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Autore: Little_Lotte    13/04/2020    2 recensioni
“Dunque, proviamo a metterla in questo modo.” proseguì “Tu sei felice quando ti trovi all'interno della Rupe, giusto?”
“Sì, certo!”esclamò con entusiasmo Simba “È casa mia!”
“Giusto, casa tua.” ripetè Mufasa, sorridendo compiaciuto “E come ti senti, quando ti trovi a casa?”
“Io...” Simba si grattò il capo con un zampetta, pensieroso “... Io mi sento al sicuro. Mi sento protetto, felice e...
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Un breve ritratto padre figlio, al sapore di tenerezza e malinconia.
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mufasa, Pumbaa, Simba, Timon
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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NIENT'ALTRO
CHE  UN NIDO




Simba? Simba, coraggio! Il sole è in procinto di tramontare, dobbiamo rientrare a casa.”

Mufasa, il possente re della savana, alzò gli occhi al cielo e sospirò con tutto il fiato che aveva in corpo, sconsolato dal fatto che il suo piccolo principe, il leoncino Simba, sembrava non riuscire a mettere le zampe l'una dietro all'altra per più di cinque passi di fila.

Simba.” ripeté il leone, stavolta con voce più ferma e decisa “Insomma, perché ci metti così tanto?”

Papà, hai visto?” il cucciolo iniziò a saltellare attorno a suo padre, sorridendo entusiasta “Hai visto quelli uccelli con la coda rossa? Che cosa sono?”

Mufasa spostò il proprio sguardo in direzione di un albero sul quale, molto ordinatamente, un gruppo di pappagalli era intento a costruire il proprio nido. Sorrise.

Quelli sono pappagalli grigi, Simba.” rispose “Sono animali molto intelligenti, sai?”

E che cosa stanno facendo con tutte quelle foglie? Stanno raccogliendo il cibo per fare provviste?”

Mufasa rise, scuotendo il capo.

No, Simba.” mormorò con voce morbida e affettuosa “Stanno costruendo il loro nido.”

Simba parve piuttosto confuso.

Nido?” ripeté incerto “E che cos'è un nido, papà?”

Mufasa sospirò dolcemente.

Beh... Un nido è come una casa, Simba.” disse.

Il leoncino non sembrò minimamente persuaso dalla risposta che ricevette e si voltò ad osservare di sbieco quello strano ammasso di fogliame che a prima vista pareva non avere alcun senso logico o il minimo ordine.

Quella lì sarebbe una casa?” biascicò il leoncino “Ma è tutta disordinata e potrebbe volare via al primo colpo di vento.”

Mufasa rise nuovamente.

Questo perché lo vedi adesso, ancora in fase di allestimento.” spiegò il sovrano “Una volta terminato, sarà bellissimo e adempierà perfettamente alle sue funzioni. Sai, Simba...”

Il leone si accovacciò a terra e fece segno al piccolo di avvicinarsi a lui, accogliendolo calorosamente fra le proprie zampe. Simba non si fece pregare e si raggomitolò di fianco a suo padre, facendo le fusa.

Quel cumulo di fogliame, come lo chiami tu, è per quei pappagalli un rifugio ed un luogo sicuro, dentro al quale nessuno potrà mai farli sentire minacciati. Capisci quello che voglio dire?”

Simba arricciò il naso, con fare ancora incerto.

Non lo so.” disse.

Mufasa sospirò nuovamente.

Dunque, proviamo a metterla in questo modo.” proseguì “Tu sei felice quando ti trovi all'interno della Rupe, giusto?”

Sì, certo!”esclamò con entusiasmo Simba “È casa mia!”

Giusto, casa tua.” ripetè Mufasa, sorridendo compiaciuto “E come ti senti, quando ti trovi a casa?”

Io...” Simba si grattò il capo con un zampetta, pensieroso “... Io mi sento al sicuro. Mi sento protetto, felice e... Oh.”

Il sorriso sul volto di Mufasa si ampliò velocemente nell'istante in cui, orgogliosamente, realizzò che il suo piccolo Simba aveva finalmente compreso quanto egli stava cercando di insegnare.

Dunque quello non è solamente un mucchietto di foglie senza senso.” decretò il leoncino, voltandosi nuovamente a guardare l'operato dei pappagalli “Quella è la loro casa, il posto in cui si sentono più al sicuro.”

Poi si voltò velocemente verso sua padre, domandando in tono quasi allarmato: “Oh, ma sarà abbastanza resistente da proteggerli?”

Mufasa ridacchiò sotto i baffi.

Non preoccuparti, questi nidi sono molto resistenti.” lo rassicurò “I pappagalli hanno imparato a difendersi dai pericoli molto tempo fa e sanno in che modo costruire il proprio rifugio. Saranno al sicuro, non temere. Adesso, vogliamo andare? Si sta facendo buio e tu non vuoi certo far preoccupare tua madre.”

Vaaaaa bene!”

Simba si rimise in piedi con un balzo e poi suo padre lo afferrò per la collottola, issandolo sulla propria groppa ed incamminandosi verso casa. Simba sorrise beato e si accovacciò sulla schiena di suo padre, accoccolandosi e sospirando.

Papà?”

Mufasa alzò nuovamente lo sguardo al cielo, sospirando con fare esasperato.

Sì?”

Posso dirti una cosa?”

Dimmi.”

Un profondo sospiro gioioso si levò dalla bocca di Simba, che chiuse gli occhi ed ampliò di gran lunga il proprio sorriso.

Sei tu il mio nido.”

Mufasa alzò lo sguardo appena il necessario da riuscire ad intravedere il cucciolo, sorridendogli amorevolmente mentre il cuore dentro al suo petto sembrava sciogliersi dal troppo amore.

Arrise.

Ed io ti proteggerò sempre, figlio mio.” disse “Sempre... Sempre...”

*

“Simba? Simba? Che ti prende, cucciolo?”

Simba sussultò, ridestato dai propri pensieri dalla voce profonda di Pumba che chiamava il suo nome.

“Uh? Cosa?”

Il leone si voltò in direzione di Pumba, che lo guardava curiosamente e a bocca semi-aperta, il suo fido amico Timon seduto sulla sua groppa ed intento a sbafarsi l'ultimo verme rimasto dalla raccolta di quel pomeriggio.

Il facocero sembrava piuttosto perplesso e confuso.

“Che ti prende, amico?” chiese “Sembri distratto, va tutto bene?”

“Sì, io... Sìsì, tutto a posto.” farfugliò timidamente il leone, con fare imbarazzato “Io stavo solo... Solo...”

Alzò lo sguardo e lo diresse verso un enorme albero sul quale, comodamente appollaiata, una famiglia di pappagalli grigi aveva appena nidificato. Sospirò tristemente.

“... Stavo solo guardando i pappagalli.” mormorò con voce flebile “Sono così belli... Vedete? Hanno appena fatto il nido.”

Timon e Pumba si girarono ad osservare quanto Simba stava illustrando. Si scambiarono un lungo sguardo stranito e perplesso, come se a loro sfuggisse completamente il senso di quelle parole.

“Sono... Uccelli.” disse Timon, piuttosto semplicemente “Animali con le piume che volano. Che cosa c'è di speciale?”

“Beh, loro...” Simba sospirò mestamente “... Loro stanno facendo il nido.”

Timon e Pumba restarono in silenzio per poco istanti poi, all'unisono, scoppiarono in una risata fragorosa che fece sentire Simba ulteriormente in imbarazzo, persino offeso dal fatto che -evidentemente – nessuno dei suoi amici sembrava riuscire a prenderlo sul serio.

“Il nido... Hahahaa, questa è davvero bella! Il nido!”

“Simba, sei veramente uno spasso!”

Simba incominciò a ridere sommessamente, in maniera piuttosto forzata come a voler nascondere il proprio imbarazzo e provare, in qualche modo, a sentirsi partecipe di quel bizzarro duo.

“Già... Già, è divertente.”

“Divertente da morire, ahahahaah!”

Timon e Pumba continuarono a ridere a lungo, fino a quando – infine – non riuscirono a placare la propria ilarità e si ricomposero, pronti a fare ritorno a casa dopo quella sosta fuori programma.

“Su, adesso torniamo a casa.” disse Timon, con il suo tipico fare da leader “Si sta facendo tardi, non possiamo certo passare il resto della serata a guardare gli uccellini. Ormai non sei più un cucciolo, Simba!”

Il leone chinò mestamente il capo.

“Sì, lo so.” echeggiò a mezza voce.

Timon si stiracchiò e sbadigliò rumorosamente, biascicando e guardandosi intorno con aria mezza addormentata.

“Andiamo, Pumba: in marcia!”

“Signorsì, signor Timon!”

Il facocero si mise in marcia, trotterellando briosamente mentre Simba gli andava dietro a passo lento.

“Comunque, Simba, accetta una lezione di vita di chi ne sa più di te.” aggiunse poi Timon, voltandosi a guardare Simba che camminava in coda alla fila “Impara a riconoscere sin da adesso le cose per cui vale la pena perdere il proprio tempo: scoprirai che sono molte meno di quanto tu pensi.”

Simba respirò profondamente: “D'accordo.”

“Ah, è un'altra cosa.” disse ancora il suricato “Lascia perdere quei nidi. In fin dei conti non sono altro che un ammasso inutile di foglie e fili d'erba. Nient'altro.”

Simba lanciò un ultimo sguardo in direzione dell'albero, guardando con malinconia il nido di pappagalli situato in mezzo ai rami. Chiuse gli occhi per un istante e per un breve, impercettibile attimo, avvertì un alito di vento scompigliargli appena la criniera, un lieve e tiepido zefiro capace di fargli scaldare il cuore dentro al suo petto.

Ma fu solamente un istante poi, di colpo, calò nuovamente il freddo.

Simba sospirò tristemente, voltandosi per l'ultima volta senza guardarsi più indientro.

“Sì, Timon... Hai ragione tu.”

La voce era spenta, fioca, appena impercettibile.

Come oramai i ricordi dentro la sua testa.

“Non sono nient'altro che un inutile ammasso di foglie e fili d'erba.”





N.d.A: Non scrivo su EFP da secoli, ormai, e per la prima volta mi ritrovo a scrivere su questo fandom. Tuttavia, in periodo di quarantena, ho provato a partecipare ad una challenge di scrittura ed il mio caro amico Riccardo mi ha suggerito, fra i vari prompt e fandom, proprio quelli che mi hanno ispirato questa storia.
Ringrazio Richi per avermi dato l'ispirazione e chiunque sia passato a leggere questo racconto.

 

  
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