mi ha aiutata a fare quel passettino in più che mi serviva per uscire fuori dalla mia comfort zone e provare a scrivere qualcosa di nuovo!

 

 

Detto ciò, spero tanto che la os sia stata di vostro gradimento e se mi lasciaste una recensione per farmi sapere che cosa ne pensate ne sarei felicissima ^^ 

 

 

Alla prossima! Bribribrio
   
 
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