Storie originali > Generale
Segui la storia  |       
Autore: Michele_Anici    10/04/2020    1 recensioni
Michael è un brillante giornalista, pronto a dare l'ennesimo slancio alla sua carriera quando gli viene chiesto di partecipare alla conferenza del direttore dell'ICUB. L'incontro con la giovane Mary cambierà però inevitabilmente la sua vita, con un mistero all'orizzonte irto di pericoli.
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Nella calda mattinata del 12 Giugno la macchina di Michael Redlock,promettente giornalista di AllNews Web, astro nascente dell'informazione sulla rete, procedeva sulla strada che lo avrebbe portato da casa al suo ufficio, dalla periferia di Cornville fino al centro della stessa, una tranquilla cittadina circondata da colline e verde incontaminato.

Erano appena passate le 7, ed il caffè non aveva ancora avuto grande effetto su Michael, che sbadigliava quasi sconsolato.

Era un ragazzo di 24 anni, con capelli biondi raccolti in una coda tanto erano lunghi, barba incolta da uomo perennemente di fretta e quegli stanchi, ma ambiziosi, occhi verdi che gli avevano mostrato già tante cose del mondo.

Fortunatamente per lui la giornata era cominciata con tutti i migliori auspici. Non soltanto nel pomeriggio si sarebbe recato ad un'importante conferenza sulla sicurezza cittadina, ma sua sorella gli aveva anche mandato un messaggio del buongiorno promettendogli una lauta cena per quando sarebbe rincasato.

Era davvero fiera di lui da quando era stato inviato a quell'evento,riservato a molti, ma non tutti.

Pieno di sonno sì, ma anche di bei pensieri, prese la sua uscita e superò una rotatoria, per poi giungere nei pressi di una stazione di servizio. Parcheggiò vicino alla pompa di benzina, scese dalla macchina e si mise a trafficare con il distributore. Infilò una banconota da 20 dollari ed iniziò a riempire il serbatoio della sua fidata utilitaria blu.

pensò, turbato dalle macchie di fango sparse sulla carrozzeria. Voleva davvero un gran bene alla sua vettura.

Non appena terminò di fare rifornimento, sentì qualcuno chiamarlo da dietro, con un tono gentile.

"hey scusa... posso parlarti un secondo?" lo chiamò una ragazza giovane, castana e dalla chioma folta, lunga.

Aveva un fisico asciutto, esile, ma non era certo minuta; si poteva definire una ragazza assolutamente nella media.

Sembrava un po' infreddolita, aveva addosso dei jeans ed una camicia verde scura, ma nulla più. Non sembrava una persona seccante, così decise di concederle qualche minuto.

"sono un po' di fretta ma dimmi pure" le rispose, richiudendo il tappo del serbatoio.

"ehm,ecco, mi disturba chiedertelo ma ho notato che stai andando verso Cornville, e sei anche l'unico qui intorno... vedi, stavo tornando a casa da una festa e il mio scooter mi ha piantato in asso. Non è che potresti darmi un piccolo passaggio?" chiese, visibilmente imbarazzata.

"non hai nessuno da poter chiamare? I tuoi lo sanno che sei in giro?"chiese, dubbioso.

"ehm,a dire la verità no... davvero, ti prego, mi serve aiuto... ti rimborserò la benzina se vuoi".

Michael la squadrò per bene prima di rispondere, non voleva certo cacciarsi in qualche guaio. Poi, però, non poté che fare caso al braccialetto colorato che portava al polso sinistro. Era rosa, di plastica, ed aveva al suo interno delle piccole lucette che probabilmente servivano a creare effetti particolari al buio. Era stata sincera nel parlare di una festa.

Conosceva quel genere di ammennicoli poiché sua sorella lavorava come barista in una discoteca, quindi sapeva che andavano di moda tra i giovani.

"salta su... sono stato ragazzo anche io" disse, con un cenno della testa.

Lei lo ringraziò entusiasta, e piena d'energia si mise sul sedile del passeggero.

"piacere,mi chiamo Michael"

"io sono Mary, il piacere è tutto mio. Non sai che favore mi hai fatto"

"beh tanto i tuoi noteranno che lo scooter non è con te. E poi scusa,come hai fatto a trovarti alla festa? Sei sgattaiolata via da casa di notte?" chiese lui, un poco preoccupato.

"beh no.... avevo detto loro che avrei fatto tardi perché con i miei amici avremmo fatto una serata a casa, sai, film e schifezze da mangiare. Ma in realtà siamo stati alla festa. Per lo scooter...dirò la verità"

"va beh dai, sei perdonata"

Mary sorrise, poi tirò fuori il suo portafogli. Prese, come promesso, i soldi della benzina, ma venne fermata da Michael che le fece cenno distar tranquilla.

"ripeto,sono stato ragazzo anche io. Prometti che con quei soldi prenderai un regalo per tua madre" fece, prima di fermarsi ad un semaforo rosso.

Mary acconsentì, prima di ringraziarlo nuovamente.

"senti,fra poco saremo in piazza. Io lavoro agli uffici di AllNews Web,quindi ho bisogno di un parcheggio decente. Casa tua è là vicino per caso?"

"sul serio? Tu lavori per ANW? Grande" fece, con entusiasmo.

"non mi hai risposto. Dove abiti?"

"ah si, scusa... in ogni caso non preoccuparti, un quarto d'ora di camminata e ci sono"

"d'accordo,allora ci saluteremo là" disse lui, ripartendo al verde.

Una volta arrivati, si fermarono al primo posto libero sotto il palazzo della redazione. Mary scese dalla macchina e si stiracchiò, con un'evidente sorriso sulle labbra. Poi, quando anche Michael uscì dal mezzo, lo andò ad abbracciare.

"hey hey, con calma ragazzina. Ringrazi tutti così?" le chiese, un poco imbarazzato.

"no,solo chi mi salva la vita. Beh io devo proprio andare, devo rincasare prima che i miei si sveglino. Sei stato gentilissimo, ricambierò.Come posso trovarti sul sito?" disse Mary con voce squillante.

"Michael Redlock, mi occupo di varie cose. Stasera leggerai un articolo sulla conferenza tenuta dal capo dell'ICUB, quindi controlla sul far della sera" le rispose mentre si infilava la giacca.

"roger. Allora ti leggerò stasera, Lock" fece lei, schioccando le dita.

I due si salutarono, e subito Mary prese a muoversi con passo rapido verso casa. Da lontano, Michael la guardava, ancora un po' perplesso per i suoi modi espansivi.

 

Ore16:15, sala conferenze comunale.

Perla prima volta in tanti mesi, la sala conferenze di Cornville era di nuovo affollata. Non a caso Michael faticò non poco a trovare un posto decente per poter ascoltare ed appuntarsi tutto ciò che il capo dell'International Crysis Undercover Bureau, lo stimato Brown Derring. 

Si trattava di un distinto uomo di 60 anni, sempre serio ed assolutamente rispettoso, dotato di un'aura affascinante e che pareva riuscire a mettere a tacere ogni polemica, piccola o grande, che si creava attorno al suo servizio di difesa nazionale. Ognuna delle sue rughe,forse precoci per l'età del direttore, raccontava di una battaglia vinta o di una decisione sofferta.

Michael,dalla platea, non faceva che guardarlo mentre preparava gli ultimi dettagli del suo discorso.

Il giornalista prese il suo minuscolo notebook ed iniziò a buttare giù qualche riga sull'eccezionale moltitudine di spettatori presenti.

Fece appena in tempo a terminare l'ultima frase che finalmente il discorso del signor Derring iniziò.

"saluto tutti i gentili presenti. Vorrei iniziare esprimendo gratitudine perla grande ospitalità..."

Convenevoli,tanti, troppi convenevoli. Per Michael tutto ciò era tempo perso;sentiva nelle sue vene che oggi il direttore dell'ICUB avrebbe fatto un discorso importantissimo, e sentire tutti quei saluti ripetuti a ruota gli davano solo fastidio. Fece addirittura un articolo anni addietro su questa usanza che definì "colpevolmente giusta".

Finalmente quella tortura terminò, non senza aver prima visto anche le menzioni a dati statistici, piccoli riassunti di quanto fatto dall'ente di difesa speciale e quant'altro.

"come purtroppo sappiamo tutti, dal Febbraio di due anni fa" disse con voce molto più compassata Derring "la nostra società è stata messa di fronte ad una nuova sfida... e credetemi, siamo ad un passo dal doverla chiamare minaccia".

L'uomo,corrucciato, bevve un sorso d'acqua, poi riprese il suo discorso.

"ben 15 casi di mutazioni anormali negli umani avvenute nel nostro paese,37 in tutto il mondo. Questo insistente insorgere della malattia che oramai è sotto gli occhi di tutti sta sfuggendo di mano, e tutte le forze che la medicina e la scienza hanno messo in campo finora non sono bastate a capire da cosa derivasse questo fenomeno".

Sullo schermo dietro al direttore Derring vennero pian piano proiettate diapositive degli infausti eventi. Donne e uomini, di svariate fasce d'età, che si deformavano mostruosamente in volto e nel corpo.Alcuni di loro avevano la pelle che assumeva fattezze e proprietà quasi identiche a materiali come metallo o roccia, altri che non riuscivano a smettere di generare fiamme, acqua e così via. I tre casi più gravi e più famosi ritraevano persone completamente prive di aspetto e movenze umane; questi sventurati si erano ingranditi a dismisura, fino ad un picco di tre metri di altezza, con sembianze orribili. La loro pelle pareva dura come diamante, e nei loro occhi ribollivano dolore ed ira.

"come detto, nulla è stato risolto sino ad oggi. Ed è proprio qui, ed ora, che vi presento l'uomo che potrebbe dare speranza a questa tragica situazione" disse, facendo un passo a sinistra per allontanarsi dal microfono.

Nella sala si alzò un brusio di sorpresa, visto che nessun intervento da parte di terzi era stato annunciato.

Si fece avanti un uomo giovane, distinto, con un taglio di capelli semplice ed ordinato, castano. Aveva il portamento di chi sapeva di essere importante, e la sua elevata statura lo facevano risultare ancor più particolare.

In realtà, anche se era una sorpresa, in tanti lo conoscevano: era Jack Cross, noto imprenditore quarantaquattrenne che operava nel campo dei medicinali.

La sua politica era sempre stata rivolta alla qualità ed al rispetto delle norme, tanto che grazie al suo lavoro, alcune case farmaceutiche andarono incontro a non pochi problemi d'immagine e fatturato.

Un uomo ricchissimo e dal potere immenso, impegnato e volenteroso. Ma cinico.

Senza lasciare nemmeno il tempo ai presenti di porsi dubbi, Jack raggiunse il microfono, stringendo la mano subito dopo a Brown Derring.

Salutò la platea, e fece lo stesso anche con chi stava seguendo l'evento dalla TV.

"signori,concittadini" iniziò, con la sua solita voce bassa "c'è una cosa che è giusto sappiate. I casi di persone colpite da questa malformazione non sono 37, bensì uno di più. E quella persona in più, oggi, è guarita".

Michael stentava a credere alle sue orecchie. Annotò con grande fedeltà tutto ciò che il magnate stava dicendo.

"è con enorme orgoglio che oggi, di fronte a voi tutti, il direttore dell' ICUB ed io possiamo presentarvi ufficialmente il progetto Rebirthun nuovo barlume di speranza per chi vede la propria vita sconvolta da questo dramma ancor oggi poco chiaro. Ma se la sua causa ci sfugge, e quindi non sappiamo prevenirlo, possiamo almeno dirci in grado di curarlo".

Dalla sua tasca estrasse una piccola e squadrata pillola di colore verde chiaro, invisibile per chi fosse oltre la seconda fila. La stessa venne anche mostrata in una diapositiva alle sue spalle.

In quel momento, l'eterno broncio di Brown Derring trovò pace.

"si chiama Differas, e con orgoglio posso affermare che la sua produzione sarà mirata e tempestiva in caso di necessità" disse, alzando di poco i suoi modesti toni.

"se permetti Jack" intervenne il direttore Derring, educatamente,"vorrei precisare che presentarvi colui che è riuscito ad uscire da questo incubo sarebbe assolutamente utile, ma pericoloso. Pensate alla sua incolumità come persona e soprattutto alla sua privacy.Quindi, signori, non perdetevi in domande su quell'argomento, visto che nel suo rispetto, non risponderemo. Sappiate solo che ora vive una vita normale, e che il Differas lo ha aiutato molto"

Infochi secondi la sala si inondò di domande e mani alzate, ma non fu il caso di Michael. Conosceva bene queste situazioni, sapeva che ogni domanda sarebbe stata vaga, e le rispettive risposte inutili.

La verità, per lui, non veniva chiesta, ma scoperta.

Prima che la vera ressa poté iniziare, il giovane giornalista sgattaiolò via dalla sala e fece per incamminarsi verso un posto tranquillo ove scrivere il suo articolo.

Certo,aveva pochi elementi, ma in quel momento pensò che uscire a tempo di record non con un noioso report delle parole del signor Cross ma bensì con un pensiero in grado di creare ancor maggiore discussione sarebbe stata la mossa migliore.

Appena mise piede fuori dall'edificio però, il suo cellulare prese a vibrare. Era arrivata una mail sul suo indirizzo pubblico, ovvero quello che usava per ANW. Aprì mentre si sedeva sulla prima panchina libera in vista, e con grande sorpresa si accorse che il mittente era nientemeno che Mary.

[ciao Lock, scusa se ti disturbo qui nella tua casella di posta ma non avevo idea di come contattarti. Alla fine non ce l'ho fatta a raccontare bugie ai miei, o almeno non interamente, e gli ho detto che mi hai riaccompagnata a casa. Mio padre e mia madre hanno insistito tanto di volerti parlare per ringraziarti e per conoscerti; hai pur sempre conosciuto loro figlia. Ti prego perdonami ancora, ma davvero, ci tengono. E vorrei rivederti anche io... comunque ti allego il mio indirizzo, quando vuoi passare avvisami, fai con calma se vuoi.Baci].

pensò. Eppure non era infastidito, anzi si sentiva sollevato nel sapere che la sua buona azione fosse servita a qualcosa.

 

Ore 20:00, casa di Lock

"sei stata davvero gentile a farmi questo pensiero, Sally" disse Michael, leccandosi i baffi. La cena era già in tavola, un bell'arrosto fumante e una stupenda insalata mista.

Sally,dalla figura slanciata e assolutamente ben curata, capelli mori ed ondulati, era la sempre affaccendata sorella di Michael; con il fratello aveva un legame speciale, tanto da fargli questo tipo di sorprese quando ce n'era l'occasione.

"peccato che mamma e papà siano in viaggio, altrimenti" fece lei, prendendo il primo boccone, "sarebbe stata una buona occasione per una riunione di famiglia. Sono sicura che sarebbero venuti".

Aveva un velo di tristezza nel dire questo. Le mancava vedere tutta la famiglia riunita a tavola.

"beh comunque ogni tanto ci si rivede" cercò di rincuorarla suo fratello.

"silo so, eppure mi sembra che ogni occasione persa sia così tanto un peccato... dai cambiando discorso, che mi dici di questa Mary? Ci sta provando con il mio fratellino?" disse, ridacchiando.

"ma dai Sally, proprio tu che li vedi sempre i ragazzi. È un'appiccicosa che ha solo scoperto di aver conosciuto un tizio presente in una manciata di siti web. Le passerà appena mi conosce meglio".

"non puoi capire quanti ragazzi, maschi o femmine che siano, cercano fortuna in amore basandosi sulla popolarità. Non la giudicare male,è solo una delle tante".

Sally amava stare in mezzo alla gente, e non per niente oltre al lavoro in discoteca svolgeva saltuariamente anche la mansione di animatrice.Tutto, pur di aprire un giorno il suo piccolo bar personale, il suo sogno fin da bambina.

"ti ricordi, Micky, di quando giocavamo assieme a far finta di stare in una tavola calda? Come ti portava l'aranciata la tua sorellona nessuno lo faceva eh?" disse, scherzandoci su.

"eh, lo so Sally, eravamo spensierati" le rispose Michael, mentre terminava la sua porzione.

"mi raccomando, ci tengo: se un giorno avrò il mio locale, tu sarai il mio primo cliente"

"puoi scommetterci! E ti lascerò anche la mancia".

I due erano molto rilassati quando passavano del tempo assieme. La loro famiglia era sempre in movimento, per i lavori molti impegnativi dei genitori, ma la prima e più importante cosa che gli avevano insegnato era stare uniti.

"comunque,giusto per essere chiari, domani andrò a conoscere questi genitori e chiuderemo lì la faccenda"

"oh su, lo hai detto anche tu che è carina"

"si ma è piccola, e poi mi sembra un po'... esagitata"

"va bene, fratellino, va bene. Ma non lamentarti con me poi, ok?"

"disse quella che è corteggiata da tutto il locale. Senti io sarò anche quello che ha più pazienza dei due, ma in famiglia fidati che Madre Natura ha voluto più bene a te" concluse lui, sbuffando.

I due risero, e passarono un'altra bella serata, come al solito.

Finitala cena, Michael e Sally rimisero a posto la cucina, poi però lei dovette iniziare a sbrigarsi a tornarsene verso casa. L'estate era impietosa, e le mille serate a tema la impegnavano quasi ogni week-end alla discoteca.

"oggi che fate? Festa nostalgica?" chiese Michael, mentre le passava la borsetta.

"oh no, oggi vedrai che scene. Ai ragazzi all'entrata diamo un buono per uno short, ma possono usarlo solo se vanno al bancone in bella compagnia. Quindi se vogliono bere, si devono applicare un poco".

Leiandò quindi verso la porta, abbracciò suo fratello e gli diede labuonanotte. Come al solito, lui si mise ad elencare tutte le suepremurose raccomandazioni sulle mani morte.

Sisalutarono, e Michael richiuse la porta alle sue spalle.

Andò poi a controllare il suo portatile. Giusto un'ora e mezza prima aveva infatti risposto a Mary, chiedendole se andasse bene incontrarsi alle 10 del mattino. Fortunatamente la giovane aveva risposto prontamente, dicendo che poteva venire quando voleva, tanto avrebbe trovato tutti in casa. Spense quindi il computer, e si rilassò sul suo divano con una bella birra, di quelle forti.

Ripensò alla formidabile notizia del giorno, ed al fatto che il suo articolo aveva suscitato un gran movimento sul web e, di conseguenza, attorno ad ANW. Era soddisfatto, ma anche un po' inquieto; perché mai, si chiedeva, Cross non aveva tenuto per sé il Differas? Dopotutto era un uomo giusto, certo, ma assolutamente calcolatore e sempre improntato a far crescere il suo impero.

Non gli tornava che avesse condiviso la sua miracolosa creatura con l'ICUB , perlopiù con tale scioltezza.

Decise però di rimandare al giorno dopo i dubbi, e lasciare che la bella serata si concludesse al gusto del doppio malto.

 

13Giugno, ore 10:08, casa di Mary

Stranamente,la casa di Mary non pareva niente di che. Sarà stato forse per la sua leggera tendenza alla teatralità, ma in tutta onestà Michael aveva pensato che una ragazza così particolare dovesse venire da un posto particolare.

Messe da parte le vane speranze di corrispondenza, suonò al campanello.Dopo pochi secondi, la porta in legno verde venne aperta proprio dalla giovane, che subito salutò allegramente il suo ospite.

"prego,entra pure" lo invitò, chiudendo la porta. Era vestita come quandosi erano conosciuti.

"ehm,grazie. Ci sono già i tuoi?"

"ecco,in realtà ho qualcosa da dirti" disse, con un filo di voce.

"fammi indovinare" replicò il ragazzo spazientito "sei una bugiarda cronica".

Mary non ebbe la risposta pronta con la quale replicare, ma Michael attese lo stesso, quasi più per testardaggine. Fu una voce maschile provenire dalla cucina ad interrompere l'imbarazzo.

"tu devi essere Michael. Perdonala, ha solo fatto quel che le avevo chiesto".

Un uomo alto, ben allenato, dallo sguardo freddo e penetrante conferitogli dai suoi grandi occhi blu, si fece avanti per chiarire la strana situazione. Con una mano si aggiustò rapidamente il suo ciuffo biondo, sotto lo sguardo dubbioso del giornalista; i due si strinsero la mano, e l'uomo si presentò come Tom.

Il suo elegante smoking faceva presupporre un'invidiabile posizione sociale.

"ti chiedo scusa, abbiamo fatto mille giri di parole, ma questo è il modo di operare che adottiamo all'ICUB"

Al solo sentire pronunciare quel nome, Michael ebbe un sobbalzo. Non si stupì tanto della possibilità che dietro vi fosse effettivamente il dipartimento di difesa, ma della leggerezza con la quale il nuovo arrivato lo disse.

"un momento, quindi vuoi dirmi che voi due...." indugiò lui, che venne prontamente bloccato dai due distintivi tirati fuori a tempo di record dai suoi interlocutori.

"mi sento uno schifo, Lock. Ma cerca di capire, non siamo semplici poliziotti" disse Mary, invitandolo a sedersi sul divano nero proprio di fronte a lui.

Il giornalista non protestò ulteriormente, ma le sue sinapsi iniziarono già ad adoperarsi per scoprire la fregatura.

"se posso, come mai tanto sforzo per un semplice reporter?"

"beh,semplice non mi sembra la parola adatta" lo contraddisse Tom "vincitore di due prestigiosi premi quando eri ancora uno studente, il primo della tua categoria a pubblicare un libro dopo solo un anno dalla tua effettiva entrata ad ANW, libro davvero interessante tra l'altro".

Michael si sentì un poco in imbarazzo, ma ringraziò a mezza bocca per quel complimento.

"e come se non bastasse, nel giro sei stimato e ricercato. Non è un caso che tu fossi presente alla conferenza di ieri" aggiunse poi Mary, ancora con un sorriso.

"ok, vi ringrazio di tutte le belle parole, ma la sostanza qual'è? E perché tutto questo segreto?"

"il segreto era inutile, ma serviva come prova per la nostra giovane Mary" rispose Tom, seccamente. La ragazza guardò per terra, sapeva di essere stata brava, ma le dispiaceva aver fatto questo proprio a Michael.

"la sostanza, invece, è presto detta. Dopo l'annuncio del Differas e dei lavori per curare la malattia, il nostro direttore voleva che la gente sapesse, quindi cercava un giornalista giovane e competente per documentare il tutto. E non appena si è informato un po', ha voluto te a tutti i costi. Sarai ben pagato e ne ricaverai ancor più fama. Che ne dici?".

Michael ci pensò su; era talmente improvvisa e bella come proposta che pareva quasi una presa in giro. Ma i suoi due interlocutori erano così convincenti, ed in più avevano un distintivo. Anche fossero stati due bugiardi, oramai non aveva molte opzioni in quel senso.Così prese la decisione di accogliere la loro richiesta.

"ottimo.Vedrai che non te ne pentirai. Il tuo aereo partirà fra due giorni,ti abbiamo pagato tutto noi. Domani verrai contattato personalmente dal signor Derring, sarà lui a darti maggiori spiegazioni. Ah non solo, ma stamattina abbiamo chiamato ANW, e ci riferiscono che sei libero di intraprendere il lavoro, purché sotto il loro marchio, s'intende" disse quindi Mary.

"è stato tutto molto rapido. Siete sicuri che sia la cosa migliore per voi?" chiese ancora Michael.

"noi non dobbiamo decidere queste cose. Eseguiamo solo gli ordini. E ti chiedo di nuovo scusa per i modi così tanto misteriosi, ma davvero,dovevamo testare le capacità di Mary" concluse Tom.

I due raggiunsero quindi la porta, e cordialmente si salutarono. Mary invece fu come al solito un po' sopra le righe, ma non esagerò,fortunatamente.

Michael sapeva che da quel momento le sue uniche preoccupazioni sarebbero state quelle di prepararsi per il viaggio, quindi senza nemmeno curarsi di recarsi in fretta al suo ufficio, prese ad incamminarsi verso la casa di sua sorella, per avvisarla della novità.

Appena chiusa la porta dell'abitazione, Mary tirò un sospiro di sollievo.

"hai visto? Tutto è filato più che liscio. Derring sarà felice di me"disse, esultando.

"cerca di calmarti Mary, era solo un test banale. Vorrà vedere molto altro da te"

"oh uffa, sei un guastafeste... cambiando discorso, cosa dobbiamo fare  ora?"

"per il momento nulla, dobbiamo giusto prendere l'aereo questa sera per rientrare alla base. Tutto ciò che possiamo fare adesso è cercare di riposarci. Non dormo da tanto tempo, un po' di riposo non mi farà male. Avremo a disposizione questa casa per oggi, il direttore ha detto che possiamo prenderci una pausa. Se non ti dispiace, prima di riposarmi, vorrei fare una doccia".

La ragazza si sentì rilassata dopo che tutto si era concluso; era ufficialmente parte delle forze operative dell'ICUB , nonostante la sua giovane età.

"credi...credi che Derring mi abbia voluta soltanto per i miei poteri?"chiese lei, guardando Tom negli occhi.

"non saprei dirtelo. Ma se fossi stato io al suo posto avrei visto molto di più in te. Ti conosco da quando sei soltanto una ragazzina, lì all'orfanotrofio. So benissimo quanto vali. Dimostra a Derring che ha preso la decisione giusta".

Detto ciò, Tom se ne andò verso il bagno ed aprì l'acqua. Non ci sarebbe voluto molto per farla diventare tiepida, così nel frattempo iniziò a togliersi i vestiti per riporli sullo stendi panni là accanto.

"hey Tom, solo un'ultima cosa... ti dispiace se vengo anche io sotto la doccia?".

Mary lo aveva seguito in bagno, ma non era una cosa inconsueta. Da quando era nata, viveva in una specie di simbiosi con lui. Tutti i loro atteggiamenti privati avrebbero stordito le normali persone, ma per due come loro la normalità era un lusso ben lontano dalla loro portata.

Tom non fece nessuna fatica ad acconsentire, come centinaia di altre volte aveva fatto per richieste simili. In breve tempo i due si spogliarono del tutto, e quando l'acqua raggiunse finalmente la temperatura giusta, si misero sotto il gettito, bagnandosi prima il corpo, poi i capelli.

Prendendo una manciata di shampoo, Tom fece girare Mary per poi iniziare a lavarle i capelli. Lo faceva con cura, amorevolmente, da anni;massaggiava la sua testa facendola rilassare, per poi sciacquare via il sapone con l'acqua.

"continuo a non suscitare niente in te, vero?" disse lei, sorridendo in modo amaro.

"che intendi, di grazia?" le rispose Tom, con un tono di fredda indifferenza.

Mary prima di rispondere fece mezzo passo indietro, andando ad appoggiarsi con il suo corpo su quello di lui. Solo allora girò la testa per poterlo guardare in volto.

"non sono più una bambina da un pezzo, Tom. Ed è stato con te che sono cresciuta. Saremo anche persone fuori dal comune, ma abbiamo dei sentimenti come tutti gli altri. Non mi credere ingenua solo perché mi hai visto diventare grande giorno dopo giorno" disse,sinceramente.

"era un po' che non tiravi fuori questi discorsi... che ti prende?"

"niente,è solo che a volte sento qualcosa che non va in me... e più gli anni passano, più domande mi faccio".

Tom sapeva bene a cosa si riferisse lei, ma aveva sempre evitato l'argomento. Nella sua vita l'imperativo era rimanere impassibile;tutto ciò che aveva era il suo sangue freddo, la sua anima gelida.Oltre a ciò c'era anche Mary, ovviamente, ma certe cose lo preoccupavano ed allo stesso tempo, non lo interessavano.

"da quando in qua qualcosa tra noi è sbagliato? Viviamo in funzione l'uno dell'altra, i nostri occhi e mani conoscono a memoria i nostri corpi... perché non lasci che la vita faccia il suo corso Tom,perché? Cosa ti spaventa?"

"non lo so Mary. Sento solo di non volerlo. Quello che mi da la vita è tutto ciò di cui ho bisogno, te compresa. Non è mai stata colpa tua, sono io che... ".

Lei si girò, prese il volto di lui tra le mani ed interruppe la frase con un baciò sulle labbra, come tante, altre, meccaniche volte.

Oramai sembrava che quei baci fossero come una carezza, oppure un gesto di saluto, niente più.

Mentre le loro labbra si toccavano ancora, lei fece scivolare la sua mano sinistra verso quella di lui, e la accompagnò verso le sue parti più intime. Tom era delicato e gentile, come sempre d'altronde; le sue coccole fecero sobbalzare il corpo ed il cuore della giovane, che si ritrovò dopo pochi secondi avvinghiata al corpo di lui, con un flebile urlo che le si strozzava in gola.

Continuò così per altre due volte, poi chiuse il gettito d'acqua e prese incollo Mary. La portò sul letto, la fece stendere, ed ancoracompletamente bagnati, iniziarono a fare l'amore.

Il oro sguardi si incrociavano spesso, ma gli occhi di lui erano comei ndifferenti. Non comunicavano quella stessa passione che Mary ogni volta invece provava, non erano davvero attratti da lei.

Pian piano il ritmo dei loro corpi crebbe; lei sentì più e più volte il piacere prenderla ovunque, facendola rabbrividire ogni volta in modo più violento.

Quando anche lui raggiunse l'apice del godimento, la abbracciò con forza,tenendosela stretta al petto. Dopo alcuni secondi passati in quella posizione, in totale silenzio, Tom si staccò da lei, sdraiandosi a sua volta.

Lei appoggiò quindi la testa sul suo petto, chiudendo gli occhi.

"non m'importa se non lo dici. Fammi capire che lo provi" chiese lei,ancora ansimante.

"Mary...ci rimane davvero spazio per altro nella vita?"

"certo che si. La vita è come il cielo, una volta preso il volo abbiamo tutto lo spazio che desideriamo. Ti prego Tom, fallo per te, prima che per me. Liberati dalle tue paure".

Lu ile accarezzò la testa, prima di baciarla in fronte.

"il mio cielo se ne è andato, Mary. Il mio cielo non porta che nuvole".

Erano parole diverse, ma la sostanza non cambiava. La ragazza aveva sentito queste parole abbattute mille e più volte, ed ogni volta le veniva da piangere. Preferì alzarsi dal letto, con la scusa di doversi asciugare i capelli, pur di non darlo a vedere. Tom le disse che a breve l'avrebbe raggiunta.

Mary non capiva se stessa, non riusciva a capire se la sua era dipendenza oppure amore. Od entrambe, chi poteva dirlo; le rimaneva solo il desiderio di sentire qualcuno rivolgerle parole dolci, felici, piene di vita. Aveva solo Tom nella sua esistenza, quindi non faceva che cercarle da lui.

Ma Tom era diverso, era un'entità straordinaria e sola, rinchiuso nellasua tristezza e nel suo immenso potere.

 

Era un uomo di ghiaccio.

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Michele_Anici