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Autore: Riddle045    09/04/2020    0 recensioni
alcune piccole storie scritte da me, spero vi piacciano
Genere: Horror, Poesia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La scorsa estate andai, come sapete, a trascorrere il periodo estivo nella città di Meridian. Il parente della casa nel quale avevo intenzione di abitare era ammalato, cosí cercai un altro appartamento. Dopo qualche difficoltà, decisi di affittare un'abitazione libera, che era stata occupata da un eccentrico dottore di nome Mannering, che era andato via anni prima, nessuno sapeva dove, neanche il suo agente. Egli stesso aveva costruito la sua casa e vi aveva vissuto con una vecchia domestica per dieci anni circa. Dopo pochi anni smise del tutto di esercitare, anche se non lo aveva mai fatto assiduamente. Non solo questo, ma si era ritirato quasi del tutto dalla vita sociale ed era diventato un recluso. Mi é stato raccontato dal medico del villaggio - forse la sola persona con la quale manteneva delle relazioni - che, durante il suo ritiro di era dedicato a una sola linea di studio, il risultato della quale espose in un libro che non riscosse successo tra i suoi fratelli di professione, i quali, infatti, non lo consideravano completamente sano. Non ho visto il libro né ne ricordo il titolo, ma mi è stato detto che espone una teoria piuttosto spaventosa. L'autore sosteneva che era stato possibile prevedere il momento esatto in cui la popolazione sarebbe morta. Io ovviamente non ci credevo, non pensavo fosse moralmente possibile. Eppure eccomi qua: con una diagnosi di morte uguale a quella dell'intera umanità. Ma riprendiamo la storia. La casa aveva una discreta grandezza, forse per una persona era pure troppo grande. Aveva due piani con tre stanze ciascuno ed una mansarda. C'erano due camere da letto, due bagni, una cucina ed un salotto. Normale direte voi, beh aspettate che vi spieghi cosa si trovava dentro. La cucina era semplice, niente di importante, apparte alcuni cassetti vecchi  e rovinati chiusi a chiave. In entrambi i bagni c'erano strane macchie dai colori variegati nello scuro parquet. Le camere da letto erano apposto, senza contare i vari mobili e scaffali chiusi a chiave. Le cose più inquietanti si trovavano in mansarda: fogli e libri con appunti riguardanti il corpo umano e le sue caratteristiche, informazioni riguardo vari virus, veleni mortali e la via più facile per diffonderli. Già lì avrei dovuto preoccuparmi, ma al tempo non gli davo molta importanza. Quindi avevo preso tutti i fogli, li avevo chiusi in uno scatolone e sigillati dentro uno dei pochi scaffali aperti. Nei giorni seguenti continuai a godermi le mie meritate vacanze, quando, una mattina, sfogliando un giornale lessi che tre quarti della popolazione africana soffriva di intossicazione alimentare per un virus non identificato; mentre il restante un quarto era morto per lo stesso motivo. Due settimane dopo mi arrivò la notizia che metà popolazione europea era deceduta, mentre l'altra metà era in coma. Evidentemente io ero una delle le poche persone ancora indenne, quindi mi rimboccai le maniche e iniziai a sfogliare quegli assurdi fogli. In poche parole c'era scritto che degli antichi virus si sarebbero "risvegliati" e avrebbero sterminato intere popolazioni. L'africa, l'Europa, la Russia, l'Australia, l'America e dintorni. Nel preciso istante che lo lessi sentii un giramento di testa, improvvisa nausea e forte dolore all'addome. Di fretta chiamai l'ambulanza, che tempo due minuti mi venne a prendere. L'ospedale in cui mi portarono era sovraffollato. Gente che vomitava, che si contorceva dal dolore o che esalava il loro ultimo respiro. Mi misero in un lettino e bruscamente mi dissero che era giunta la mia ora. Così eccomi qui, ad un passo dalla morte, provando lo stesso dolore di miliardi di persone, con lo stesso pensiero in testa, le stesse domande a cui nessuno mai risponderà e che nessuno mai sentirà. Sto per fare la fine di tutti, è questo il nostro destino. Con calma mi appoggiai allo schienale, cercando di affievolire quell'implacabile dolore, guardai il soffitto mentre una lacrima salata mi bagnava la guancia, dissi: "Se solo lo avessimo ascoltato", mi accasciai al lettino. Il mio cuore non batteva più, il mio cervello era spento, il sangue nelle mie vene ormai freddo e inutile, la mia pelle bianca spettrale, la morte presente lì con me, con me e con tutti.

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Matte
   
 
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