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Autore: Kifuru    11/04/2020    0 recensioni
Per secoli la sconfinata e bellissima Terra del Sole è stata sconvolta da una guerra sanguinosa, scatenata tra le due potenti nazioni fondatrici. Dopo lunghi decenni di morte e distruzione, venne costruito un immenso ed indistruttibile muro, con l'aiuto di misteriosi alchimisti, suddividendo effettivamente in due parti un intero continente. Per completare l'opera, gli alchimisti crearono un unico stretto passaggio nella maestosa muraglia, l'unico punto di contatto fra le due potenti nazioni in continuo conflitto fra di loro. La guerra ebbe fine, non cancellando però l'antico clima d'odio. Diverse generazioni dopo, due giovani, cresciuti con tradizioni ed abitudini diverse, affronteranno, nel corso di drammatiche avventure, la secolare rivalità mai morta tra i loro popoli.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1

 
UN PRECARIO EQUILIBRIO

 
Kingswork. Una città bellissima, maestosa. Era l’orgoglio di tutti i Litanesi, persino di coloro che non l’avevano mai vista. Secondo gli storici, niente al mondo poteva eguagliare la bellezza e la grandezza di questa città immensa, capitale di una delle nazioni più potenti e fondatrici della Terra del Sole. La nazione della luce imperiale, conosciuta fin dai tempi più antichi come Lithium.

Ogni volta che si voleva trovare un qualsiasi motivo, che potesse manifestare l’assoluta superiorità della razza Litanese su ogni altra, il primo riferimento era proprio alla capitale, alla maestosità delle tante bellezze architettoniche e alla potenza delle massime istituzioni della nazione.

Kingswork era, infatti, il centro operativo dell’Ordine Imperiale, la massima istituzione governativa, composta dai dieci aristocratici più importanti a livello dinastico. Solo i discendenti degli antenati fondatori di Lithium potevano ricoprire la carica di Consigliere Imperiale, entrando di diritto nelle sale immense e dorate del Palazzo Bianco, un’immensa fortezza costruita unicamente per i membri dell’Ordine Imperiale. Per tale ragione, il palazzo era anche conosciuto come Dimora degli Dei.

Durante l’età antica, le dieci famiglie Litanesi più potenti avevano fondato un Consiglio, dotato di massimi poteri governativi e composto da soli dieci membri, i quali approvarono la legge della successione imperiale. Solo i discendenti degli antichi fondatori potevano entrare di diritto nell’Ordine Imperiale, elevandosi al di sopra di ogni altra carica militare e politica.

Nelle ere successive, l’Ordine Imperiale divenne sempre più potente, rafforzando l’importanza della tradizione aristocratica a Lithium. Nessuno poteva opporsi alle decisioni prese dai Consiglieri Imperiali, nemmeno l’Inquisizione Imperiale, la massima istituzione militare dell’intera nazione. Gli Inquisitori Imperiali, conosciuti anche come Guardie Rosse, servivano per garantire l’autorità e la forza suprema dell’Ordine, sebbene fossero anche molto attivi nell’amministrazione del paese.

L’Inquisizione Imperiale era organizzata in un sistema rigorosamente gerarchico, dal quale si partiva come semplice recluta, fino alla possibilità di raggiungere la carica di Inquisitore, il guerriero rosso a difesa della nazione, legittimato a uccidere in nome della gloria imperiale. Anche se la guerra con Sandor era finita da molti secoli, era sempre prioritario a Lithium la difesa della gloria e della superiorità razziale Litanese.
 
Myra Costis si aggirava sicura tra i lunghi e raffinati corridoi del Palazzo Rosso. Come sempre indossava l’uniforme rossa delle Reclute Imperiali. Faceva parte di una famiglia importante ed illustre, conosciuta e stimata soprattutto per meriti militari.

 La famiglia di Myra non era di certo importante al pari di quelle fondatrici, ma le avrebbe comunque garantito la scalata nella piramide dell’Inquisizione Imperiale. In realtà, la giovane era ben felice di non discendere dagli illustri fondatori dell’Ordine Imperiale. Il dovere per ogni Litanese stava nella tradizione della propria famiglia e per Myra Costis quel dovere era rappresentato unicamente dalla carriera militare.

Difendere la gloria e la potenza smisurata della sua Nazione. Era da sempre il suo sogno, quello di diventare un vero Inquisitore Imperiale, una Guardia Rossa temuta e rispettata.

Le reclute potevano essere nominate Guardie Rosse solo dopo un lungo periodo di addestramento, da affrontare con severità all’Accademia Militare Imperiale. Myra era stata cresciuta secondo una filosofia militare ferrea e implacabile. Un Inquisitore Imperiale doveva essere pronto a tutto, anche a distruggere per sempre la propria morale e coscienza. Ogni azione, compiuta nel nome dell’Ordine Imperiale, era legittima.

La giovane dai capelli lunghi e neri, perennemente raccolti in un’ordinata coda, raggiunse una delle stanze private del Palazzo Rosso. Normalmente una semplice recluta non avrebbe mai potuto ottenere il permesso di entrare nella principale costruzione degli Inquisitori, seconda come importanza soltanto al Palazzo Bianco.
Anche il Palazzo Rosso costituiva una vera bellezza architettonica, costruita con un’enorme quantità di materiali grazie al sacrificio di numerosi schiavi raccolti dai Litanesi durante le guerre passate. Fin da bambina, Myra aveva il permesso di girovagare liberamente tra le immense ed eleganti sale del Palazzo Rosso, in quanto figlia di uno dei più importanti Inquisitori Imperiali dell’intera nazione.

Il padre di Myra era il leggendario Generale Hernest Costis, il cui grado era inferiore soltanto al Gran Maestro Mormont, capo indiscusso dell’Inquisizione Imperiale di quel periodo. C’erano altri due generali, che completavano la semplice piramide dell’Inquisizione Imperiale. Essi ricoprivano lo stesso grado di suo padre, ma Myra era sempre stata ben consapevole della grandezza smisurata del proprio genitore, sebbene non avesse mai dimostrato nei suoi confronti o dei suoi fratelli il più flebile segno di affetto. Ma Myra non si lamentava, decisa e determinata a portare avanti le proprie ambizioni.

Myra aveva due fratelli. Il fratello maggiore, Rafe, era stato nominato Inquisitore Imperiale qualche anno prima e in breve tempo era diventato uno dei più temuti e rispettati, nonostante la sua giovane età. Non aveva ancora compiuto i trent’anni, ma aveva già portato a termine ogni missione assegnata con freddezza e disciplina, senza alcun impedimento morale. Myra voleva essere orgogliosa di lui, ma allo stesso tempo si chiedeva spesso se anche lei fosse in grado di compiere certe azioni senza alcun rimorso.

Fin da piccola, oltre ad un’abilità ed intelligenza fuori dal comune, aveva sempre dimostrato una certa gentilezza e una propensione ad aiutare il prossimo. Delle qualità molto spesso criticate e punite tra gli Inquisitori Imperiali.

Il fratello minore, Dan, era ancora una ferita profonda nell’animo della giovane. Era l’unica persona con cui Myra avesse veramente instaurato un rapporto vero e sincero. Sapevano entrambi quanto fosse disonorevole lasciarsi trasportare dai sentimenti a Lithium, eppure per anni fratello e sorella hanno goduto di un affetto reciproco, fino alla tragica morte di Dana, avvenuta l’anno precedente in occasione della prima vera missione affidatagli. Era un ragazzo allegro e gentile, poco adatto alla vita militare, ma nessuno di loro aveva mai avuto molta scelta. Il destino di ogni Litanese era stabilito fin dalla nascita.

Era stata la prima e ultima missione per suo fratello. Un viaggio, dettato da apparenti scopi diplomatici, fino a superare il confine. L’inquietante e terribile Muro aveva portato alla morte una giovane Recluta Imperiale. Tutti, a Lithium, conoscevano la brutalità e la malvagità dei Sandoriani. Le missioni oltre il Muro erano sempre quelle più pericolose e Myra non riusciva a spiegare per quale motivo fosse stata assegnata ad una semplice recluta.

La spedizione era composta da quattro membri, fra i quali c’era anche il fratello maggiore Rafe, per il quale si trattava della prima missione ufficiale come Inquisitore Imperiale. Erano partiti in quattro, ma erano tornati in tre e mai Myra aveva provato un dolore così grande, nemmeno quando da bambina perse la madre, anche lei un tempo Inquisitore dell’Impero. Morì durante una battaglia contro le popolazioni barbariche.

Rafe raccontò del loro viaggio fino al misterioso Muro, l’immensa muraglia protetta da una magia così antica e potente da renderla assolutamente indistruttibile. Da secoli il Muro garantiva un precario equilibrio nella sconfinata Terra del Sole.

Era stato costruito molti secoli prima, allo scopo di porre fine alla sanguinosa guerra scatenata tra le due Nazioni più potenti del mondo conosciuto: Lithium e Sandor. Le mura erano fredde, prive di bastioni, torri o raffigurazioni. Si estendeva per centinaia di miglia fino al Grande Mare, tagliando effettivamente un intero continente in due parti.
Il Muro possedeva un unico passaggio. Uno stretto e ben costruito portone, attraversabile da massimo due persone alla volta. Dalla fine della guerra, il Portone rappresentava l’unica vera possibilità di contatto fra i due popoli.

Nonostante fossero molto frequenti i contatti fra Sandoriani e Litanesi per ragioni strettamente economiche o commerciali, l’odio fra i due popoli era ancora forte e continuava a causare vittime innocenti. Solo l’immensa e indistruttibile muraglia impediva lo scatenarsi di una nuova terribile guerra secolare.

Nelle epoche passate, Litanesi e Sandoriani avevano provato più volte a distruggerlo, ma il Muro era stato costruito con il supporto di un antico e potente artefatto magico, che aveva reso ogni singola pietra indistruttibile per qualsiasi mezzo creato dall’uomo. In questo modo, la Terra del Sole fu dominata da un lungo periodo di pace ingannevole, che molti avevano tentato di interrompere bruscamente.

Dal rapporto di Rafe, la spedizione diplomatica imperiale era stata attaccata da un gruppo di Guardiani, i migliori guerrieri Sandoriani. Gli Inquisitori erano abili combattenti, ma Dan era soltanto una recluta, ancora impegnato nel lungo addestramento all’Accademia Militare. Fu ucciso barbaramente da uomini senza onore.

L’ira di Myra non si sarebbe placata, almeno fino quando non fosse riuscita a punire gli assassini dell’unica vera persona cara della sua giovane vita. In seguito, si era dedicata completamente all’addestramento, diventando sempre più forte e abile, tra le più promettenti della sua generazione.

Tanti pensieri tormentavano la giovane, mentre attraversava le numerose aree del Palazzo Rosso. La stanza privata del Generale suo padre si trovava nella parte più alta e raffinata del palazzo. Le raffigurazioni, nelle pareti dei molti corridoi che percorreva, testimoniavano la leggendaria tradizione delle Guardie Rosse. Fin da piccola Myra si era trattenuta in quelle sale fino al tramonto per studiarle dettagliatamente, immaginando di poter essere anche lei inserita un giorno fra gli eroi leggendari del suo popolo.
Raggiunse la stanza di suo padre, provando un certo nervosismo. Si era preparata un lungo discorso, ma a prescindere da tutto, avrebbe lottato duramente, anche con suo padre, per ottenere ciò che voleva.
 
Bussò due volte, senza insistenza. Aspettò pazientemente il permesso per entrare. Probabilmente il Generale suo padre era ancora immerso nel proprio lavoro. La sua carica era estremamente importante e tanti erano gli impegni politici che doveva rispettare continuamente e con urgenza.

La voce forte e severa di suo padre la invitò ad entrare. Era una stanza di lavoro, adornata con eleganti vasi e sculture antiche, tutte di assoluta provenienza Litanese. Il Generale Hernest Costis era seduto nella sua larga scrivania, immerso da numerosi rapporti scritti. Alle sue spalle era sempre ben visibile l’appariscente dipinto dell’antenato fondatore della famiglia Costis, il leggendario Inquisitore Imperiale Marcus Costis.

Il Generale Costis era un uomo sulla sessantina forte e severo, dal portamento tipico di un aristocratico Litanese. Nonostante la sua posizione di enorme potere e prestigio, che ricopriva da diversi anni, egli possedeva ancora la prestanza di un vero soldato, abituato alla battaglia. Per anni aveva combattuto contro le popolazioni barbare del Nord, divenendo con il tempo uno dei leader più carismatici della storia. Di certo, il Generale suo padre si era guadagnato il diritto di essere inserito nelle raffigurazioni del Palazzo Rosso.

I suoi occhi grigi non emanavano alcun calore o segno contentezza di fronte alla figlia. Nemmeno quando aveva saputo della morte di Dan si era scomposto più di tanto. Aveva sempre considerato il figlio più giovane come un debole senza speranza e indegno dell’uniforme che indossava. Per tale ragione, Myra si era sempre impegnare ad evitare categoricamente l’argomento. Non era per niente sicura di poter controllare la propria rabbia, anche di fronte al Generale suo padre.

Abituata e preparata alla formalità e immancabile freddezza del proprio genitore, Myra si fermò a diversi metri dalla sua postazione di lavoro, sbattendo il pugno contro il petto, come imponeva il saluto militare.

< < Generale > > esordì la giovane, cercando di mantenere ferma la propria voce.

< < Non dovresti abusare dei tuoi privilegi, figlia > > rispose l’uomo con freddezza, guardandola solo per un attimo prima di tornare al proprio lavoro < < Anche se hai il mio sangue, rimani pur sempre una recluta dell’Accademia Militare Imperiale e nessuna recluta normalmente avrebbe il diritto di girovagare fra queste stanze sacre > >.

< < Perdonami, Generale > > si scusò umilmente Myra, abbassando leggermente il capo in segno di rispetto < < Avevo bisogno di parlarti con urgenza > >.

< < Se si tratta di una richiesta ufficiale, come temo, avresti dovuto chiedere udienza all’Ufficio Imperiale > > replicò il militare, guardando la figlia con più attenzione.

< < Proprio perché non si tratta di una richiesta ufficiale, avevo assoluto bisogno di parlarti, Generale > > rispose con prontezza la giovane < < So bene che le nostre tradizioni sono importanti e richiedono il massimo rispetto da parte nostra, ma…. > >.

< < Cosa vuoi chiedermi, Myra? Vuoi forse chiedere un qualche tipo di favore per la tua candidatura ad Inquisitore Imperiale? > > domandò l’uomo, mostrando un sorriso ambiguo alla giovane.

Quest’ultima arrossì leggermente per la provocazione e fece molta fatica a non rispondere per le rime. Si era sempre impegnata al massimo come Recluta Imperiale, soprattutto dopo la morte di Dan. Pochi suoi compagni potevano sperare di poterla sconfiggere in combattimento in qualsiasi disciplina: spada, arco o lancia. Eppure il Generale suo padre non riconosceva mai le sue abilità e i suoi miglioramenti, provocandola spesso senza apparenti ragioni.

< < Mai mi permetterò di chiedere favoreggiamenti o scorciatoie per la mia carriera militare, Generale > > esclamò prontamente Myra, senza alzare troppo la voce.

< < In realtà > > proseguì la ragazza, senza dare al padre il tempo di interromperla < < la mia richiesta è tutt’altro che vantaggiosa. Forse potrà persino determinare la mia morte > >.

< < Ora mi incuriosisci > > disse il padre, continuando a sorridere malignamente.

< < Ho sempre rispettato le tradizioni militari e i regolamenti, padre. Lo sai bene questo > >.

Non disse niente del fatto di non averlo chiamato con il titolo che ricopriva. Evidentemente Hernest Costis era d’accordo a proseguire quella strana conversazione con toni diversi, meno formali.

< < Anche se i nostri regolamenti sono decisamente importanti per il nostro destino e per la nostra vita > > continuò Myra leggermente rincuorata < < nella tradizione del nostro popolo esiste anche l’onore, il coraggio e lo spirito d’iniziativa tipico di soldati e combattenti leggendari > >.

< < Belle parole > > ridacchiò il militare, apparentemente divertito.

< < Padre > > sbottò la giovane donna, facendo un passo in avanti < < Io chiedo esclusivamente a te il permesso di partire. Mi dirigerò verso il confine. Attraverserò il Muro ed entrerò a Sandor > >.

< < Ciò che chiedi è pura follia, figlia > > sbottò il padre, senza però dare una vera risposta negativa. Anche se non lo dava a vedere, era colpito dal coraggio della figlia.

< < Conosco i tuoi obiettivi, Myra > > disse l’uomo, con voce glaciale < < Tuo fratello Dan era debole, ma con la sua morte, sebbene prematura, ha potuto proteggere l’onore della nostra famiglia > >.

Myra strinse i pugni, non sapendo bene a chi rivolgere la propria furia in quel momento così delicato.

< < Io devo trovare i suoi assassini, padre > > sibilò con la voce carica di rabbia < < I Sandoriani sono dei selvaggi, inferiori rispetto a noi. La giustizia deve prevalere, padre. La nostra giustizia > >.

Il vecchio soldato incrociò le braccia, guardandola intensamente, immerso in chissà quali pensieri. Ora era davvero tentato di concedere alla figlia l’occasione per vendicarsi. Myra aveva talento e un viaggio del genere avrebbe potuto prepararla meglio di qualsiasi addestramento.

< < Sandor è una terra selvaggia e oscura, Myra > > cominciò, parlando con estrema calma < < Per secoli il nostro popolo si è scontrato con loro e sempre per loro colpa è stato costruito quel terribile muro. Senza di esso, la nostra grandezza avrebbe potuto spingersi fino alla fine del mondo. Per colpa di quella muraglia, i Litanesi non sono diventati gli unici veri padroni della Terra del Sole, come era giusto che fosse. Come era scritto fin dai tempi più antichi > >.

< < Gli storici narrano di una perdita incalcolabile di vite, padre. Il Muro è stato necessario per impedire lo scorrere di altro sangue > >.

< < Ma ha anche impedito la nostra vittoria, figlia. Il sangue continua a scorrere, sebbene non in un vero e proprio conflitto armato e questo perché non siamo riusciti a sterminare i crudeli Sandoriani. Noi saremo sempre in guerra con i Sandoriani. La morte di tuo fratello minore dimostra chiaramente questo fatto > >.

< < Dove vuoi arrivare? > > domandò la giovane, che stava cominciando a spazientirsi.

Il Generale Costis ignorò il tono irrispettoso della figlia, date le circostanze < < Se dovessi lasciarti partire, non potrai entrare a Sandor come Recluta Imperiale. Qualsiasi cosa tu abbia in mente di fare, sarai sola e senza alcun appoggio imperiale laggiù > >.

La giovane donna sentì lo stomaco contrarsi per l’emozione. Il Generale suo padre stava forse per concederle la sua occasione per vendicarsi, l’occasione per trovare e punire finalmente gli assassini del suo amato fratello minore.

< < I nostri rapporti con Sandor sono dominati, almeno ufficialmente, dalla più assoluta indifferenza. Il Portone, come sai, è l’unico contatto che rimane ancora fra la nostra nazione e la loro. Il loro modo di vivere non è cambiato nel corso degli anni. Si ostinano a vivere seguendo la loro primitiva democrazia, sotto la protezione dei barbari Guardiani > >.

< < I Guardiani > > ripeté Myra con rabbia < < Sono loro che hanno attaccato la spedizione di Rafe, causando la morte di Dan > >.

< < Saranno anche dei selvaggi assassini, Myra > > disse il militare < < Ma hanno fama di essere guerrieri formidabili, abituati allo scontro. Ovviamente non si tratterà di una missione ufficiale, per cui non avrai ordini precisi. Preferirei che evitassi di prendere iniziative dirette. Cerca di scoprire ogni dettaglio sul gruppo di Guardiani, che ha attaccato la nostra spedizione. Non erano più di cinque secondo il rapporto presentato da tuo fratello. Una volta scoperti i colpevoli, potremo agire di conseguenza > >.

< < Indagherò a fondo, padre. Te lo garantisco > > rispose la ragazza, cercando di mostrarsi il più convincente possibile. Se si fosse realmente trovata di fronte gli assassini del fratello, difficilmente si sarebbe limitata ad indagare.

< < Vorrei che con te venisse anche Rafe, ma mi rendo conto che è impossibile > >.

Myra ne fu sollevata. Voleva andare da sola e agire senza l’interferenza di nessuno, men che meno avrebbe sopportato quella di suo fratello Rafe.

< < Allora quando potrò partire, padre? > > chiese la ragazza, sperando di non essersi illusa.

< < Fra tre giorni > > rispose seccamente l’uomo < < Il tempo di informare l’Ordine Imperiale. Anche se si tratta di una missione non ufficiale, non possiamo agire alle spalle dei Dieci. Naturalmente non potrai viaggiare con la tua uniforme rossa. Dovrai sembrare una semplice viandante abituata a passare il confine frequentemente. Potresti raccontare di essere una commerciante. Molti mercanti concludono i loro affari sia a Lithium che a Sandor > >.

< < Riuscirò a trovare la copertura adatta, padre > > esclamò Myra, eccitata e impaziente di intraprendere un viaggio, che forse avrebbe potuto cambiarla per sempre.

< < Una volta attraversato il Portone, ti suggerisco di iniziare la tua ricerca da Bila, una cittadina Sandoriana di confine, situata a poche miglia dal Bosco Atros. E’ un luogo di continuo peregrinaggio, dove la gente parla parecchio. Non farai fatica a conoscere i tanti eventi che accadono in quelle terre, soprattutto se coinvolgono noi Litanesi > >.

< < Durante l’attacco > > intervenne Myra < < Rafe e i suoi compagni superstiti non sono riusciti a scoprire le generalità degli assalitori, ma secondo lui alcuni di loro potrebbero provenire persino da Gista > >.

< < In quel caso il tuo viaggio si allungherebbe di molto, ragazza > > replicò severamente il vecchio soldato < < La capitale Sandoriana si trova nel cuore della loro terra. Avrai modo di vedere con i tuoi occhi il loro modo di vivere e a che cosa porta la loro barbara democrazia > >.

< < Non mi fermerò fino a quando non avrò trovato le risposte che cerco, padre > > disse Myra, rispondendo fermamente allo sguardo indagatore del proprio genitore.

< < Molto bene > > concluse il Generale Costis < < Fra tre giorni partirai con il favore delle tenebre. Fino ad allora, non parlare con nessuno del tuo viaggio. Prepara un equipaggiamento adeguato, ma stai molto attenta a non portare di nulla di appariscente. Nessuno dovrà minimamente sospettare la tua vera identità > >.

< < Farò come dici, Generale > >.

Myra uscì dalla stanza con una nuova sicurezza. Non si sarebbe fermata di fronte a niente e finalmente avrebbe ottenuto giustizia per l’amato fratello Dan.
     
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I Sandoriani. Un popolo di selvaggi barbari. Myra Costis aveva trascorso la sua infanzia sentendo innumerevoli storie sulla loro malvagità e ferocia. I racconti scritti dei più importanti storici Litanesi ricordavano fedelmente le nefandezze di un popolo da sempre considerato inferiore a Lithium, nella cultura e soprattutto nella tradizione politica e militare.

Il sistema democratico Sandoriano era stato dipinto in tutta la nazione come il male supremo della Terra del Sole, come la sconfitta di ogni tradizione sociale degna di questo nome.

La cultura Sandoriana era rigorosamente studiata in tutte le città Litanesi, al preciso scopo di trovare sempre più motivi per criticare e soprattutto odiare Sandor e tutto ciò che rappresentava.

Nei tre giorni successivi, Myra si era dedicata al suo equipaggiamento. Per prepararsi al meglio, aveva lasciato la sua stanza all’Accademia Militare, tornando nella vecchia e ricca villa di famiglia, dove aveva vissuto serenamente prima di arruolarsi come Recluta Imperiale.

Come le era stato ordinato, non prese nulla del suo normale equipaggiamento militare, ma di certo non poteva partire disarmata. Oltre ad un semplice arco, di cui era maestra, aveva deciso di portare una spada corta, non troppo appariscente. Molti mercanti gestivano i loro affari armati, di fronte alla costante minaccia rappresentata dalle numerose bande di briganti e assassini, che operavano in entrambe le parti del confine. D’altro canto, Myra era sicura della pericolosità del territorio Sandoriano, senza contare che avrebbe dovuto presto affrontare gli assassini di suo fratello.

Il giorno prima della partenza, Myra era pronta e determinata a fare ciò che doveva. In attesa della notte e del via libera di suo padre, la ragazza passò la giornata in uno stato di profonda eccitazione. L’attesa era snervante e più di una volta fu costretta a soffocare il fortissimo desiderio di partire subito senza permesso.
Camminava nervosamente tra le familiari stanze della villa in cui era cresciuta, quando all’improvviso si ritrovò, quasi senza rendersene conto, davanti il vecchio laboratorio del padre. Quest’ultimo l’aveva fatto costruire diversi anni prima e più che un laboratorio si trattava di un grande magazzino, dove il Generale nascondeva molte invenzioni, di varia natura, costruite direttamente dagli alchimisti Litanesi.

Per la maggior parte si trattava di potenti invenzioni militari, create con l’ausilio di pietre e sostanze sconosciute, delle quali era estremamente difficile comprenderne proprietà ed effetti una volta utilizzate.

Myra non era una sciocca ed era ben consapevole del pericolo rappresentato da certe sostanze. Gli Inquisitori Imperiali avevano il diritto di sfruttare liberamente la maggior parte di quelle armi, ma lei era una semplice recluta. Non aveva nemmeno il permesso di entrare in quel posto così pericoloso. Inoltre sapeva anche di non possedere l’esperienza necessaria per l’utilizzo di certe armi in una vera missione e mai avrebbe rischiato la vita di innocenti nella sua battaglia per la giustizia e la vendetta.

Tuttavia, il caso volle che in quel magazzino si trovasse anche una certa sostanza, non propriamente una sostanza utile in battaglia, ma per la sua particolare missione si sarebbe potuto rivelare molto utile. Myra aveva studiato a fondo le sue proprietà e conosceva il modo per sfruttarle al meglio.
Fu tentata di lasciar perdere, ma l’importanza del suo obiettivo la spinse verso il primo atto di disobbedienza della sua vita. Un atto che poteva anche costarle la pena capitale. L’unica speranza era quella di non essere scoperta troppo presto.
 
A notte fonda finalmente il Generale Costis tornò alla villa. Myra era già pronta all’ingresso. La bisaccia delle provviste nascondeva tutto il necessario per la sua missione. Fortunatamente il padre non fece domande e non controllò il contenuto.

< < Viaggerai a piedi > > disse freddamente l’uomo < < Percorri la Strada Alba fino alla città di Tautros. Non entrare in città, ti basterà tagliare per le colline fino al fiume Samos. Trova un guado per attraversarlo e in pochi giorni sarai al confine > >.

< < Conosco la strada, padre. Sarò veloce e prudente > > rispose la giovane, cercando di non trapelare la forte agitazione che provava.

< < Che gli spiriti dei nostri antenati ti proteggano, figlia > > sussurrò il padre.

Myra lo guardò sorpresa. Non aveva mai udito un qualcosa di così delicato, quasi dolce, da quell’uomo sempre così duro e severo.

< < Adesso va > > ordinò seccamente Costis, incapace di sostenere ancora lo sguardo appassionato della figlia < < Che la tua missione abbia successo, così che la giustizia imperiale possa prevalere ancora una volta su tutto > >.

< < Così sarà, padre > > concluse Myra Costis, prima di incamminarsi nel buio profondo della notte < < Lo giuro sulla mia stessa vita > >.
 
 
FINE DEL CAPITOLO
  
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