Che sperpero, ho pensato, un altro compleanno senza il tuo sorriso.

Che sperpero il contare dei giorni a ritroso, partita giā da Marzo,

con le sillabe del tuo nome sgranate in mezzo ai denti.

Che sperpero la primavera che si affaccia alla finestra, 

capelli d'oro di luce sottile, 

e la temperatura che si fa mite 

mentre in casa le stagioni si regolano con il termostato.

Che sperpero lo sbocciare delle pupille nel crogiolo delle ciglia,

quando stamani mi sono svegliata 

con il tuo pensiero incollato al fianco destro del letto.

Eppure la bellezza, vedi, č esserci in una  mattina come questa,

a guardare altrove nel profondo di ogni cosa,

mentre č Aprile ed č di nuovo il tuo compleanno,

il ricapitolo degli anni e sei a metā del tuo libro.

Ti sfoglio partendo dal costato,

nel collo bianco,

per poi riporre in un angolo di occhi

ogni tuo silenzio che se potesse, lo so,

vivrebbe la vita fino in fondo

e tutte le stagioni.