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Autore: Neko    13/04/2020    0 recensioni
Una storia ispirata dalla stagione uno, ma che prenderà una strada diversa rispetto alla trama della serie. Kara dovrà affrontare il suo passato, affrontare le difficoltà del presente, per costruire il suo futuro, ma in tutto questo non sarà sola, potrà contare sempre su amici e famiglia per andare avanti.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adam Foster, Alex Danvers, Cat Grant, Kara Danvers
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5

 

Kara rientrò nel suo loft e si poggiò alla porta sospirando. Era stata una bella serata finché tutto non si era rovinato.

Se ad Adam non piaceva il fatto che si fosse esposta per salvare delle persone durante la rapina, avrebbero avuto non pochi problemi quando, scoprendo che lei era Supergirl, avrebbe realizzato che faceva sempre cose del genere.

Ci era rimasta male perché per l’ennesima volta, il suo essere Supergirl o comunque un’aliena, rendeva improbabile una sua relazione con qualcuno.

Sussultò quando sentì bussare alla porta. Era talmente assorta nei suoi pensieri che non sentì la persona avvicinarsi a casa sua.

“Alex!” disse Kara  quando aprì l’uscio.

Kara, stai bene?” domandò Alex, entrando nell’appartamento.

“Certo, perché non dovrei?” domandò Kara confusa.

“Come perché? La rapina al ristorante!” disse Alex.

“Come facevi a sapere dove ero?” domandò Kara sorpresa.

“Il tuo trasmettitore. Abbiamo captato un segnale di s.o.s diretto alla polizia  e controllando, abbiamo visto che tu eri lì!” disse Alex.

“Avresti dovuto sapere che, essendo i criminali umani, non potevano farmi del male!” disse Kara.

“Fisicamente no, ma emotivamente si. Nonostante le nostre sessioni al Deo per curare la tua fobia, non sei del tutto guarita e…”

“Si, in effetti ho avuto un inizio di attacco di panico, ma quando la situazione è cominciata a degenerare, la paura ha lasciato il posto al bisogno di aiutare quelle persone!” rispose Kara, per poi continuare “Oh Alex è stato fantastico. Mi sono quasi dimenticata cosa si provava a salvare qualcuno. Mi sono sentita così bene… proprio come una volta. Credo proprio di essere pronta a tornare in azione!” disse Kara felice.

“Sono contenta per te Kara, ma c’è qualcosa che ti infastidisce!” disse Alex.

“Cosa? No!”

“La ruga Kara!” disse Alex, incrociando le braccia “Tiro a indovinare, si tratta di Adam!”

Kara sospirò “Sì!”

“La serata è andata male?....a parte la rapina si intende!”

“No…è qui che ti sbagli. È andato tutto liscio. Stavamo chiacchierando e mi stavo anche divertendo, poi è successo quel che è successo e…Adam si è arrabbiato con me per aver salvato delle vite, cioè non perché quelle persone non sono morte, ma perché secondo il suo punto di vista, per salvarle, ho messo in pericolo me stessa. Io…io capisco che si sia spaventato, anche perché gli hanno sparato per proteggere me e…”

“Cosa?” chiese Alex preoccupata.

“Sta bene, ho fermato la pallottola, ma se non gli sta bene che mi metta in pericolo per salvare delle vite…” disse Kara interrompendo la frase, lasciando che sua sorella intuisse il continuo.

“Temi la sua reazione se dovesse scoprire che sei Supergirl? Metterti in pericolo è la cosa che sai fare meglio!” disse Alex intuendo i suoi pensieri.

“Non solo. Siamo usciti solo una volta e Adam è stato quasi ucciso per colpa mia. Tutti quelli che sanno di  me, sono in pericolo Alex. Non voglio che si aggiunga anche lui alla lista!” disse Kara tristemente.

Alex sospirò “Però Kara, non puoi nemmeno rinunciare a vivere!”

Kara alzò le spalle “Dovrò farci l’abitudine. Ma preferisco così piuttosto che perdere qualcuno per colpa di quello che sono!”

“Non può finire così Kara. Hai diritto anche tu a essere felice!” disse Alex.

“Sono felice. Aiutare le persone mi rende felice. Adesso almeno posso tornare a farlo!” disse Kara “Anzi, ho proprio intenzione di farmi subito un giro per i cieli di National City!” disse la ragazza, prima di cambiarsi e volare via.

 

Cat Grant era ancora alla Catco per finire un lavoro quando decise di fare una pausa.

Uscì sul balcone per ammirare il panorama. La rilassava sempre andare lì, riusciva ad allontanare le preoccupazioni e a trovare un po’ di pace da quello che significava essere la regina dei media.

Passò diversi minuti concentrata sui suoi pensieri, tanto che non si accorse di una presenza dietro le sue spalle.

“Ciao Cat!” disse una voce maschile.

L’interpellata sussultò, poi si girò “Adam, mi  hai spaventato. Cosa ci fai qui? Non dovevi uscire con Kera? Oh scommetto che non ti ha detto  dove abitavi. Eppure le ho dato …”

“No…no…siamo usciti, ma…” cominciò Adam, ma Cat lo interruppe “Ma cosa? Cosa ha combinato?” chiese la donna, dando per scontato che qualsiasi cosa fosse andata storto era colpa di Kara. Era chiaro per lei che la sua assistente era alquanto imbranata nelle relazioni amorose.

Adam sospirò “Stava andando tutto bene fino a quando non c’è stata una rapina a mano armata e…”

“Stai bene? non sei stato ferito!” chiese Cat preoccupata “Perché non mi hai chiamato? Kera sta bene?”

Cat calmati!” la interruppe Adam “Sia io che Kara stiamo bene e non aveva senso chiamarti dato che stavo venendo qua!”

“Oh giusto!” disse Cat.

“Durante la rapina Kara ha fatto una cosa che non  mi sarei aspettato e mi sono spaventato e…si è arrabbiata per essermi permesso di sgridarla!” disse Adam.

Cat lo guardò stranita “Adam, non riesco a seguirti!”

Kara ha affrontato i due rapinatori. Per poco non si è fatta ammazzare e…lo so che grazie a lei, nessuno si è fatto male e che quello che ha compiuto è stato un gesto nobile, ma…non riesco a  far altro che pensare che sia stato imprudente. Insomma, se le fosse successo qualcosa io…”.

“Non pensare a quello che avrebbe potuto essere. Il passato è passato. È normale che tu ti sia spaventato e che ti sia arrabbiato, ma quando la paura si sarà calmata, tutto sembrerà diverso e vedrai quanto accaduto da una prospettiva diversa. Kera ha questa predisposizione nel voler aiutare tutti, non importa cosa  comporti. È un po’ snervante in effetti e spesso si intromette in cose che non la riguardano!” disse Cat.

“Come il fatto di spedirmi una lettere da parte tua, affinchè ci incontrassimo?” chiese Adam, appoggiandosi al parapetto del balcone.

Cat sussultò “Te lo ha detto?” Era preoccupata per cosa potesse implicare questa scoperta da parte di suo figlio.

“No, ma quando te ne ho parlato eri sorpresa, quindi ho dedotto che tu non centrassi niente,  che c’era lo zampino di Kara, l’ho scoperto ora!” disse Adam “Ammetto che sono felice che lo abbia fatto, sebbene avrei preferito che me la inviassi tu!”

“Non ho mai trovato il coraggio di farlo. Dopo aver rinunciato a te, non credevo di aver diritto di essere tua madre!” disse Cat, desiderando in quel momento un bacchiare del suo drink.

“Come hai detto tu, il passato è passato. Andiamo avanti. Sono contento che Kara si sia intromessa nella nostra vita. Quando fa  queste cose, quando aiuta le persone senza mettersi in pericolo…bhe in questo caso questa parte di lei mi piace molto. Non avrei dovuto pensare il contrario!” disse Adam rattristato. “Credo che se la sia presa molto. Ha detto che tra noi non può funzionare!”

Cat alzò le spalle “Kera a volte è un po’ melodrammatica. Probabilmente anche lei si sarà spaventata. Le passerà vedrai!” disse la donna, prima di sentire un forte rumore di frenata provenire dalla strada.

Adam e Cat si affacciarono per vedere cosa stesse accadendo e videro due camion gareggiare tra di loro. Non preoccupandosi di rispettare segnali stradali e semafori.

“Oh no! Levati di mezzo!” urlò Adam dal quarantesimo piano dello stabilimento della Catco, quando vide un auto sul percorso dei due camion.  Sapeva che non lo avrebbe mai sentito, ma gli era venuto istintivo avvisarlo.

Mancava pochissimo allo schianto e fu in quel momento che Cat e Adam, videro qualcosa di rosso e blu sfrecciare davanti a loro.

“Supergirl!” disse Cat, sorridendo e guardando la sua eroina in azione.

Giusto in tempo, Supergirl si interpose in mezzo all’auto e i due camion, bloccando questi ultimi e salvando la macchina. L’impatto per fermarli però si dimostrò alquanto brusco e uno dei due tir, si incendiò e la ragazza dovette ricorrere al respiro congelante per proteggere il conducente.

“La Supergirl che conosco è tornata. Non l’avevo più vista usare la maggior parte dei suoi poteri anche quando le avrebbero fatto comodo!” disse Cat, contenta di constatare che chiunque avesse preso il suo posto, che fosse stato per  aiutarla o per sopperire a una sua mancanza, fosse sparito.

“È stata fantastica. Non l’avevo mai vista in azione. Ha salvato quella gente da morte certa…è stato…wow!” disse Adam elettrizzato.

Cat sorrise “Cosa ha fatto di tanto diverso da Kera?”

Adam tornò serio “Kara non è indistruttibile!”

“Nemmeno Supergirl lo è. Certo è fisicamente più forte e resistente di un essere umano, ma io che la conosco, vedo che non è poi tanto diversa da Kera o qualsiasi altra ragazza. Sembra sicura in quello che fa, ma anche lei prova paura, insicurezza in diverse parti della sua vita e ha bisogno di una guida che le sia di inspirazione e sono contenta che spesso si rivolga a me, oltre alle altre persone che la circondano e che la amano e che, diversamente da tutto il mondo, non la vedono come un robot al servizio dell’umanità, senza possibilità di sbagliare  o per l’esattezza che non deve assolutamente sbagliare, altrimenti la colpa diventa sua se qualcuno si fa male!” disse Cat con sincerità.

“Mi sembra di capire che l’ammiri molto!” disse Adam.

“Mi è di ispirazione e salva delle vite, non posso non ammirarla. Per questo ti consiglio di parlare con Kera. Ha fatto un gesto da apprezzare. Inoltre domani ci penso io a darle una tirata d’orecchio. Ha quasi rischiato di lasciarmi senza assistente!”.

Adam alzò un sopracciglio e disse “Molto coerente. Vado a vedere se riesco a risolvere le cose con Kara. Grazie Cat, ci vediamo domani?”

“Sai dove trovarmi!” rispose la donna, per poi vedere il figlio allontanarsi.

“La ringrazio per le cose che ha detto su di me. Lo apprezzo molto!” disse una voce femminile, proveniente da oltre il bordo del balcone.

“Supergirl!” disse Cat, girandosi nella direzione  della ragazza.

L’interpellata sorrise.

“Capiti nel momento giusto, avrei una domanda da farti. Riguarda mio figlio!” disse Cat.

Supergirl sussultò.

“Dato che sei una ragazza più o meno della sua età, forse puoi darmi qualche consiglio!” disse Cat.

“Problemi con Kara?” chiese l’eroina, sorprendendo Cat che disse “Come…

“Super-udito!” rispose Supergirl, indicandosi l’orecchio.

“Si, ma stavi facendo altro!”

“Ho il mio udito sempre attivo nel caso dovessi correre da qualche altra parte e quindi ascolto diverse conversazioni!”

“Oh, ok!” disse Cat  poco convinta.

“Comunque, se vuole consigli d’amore per Adam da parte mia, ha sbagliato decisamente persona!”

Cat si accigliò “Sei una bella ragazza, intelligente e di buon animo. Non posso credere che tu non abbia qualcuno nel tuo cuore o che non lo abbia mai avuto!”

“Essere un’aliena con poteri e soprattutto Supergirl, comporta una serie di ostacoli a relazioni amorose. Sono il bersaglio di molti nemici che pur di giungere a me, farebbero del male a quelli che amo. Non avrò mai una vita normale, ma finché le persone che mi circondano stanno bene…mi sta bene!” disse Supergirl con una punta di tristezza nella voce.

“Prima di tutto non credo proprio che ti stia bene, secondo non trovo giusto che tu rinunci alla tua felicità!” disse Cat.

“Non si può sempre avere tutto signora Grant e io voglio aiutare le persone, lo devo fare e come ogni scelta, anche questa ha le sue conseguenze!”

“Non riesco a vederla in questo modo. Secondo me devi solo trovare il giusto equilibrio e soprattutto la persona giusta!” disse Cat “Possibile che non ci sia nessuno che ti possa interessare?”

Supergirl non rispose subito, ma dall’atteggiamento della ragazza e dal modo in cui cercava di evitare il suo sguardo, Cat comprese che qualcuno aveva fatto breccia nel suo cuore.

“Deduco di si, davvero vuoi rinunciare a lui?” chiese la regina dei media.

“L’ho già messo in pericolo. Sono riuscita a salvarlo, ma un piccolo errore da parte mia e ora non ci sarebbe più. Non potrei mai perdonarmelo. In più non sa chi sono e…”

“Temi la sua reazione!” finì Cat.

Supergirl annuì “Inoltre devo anche mentirgli in continuazione!”

“Perché non gli dici la verità?” chiese Cat.

“Sempre per la stessa ragione, proteggerlo!” rispose l’eroina.

“è quello o hai paura che non accetti chi sei veramente?”  chiese Cat, nonostante sapesse già la risposta. Era così palese.

“Sono una straniera in questo pianeta, molti definiscono me e mio cugino degli invasori e non posso nemmeno dare loro torto, in quanto altri kryptoniani sopravvissuti, stanno cercando di far inginocchiare il genere umano. Inoltre quante probabilità ho di trovare qualcuno che accetti la mia diversità per tutta la vita, se gli umani si disprezzano e uccidono tra di loro per delle piccole differenze fisiche e culturali?” domandò Supergirl .

“Non tutti gli esseri umani sono così, qualcuno adatto a te dovrebbe esserci!” disse Cat.

Supergirl fece per rispondere, quando ad un tratto cominciò a sentirsi debole.

“Cosa ti succede Supergirl?” chiese Cat, all’eroina quando vide che qualcosa non andava.

Supergirl cadde in ginocchio e la regina dei media, l’affiancò immediatamente.

La ragazza d’acciaio comprese subito quale era la causa e ne cercò la fonte.

“Salve nipote, da un po’ che non ci si vede!” disse una voce femminile.

“Astra!” disse Supergirl, vedendo sua zia e Non avvicinarsi al palazzo della Catco per fermarsi a un metro di distanza dal balcone.

“Chi siete? Cosa volete?” domandò Cat ai due nuovi arrivati.

“Taci umana. Non sono fatti che riguardano un intelletto inferiore come te!” disse Non.

“Sai? La presunzione ad alti livelli in genere non porta molto lontano. Ti conviene abbassare la cresta se non vuoi farti del male!” disse Cat, alzandosi in piedi e fronteggiando Non.

Supergirl raccolse le sue forze per rialzarsi e si pose davanti a Cat dicendole “Signora Grant, non lo sfidi. Non non è capace di provare pietà!”

“Non mostrerò pietà per te che sei una di noi, figuriamoci di un essere umano!” disse Non.

“Nipote, unisciti a noi, per favore!” disse Astra.

“La mia risposta è sempre no. Ma l’offerta vale anche per te zia Astra. Abbandona il tuo folle piano di voler controllare il genere umano e vieni con me. Potremo tornare a essere una famiglia!” disse Kara speranzosa di poter convertire sua zia al lato buono.

“Il genere umano è destinato a fare la stessa fine del nostro pianta se non interveniamo!” disse Astra.

“Ma il vostro metodo è sbagliato. Non si può porre rimedio a questo con la forza bruta!” disse Supergirl.

“Tua madre disse pressoché la stessa cosa e il nostro pianeta è esploso. Tutti noi, te compresa, abbiamo perso tutto. Se mi avessero…se ci avessero fatto agire indisturbati ora Krypton…” cominciò Astra, ma Supergirl la interruppe “Sarebbe morto comunque. Il nucleo era andato. Non vi era alcun modo per poter porre rimedio a questo. Ora lo so. Ho davvero creduto che mia madre potesse rimediare ad anni di sbagli da parte della nostra specie, l’ho accusata per avermi mentito e illuso sul destino di Krypton, ma ora sono consapevole che niente e nessuno avrebbe potuto cambiare le sorti del pianeta. Voi avete una possibilità qui, sulla terra. Potreste vivere la vita che vi è stata negata sul nostro pianeta invece di lottare per una causa che io, non vi permetterò di portare avanti!” disse Supergirl determinata.

Non sfoderò la sua  lama di kryptonite, che non aveva effetto su di lui e Astra grazie alla loro tuta protettiva, e attaccò Kara con un fendente. La ragazza non avendo possibilità di muoversi per non lasciare scoperta Cat, venne colpita al braccio, lasciandole un profondo squarcio.

La ragazza urlò e si tamponò immediatamente la ferita.

“Supergirl!” la chiamò Cat preoccupata.

Cat, vai via di qui!” disse  la ragazza, per poi lanciarsi all’attacco, subito dopo aver chiesto i rinforzi al Deo tramite l’auricolare.

Sapeva infatti che combattere Non e Astra contemporaneamente, con la kryptonite che la indeboliva, non le dava molte speranze di vittoria.

Iniziò così uno scontro impari, sebbene Astra decise che Non era sufficiente.

Cat poteva vedere come i due kryptoniani combattevano tra di loro, con Supergirl che incassava più colpi di quanti ne riusciva a sferrare.

“Se Supergirl è davvero tua nipote come puoi rimanere li a guardare mentre viene uccisa?” chiese Cat alla donna che stava assistendo  alla lotta.

“Il nostro compito è più importante. Stiamo cercando di salvare questo pianeta!” rispose Asta.

“Sciocchezze. Supergirl salva il pianeta. Tutti i giorni e lo fa con opere buone, con la sua gentilezza e bontà d’animo. Non con presunzione e con la forza. Lei dona speranza ed è questo che fa la differenza!”

Astra si girò a guardare Cat, la quale aggiunse “Lo vedo nel tuo sguardo che vuoi bene a tua nipote e vedo l’incertezza di quello che stai facendo. Puoi ancora cambiare parte da cui schierarti. Pensa a quanto ami Supergirl. Di sicuro l’avrai conosciuta quando era una bambina indifesa, l’avrai vista crescere, sei sicura di poter convivere con il fatto di averla lasciata morire per una causa sbagliata?”

Astra abbassò la testa per poi rialzarla quando vide Supergirl venire scaraventata con forza a terra tanto da creare un cratere.

Il colpo l’aveva di sicuro ferita, non tanto per la potenza, ma per la vicinanza con l’arma di kryptonite che adoperava Non.

Cat sussultò a quanto vide. Il crearsi di quel cratere di punto in bianco, aveva portato le auto di passaggio a inchiodare per non caderci dentro, ma soprattutto era preoccupata per l’eroina. Corse a prendere l’ascensore. Non la vedeva bene per l’eroina e il minimo che poteva dare, dopo che lei stessa le aveva salvato la vita, era provare a fermare Non con le parole, sempre ammesso che avesse fatto in  tempo.

Kara era a terra e gemeva per il dolore. Faceva fatica a respirare a causa del colpo preso, che le aveva incrinato qualche costola.

Provò a rialzarsi, ma una fitta la costrinse a ristendersi, sebbene sapesse che non rialzandosi in fretta, sarebbe stata il bersaglio perfetto. Il suo corpo era pesante, ma provò  almeno a mettersi seduta, ma era ormai troppo tardi. Non era sopra di lei e la fissava con un sorriso soddisfatto. “La supereroina di National City messa al tappeto così facilmente. Dov’è ora la tua grandezza? Riesci a salvare gli altri, ma non te stessa?”

“Anche se mi uccidi, qualcun altro ti fermerà Non!” disse Supergirl determinata e convinta delle sue parole.

“Ah si? E chi? Tuo cugino? Eliminerò anche lui, esattamente come ho fatto con te!” disse Non, alzando la spada di Kryptonite in suo possesso “ora di addio a questo mondo!”

Non caricò il fendente. Kara chiuse gli occhi quando vide la lama abbassarsi e si preparò al dolore che l’avrebbe spezzata.

Avrebbe presto rivisto i suoi genitori. Si sarebbe unita a loro nella luce di Rao. Pensò però alla sua famiglia terrestre. Ad Alex ed Eliza che avevano fatto così tanto pe lei, ma sapeva che sarebbero andate avanti. Sarebbe stato doloroso all’inizio, ma tutto sarebbe andato per il meglio e sua sorella avrebbe potuto condurre la sua vita, facendo scelte che non riguardassero la sua protezione. Sarebbe stata finalmente libera.

Sentì un gemito di dolore, ma era certa di non essere stata lei.

Aprì gli occhi per comprendere cosa fosse accaduto. Vide qualcuno davanti a lei, qualcuno che si era messa in mezzo tra lei e Non, prendendo il colpo al posto suo.

“No!” urlò Kara “Zia Astra!”

  
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