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Autore: cara92    13/04/2020    0 recensioni
Sage freeman per gli amici ( raven) ha finalmente l'occasione di poter lasciare la sua fazione e proseguire la sua vita, in qualcosa in cui crede veramente e che desidera.
Durante il suo viaggio, incontrerà nuovi e vecchi amici, ci sarà amore e odio, ma un vero e proprio dolore la colpirà proprio nel momento del bisogno, ce la farà la nostra protagonista ad uscirne?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eric, Four/Quattro (Tobias), Tris, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Pov Eric
 
Avevo lasciato la biondina in camera, una scopata mi era proprio servita per sfogare tutta quella rabbia che trattenevo da giorni.
Quella ragazza, mi aveva davvero sfidato! ma come si era permessa a ridere di me, per salvare poi, quel sempliciotto del suo amico ed Hazza che era andato subito in suo soccorso, ma che avevano tutti con quella mocciosa.
Non sapevo neanche perché continuassi a pensarla, ma che mi stavo rincretinendo!
Decisi di raggiungere la mensa, Max sicuramente aveva delle notizie su Jenine.
Ammiravo quella donna, era qualcosa di veramente sexy.
Sentivo le urla degli Intrepidi ancora prima di entrare, con un pugno aprii la porta e improvvisamente calò il silenzio, tutti gli occhi erano puntati su di me, chi si nascondeva per paura di prendersi anche solo uno sguardo da me, chi come le ragazze, mi mangiavano con gli occhi e chi invece, come quella ragazzina impertinente non faceva che guardare quel Rigido di Quattro.
Non ne potevo più che quello stupido fosse sempre al centro dell’attenzione di tutti, io ero migliore di lui, io ero il più forte ed io ero quello bello non certo uno come lui.
Volevo allontanarlo da quella tavola e da lei, no! Non ero geloso, ma, mi faceva incazzare vedere quegli sguardi che si lanciavano.
Raggiunsi Max al piano superiore, una qualsiasi scusa sarebbe servita.
-Max, di a quello stupido di Quattro di prepararsi perché tra non molto cominciano i giochi? Dissi a braccia incrociate.
-Eric, va a farti una doccia, puzzi ancora da puttana e tu disse indicando un ragazzo mai visto, chiamami quattro è urgente.
Il mio piano era ben riuscito, Four era fuori dai giochi, dovevo essere io quello che si doveva divertire e quello che doveva portarsela a letto per primo, era una cosa d’onore.
Se le giovani intrepide entravano nelle mie grazie, sicuramente un qualche bel punto extra in classifica magicamente poteva spuntare.
Scesi per andare a farmi quella benedetta doccia, mi aspettava il pozzo e un’altra bella puttanella.
I miei occhi si fermarono però su un'altra figura poco visibile, Hazza era appoggiato nella parete della sala con gli occhi su una persona a me molto familiare.
Individuai la traiettoria, e il sangue comincio a bollirmi nelle vene.
-Che cazzo ha sta ragazza che tutti la bramano? Le nocche delle mani si erano fatte bianche, mi accorsi solo in quel istante che le avevo tenute per tutto il tempo chiuse.
Diedi un pugno sul primo tavolo che avevo davanti, facendo sobbalzare alcune ragazze che stavano tranquillamente mangiando.
I miei occhi erano puro fuoco.
Al diavolo quella Candida, presi la prima puttanella che avevo davanti e me la portai in camera, al diavolo anche la doccia.
Quella ragazza in un modo o nell’altro doveva essere mia, costi quel che costi.
 
 
 
Pov Sage
 
Erano giorni veramente pesanti, la prima sera poco dopo avermi fatto il tatuaggio, che ne uscì una vera meraviglia, mi accorsi che ero rimasta l’unica sveglia, gli altri, notando che ero in dolce compagnia, se l’erano filata, lasciandomi completamente sola.
Hazza era stato così gentile d’accompagnarmi, scoprii molte cose su di lui, che era un tra-fazione (un erudito) che come me, si era sempre sentito non adatto alla sua vecchia fazione, che adorava i tatuaggi e fare baldoria, ecco sul bere ci dovevo ancora fare la mano, non era nel mio intento essere proclamata come l’ubriacona di turno.
Sapevo che comunque dovevo mantenere le distanze anche perché in fin dei conti era stato il mio simulatore e lui sapeva quale era stato il mio responso.
Divergente, questa parola continuava a girarmi per la testa, mi aveva fatto promettere che non dovevo parlarne con nessuno, nemmeno ad Al, lui, che per me era come un fratello.
Nasconderglielo mi faceva molto male, ma per rimanere viva, cosi mi diceva Hazza, dovevo dimenticarmelo e fare di me la migliore Intrepida che questa fazione abbia mai avuto.
-Hazza, ti posso chiedere cosa è un Divergente? Chiesi tutto d’un fiato, cosi senza minimamente pensarci.
Lo vidi fermarsi di colpo e bloccarmi alla parete vicino allo strapiombo.
Quello era un luogo di terrore, era un’enorme voragine che costeggiava quasi tutta la fazione, li molti ragazzi avevano sfidato la morte, ma mai nessuno ne era uscito vivo.
Quando si era molto vicini si potevano sentire anche delle voci, era semplicemente il vento, ma questo molti non lo sapevano.
La sua mano era ancora sopra alla mia bocca e sentivo il suo corpo premere contro il mio.
Attorno a noi c’era solo il puro e semplice silenzio, si sentivano solo i nostri respiri affannati e il battito del mio cuore accelerare per la paura.
Solo in quel momento vidi i suoi occhi, erano di un azzurro acqueo, con delle piccole pagliuzze verdi, si intravedeva uno dei tanti tatuaggi che aveva sul torace, una farfalla, li al centro del cuore.
-Raven, non devi assolutamente dire quella parola, mai, hai capito? Qui dentro non deve essere detta altrimenti ci potrebbero essere molti casini te ne prego. Lo vidi scongiurarmi con lo sguardo.
-ti prego, devo sapere che cosa sono, non posso vivere con questo pensiero nella testa, mi sta uccidendo. Dissi implorante.
- se te lo dico, me lo prometti che poi lascerai perdere tutto? Questione di vita o di morte.
Mi porse la mano impregnata del suo salivo ed io feci lo stesso.
Nella fazione per il giuramento, si usava fare cosi, non tanto igienico, ma che cosa non lo era ormai?
Mi prese per mano e mi condusse in un cunicolo ben nascosto, ci fu un attimo di silenzio, e poi lo vidi guardarmi intensamente mentre dalla sua bocca uscivano parole senza senso per me, almeno per il momento.
-I Divergenti, non sono difettosi, come si pensa o meglio come lo vogliono far credere, vedi sono persone normali come noi solo che hanno delle abilità maggiori.
Non ti so spiegare quali siano, è solo che a differenza di molti loro, apprendono molto più velocemente di altri.
Non sono mostri, ma per molti vengono visti come un pericolo e quindi devono essere eliminati.
Raven capisci perché ti ho detto di scegliere tutto tranne che questa fazione, qui a differenza delle altre, sono molto più attenti a questi soggetti.
So che alcuni ragazzi che erano Divergenti non sono più stati visti o come ti dicevo prima ritrovati nello strapiombo
Capisci che l’ho fatto solo per proteggerti, non meriti di ricevere la morte.
I miei occhi si bagnarono di lacrime, io ero una Divergente, definita un mostro per molti di loro e dovevo essere eliminata.
-perdonami Hazza di non averti creduto quando dovevo e di ritrovarmi adesso a rischiare ogni giorno la mia vita solo perché sono la diversa. Dissi facendo un passo indietro lontano da lui.
-Raven, io sono qui per proteggerti non certo per farti diventare carne da macello per loro, ho perso troppi amici e non perderò anche te questa volta.
Questa volta sarà diverso, io non ti lascio sola, qualsiasi cosa accada, basta solo che tu adesso che sai tutto, rimanga calma, segui per bene quello che Eric ti dirà ma soprattutto fidati delle conoscenze di Quattro, non è così stronzo come lui si voglia far dimostrare.
Lo abbraccia, mi ci fiondai così senza un senso preciso, volevo solo ringraziarlo perché per una volta nella vita, qualcuno oltre ad Al ovviamente, rischiava la sua vita per salvarmi.
Tutto sommato non tutto il mondo era una porcaria.
Hazza mi strinse a se, il suo odore sapeva di buono, di bucato appena steso, di forza, di coraggio e di amicizia.
Ci lasciammo con solo un sorriso appena accennato sulle labbra, mentre le nostre menti erano già al lavoro per la sopravvivenza e i nostri cuori battere una musica piena di coraggio.
 
 
Pov Tris
 
Non riuscivo a credere che Quattro potesse farmi quest’effetto.
Non riuscivo a togliermi dalla testa come mi aveva risposto al tavolo, il suo sguardo era puro fuoco e la sua voce così profonda.
Non mi era indifferente, già dal nostro primissimo incontro, mi ero innamorata dei suoi occhi, così dolci, del suo modo di essere duro agli occhi di molti, ma per me era solo una corazza, nascondeva molto altro oltre tutto quello schifo, si, perché per me, comportarsi così non era realmente da lui.
Mi arrabbiai molto dopo essere stata in qualche modo ridicolizzata davanti ai miei nuovi compagni, ma solo dopo, grazie al suggerimento di Christina, capii che in realtà, noi avevamo oltrepassato la sua zona di confort, noi ci eravamo messi in ridicolo davanti ai suoi occhi ricordandoci che ora eravamo Intrepidi e che se non volevo morire così giovane, dovevo imparare a tenermi la lingua tra i denti, lui di conseguenza si era solo che difeso.
Il mio primo tatuaggio, tre corvi, la mia paura, Tim il ragazzo che me lo aveva fatto, era di una bravura indescrivibile, non avevo sentito nessun pizzicore, a differenza di Christina che era un urlo dietro l’altro.
Raven invece, aveva preferito farselo fare da una donna, Tori, scoprii chiamarsi, suo fratello, era morto tragicamente alcuni anni prima, era stato ritrovato nello strapiombo, sembrava suicidio.
Raven era una ragazza molto strana, era simpatica e la sua compagnia era molto piacevole, ma era spesso attaccata ad Al e non riuscivo a capire se erano amici o qualcosa di più.
Si scambiavano abbracci senza motivo, si appartavano e ridevano spesso, lei la vedevo sedersi sopra di lui e farsi coccolare, sembravano due fidanzati che due amici, ma da entrambi avevo ricevuto la stessa ed identica risposta, siamo come due fratelli.
Al era molto carino, ma non era certo il mio tipo, avevo gusti più strani.
Più gusti inerenti a Quattro, lo so, non ci si può innamorare di una persona dopo solo due giorni, ma per me Quattro era quel ragazzo avvolto nel mistero.
Non ero l’unica che lo aveva notato, molte ragazze della fazione e tra-fazione facevano commenti a dir poco volgari sul suo conto, ma la ragazza che più mi aveva colpito era stata Raven
Non era come le altre, sfacciata nei modi o altro, lei era sempre per suo conto, durante una conversazione preferiva ascoltare che parlare a vanvera, lei era quella classica ragazza che non desiderava altro che starsene nel suo angolino lontano dai riflettori, ma che da quando era arrivata molti l’avevano notata.
Hazza che era stato il suo simulatore, non la perdeva d’occhio un attimo, difatti la sera dei nostri tatuaggi fu mia l’idea di lasciarla sola con lui, chissà che tra loro si creasse qualcosa di bello, o semplicemente speravo che in questo modo, fosse lontana dagli occhi di Quattro.
Avevo visto come entrambi si guardavano da lontano, come si parlavano senza emettere alcun suono, sembrava come se si proteggessero senza darsi una spiegazione logica.
Questa cosa l’aveva notata anche Al e non comprendeva come due sconosciuti potessero essere così uniti senza nemmeno riuscire a stare vicini l’uno all’altro.
Lei aveva paura di lui, ma allo stesso tempo ne era attratta mentre Quattro non riuscivo a capire cosa sentiva, l’uomo del mistero.
La prima lezione fu un vero disastro, Quattro ci aveva alzato molto presto, forse pensandoci non avevamo neanche dormito, dopo esser tornati tardino dal tatuaggio.
Eravamo persi ancora nel nostro torpore e ritrovarsi nella sala con Eric tutto bello profumato e con la spuzza di chi si crede il migliore, mi vennero i conati di vomito.
Raggiungemmo il pozzo, c’era un grande gruppo di ragazzi, chi se la rideva, chi faceva allenamento per conto proprio.
-Ci sono due tipi di allenamento, il primo quello fisico, vi spingerete fino al colpo di rottura, ed imparerete a combattere, il secondo è mentale, qui affronterete le vostre peggiori paure, e le vincerete se non saranno loro a combattervi.
Verrete allenati separatamente dai figli della fazione, ma nella classifica finale sarete valutati ugualmente e vi verrà assegnato il vostro lavoro per il futuro della fazione.
-comando
-guardia della recinzione
-servizio del controllo degli esclusi.
Disse Quattro seriamente passando costantemente avanti ed indietro, mentre Eric se ne stava comodo appoggiato alla colonna poco lontano da noi, senza perderci di vista un attimo.
-determinerà anche chi verrà eliminato. La risposta di Eric fu qualcosa di diabolico.
Attorno a noi si era formato un brusio assordante, nessuno ci aveva detto che dovevamo combattere e farci fuori uno con l’altro per poter diventare qualcuno altrimenti saremmo diventati un nulla, degli esclusi.
Alla fine di ogni modulo, determinerà chi rimarrà con noi e ci ahimè chi ci abbandonerà, la risposta di Eric mi faceva venire i brividi, io un’esclusa, quante volte nella mia vecchia fazione, ci donavamo ad aiutare i più deboli, a donare cibo a fare di tutto per coloro che non si sentivano più nulla, non più facenti parte del mondo di Chicago.
Ed ora, come si permettevano, come osavano ad averci fregato così.
-perché non c’è stato detto, chiese Will
-dovevate dircelo ? disse Christina.
-una nuova regola, come mai avete paura? Se siete Intrepidi, non vi importerà di poter fallire, voi avete scelto noi? Ora noi scegliamo noi.
Troppe cose dette tutte insieme, Eric ci lasciò li in uno stato di profonda catalessi, non sapevamo cosa fare, non riuscivamo più a guardarci come prima, ora ognuno di noi era una pedina da fare fuori per arrivare in classifica.
 


ciao a tutti!! eccomi ritornata con un nuovo capitolo.
fatemi sapere che ne pensate!!
Cara
  
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