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Autore: clairemonchelepausini    12/04/2020    3 recensioni
Lois: A volte devi mettere via i tuoi sentimenti fino a che non arriva il momento giusto. Come quando metti da parte i soldi dentro a un salvadanaio per risparmiare per una bicicletta che non ti puoi permettere.
Clark: Eccetto che non credo che ci sia nessun’altra là fuori
Lois: Non si sa mai, Clark. Forse quando finalmente aprirai quel salvadanaio ti accorgerai che per tutto questo tempo non stavi risparmiando per una bicicletta, stavi mettendo da parte i soldi per una Harley
Clark: Ci sono delle volte in cui penso che tu non mi conosca affatto e altre nelle quali penso che tu mi conosca meglio di qualunque altro
Lois: E’ questa la ragione per cui sono qui, Smallville…un salvataggio alla volta.
La vita aveva insegnato loro numerose lezioni, ma quella sera era pronta a fornirne un’altra: chi si appartiene, si trova. E nonostante per loro c’èra voluto del tempo per trovarsi, quella sera era la dimostrazione che la vita non concede lezioni senza una conferma.
Una raccolta di momenti unici che non finiranno mai di emozionarci e di farci innamorare di nuovo di loro perchè dopotutto loro sono i Clois.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clark Kent, Lois Lane | Coppie: Clark Kent/Lois Lane
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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NOTE
 Iniziativa: Questa storia partecipa all'evento  Lock DEown a cura di We are out for prompt
★ Prompt/Traccia :   Smallville: Clark/Lois: “Non sempre ho il coraggio di dirti ciò che voglio, ma tu, in qualche modo riesci sempre a capirlo” di Giocchan Bacinaru
 
 







Clark e Lois erano stati costretti a fare tante rinunzie, a dover mettere davanti la salvezza del mondo che il loro amore, eppure non hanno mai lasciato che questo avesse la meglio su di loro.
«Ci vediamo stasera al tuo ristorante preferito, ho prenotato per le nove» affermò Clark dal bagno mentre si radeva e si preparava alla sua lunga giornata.
«Sei sicuro che riuscirai a farcela?» domandò Lois affacciandosi alla porta, mentre indossava solo un semplice maglioncino che le lasciava scoperte quelle gambe mozzafiato.
«Sono superman, pur se dovessi essere in ritardo, sarò essere puntuale» e, senza aggiungere altro si asciugò il viso e a super velocità bloccò Lois che stava finendo di vestirsi e la baciò.
Lei circondò il suo collo con le mani che finirono per infilarsi tra i capelli e attorcigliò le gambe alla sua vita e un bacio che lentamente si era trasformato in molto di più.
 
Quella giornata sembrava non finire mai, era impossibile che dovessero rincorrere sempre le notizie e che il mondo non potesse rimanere un giorno senza fare danni.
Clark era già andato via molto tempo prima e quando Lois spense la lampadina della scrivania, erano rimasti in pochi in quell’abitacolo.
Stanca, con le spalle doloranti, le gambe pensanti si avviò al ristorante, ma lo conosceva fin troppo bene da sapere che non sarebbe riuscito ad arrivare in tempo, così prese l’ordine d’asporto e si preparò per il loro pic-nic romantico sul tetto.
«Sono passato al ristorante ma mi hanno detto che avevi ordinato e portato via» affermò Clark alle sue spalle scrollandosi di dosso un po’ di cenere che sporcavano i suoi vestiti e la raggiunse.
Abbassò gli occhi in segno di resa e scuse se, solo se sarebbe servite perché era in enorme ritardo e lo sapeva ma non avrebbe potuto prevedere che all’ultimo minuto un palazzo sarebbe andato al fuoco con la gente che si trovava già a letto.
«A volte mi chiedo perché ci ostiniamo ancora a voler fare le cose che fanno tutti» ragionò ad alta voce Lois guardando verso un punto indefinito del cielo.
«Per mantenere le apparenze, per dimostrare che siamo comuni mortali come gli altri o semplicemente per non sentirci emarginati»
«Ma perché dovrebbe contare più quello che pensano gli altri rispetto a quello che pensiamo noi?» e si volse a guardarlo come se lo stesse facendo per la prima volta, con gli occhi che cercavano una risposta.
«Lois…»
«No, Clark non ti permettere di chiedermi scusa. Non ne hai motivo»
«Lo so, ma io ti ho fatto una promessa» asserì lui duro con se stesso e arrabbiato per non esserci riuscito a esserci.
«E continui a rispettarla ogni giorno. So che stavi facendo il tuo lavoro e so che, qualsiasi cosa mi fosse successa tu ci saresti stato» ammise lei con gli occhi dolci mentre allungava una mano e gli sfiorava una guancia.
«Dovremmo smetterla di seguire certi ragionamenti e fare quello che ci fa stare bene» e Clark la guardò stranito perché non riusciva a capirla.
«Smallville io ti conosco meglio di quanto ti conosca tu, eppure ogni volta mi stupisco di scoprire piccole cose di te. Lo so che quando facciamo delle attività particolari e fuori dal nostro ordinario li fai solo per me, perché hai paura che un giorno mi potresti perdere perché mi annoia la vita di campagna o, una cena a casa a lume di candela solo tu ed io o, un pic-nic sul prato distesi su una semplice tovaglia con del cibo che hai preparato tu» e lo guardò sfidandolo a dire il contrario ma non avrebbe potuto rispondere e, quando i loro occhi si scontrarono, entrambi capirono quante verità c’erano nascosti sotto un semplice sguardo.
Clark si avvicinò a lei, le prese le sue mani, la attirò a sé e la strinse al petto.
«Non sempre ho il coraggio di dirti ciò che voglio, ma tu, in qualche modo riesci sempre a capirlo» confessò con gli occhi commossi di quelle parole, del significato che era racchiuso al suo interno e della sua forza di non lasciarlo ma di essere sempre al suo fianco.
«Non sto dicendo che le cose eleganti, le cene al ristorante, le uscite fuori o le giornate speciali non mi piacciono, starei mentendo altrimenti, ma quello che intendo e che… dobbiamo essere noi, senza filtri e senza maschere lasciandoci vivere il nostro amore alle nostre condizioni» e così con quella confessione le labbra di Clark si unirono a quelle di Lois.
Quella serata - al chiaro di luna - sarebbe stata testimone del loro amore e della promessa che si era scambiati e che avrebbero rinnovato ogni anno lo stesso giorno per ricordarsi chi erano e come volevano essere.
La vita aveva insegnato loro numerose lezioni, ma quella sera era pronta a fornirne un’altra: chi si appartiene, si trova. E nonostante per loro c’èra voluto del tempo per trovarsi, quella sera era la dimostrazione che la vita non concede lezioni senza una conferma.
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
   
 
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