Capitolo 5
Kara rientrò nel suo
loft e si poggiò alla porta sospirando. Era stata una bella serata finché tutto
non si era rovinato.
Se
ad Adam non piaceva il fatto che si fosse esposta per salvare delle persone
durante la rapina, avrebbero avuto non pochi problemi quando, scoprendo che lei
era Supergirl, avrebbe realizzato che faceva sempre cose del genere.
Ci
era rimasta male perché per l’ennesima volta, il suo essere Supergirl o
comunque un’aliena, rendeva improbabile una sua relazione con qualcuno.
Sussultò
quando sentì bussare alla porta. Era talmente assorta nei suoi pensieri che non
sentì la persona avvicinarsi a casa sua.
“Alex!”
disse Kara
quando aprì l’uscio.
“Kara, stai bene?” domandò Alex, entrando nell’appartamento.
“Certo,
perché non dovrei?” domandò Kara confusa.
“Come
perché? La rapina al ristorante!” disse Alex.
“Come
facevi a sapere dove ero?” domandò Kara sorpresa.
“Il
tuo trasmettitore. Abbiamo captato un segnale di s.o.s
diretto alla polizia e controllando,
abbiamo visto che tu eri lì!” disse Alex.
“Avresti
dovuto sapere che, essendo i criminali umani, non potevano farmi del male!”
disse Kara.
“Fisicamente
no, ma emotivamente si. Nonostante le nostre sessioni al Deo per curare la tua
fobia, non sei del tutto guarita e…”
“Si,
in effetti ho avuto un inizio di attacco di panico, ma quando la situazione è cominciata
a degenerare, la paura ha lasciato il posto al bisogno di aiutare quelle
persone!” rispose Kara, per poi continuare “Oh Alex è
stato fantastico. Mi sono quasi dimenticata cosa si provava a salvare qualcuno.
Mi sono sentita così bene… proprio come una volta. Credo proprio di essere
pronta a tornare in azione!” disse Kara felice.
“Sono
contenta per te Kara, ma c’è qualcosa che ti
infastidisce!” disse Alex.
“Cosa?
No!”
“La
ruga Kara!” disse Alex, incrociando le braccia “Tiro
a indovinare, si tratta di Adam!”
Kara sospirò “Sì!”
“La
serata è andata male?....a parte la rapina si intende!”
“No…è
qui che ti sbagli. È andato tutto liscio. Stavamo chiacchierando e mi stavo
anche divertendo, poi è successo quel che è successo e…Adam si è arrabbiato con
me per aver salvato delle vite, cioè non perché quelle persone non sono morte,
ma perché secondo il suo punto di vista, per salvarle, ho messo in pericolo me
stessa. Io…io capisco che si sia spaventato, anche perché gli hanno sparato per
proteggere me e…”
“Cosa?”
chiese Alex preoccupata.
“Sta
bene, ho fermato la pallottola, ma se non gli sta bene che mi metta in pericolo
per salvare delle vite…” disse Kara interrompendo la
frase, lasciando che sua sorella intuisse il continuo.
“Temi
la sua reazione se dovesse scoprire che sei Supergirl? Metterti in pericolo è
la cosa che sai fare meglio!” disse Alex intuendo i suoi pensieri.
“Non
solo. Siamo usciti solo una volta e Adam è stato quasi ucciso per colpa mia.
Tutti quelli che sanno di me, sono in
pericolo Alex. Non voglio che si aggiunga anche lui alla lista!” disse Kara tristemente.
Alex
sospirò “Però Kara, non puoi nemmeno rinunciare a
vivere!”
Kara alzò le spalle
“Dovrò farci l’abitudine. Ma preferisco così piuttosto che perdere qualcuno per
colpa di quello che sono!”
“Non
può finire così Kara. Hai diritto anche tu a essere
felice!” disse Alex.
“Sono
felice. Aiutare le persone mi rende felice. Adesso almeno posso tornare a
farlo!” disse Kara “Anzi, ho proprio intenzione di
farmi subito un giro per i cieli di National City!” disse la ragazza, prima di
cambiarsi e volare via.
Cat Grant era ancora
alla Catco per finire un lavoro quando decise di fare
una pausa.
Uscì
sul balcone per ammirare il panorama. La rilassava sempre andare lì, riusciva
ad allontanare le preoccupazioni e a trovare un po’ di pace da quello che
significava essere la regina dei media.
Passò
diversi minuti concentrata sui suoi pensieri, tanto che non si accorse di una
presenza dietro le sue spalle.
“Ciao
Cat!” disse una voce maschile.
L’interpellata
sussultò, poi si girò “Adam, mi hai
spaventato. Cosa ci fai qui? Non dovevi uscire con Kera?
Oh scommetto che non ti ha detto dove
abitavi. Eppure le ho dato …”
“No…no…siamo
usciti, ma…” cominciò Adam, ma Cat lo interruppe “Ma
cosa? Cosa ha combinato?” chiese la donna, dando per scontato che qualsiasi
cosa fosse andata storto era colpa di Kara. Era
chiaro per lei che la sua assistente era alquanto imbranata nelle relazioni
amorose.
Adam
sospirò “Stava andando tutto bene fino a quando non c’è stata una rapina a mano
armata e…”
“Stai
bene? non sei stato ferito!” chiese Cat preoccupata
“Perché non mi hai chiamato? Kera sta bene?”
“Cat calmati!” la interruppe Adam “Sia io che Kara stiamo bene e non aveva senso chiamarti dato che stavo
venendo qua!”
“Oh
giusto!” disse Cat.
“Durante
la rapina Kara ha fatto una cosa che non mi sarei aspettato e mi sono spaventato e…si
è arrabbiata per essermi permesso di sgridarla!” disse Adam.
Cat lo guardò stranita
“Adam, non riesco a seguirti!”
“Kara ha affrontato i due rapinatori. Per poco non si è
fatta ammazzare e…lo so che grazie a lei, nessuno si è fatto male e che quello
che ha compiuto è stato un gesto nobile, ma…non riesco a far altro che pensare che sia stato
imprudente. Insomma, se le fosse successo qualcosa io…”.
“Non
pensare a quello che avrebbe potuto essere. Il passato è passato. È normale che
tu ti sia spaventato e che ti sia arrabbiato, ma quando la paura si sarà
calmata, tutto sembrerà diverso e vedrai quanto accaduto da una prospettiva
diversa. Kera ha questa predisposizione nel voler
aiutare tutti, non importa cosa comporti.
È un po’ snervante in effetti e spesso si intromette in cose che non la
riguardano!” disse Cat.
“Come
il fatto di spedirmi una lettere da parte tua, affinchè
ci incontrassimo?” chiese Adam, appoggiandosi al parapetto del balcone.
Cat sussultò “Te lo ha
detto?” Era preoccupata per cosa potesse implicare questa scoperta da parte di
suo figlio.
“No,
ma quando te ne ho parlato eri sorpresa, quindi ho dedotto che tu non centrassi
niente, che c’era lo zampino di Kara, l’ho scoperto ora!” disse Adam “Ammetto che sono
felice che lo abbia fatto, sebbene avrei preferito che me la inviassi tu!”
“Non
ho mai trovato il coraggio di farlo. Dopo aver rinunciato a te, non credevo di
aver diritto di essere tua madre!” disse Cat,
desiderando in quel momento un bacchiare del suo drink.
“Come
hai detto tu, il passato è passato. Andiamo avanti. Sono contento che Kara si sia intromessa nella nostra vita. Quando fa queste cose, quando aiuta le persone senza
mettersi in pericolo…bhe in questo caso questa parte
di lei mi piace molto. Non avrei dovuto pensare il contrario!” disse Adam
rattristato. “Credo che se la sia presa molto. Ha detto che tra noi non può funzionare!”
Cat alzò le spalle “Kera a volte è un po’ melodrammatica. Probabilmente anche
lei si sarà spaventata. Le passerà vedrai!” disse la donna, prima di sentire un
forte rumore di frenata provenire dalla strada.
Adam
e Cat si affacciarono per vedere cosa stesse
accadendo e videro due camion gareggiare tra di loro. Non preoccupandosi di
rispettare segnali stradali e semafori.
“Oh
no! Levati di mezzo!” urlò Adam dal quarantesimo piano dello stabilimento della
Catco, quando vide un auto sul percorso dei due camion. Sapeva che non lo avrebbe mai sentito, ma gli
era venuto istintivo avvisarlo.
Mancava
pochissimo allo schianto e fu in quel momento che Cat
e Adam, videro qualcosa di rosso e blu sfrecciare davanti a loro.
“Supergirl!”
disse Cat, sorridendo e guardando la sua eroina in
azione.
Giusto
in tempo, Supergirl si interpose in mezzo all’auto e i due camion, bloccando
questi ultimi e salvando la macchina. L’impatto per fermarli però si dimostrò
alquanto brusco e uno dei due tir, si incendiò e la ragazza dovette ricorrere
al respiro congelante per proteggere il conducente.
“La
Supergirl che conosco è tornata. Non l’avevo più vista usare la maggior parte
dei suoi poteri anche quando le avrebbero fatto comodo!” disse Cat, contenta di constatare che chiunque avesse preso il
suo posto, che fosse stato per aiutarla
o per sopperire a una sua mancanza, fosse sparito.
“È
stata fantastica. Non l’avevo mai vista in azione. Ha salvato quella gente da
morte certa…è stato…wow!” disse Adam elettrizzato.
Cat sorrise “Cosa ha
fatto di tanto diverso da Kera?”
Adam
tornò serio “Kara non è indistruttibile!”
“Nemmeno
Supergirl lo è. Certo è fisicamente più forte e resistente di un essere umano,
ma io che la conosco, vedo che non è poi tanto diversa da Kera
o qualsiasi altra ragazza. Sembra sicura in quello che fa, ma anche lei prova
paura, insicurezza in diverse parti della sua vita e ha bisogno di una guida
che le sia di inspirazione e sono contenta che spesso si rivolga a me, oltre
alle altre persone che la circondano e che la amano e che, diversamente da
tutto il mondo, non la vedono come un robot al servizio dell’umanità, senza
possibilità di sbagliare o per
l’esattezza che non deve assolutamente sbagliare, altrimenti la colpa diventa
sua se qualcuno si fa male!” disse Cat con sincerità.
“Mi
sembra di capire che l’ammiri molto!” disse Adam.
“Mi
è di ispirazione e salva delle vite, non posso non ammirarla. Per questo ti
consiglio di parlare con Kera. Ha fatto un gesto da
apprezzare. Inoltre domani ci penso io a darle una tirata d’orecchio. Ha quasi
rischiato di lasciarmi senza assistente!”.
Adam
alzò un sopracciglio e disse “Molto coerente. Vado a vedere se riesco a
risolvere le cose con Kara. Grazie Cat, ci vediamo domani?”
“Sai
dove trovarmi!” rispose la donna, per poi vedere il figlio allontanarsi.
“La
ringrazio per le cose che ha detto su di me. Lo apprezzo molto!” disse una voce
femminile, proveniente da oltre il bordo del balcone.
“Supergirl!”
disse Cat, girandosi nella direzione della ragazza.
L’interpellata
sorrise.
“Capiti
nel momento giusto, avrei una domanda da farti. Riguarda mio figlio!” disse Cat.
Supergirl
sussultò.
“Dato
che sei una ragazza più o meno della sua età, forse puoi darmi qualche
consiglio!” disse Cat.
“Problemi
con Kara?” chiese l’eroina, sorprendendo Cat che disse “Come…
“Super-udito!”
rispose Supergirl, indicandosi l’orecchio.
“Si,
ma stavi facendo altro!”
“Ho
il mio udito sempre attivo nel caso dovessi correre da qualche altra parte e
quindi ascolto diverse conversazioni!”
“Oh,
ok!” disse Cat
poco convinta.
“Comunque,
se vuole consigli d’amore per Adam da parte mia, ha sbagliato decisamente
persona!”
Cat si accigliò “Sei
una bella ragazza, intelligente e di buon animo. Non posso credere che tu non
abbia qualcuno nel tuo cuore o che non lo abbia mai avuto!”
“Essere
un’aliena con poteri e soprattutto Supergirl, comporta una serie di ostacoli a
relazioni amorose. Sono il bersaglio di molti nemici che pur di giungere a me,
farebbero del male a quelli che amo. Non avrò mai una vita normale, ma finché le
persone che mi circondano stanno bene…mi sta bene!” disse Supergirl con una
punta di tristezza nella voce.
“Prima
di tutto non credo proprio che ti stia bene, secondo non trovo giusto che tu
rinunci alla tua felicità!” disse Cat.
“Non
si può sempre avere tutto signora Grant e io voglio aiutare le persone, lo devo
fare e come ogni scelta, anche questa ha le sue conseguenze!”
“Non
riesco a vederla in questo modo. Secondo me devi solo trovare il giusto
equilibrio e soprattutto la persona giusta!” disse Cat
“Possibile che non ci sia nessuno che ti possa interessare?”
Supergirl
non rispose subito, ma dall’atteggiamento della ragazza e dal modo in cui
cercava di evitare il suo sguardo, Cat comprese che
qualcuno aveva fatto breccia nel suo cuore.
“Deduco
di si, davvero vuoi rinunciare a lui?” chiese la regina dei media.
“L’ho
già messo in pericolo. Sono riuscita a salvarlo, ma un piccolo errore da parte
mia e ora non ci sarebbe più. Non potrei mai perdonarmelo. In più non sa chi
sono e…”
“Temi
la sua reazione!” finì Cat.
Supergirl
annuì “Inoltre devo anche mentirgli in continuazione!”
“Perché
non gli dici la verità?” chiese Cat.
“Sempre
per la stessa ragione, proteggerlo!” rispose l’eroina.
“è
quello o hai paura che non accetti chi sei veramente?” chiese Cat,
nonostante sapesse già la risposta. Era così palese.
“Sono
una straniera in questo pianeta, molti definiscono me e mio cugino degli
invasori e non posso nemmeno dare loro torto, in quanto altri kryptoniani sopravvissuti, stanno cercando di far
inginocchiare il genere umano. Inoltre quante probabilità ho di trovare
qualcuno che accetti la mia diversità per tutta la vita, se gli umani si
disprezzano e uccidono tra di loro per delle piccole differenze fisiche e
culturali?” domandò Supergirl .
“Non
tutti gli esseri umani sono così, qualcuno adatto a te dovrebbe esserci!” disse
Cat.
Supergirl
fece per rispondere, quando ad un tratto cominciò a sentirsi debole.
“Cosa
ti succede Supergirl?” chiese Cat, all’eroina quando
vide che qualcosa non andava.
Supergirl
cadde in ginocchio e la regina dei media, l’affiancò immediatamente.
La
ragazza d’acciaio comprese subito quale era la causa e ne cercò la fonte.
“Salve
nipote, da un po’ che non ci si vede!” disse una voce femminile.
“Astra!”
disse Supergirl, vedendo sua zia e Non avvicinarsi al palazzo della Catco per fermarsi a un metro di distanza dal balcone.
“Chi
siete? Cosa volete?” domandò Cat ai due nuovi
arrivati.
“Taci
umana. Non sono fatti che riguardano un intelletto inferiore come te!” disse
Non.
“Sai?
La presunzione ad alti livelli in genere non porta molto lontano. Ti conviene abbassare
la cresta se non vuoi farti del male!” disse Cat,
alzandosi in piedi e fronteggiando Non.
Supergirl
raccolse le sue forze per rialzarsi e si pose davanti a Cat
dicendole “Signora Grant, non lo sfidi. Non non è
capace di provare pietà!”
“Non
mostrerò pietà per te che sei una di noi, figuriamoci di un essere umano!”
disse Non.
“Nipote,
unisciti a noi, per favore!” disse Astra.
“La
mia risposta è sempre no. Ma l’offerta vale anche per te zia Astra. Abbandona
il tuo folle piano di voler controllare il genere umano e vieni con me. Potremo
tornare a essere una famiglia!” disse Kara speranzosa
di poter convertire sua zia al lato buono.
“Il
genere umano è destinato a fare la stessa fine del nostro pianta se non
interveniamo!” disse Astra.
“Ma
il vostro metodo è sbagliato. Non si può porre rimedio a questo con la forza
bruta!” disse Supergirl.
“Tua
madre disse pressoché la stessa cosa e il nostro pianeta è esploso. Tutti noi,
te compresa, abbiamo perso tutto. Se mi avessero…se ci avessero fatto agire
indisturbati ora Krypton…” cominciò Astra, ma Supergirl la interruppe “Sarebbe
morto comunque. Il nucleo era andato. Non vi era alcun modo per poter porre
rimedio a questo. Ora lo so. Ho davvero creduto che mia madre potesse rimediare
ad anni di sbagli da parte della nostra specie, l’ho accusata per avermi
mentito e illuso sul destino di Krypton, ma ora sono consapevole che niente e
nessuno avrebbe potuto cambiare le sorti del pianeta. Voi avete una possibilità
qui, sulla terra. Potreste vivere la vita che vi è stata negata sul nostro
pianeta invece di lottare per una causa che io, non vi permetterò di portare
avanti!” disse Supergirl determinata.
Non
sfoderò la sua lama di kryptonite, che non aveva effetto su di lui e Astra grazie
alla loro tuta protettiva, e attaccò Kara con un
fendente. La ragazza non avendo possibilità di muoversi per non lasciare
scoperta Cat, venne colpita al braccio, lasciandole
un profondo squarcio.
La
ragazza urlò e si tamponò immediatamente la ferita.
“Supergirl!”
la chiamò Cat preoccupata.
“Cat, vai via di qui!” disse
la ragazza, per poi lanciarsi all’attacco, subito dopo aver chiesto i
rinforzi al Deo tramite l’auricolare.
Sapeva
infatti che combattere Non e Astra contemporaneamente, con la kryptonite che la indeboliva, non le dava molte speranze di
vittoria.
Iniziò
così uno scontro impari, sebbene Astra decise che Non era sufficiente.
Cat poteva vedere come
i due kryptoniani combattevano tra di loro, con
Supergirl che incassava più colpi di quanti ne riusciva a sferrare.
“Se
Supergirl è davvero tua nipote come puoi rimanere li a guardare mentre viene
uccisa?” chiese Cat alla donna che stava
assistendo alla lotta.
“Il
nostro compito è più importante. Stiamo cercando di salvare questo pianeta!”
rispose Asta.
“Sciocchezze.
Supergirl salva il pianeta. Tutti i giorni e lo fa con opere buone, con la sua
gentilezza e bontà d’animo. Non con presunzione e con la forza. Lei dona
speranza ed è questo che fa la differenza!”
Astra
si girò a guardare Cat, la quale aggiunse “Lo vedo
nel tuo sguardo che vuoi bene a tua nipote e vedo l’incertezza di quello che
stai facendo. Puoi ancora cambiare parte da cui schierarti. Pensa a quanto ami
Supergirl. Di sicuro l’avrai conosciuta quando era una bambina indifesa,
l’avrai vista crescere, sei sicura di poter convivere con il fatto di averla
lasciata morire per una causa sbagliata?”
Astra
abbassò la testa per poi rialzarla quando vide Supergirl venire scaraventata
con forza a terra tanto da creare un cratere.
Il
colpo l’aveva di sicuro ferita, non tanto per la potenza, ma per la vicinanza
con l’arma di kryptonite che adoperava Non.
Cat sussultò a quanto
vide. Il crearsi di quel cratere di punto in bianco, aveva portato le auto di
passaggio a inchiodare per non caderci dentro, ma soprattutto era preoccupata
per l’eroina. Corse a prendere l’ascensore. Non la vedeva bene per l’eroina e
il minimo che poteva dare, dopo che lei stessa le aveva salvato la vita, era
provare a fermare Non con le parole, sempre ammesso che avesse fatto in tempo.
Kara era a terra e
gemeva per il dolore. Faceva fatica a respirare a causa del colpo preso, che le
aveva incrinato qualche costola.
Provò
a rialzarsi, ma una fitta la costrinse a ristendersi, sebbene sapesse che non
rialzandosi in fretta, sarebbe stata il bersaglio perfetto. Il suo corpo era
pesante, ma provò almeno a mettersi
seduta, ma era ormai troppo tardi. Non era sopra di lei e la fissava con un
sorriso soddisfatto. “La supereroina di National City messa al tappeto così
facilmente. Dov’è ora la tua grandezza? Riesci a salvare gli altri, ma non te
stessa?”
“Anche
se mi uccidi, qualcun altro ti fermerà Non!” disse Supergirl determinata e
convinta delle sue parole.
“Ah
si? E chi? Tuo cugino? Eliminerò anche lui, esattamente come ho fatto con te!”
disse Non, alzando la spada di Kryptonite in suo
possesso “ora di addio a questo mondo!”
Non
caricò il fendente. Kara chiuse gli occhi quando vide
la lama abbassarsi e si preparò al dolore che l’avrebbe spezzata.
Avrebbe
presto rivisto i suoi genitori. Si sarebbe unita a loro nella luce di Rao. Pensò però alla sua famiglia terrestre. Ad Alex ed Eliza che avevano fatto così tanto pe lei, ma sapeva che
sarebbero andate avanti. Sarebbe stato doloroso all’inizio, ma tutto sarebbe
andato per il meglio e sua sorella avrebbe potuto condurre la sua vita, facendo
scelte che non riguardassero la sua protezione. Sarebbe stata finalmente
libera.
Sentì
un gemito di dolore, ma era certa di non essere stata lei.
Aprì
gli occhi per comprendere cosa fosse accaduto. Vide qualcuno davanti a lei,
qualcuno che si era messa in mezzo tra lei e Non, prendendo il colpo al posto
suo.
“No!” urlò Kara “Zia Astra!”