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Autore: clairemonchelepausini    11/04/2020    1 recensioni
Una serata con gli amici, qualche bicchiere di troppo ed eccolo... il famoso Niall Horan coinvolto in un scommessa che non avrebbe mai fatto e che di certo non intendeva perdere, anche se tutto era contro di lui.
Ed è così che entra in gioco Emma Williams, una giovane donna che ama la vita, il pizzo, i vestiti; una stilista in grado di farsi ricordare con le sue meravigliose creazioni.
Due opposti che si attraggono, due mondi e due persone completamente diverse che il destino farà incontrare e... Un'avvincente storia d'amore.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Niall perennemente ansioso Horan" stava attraversando una fase nella sua vita che difficilmente avrebbe dimenticato. Sì, perché era passato dall'ansia all'ottimismo in un batter d'occhio e credeva che tutto fosse possibile, almeno apparentemente.
«Ehi, guys... so che non c'è molto preavviso, ma se non avete impegni che ne dite di fare una serata tra noi stasera?» e inviò il messaggio, incerto sul fatto che qualcuno avrebbe risposto. Aveva bisogno di loro, di tutti senza nessun escluso, e così pensò anche di incentivarli.
Poteva lasciare che le cose andassero per il loro corso, ma per qualche ragione l'irlandese decise diversamente.
«Ah, se non vi ho convinto...che ne dite se vi offro da bere per un'intera serata con i magnifici vini di casa Horan o con delle ottime birre?! Beh... forse non vi ho ancora convinto, ma vi dico solo una parola: scommessa» e, prima di inviare un ulteriore messaggio sul gruppo whatapps, lo rilesse, sorrise e premette invio.
Non ci poteva credere. L'aveva fatto davvero.

"Forza così amico" si disse per convincersi, anche se non c'è ne fosse bisogno.
"Quella ragazza sta facendo uscire il meglio di te" affermò la voce nella sua testa e Niall non poté non sorridere per quell'affermazione, tanto veritiera quanto dolce.

Aveva ancora molto da fare prima che i suoi amici esaltati riempissero casa sua e iniziassero a distruggerla, ma continuava ad essere tranquillo.
Per lui fu una novità, la calma da quel giorno non l'aveva proprio lasciato.
Beh, poteva anche essere famoso, saper trattare con i fans e fare concerti sold out, eppure quando si parlava di Emma Williams lui perdeva ogni certezza.
Era innegabile che quella ragazza l'avesse stregato, ma la cosa era reciproca perché tanto Niall quanto Emma erano certi che stavano provando le stesse emozioni. Istintivamente portò la mano alla tasca dei pantaloni, toccò il telefono e sorrise e, senza neanche accorgersene, si ritrovò a rivivere uno dei momenti più imbarazzanti e allo stesso tempo bellissimi della sua vita.
«Sai... puoi anche accomodarti. Non mordo» affermò Emma sorridendo appena, anche se il cuore sembrava uscirle dal petto.
«Ehm... diciamo che non è questo a cui ho pensato» rispose Niall sogghignando, mentre le sue guance si coloravano e lentamente scivolava nella sedia di fronte a lei.
E così, ancora una volta si ritrovavano casualmente in quel locale, a condividere un momento con degli sguardi che nessuno dei due avrebbe dimenticato. Sapevano anche parlare? Sì, ovviamente, ma per loro il momento iniziale di "rompiamo il ghiaccio" era sempre traumatico, soprattutto se non accompagnato da un paio di bottiglie di vino.
Entrambi si misero a ridere e, di punto in bianco, non ci fu bisogno di chiedere perché, nei loro occhi era celata la vera risposta. Allo stesso tempo alzarono una mano per chiamare la cameriera e ordinare del vino, ma lei fu previdente e arrivò con una bottiglia di Chardonnay e due calici.
«Di nuovo vino!» all'unisono affermarono e, mentre il moro lo versava nei loro bicchieri, Emma rimase a fissarlo e a chiedersi se quell'incontro era davvero casuale.
Chi dei due avrebbe parlato prima?
«Scusami» disse d'un fiato lei, lasciando Niall piuttosto sorpreso.
«Perché?» fu quello che chiese.
I loro sguardi s'incontrarono di nuovo mentre le mani, dapprima ben in vista, si ritrovarono sotto il tavolo, nascoste per non far vedere all'altro il nervosismo che li stava attanagliando.
«Penso che sia stata la paura ad avermi fatto agire d'impulso, ma anche perché...» e quando aprì bocca sembrò un fiume in piena perché continuò a spiegarsi, si aprì come non faceva da quella sera e lentamente capì che era lui che la portava ad essere così.
Le barriere di Emma stavano cedendo e seppure Niall non l'avesse voluto ammettere, anche le proprie.
«Va bene, questo spiega il perché, ma... non so nemmeno io che dire perché da una parte lo capisco e allo stesso tempo no. Lo so, sembra un discorso contorto, ma avevamo trascorso una serata meravigliosa e l'indomani mi sono svegliato da solo come se fossi la persona più squallida del mondo» confessò; solo a quel punto capì quanto per lui fosse tutto nuovo.
«Non volevo ferirti, credimi, era l'ultima cosa che volevo fare. Ma anche dal mio punto di vista le cose sono state... particolari, intense, cioè... siamo passati da conoscenti, amici a... » e lasciò la frase incompleta, perché tutt'ora non sapeva come definire quanto successo.
«Scusami se te lo dico, ma pensi che tutte quelle emozioni le abbia provate solo tu? Io ero un vulcano in eruzione e... stavo morendo dentro per ogni cosa detta, per ogni gesto compiuto, mi sembrava di non riconoscermi più.»
E man mano che la loro discussione prendeva forma, scoprivano che non erano poi così diversi come pensavano; entrambi avevano paura del futuro, di essere feriti e avevano così poca fiducia in se stessi che ciò li portava ad erigere barriere che nessuno avrebbe potuto abbattere. Quando calò il silenziò tra i due, i loro occhi vagarono per tutto il ristorante e nessuno pensò che qualcuno avrebbe potuto fotografarli, non era il loro pensiero. Attorno a loro, molte persone sorridevano, vivendo la propria vita e quella visuale mise in moto qualcosa dentro di loro.
«Emma, hai scombussolato la mia vita in un modo che non so nemmeno spiegarti. Mi sono sentito vivo come non mai e ti ho lasciato entrare, sapendo quanto stessi rischiando.»
«Niall, come hai detto anche prima tu... E non hai pensato a me?»
«E' vero e non è per rimarcare l'ovvio, ma per quanto tu sia conosciuta, io lo sono il triplo e comportarmi in quel modo... Non l'ho mai fatto, ho sempre pesato ogni parola, ogni gesto, soprattutto con le donne perché so cosa avrebbe potuto significare» alla fine rivelò lui, lasciandola senza parole perché... no, non aveva pensato a quel particolare, a ciò che lui avrebbe potuto pensare.
Quei discorsi svanirono e l'unica cosa che importò fu lo sfiorarsi delle loro mani sul tavolo e i loro nomi sussurrati. Potevano iniziare da lì? Sì. L'avrebbero fatto? Possibile, ma intanto sotto gli occhi di Pippo stavano lentamente sciogliendo quei nodi che avevano creato.
Quel ricordò svanì proprio come era apparso, solo perché il suo telefono iniziò a suonare.
Un ritorno alla realtà al quanto colorato: prese in mano l'aggeggio e quando si trovò a leggere i messaggi dei suoi amici sorrise. Sapeva come attirare la loro attenzione ed era sicuro che le parole alcol e scommessa avrebbero sorto l'effetto desiderato.
Beh, ora non restava che organizzare tutto, la parte difficile stava per arrivare.
Diverse ore dopo, tutti ubriachi si posizionarono attorno al tavolo, buttandosi sul divano e lasciando che le loro menti annebbiate tornassero attive. Niall era l'unico che si sentiva normale o meglio era quello che credeva perché quando un Louis divertito e altamente alticcio propose il gioco della bottiglia fu il primo a rispondere. Il gioco era iniziato in modo innocente, molto, ma le cose si stavano facendo interessanti e nonostante si conoscessero da anni, i quattro ragazzi avevano più cose da confessare di quanto potessero immaginare.
«Nialler... ti scoperesti mai una fans?» ed ecco, la domanda delicata di Louis, il solito amico che da ubriaco era lo stesso che in versione sobria.
Niall strabuzzò gli occhi e non appena quelle parole arrivarono davvero al cervello, decise di non rispondere e scelse un obbligo.
«Sei un codardo» lo provocò l'amico, ma lui non cambiò idea e così fu costretto a togliersi la maglia, farsi una foto a petto nudo e postarla su twitter.
L'irlandese per quanto si ostinasse a dire di reggere bene l'alcol, quella sera stava perdendo sotto ogni punto di vista. Le domande girarono a turno e si alternarono da semplici a scottanti o volgari, ma alla fine la serata si sarebbe ricordata per qualcos'altro.

«Ragazzi, vi devo raccontare una cosa, ma per farlo ho bisogno che mi lasciate finire, non mi dovete interrompete finché...» farfugliò lui, cercando di collegare cervello e bocca, più facile a dirsi che farsi.
«Non ci starai dicendo che vuoi farti un tatuaggio?» lo prese in giro Harry, ma sapeva persino lui che non sarebbe mai stata una cosa fattibile dato che l'amico aveva paura degli aghi.
«Ovviamente no» e lasciò cadere le braccia lungo i fianchi, cercando aiuto in Liam.
«Facciamolo parlare e poi faremo le nostre domande» disse correndo in suo aiuto e la situazione sembrò calmarsi leggermente.
«Ehm... avete presente la ragazza della scommessa, quella che...»
«Ma chi? Emma?» si trovò a dire Harry, lasciando tutti di stucco per il fatto che si ricordasse il suo nome.
«Che volete? A mia difesa devo dire che è incredibilmente bella» continuò.
Prima di allora un parere su una ragazza non lo aveva mai infastidito, in quel momento invece per Niall fu diverso.
«Cioè, ma ve la immaginate voi che...», ma fermarono Louis ancor prima che completasse la frase.
Liam guardò l'amico e poco dopo anche gli altri due cavernicoli lo fecero e quando si sentì i loro occhi addosso fu costretto a mantenere lo sguardo fisso e alto.
«E' successo tutto così veloce, avrei dovuto dirvelo prima ma...»
«Ti prego, non dirmi che l'hai già messa incinta» urlò Liam quasi spaventato.
«Mi fate finire? Altrimenti non vi dirò nulla» li minacciò e stavolta sembrò funzionare.

Iniziò a raccontare tutto: dallo scontro all'app, dall'appuntamento e alla sera in cui tutto era degenerato, finché non venne nuovamente interrotto.
«Te la sei portata a letto?» all'unisono Liam, Harry e Loius chiesero, spalancando le bocche e sbarrando gli occhi. Loro che avevano fatto anche di peggio, stavano criticando Niall?
A volte è proprio vero quel che si dice: da che pulpito veniva la predica?!
«No, no... diciamo che ci siamo andati vicino» rispose diventando paonazzo e quel punto confessò ogni cosa riguardo il mattino dopo, la rabbia, la delusione fino al motivo per cui li aveva invitati.
Potevano anche essere ubriachi, ma una cosa era certa; era tutti insieme, pronti per appoggiare l'amico, di qualsiasi cosa egli avesse avuto bisogno.

 

*******************

 

Come iniziare la giornata nel migliore dei modi? Non chiedetelo a Emma perché, come dicono le sue amiche, sa meno della metà delle cose, soprattutto quando si tratta di vivere; eppure quel giorno la giovane stilista poteva dire di essere felice perchè a volte le giornate migliori sono quelle che finiscono nello stesso modo in cui in cui comincia la successiva. L'allegria che emanava eguagliava quella del giorno di Natale quando i suoi genitori le permettevano di aprire i regali, per lei non c'era periodo migliore. Sorrideva, cantava e ballava, per tutti gli altri erano sintomi di felicità, ma per Emma significava pazzia.
Chi era l'artefice di tutto quell'entusiasmo? Beh, qualcuno avrebbe potuto dire il buon cibo italiano, altri il vino, ma sicuramente lei avrebbe detto Niall Horan. Avrebbe dovuto ammetterlo? Sì, anche se era ancora terrorizzata di come le cose potessero andare. Si stiracchiò, con i piedi scacciò via le coperte e dopo allungò le mani per prendere il telefono, ma solo allora si accorse che era morto, lo mise sotto carica e si ributtò sul letto. Ne era passata di acqua sotto i ponti prima di vedersi di nuovo così; lentamente chiuse gli occhi, inspirò e sentì un dolce profumo arrivarle alle narici. Sì, era il profumo della felicità.
«Emma, hai scombussolato la mia vita in un modo che non so nemmeno spiegarti. Mi sono sentito vivo come non mai e ti ho lasciato entrare, sapendo quanto stessi rischiando»
«Niall, l'hai detto anche prima tu... E non hai pensato a me?»
«E' vero e non è per rimarcare l'ovvio, ma per quanto tu sia conosciuta, io lo sono il triplo e comportarmi in quel modo... Non l'ho mai fatto. Ho sempre pesato ogni parola, ogni gesto, soprattutto con le donne perché so cosa avrebbe potuto significare.»
«E quindi?» si trovò a dire, pur se detestava ammettere che ognuna di quelle parole fosse vera.
«Abbiamo chiarito perché te ne sei andata, perché io non ti ho cercato e quanto entrambi facciamo schifo a fidarci di noi stessi e ancora di più degli altri e...»
«Direi che sai come riassumere tutto, ma c'è qualcosa che devo dirti» e quella premessa fece ghiacciare il cuore di Niall che in un attimo diventò rigido come se la sua linfa vitale lo stesse abbandonando.
«Prima di dirmi chiudiamola qui, voglio solo farti sapere che...»
«Cosa? E perché dovrei dirti di chiudere?» fu costretta a domandare lei, lasciando il cantante senza parole e con uno sguardo perso.
«Ok, va bene che non ci conosciamo, ma sappiamo bene entrambi che quella sera a casa tua eravamo in due, ogni cosa successa è stata voluta da entrambi e...»
«E allora perché l'indomani mattina, dopo essere fuggita, ti ho vista abbracciata con un uomo alla boutique?» sbottò Niall con un tono di voce adirato, tanto da sorprendere se stesso quanto Emma.
La situazione stava prendendo una piega del tutto inaspettata.
«Tu mi hai visto?» balbettò la mora, non sapendo come giustificarsi o se dovesse farlo; alla fine capì che glielo doveva, in fondo tutta quella situazione si era creata anche per colpa sua. Lui non rispose, ma bastò fare un accenno del capo per confermarglielo. Voleva chiedere di più, ma la vera urgenza era spiegarsi e così lo fece.
«Quello con cui mi hai vista è il mio migliore amico, Thomas Singh, nonché fratello di Shay» affermò sogghignando appena e, dopo aver udito quelle parole Niall divenne rosso, capendo che il quadro che si era fatto era del tutto sbagliato.
«Ok, diciamo che noi in un solo appuntamento siamo riusciti a combinare più casini di chiunque altro.»
«No, direi che ci siamo spinti ben oltre il primo appuntamento, siamo arrivati a... e ora che cavolo facciamo?»
Entrambi scoppiarono a ridere perché era vero, avevano vissuto più appuntamenti in un'unica serata e quella domanda non poteva che aleggiare sopra le loro teste senza nessuna certezza.
«Penso che abbiamo affrettato troppo le cose, siamo passati da una fase all'altra in poche ore e...»
«E il fatto che non ci conosciamo bene, che non siamo esattamente i tipi che si aprono facilmente, che abbiamo una vita cui dobbiamo prestare attenzione...tutto ciò ci ha leggermente privato delle nostre funzioni celebrali. Ci siamo lasciati condizionare...»
«Sì, ancor prima che ci fosse qualcosa per cui farlo» ammisero all'unisono. Forse le cose erano state un disastro, ma il modo in cui si stavano sistemando non era niente male.
«Da dove iniziare? Non lo so, ma posso dire che ci...»
«Meritiamo un secondo appuntamento?» propose Niall sorridente, mentre la sua espressione combaciava con quella di Emma. Sarà stato il caso o il destino e poco importava, Emma e Niall avevano appena iniziato.
Stava sognando ad occhi aperti e non avrebbe mai voluto lasciare quel ricordo, ma quando il telefono prese a trillare come una mitragliatrice, dovette accantonarlo per un momento e prendere in mano la situazione. Non si era nemmeno accorta che si era acceso e che nonostante la percentuale di carica bassa fosse già attivo, più di quanto lo fosse lei ovviamente.
Lesse alcune email di lavoro, cancellò le offerte promozionali e altre considerate spam e poi si trovò a dover aprire per forza whatapps. Sì, perché la signorina Williams aveva esattamente centocinquanta messaggi non letti, tutti dalla chat di gruppo "Charlie's Angels". Aprì il gruppo con ansia e terrore, lesse tutto velocemente e quando arrivò alla fine concluse che era spacciata. Le sue amiche le avevano detto che, siccome quella settimana non erano riuscite a beccarsi - tradotto nella loro lingua significava che non avevano fatto nessun pigiama party - quella serata sarebbe stata la loro sera.

"E ora chi glielo spiega" sussurrò tra sé,consapevole che non sarebbe riuscita mai a mentire di persona alle sue amiche.
"Perché non dovresti farlo!?" esclamò la vocina nella su testa, anche se consapevole del guaio in cui si stava cacciando.
"Oh mamma! Sembra che stai andando alla ghigliottina" sbigottita ammise l'altra, ma Emma sapeva che era anche peggio; entrambe sentivano odore di complotto anche da lontano e Shay... Oh, lei era capace di fiutare l'odore di uomo persino dal Polo Nord.
"Esagerata" le disse, ma non continuò perché in fondo... conosceva bene quel trio.

Cosa doveva fare? Per prima cosa voleva mettere in ordine tutta la casa, non che fosse necessario, ma lo faceva quando era nervosa così iniziò a sistemare il suo piccolo angolo di atelier e poi, dopo aver dato da mangiare a Jhonny, s'infilò sotto al doccia.
Raccolse i capelli in una chignon disordinato e ancora con l'accappatoio addosso aprì twitter. Rimase senza parole quando la foto di un Niall a petto nudo gli si parò davanti. Forse l'amico aveva iniziato la serata-divertimento prima di lei, ma c'era da dire che le conclusioni sarebbero state pressoché le stesse, anche se Emma non lo sapeva ancora.
La sua mente si fermò a quella foto, analizzò ogni dettaglio e ciò che la stupì fu la descrizione che la seguiva.
«La mancanza è la più forte presenza che si possa sentire (cit pinterest)» e leggendola a voce alta, rimase con il telefono a mezz'aria chiedendosi cosa esattamente intendesse; chissà se quella frase poco chiara fosse diretta a lei.
Aveva appena finito di indossare una maglietta a maniche corte che lasciava scoperta la pancia e un paio di leggings grigi quando il campanello della sua porta suonò. Oh, ma non un suono calmo, era insistente e persistente, chiaro indizio che fosse Shay con il suo vizio di attaccarsi al citofono.
«E' mai possibile che devi...», ma non fece in tempo a finire che la sua migliore amica la caricò di buste, spinse Rose ad entrare anche lei piena di roba e, prima di chiudere la porta con un piede, prese una cassa di birra ed entrò. Sì, era tutto normale, il loro classico modo di iniziare un pigiama party.
«Avete portato tutto il supermercato?» domandò, ma dall'occhiataccia che ricevette fu intimata di starsene in silenzio.
«E ti sei persa la parte migliore» sogghignando affermò Rose, mentre Shay le dava un pizzicotto che invano cercò di nascondere.
Emma spronò l'amica a continuare, mentre le tre stavano sistemando il cibo nelle ciotole da portare in soggiorno prima di spostare mobili e tutto ciò che poteva essere d'intralcio. I loro pigiama party erano memorabili: cibo, fiumi di alcol, musica e infine, quello che non doveva mancare mai come ciliegina sulla torta, il karaoke.
«Eravamo al supermercato quando l'impiegato ci dice che la birra che cercavamo era finita; la nostra Shay era calma e insisteva nel dire che andava bene anche un'altra marca, ma questo tizio – che voleva la morte- si ostinava a dire che non poteva darcele tutte, anche se eravamo di gran lunga adulte.»
La bionda iniziò a ridere tanto da farsi venire le lacrime agli occhi e solo dopo diversi secondi riuscì a continuare.
«La qui presente Gozzilla ha iniziato a urlare, dicendogli che avrebbe fatto causa al negozio, con tanto di paroloni che puoi immaginare. Finché ad un certo punto, mentre lei sbraitava, è arrivato il capo e Gozzilla è persino riuscita a rimediare lo sconto per il disguido» concluse, lasciando Shay infastidita ma divertita ed Emma altamente euforica.
Tuttavia, aveva fatto entrare in casa due segugi, tanto che poco dopo iniziarono le tanto attese domande. Riuscì a sventarne alcune pericolose, ma alla fine si disse che prima o poi avrebbe dovuto parlare e che non avrebbe resistito a lungo.

Li istigò a bere, ballare e divertirsi. La rivelazione ci sarebbe stata in un secondo momento, quando tutte sarebbero state alticce e tutto sarebbe stato più facile per lei, almeno era così che cercava di autoconvincersi.
«Questa la canti tu Ems» esordì Rose, lasciandole il microfono e pregandola di cantare la canzone che piaceva a tutte loro, ma più che mai a lei. Così, mentre la musica partì e le parole si fecero strada sullo schermo, Emma iniziò a cantare Slow hands.
Beh, non c'era canzone più appropriata di questa e quando in certi versi lei arrossiva - conoscendone il vero motivo- le altre la guardavano attentamente senza capirne davvero il perchè.
«Oh mio Dio!» esclamò urlante Shay, poco prima di coprirsi la bocca e indicare l'amica che la guardava con sguardo terrorizzato mentre Rose cercava indizi.
«Sei andata a letto con qualcuno!» constatò, ma come poteva rispondere senza svuotare il sacco? Beh, non poteva e si trovò costretta tra l'incudine e il martello.
«Emma!» la chiamò quasi sgridandola Rose, anche se in realtà era più un grido di sorpresa.
La mora rimase ferma con lo sguardo basso a torturare le mani senza rendersene conto e proprio quando stava per parlare, le amiche decisero che sarebbe stato più divertente farlo con il gioco "io non ho".
Solitamente era proprio lei quella che perdeva perché... beh, aveva una vita parecchio noiosa, almeno fino a quel momento.
«Io non ho scopato ieri sera» iniziò con una carica esplosiva Shay, ovviamente sempre con il suo solito tatto. Lei e Rose si ritrovarono a bere, ma non Emma.
Entrambe erano troppo stupite e non riuscivano a crederlo possibile, pensavano che mentisse e così la stuzzicarono ancora e ancora fino a quando non mollò la presa.
«Io non ho baciato un ragazzo ieri sera, non siamo arrivati ai preliminari, né a casa sua, né abbiamo bevuto, né...» e con tutte quelle ammissioni sia lei che le sue amiche bevvero; non era più un gioco, ma solo un modo per prendere coraggio.
Alzò gli occhi verso di loro, le loro espressioni erano chiare e in realtà sapeva che l'avrebbero sostenuta sempre. Poteva essere forte e coraggiosa quanto voleva, ma erano la sua famiglia, la conoscevano bene e proprio per questo i loro pareri erano importanti.
«Su, sputa il rospo» la additò Little Sunshine che in quel momento di piccolo e luminoso aveva solo il sorriso, dettagli di poco conto se paragonati a Shay.
«La ragazza finalmente è uscita dal nido» affermò sogghignando mentre si portò la bottiglia alla bocca e bevve un lungo sorso.
«E' una cosa del tutto nuova per me, vi prego di non criticare, lasciatemi finire e poi farete i vostri commenti.»
«Quindi è una cosa seria?» domandò Rose sciogliendo la coda e lasciando liberi i capelli, poco prima di tirare le gambe a sé e sistemarsi meglio sul divano.
Emma la guardò in cerca di aiuto, lei ricambiò toccandole la schiena per farla tranquillizzare, avrebbe tenuto lei al guinzaglio Shay la pazza se fosse stato necessario. Uno sguardo che valeva più di mille parole. Prese un respiro, si scolò un intero bicchiere di vino e si decise a parlare.
«E' iniziato tutto per colpa vostra» annunciò la mora, mentre le amiche ridevano e alzavano un sopracciglio come a dire che non era di certo la prima volta.

"Ovviamente. Era la loro" si trovò a pensare, ma consapevole dello sguardo di Shay continuò.

«Dopo tutti quegli appuntamenti disastrosi, avevo bisogno di cibo e quella sera mi sono buttata sui piatti che solo Pippo poteva fare. Tutto normale finché non sono uscita dal ristorante e mi sono scontrata con un ragazzo e... Oh mio Dio che occhi, ma tralasciamo questo dettaglio» e quando seppe di avere la loro attenzione continuò.
Il suo cuore batteva così forte che le sembrava che stesse uscendo dal petto, le mani tremavano e cercò di tenerle sotto le gambe che accavallò.
«E maledette voi, ma forse non più di tanto...insomma girando su Cupid love avevo visto un bel profilo, ma dal momento che ne avevo abbastanza ho deciso di cancellare il mio. Giorni dopo mi arriva un'email dell'app in cui mi comunicano di avere un appuntamento» e si voltò a guardarle.
«Ma perché non ce l'hai detto?» domandò Rose, ferita da quella mancanza.
«Semplice, aveva paura. E comunque penso che siamo solo all'antipasto di questo racconto fin ora leggermente noioso e quindi... vai avanti» affermò Shay, lasciandola senza parole tanto da farle sbattere più volte le palpebre.
«Non è questo... Sì, è vero» confessò rossa in viso mentre la rabbia montava dentro di sé, ma alla fine quando guardò gli occhi dell'amica erano lucidi.
«Te lo sei portato a letto? Per questo non ci hai detto nulla di tutta questa faccenda?» chiese cauta Shay, ma quando Emma scosse la testa, l'altra la invitò a continuare.
«Ero decisa ad andarci, ma poi ho incontrato Matthew e Camille, ho visto che era incinta con tanto di anello e... mi son detta che avevo chiuso con gli uomini; ero troppo arrabbiata e sono uscita presto da casa giusto per sbollire» affermò spostando il peso da una gamba all'altra; prima di continuare passò una mano tra i capelli dopo averli sciolti.
«Mentre camminavo mi sono scontrata con un tipo e solo dopo mi sono accorta che era quello dell'app, anche se del suo profilo sapevo poco e la sua faccia non era del tutto visibile perchè portava gli occhiali. Così dopo esserci riconosciuti, decidiamo che era presto per la cena ma non per un caffè, per cui ci sediamo.»
«Emma, dove vuoi arrivare? Non sembra una storia, ma la Divina Commedia, in pare uno, due e tre» constatò l'amica, mentre l'altra le tirava il braccio per zittirla.
«Sei sempre la solita stronza. Prima chiedi e poi non vuoi sentire» l'aggredì lei, lasciandole sbigottite.
«Sei tu che giri intorno al problema, sempre se ce ne è uno» ribatté, mentre Rose cercava di calmare le acque.
«No, non ci sono andata a letto se tutto quello che ti interessa è questo» inveì Emma, ma Shay si passò una mano sul viso consapevole che forse aveva esagerato.
«Ems, tu non capisci. Mi hai scritto dicendo che eri a un appuntamento, che volevi elencati i tuoi cartellini; io ero fuori casa e avevo paura di ciò che significasse perchè a volte ti lasci andare pensando di non valere, ma tu... sei la cosa più importante che ho» confessò quasi con le lacrime agli occhi e, prima di dire altro, si abbracciarono, stringendo forte quel patto che da piccole avevano fatto; Shay ed Emma contro il mondo e così era sempre stato.
«Shay... il mio appuntamento Jason Smith è... Niall Horan» sbottò alzandosi e gettando le braccia lungo i fianchi mentre quattro occhi sbalorditi e sconvolti la fissarono.
Erano confuse, Emma non aveva spiegato le cose come doveva o almeno l'aveva fatto nel modo sbagliato e così, non appena entrambe si calmarono e dopo i diversi giri di birra proposti da Rose, il racconto di Emma continuò.
Erano tre persone davvero diverse, tre amiche esplosive che a contatto l'una con l'altra causavano grandi danni, eppure il loro volersi bene era più grande e forte di qualsiasi altra cosa. Emma alla fine si trovò ad aprire il suo cuore e concluse la storia aggiungendo tutti i dubbi, le paure e le incertezze con cui aveva vissuto l'ultimo periodo.
Lei poteva non avere le idee chiare, avere paura di ciò che stava nascendo, un'amicizia o chissà cosa, ma le amiche che la conoscevano bene sapevano: era solo l'inizio.

 

 

 

 

 

Spazio d'autrice:

Buona sera e Buon San Valentino a tutti!!!
Ammetto che non era prefissato e non era nemmeno in programma che aggiornavo questa storia oggi, eppure eccomi qui. Voglio fare un regalo a tutte quelle persone che mi seguono, mi sostengono e quelle che seppure silenziose ci sono sempre.
Mi scuso inoltre con tutti voi per non aver aggiornato questa storia da parecchi mesi, ma purtroppo tra lo studio,  il lavoro e altri mille impegni la cosa mi è sfuggita dalle mani, tuttavia l'ho presa e ora spero di non tardare ad aggiornare per molto.

Beh, che ne pensate di questo capitolo? Emma e Niall organizzano una festa con i loro amici, ma sembra che le cose sono sfuggite dal loro controllo, eppure in fondo la verità è lì davanti ai loro occhi ma chissà se riusciranno a vederla. Vi è piaciuto?
 

Rileggendo i capitoli vecchi mi è tornata una passione che mi era mancata e,... PS
qui vi lascio la foto che avevo pensato al look di Emma quando le sue amiche vanno a trovarla.

 

Spero di riuscire a mantenere la promessa e quindi vi saluto e vi dico che ci vediamo una volta a settimana con un nuovo capitolo... E quindi, siete curiosi di scoprire cos'altro ho in serbo per i Nemma?? ;)

Claire

 

   
 
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