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Autore: Liberty89    12/04/2020    1 recensioni
Che a Luxord piacesse il gioco d’azzardo era un eufemismo. Gli piaceva pensare che la vita stessa non fosse altro che una grande roulette, la ruota girava come le pareva e nessuno poteva uscire da quella logica. Eppure, un giorno, lo Sfidante del Destino incontrò qualcuno che aveva vinto contro la dea bendata, che aveva fatto vacillare tutta la sua stessa (non)esistenza.
LuxordxTsunaTYL scritta per la challenge #SixFanfiction su facebook.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altro Personaggio, Luxord
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Kingdom Hearts II
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Titolo: Scommettiamo?
Autore: Liberty89
Genere: Introspettivo, Erotico (circa)
Rating: Giallo
Personaggi: Luxord, Tsunayoshi Sawada TYL (Katekyo Hitman Reborn)
Avvertimenti: One-shot, CrossOver, Shonen-ai
Note dell’autore: Buon giorno e buona Pasqua a tutti! Terza fic in questa categoria per una challenge che ho reinventato su facebook, la #SixFanfiction, convertendo quella sulle fanart per i disegnatori: ho chiesto di assegnarmi sei personaggi/ship su cui avrei scritto una breve fanfiction. In questo caso, mi era stata chiesta una fic su Luxord accoppiato con un personaggio a mia scelta di qualsiasi altro fandom. Questo è il risultato xD Spero che vi piaccia! Buona lettura!

Disclaimer: i personaggi di questa fic non mi appartengono e la fic non è stata scritta a scopo di lucro.



Scommettiamo?


Che a Luxord piacesse il gioco d’azzardo era un eufemismo. Gli piaceva pensare che la vita stessa non fosse altro che una grande roulette, la ruota girava come le pareva e nessuno poteva uscire da quella logica. Eppure, un giorno, lo Sfidante del Destino incontrò qualcuno che aveva vinto contro la dea bendata, che aveva fatto vacillare tutta la sua stessa (non)esistenza.
Xemnas lo aveva mandato su un mondo tranquillo e noioso perché a detta sua lì c’era un cuore su cui far leva per ottenere un buon Nessuno. Aveva fatto qualche indagine e pareva che tutto lì fosse controllato da una Famiglia mafiosa, i Vongola, che il casinò della città principale fosse di loro proprietà e che il Decimo Boss avesse l’abitudine di andarci di tanto in tanto per rilassarsi un po’ con una semplice partita a poker. Gli ci era voluto un mese abbondante, ma alla fine era riuscito a farsi assumere come croupier e tutti sembravano soddisfatti del suo lavoro: aveva il carisma giusto per gestire le partite, il fascino per attirare le signore e abbastanza ghiaccio negli occhi per far desistere i signori dallo scatenare drammi e liti.
Non ci vollero che due sere perché il capo dei Vongola in persona si presentasse al suo tavolo. Salutò tutti con un sorriso gentile, lui compreso, e si sedette al centro del lato dei giocatori, alla sua destra un altro giovane uomo dai capelli argentei in giacca e cravatta. Luxord ricambiò il saluto e mescolò le carte, aveva capito che nessun’altro avrebbe osato prender posto accanto al mafioso più importante del circondario, anche se a guardarlo sembrava un ragazzo qualunque: occhi grandi e marroni, capelli castani, un viso così acqua e sapone da poter essere paragonato solo a quel tonto del custode del keyblade. Come detto, sembrava un ragazzo ordinario appena uscito dalle scuole superiori. Al contrario, il ragazzo che gli stava accanto sembrava pronto a staccargli la testa al primo passo falso. Oh beh, era curioso. Tanto valeva andare avanti con lo show.
“Buona sera signori.” Esordì. “Il mio nome è Luca, sarò il vostro avversario per questa sera. Spero di farvi divertire e che la sorte vi arrida.”
Dopo aver distribuito le carte e risollevato lo sguardo su quello del Boss mafioso, Luxord ebbe l’impressione di trovarsi di fronte a una persona completamente diversa. Gli occhi del ragazzo erano cambiati, non capiva in cosa esattamente, ma li vedeva più attenti, scrutatori. Si sentì spogliato da quello sguardo. Possibile che avesse notato la mancanza del suo cuore? Che avesse un simile potere? E a proposito di cuore… da dove usciva quello? Xemnas aveva parlato di un cuore “in fiamme”, ma non aveva davvero capito il senso delle sue parole, ora però lo aveva capito fin troppo bene. Il cuore di quel ragazzo sembrava bruciare di una fiamma arancione, vivace e scoppiettante, ed era così puro da far spavento, paragonabile solo al cuore di una principessa. Luxord ebbe qualche dubbio sul fatto che ci si potesse ricavare un Heartless, figurarsi un Nessuno.
Il Decimo Boss non gli diede un’occhiata in più e guardò le proprie carte quasi con noia, decidendo di cambiarne due dopo pochi attimi.
“Allora, Luca.” Disse il Boss, appoggiando le carte sul tavolo senza guardare nemmeno quelle che aveva ricevuto in cambio di quelle scartate. “Non ti ho mai visto da queste parti, da dove vieni?”
Luxord sentì il cravattino troppo stretto all’improvviso. “Vengo dal nord del Paese, ma ho viaggiato in lungo e in largo senza fermarmi mai davvero.”
“Mh, ma pensa.” Rispose l’altro con fare mellifluo, posando il viso sul palmo di una mano e accavallando le gambe. “E come mai ti sei fermato proprio qui? Questa città non ha molto da offrire agli spiriti liberi come te.”
Cambiò tre carte. “Mi è sempre piaciuto il gioco d’azzardo, questa città mi ispirava abbastanza da fare una puntata.”
“Una bella donna?”
Il Nessuno rise. “No, signore, non c’è nessuna donna.”
“Forse un uomo? Sei di bell’aspetto, mi sembra strano che tu sia ancora single.” In quel momento una dipendente del locale portò da bere al Decimo Boss un semplice bicchiere d’acqua, in cambio ricevette un sorriso così accattivante che la poveretta se ne andò tutta rossa in viso. “E ti prego, chiamami Tsunayoshi e dammi tranquillamente del tu.”
“D’accordo, Tsunayoshi.” Disse, attirandosi un’occhiataccia dall’altro mafioso. “Sei un tipo curioso, eh? Sono ancora single, ma è colpa mia, non mi sono mai voluto legare a nessuno. Uomo o donna che fosse, solo avventure di una notte.”
“È un peccato.” Commentò Tsunayoshi, spingendo in avanti una puntata sostanziosa, mentre con l’altra mano giocava con il collo del calice da acqua in maniera abbastanza equivoca. E Luxord era certo che lo stesse facendo apposta.
Deglutì. Non si aspettava delle avances dal suo obiettivo. Forse il Boss dei Vongola era il tipo d’uomo abituato a prendere ciò che voleva, che si trattasse di oggetti o persone? Non gli sarebbe dispiaciuta una sessione privata, era un ragazzo piacente e che sembrava promettere grandi cose sotto le lenzuola, ma aveva altri piani.
Solo allora si accorse che il suo giocatore non aveva ancora guardato le carte nuove e che aveva fatto una puntata alla cieca. Un altro sfidante del destino, quindi. Non si sarebbe tirato indietro.
“Rilancio.” Dichiarò, spingendo avanti la propria puntata a cui Tsunayoshi rispose senza battere ciglio. “E tu cosa mi racconti? C’è una signora Boss?” Quella domanda gli valse un’altra occhiataccia e un ringhio dalla guardia del corpo del Don, che rise piano.
“Calmati, Hayato. Questo croupier mi sta facendo divertire molto, lascialo fare.”
“Come vuole, Decimo.” Con quelle parole, Hayato mise le mani in tasca e tornò al suo ruolo di guardia silenziosa.
Tsunayoshi si allentò la cravatta e slacciò il primo bottone della camicia, esponendo parte del collo. “Perdonalo, è molto protettivo nei miei confronti. E per rispondere alla tua domanda, no. Non c’è una signora Boss.”
“Ancora nessuna proposta di matrimonio per il Decimo Vongola? Mi pare strano.” Rifletté Luxord ad alta voce, guardando con soddisfazione il proprio full. Non c’era modo che il suo avversario potesse avere una mano migliore senza nemmeno aver guardato le carte al cambio.
“Oh, le proposte non sono mancate. Ne ho rifiutata una proprio ieri, Don Corallo ci è rimasto male, ma che posso farci?”
Nel frattempo, Tsunayoshi aveva sistemato le carte davanti a sé in maniera ordinata, tutte e cinque equidistanti, per poi tornare a giocare lascivamente con il bicchiere d’acqua. Senza accorgersene, Luxord si rimaneggiò il cravattino.
“Voglio fare una scommessa con te, Luca.” Calcò apposta sul nome. Ops, forse era stato scoperto. “Se vinci tu, ti darò quello che sei venuto a cercare, che siano soldi, la mia vita o perché no, l’avventura di una notte se ti fa piacere.”
“E se vinci tu, Tsunayoshi?” Replicò il Nessuno, sistemando le carte alla stessa maniera.
“Se vinco io, mi spiegherai cos’è venuto a fare nella mia città un uomo che non esiste e da dove viene esattamente. E poi chissà, magari anche quell’avventura di una notte non sarebbe male.”
“Decimo!”
Luxord si fece perplesso. Possibile che la guardia del corpo si fosse scandalizzata solamente per la proposta di una scopata e non perché il suo capo aveva appena messo in palio la propria vita? Come poteva essere così sicuro di vincere? Non poteva aver barato, se ne sarebbe accorto. Che avesse qualche potere nascosto che gli consentisse di leggere la mente? Non poteva essere davvero così fortunato quel ragazzo.
“Come hai scoperto che non sono… di queste parti?”
Il ragazzo gli lanciò un sorriso ambiguo e soddisfatto. “Sono il Decimo Boss della Famiglia Vongola, nulla sfugge al mio controllo, nemmeno i sassolini che finiscono sotto il mio zerbino.”
Con un sospiro rassegnato, Luxord chiuse gli occhi e valutò come muoversi. Aveva già capito che quel cuore non avrebbe fatto al caso loro, quindi vincere la partita non sarebbe servito a niente, se non causare un pandemonio -poteva svignarsela con un varco oscuro, certo, ma l’idea gli dava quasi fastidio, perché in fondo, si stava divertendo. Quindi, forse, dare a prescindere la vittoria a Tsunayoshi non sembrava così sbagliato.
Alzò le mani davanti a sé, convinto. “Mi arrendo.”

“E tu cosa mi dici Luxord? Quel mondo può tornarci utile?” Domandò Xemnas al numero X, tutto preso dallo sfogliare le proprie carte come di consueto.
“No, quel mondo non ci serve. Il cuore che mi hai mandato a cercare è troppo puro per generare un Heartless e il suo proprietario è talmente testardo che ci ritroveremmo un rivoltoso se ne uscisse un Nessuno.” Spiegò lui.
“La tua missione sembra che sia stata un flop.” Intervenne Larxene, seduta sul suo trono con fare annoiato. “Eppure tu sembri soddisfatto lo stesso, come mai? Hai trovato una donna che ti ha sopportato?”
“Oh, ho solo giocato una bella partita a poker. Nulla di più, davvero.”
C’era solo quell’asso di cuori sul fondo della sua tasca a poterlo tradire, ma nessuno sarebbe andato a frugare nel suo bucato.
  
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