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Autore: Mozaik    14/04/2020    7 recensioni
Invece di ritrovarsi nell'aldilà, dopo il suo sacrificio Regulus si risveglia nel suo vecchio letto, con un corpo da bambino e un treno da prendere il giorno successivo per andare ad Hogwarts. Tornato indietro nel tempo con solo un breve messaggio misterioso come guida, Regulus dovrà lottare in un mondo che già conosce per cambiarne gli eventi, fra inganni, sofferenze, scoperte e cambiamenti.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Corvonero, Famiglia Black, I Malandrini, Nuovo personaggio, Regulus Black
Note: De-Aging, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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The Struggles and Rebirth of Regulus Arcturus Black
 
 
VII Capitolo - Tarocchi e Sfere di Cristallo




 
Quando Regulus bussò alla botola dell’aula di Divinazione alle sette del mattino, mentre tutti gli studenti si preparavano per andare a fare colazione, si aspettò che non gli rispondesse nessuno o che in qualche modo potesse essere mandato a quel paese per via dell’orario. Invece, il Professor Xander Laurent aprì la porta ancora in vestaglia da notte, con l'aria di chi, nonostante si stesse già preparando per la giornata, si fosse svegliato da pochissimo. L’uomo lo squadrò, perplesso, dall’alto verso il basso.
“Tu non sei uno dei miei studenti.” Disse, sorpreso, per poi assottigliare gli occhi. “…Tu non sei uno dei miei studenti, vero?”
“No, Professore. Sono del primo anno, mi chiamo Regulus Black.” Non era stato un suo studente nemmeno nella sua prima vita, visto che aveva sempre considerato Divinazione una materia inutile: non che pensasse che non esistessero persone con il dono della Vista, ma in mancanza di essa era davvero inutile pretendere di poter guardare dentro una sfera di cristallo o leggere delle foglie di tè e vederci qualcosa. E frequentare un intero corso solo per imparare un po’ di teoria quando avrebbe potuto informarsi tranquillamente da casa era, secondo lui, uno spreco di tempo.
Ma dopo quello che era successo quattro notti prima, senza dimenticare le cicatrici del morso di mesi fa ancora visibili sulla sua gamba, era pronto a mettere da parte ogni sua singola convinzione e provare persino qualcosa come la divinazione. I due giorni scorsi li aveva passati in biblioteca, ma senza l’accesso alla sezione proibita o alla collezione di libri oscuri che si trovava a Grimmauld Place il massimo a cui aveva potuto aspirare erano documenti di magia di livello M.A.G.O. e favolette.
Aveva cercato in ogni singola riga, la prima notte non aveva neppure dormito (e la paura di riaddormentarsi non c’entrava nulla. No, proprio per niente.) pur di trovare un qualsivoglia indizio per la sua condizione.
Poi si era reso conto di una cosa: era impossibile trovare la sua situazione in un libro, perché da quello che sapeva nessuno era mai riuscito a viaggiare nel tempo in questo modo. Esistevano le Giratempo, certo, ma non andavano così indietro e soprattutto non funzionavano in quel modo: Regulus aveva riavvolto la sua linea temporale, o aveva sovrastato quella di un altro Regulus sostituendola, o aveva fatto qualcos’altro di mai realizzato prima… o quantomeno, di mai registrato. Maghi e Streghe e persino i Babbani cercavano di carpire i segreti del tempo da forse gli inizi della storia – e la Divinazione era uno dei pochi metodi con cui il Mondo Magico ci si era avvicinato.
Valeva la pena quantomeno tentare.
Il Professor Laurent si fece da parte per farlo salire nell’aula di Divinazione, poi gli fece cenno di aspettare e si ritirò nelle sue stanze. Regulus gli lasciò il tempo di vestirsi e rendersi presentabile, osservando intanto l’aula che non aveva mai visitato prima d’allora. Sapeva che Sirius aveva provato a frequentare Divinazione, ma che lui e Potter l’avevano mollata dopo i G.U.F.O.
Per il resto, non riusciva nemmeno a pensare a qualcuno che conoscesse che si fosse interessato alla materia.
“Allora… Regulus Black, giusto?” Chiese il professore, una volta tornato. La sua pelle scura andava in contrasto con le sue vesti da mago, di un lilla molto acceso, e con i suoi capelli corti bianchi come la neve – da quel poco che sapeva, l’uomo sapeva essere molto eccentrico, soprattutto nel modo di vestirsi. Mai quanto Silente, ovviamente. Gli fece cenno di sedersi su una delle poltroncine dell’aula, educatamente. “Come posso esserti d’aiuto? Se sei del primo anno, non dovremmo vederci almeno fino al terzo.”
Se non addirittura mai. Pensò Regulus. “Ho avuto… problemi a dormire, ultimamente.” Cominciò a spiegare, cauto. “Sono notti, mesi, che continuo ad avere lo stesso identico sogno. E non sembra essere un sogno normale, ma qualcosa di molto più reale - addirittura magico. So che c’è un’intera branca della sua materia che si occupa di analizzare i sogni in cerca di presagi e ho pensato quindi di chiedere a lei.”
Non aggiunse altro: non poteva di certo dirgli che il motivo per cui si trovava lì stava nell’essere lui stesso un “presagio” dal futuro.
L’uomo si grattò la testa, pensieroso. “Sì, è materia del quinto anno.” Rispose. “E hai ragione, Signor Black: un sogno ricorrente può essere un presagio del futuro. Per di più se sembra essere “reale” o addirittura pregno di energia magica, potrebbe trattarsi davvero di una visione. Aspetta un attimo.” Andò a prendere qualcosa da uno degli armadietti: quando tornò, gli consegnò fra le mani quello che sembrava un quaderno. “Questo è un Diario che usiamo in Oniromanzia. Partendo dal primo giorno in cui hai sognato quella determinata cosa, appunta precisamente ogni volta che è riaccaduto, cosa ci è successo dentro, i cambiamenti e le tue sensazioni durante e dopo il sonno. Non hai la metodologia per analizzarlo da solo, ma potrai portarlo a me e lo vedremo insieme.”
Regulus lo cominciò a sfogliare, perplesso. “Per quanto tempo dovrò tenere questo diario?”
“Almeno un mese dal primo sogno.”
“Un mese!?” Esclamò allibito il ragazzo, prima di cercare di contenersi. E se nel prossimo sogno il cane nero non lo avesse fermato dal raggiungere quella figura? O peggio ancora, se fosse stato morso di nuovo dalla creatura? Non avrebbe avuto un mese! “Non è per essere maleducato, Professore, ma speravo… speravo in qualcosa di più veloce. I sogni mi tengono sveglio: negli ultimi tre giorni ho provato a prendere delle pozioni, ma non posso continuare così o la mia salute ne rimetterà.”
Il Professore apparve pensieroso. “No, di certo hai bisogno di dormire.” Disse. Sembrò riflettere a lungo, prima di riprendere parola. “Se si tratta di una visione del futuro, possiamo provare a incanalarla attraverso un’altra branca della materia. Devo però avvertirti: io non sono un Veggente. Sono solo un esperto della materia teorica e visto che la Vista non si può insegnare, vado bene per spiegarvi i concetti… ma non è detto che possa dirottare qualsiasi visione tu possa aver avuto.”
“Tentar non nuoce.” Mormorò Regulus. Come aveva imparato tanti anni prima… o forse come avrebbe imparato fra tanti anni, ogni singolo indizio poteva portare a una soluzione più grande. Tutta la verità sull’Horcrux del Signore Oscuro era partita da qualche frase che il mago si era lasciato sfuggire nei suoi discorsi, in fondo.
“Va bene. Potresti cominciare, intanto, a raccontarmi cosa succede nel sogno.”
“Ero… in un posto buio. No, non era un posto buio. Era l’oscurità stessa.” Cominciò Regulus, esitando su cosa dire e non dire: gli Inferi, ad esempio, sapeva bene che rappresentavano la sua morte, ma sarebbe stato difficile spiegarlo all’uomo. “Inizialmente ero lì, bloccato. Non potevo muovermi minimamente, ma c’era gente che mi chiamava. Il sogno finiva con delle creature che mi… trascinavano via.” Deglutì, nervoso. “In quelli successivi sono riuscito a muovermi. Correvo e prima o poi vedevo una luce. C’era una figura lontana che dovevo raggiungere… ma qualcosa me lo ha impedito, più volte.” Si rese conto di star tremando, e si sforzò di fermarsi. “Una bestia grossa, nera…”
A quelle parole, il Professore si lasciò sfuggire uno sbuffo divertito. Regulus alzò lo sguardo dalle sue stesse mani, sbigottito.
“Oh, chiedo scusa… non c’entra nulla con il tuo sogno in sé.” Si affrettò a scusarsi l’uomo, imbarazzato. “E’ solo che una ‘bestia, grossa e nera’ è una delle cose che la gente tende a dire di più di aver visto nelle visioni… sia chiaro, non sto affermando che tu stia mentendo.” Aggiunse velocemente. “E’ più una cosa personale. Ho avuto una studentessa che si divertiva a predire a tutti i suoi compagni il Gramo, la bestia, almeno una volta ogni due lezioni. È considerato il presagio più assoluto di morte.”
Ovviamente doveva essere un presagio di morte. Pensò, seccato, Regulus. La mia solita fortuna.
“Non è detto nemmeno che fosse un Gramo, certo.” Gli spiegò il Professore. “E… ti impediva di raggiungere la figura?”
“Si avventava su di me… ma so che mi stava proteggendo dalla luce.” Rispose il ragazzo. “In un sogno di mesi fa, mi ha morso per fermarmi. Quando mi sono svegliato… la gamba mi doleva come se mi avesse ferito sul serio.” Non si azzardò a dirgli che, in realtà, un morso c’era stato davvero, e le cicatrici avevano faticato a guarire.
“Spesso coi sogni succede. Ci rimangono sensazioni come se fossero stati reali… E poi ti svegliavi?”
“Sì.” Per non parlare del suo sfogo magico al suo risveglio. Quella era un’altra cosa di cui non avrebbe parlato assolutamente.
“Mh…” L’uomo sembrò riflettere. “A primo approccio, le interpretazioni possono essere tante. La prima, quella che sembra più evidente, che ci sia qualcosa che ti impedisce di raggiungere un obiettivo che ti sei prefissato, o una morale. Ma per essere certi che voglia dire qualcosa, che sia una visione del futuro o anche solo un avvertimento della tua mente su qualcosa che ti affligge, devi completare il Diario. Intanto, però, c’è qualcos’altro che possiamo fare.”
Si alzò un’ulteriore volta, andando a controllare nel solito armadietto. “Dove li ho mess…ah!” Esclamò, soddisfatto, prima di ritornare al tavolo con un mazzo di carte in mano.
“I Tarocchi.” Spiegò. “Potrebbero essere il nostro metodo migliore. Sono, in fondo, la pratica divinatoria più stabile, e l’unica magia che possono fare anche i Babbani.”
Regulus rimase un attimo in silenzio. Poi, assimilò quello che aveva detto l’uomo e strabuzzò gli occhi, scioccato. “Cosa?”
“È normale non saperlo.” Sorrise il Professore. “Non è qualcosa che noi maghi tendiamo ad accettare, soprattutto quelli più conservatori. Solitamente viene detto che usiamo Tarocchi diversi rispetto ai loro, che disegniamo versioni delle carte più “magiche” e riempiamo i lati delle stesse di Antiche Rune nel tentativo di differenziarli… ma non funziona così, ahimè. Nel resto della Divinazione è la persona, se ha la Vista, a infondere di magia gli oggetti. Ma gli Arcani conservano il loro potere come Arcani anche se disegnati da un bambino su un foglio di carta… se quel bambino li percepisce come tali.”
L’uomo prese a mescolare il mazzo, mentre Regulus lo osservava come se fosse uno sciroccato. “Nelle mani di qualcuno che li sa interpretare, i Tarocchi funzionano a prescindere. Magia, o non magia. Ovviamente, la maggior parte dei Babbani che sanno davvero interpretare i Tarocchi vengono presi per pazzi dai loro simili, così il Ministero non è mai intervenuto. Ma è sicuramente il metodo migliore che possiamo usare per direzionare la tua visione. Per favore, Signor Black, mescolale tu ora. È meglio che confluisca anche la tua energia nel mazzo.”
Regulus afferrò le carte che gli porgeva l’uomo, ma ci mise qualche attimo buono per cominciare a mescolarle. Ciò che aveva sentito, se si trattava di qualcosa di vero, era assurdo. I Babbani potevano usare la magia? Certo, sapeva che cercavano di imitarla da tempo, ma usavano solitamente trucchetti che nulla avevano a che fare con il vero potere. Anche a mettergli una bacchetta in mano non potevano di certo usarla, e ora quest’uomo voleva fargli credere che attraverso delle semplici carte alcuni di loro potevano prevedere il futuro?
Impegnato così tanto a pensarci, non si accorse di aver ripassato il mazzo automaticamente all’uomo e che quest’ultimo aveva già cominciato la sua predizione. Quando si riprese, si rese conto che il professore aspettava pazientemente che lo ascoltasse per poter cominciare a parlare. Aveva posto cinque carte sul tavolino che c’era fra di loro, a formare quella che a Regulus sembrava essere quasi una croce, e gli indicò la prima carta– quella all’estrema sinistra rispetto alla visione dell’uomo.
“Cercherò di farti un riassunto semplificato di cosa dovrebbe rappresentare ogni carta, visto che non hai mai studiato Divinazione. La prima rappresenta un’affermazione che solitamente riguarda un percorso già intrapreso, e la seconda ciò che ostacola il tuo percorso… ovviamente, esso è relativo. Se il tuo percorso è negativo, l’ostacolo può essere invece qualcosa di positivo…” L’uomo fece una pausa, si assicurò che Regulus lo stesse seguendo, poi proseguì. “La terza carta rappresenta la discussione ed il giudizio… ti dà un’idea generale di ciò che ti succederà. In risposta a essa, la quarta ti dà una soluzione, un modo di comportarti rispetto a ciò che hai o che avrai in futuro. La quinta carta è la sintesi – rappresenta e quasi “riassume” l’intera lettura. Ovviamente, non è così semplice e ho cercato di snellirti le spiegazioni, ma almeno avrai una qualche minima idea di ciò che ti sto per dire.”
L’uomo gli indicò nuovamente la prima carta. “Questo è il Papa rovesciato… il Papa è una figura religiosa per i Babbani.” Si affrettò a spiegare, allo sguardo confuso del ragazzo. “Il tuo percorso inizia in maniera strana per un undicenne. Una strada che non era quella giusta, una ribellione importante…” L’uomo chiuse gli occhi, sfiorando ancora la carta. Aveva l’aria così solenne che Regulus, che fino a quel momento aveva continuato comunque a rimanere un po’ scettico, si sforzò quasi di trattenere il fiato pur di non disturbarlo. “E una figura maschile legata a te, che causa discordia, che ha provocato tutto ciò da cui parti… come già detto, una lettura insolita per qualcuno di così piccolo.” L’uomo lo squadrò, poi mormorò il nome “Black”, così piano che quasi il ragazzo non lo sentì. “Forse un parente?”
No, pensò subito Regulus. Tutto quello era partito da altro – e se si trattava di una figura, di un uomo che aveva seminato discordia nella sua vita, che gliel’aveva addirittura rovinata, poteva solo pensare al Signore Oscuro. Ma valeva, come figura del passato? O in questo caso del futuro? Chi altri poteva essere?
“In ogni caso, la seconda carta è la Torre.” Disse il Professore, passando alla carta alla sua estrema destra. “La caduta delle presunzioni umane. In rapporto alla discordia nella tua vita e in generale al tuo percorso, vuol dire che il tuo punto di vista è destinato a cambiare in maniera definitiva… forse anche catastrofica, sotto certi punti di vista. Credi in qualche religione, Signor Black?” Regulus scosse la testa. “La carta indica che tutto questo è volere di un bene superiore… se non credi in una divinità, puoi pensare che si tratti del Destino, del vero e proprio Fato che ci sta aiutando in questa visione. Ma andiamo avanti.”
“La terza carta è il Mondo rovesciato. È una carta piuttosto comune… soprattutto in tempi di guerra.” Mormorò l’uomo, sfiorando con la punta delle dita la carta più in alto. “Vuol dire che combatterai contro ostacoli praticamente insormontabili. Fortunatamente, c’è la quarta carta…”
Ad essa, situata nel punto più in basso, l’uomo sorrise dolcemente. “La carta degli Innamoratidritta. Indica gli affetti… ma anche le scelte. In questa posizione, sembra essere positiva. Mostra che i problemi che affronterai saranno vinti, i tuoi preconcetti superati, scegliendo l’amore.”
“Mi sembra una cosa molto cliché. Da fiaba, quasi.” Disse Regulus, inarcando un sopracciglio, poco convinto. L’uomo rise.
“Non sottovalutare la forza dell’amore!” Esclamò l’uomo. “E’ la magia più potente di tutte, in fondo. Non farti comunque trarre in inganno dal nome: non si parla per forza di un amore romantico. È qualcosa di molto, molto più amplio. Può essere un amore familiare, amicizia, persino l’affetto per un animale domestico o per il mondo in sé. Persino per te stesso.” Il Professore si schiarì la gola. “C’è un doppio significato, in realtà, e questo è romantico. La carta rappresenta anche il tuo futuro sentimentale, e in questo caso vedo due persone all’orizzonte. Ma onestamente non mi preoccuperei di questo, non ora: hai ancora un po’ di tempo per queste cose.” E gli sorrise, di nuovo.
Regulus sbuffò. Che cosa stupida – non si era mai interessato all’amore e sicuramente, visto che al momento voleva altre risposte su questioni lievemente più importanti la cosa gli sembrava davvero, davvero superflua. Per di più gli sembrava assurdo che addirittura avesse due persone fra cui “scegliere”, visto che nella sua prima vita… lui non aveva avuto nessuno. Ora che ci pensava, non riusciva nemmeno a ricordarsi se avesse provato interesse verso qualcuno – quando era arrivata la pubertà il suo pensiero era già al suo scopo, a unirsi ai Mangiamorte, e aveva ricacciato qualsiasi istinto dentro, in profondità. Ricordava di essere stato invitato a un appuntamento da qualche ragazza, ma le aveva tutte ignorate e respinte educatamente. Il pensiero non gli era nemmeno passato di mente. Non gli interessavano le ragazze, e aveva avuto troppo altro a cui pensare.
“Per il gran finale…” L’uomo toccò la carta centrale, l’ultima. “Il Giudizio. Rappresenta la rinascita dello spirito ed il ristabilimento fisico. La persona è rinata dopo aver subito prove schiaccianti… ovvero, esattamente ciò di cui abbiamo parlato fino ad ora.” L’uomo guardò le carte, pensieroso. “L’inizio è… decisamente particolare, ma sembra essere una buona lettura. Ti aspettano grandi cose, Regulus Black, questo è poco ma sicuro.”
“Cose molto vaghe.” Non era stato per niente d’aiuto! ‘Ostacoli insormontabili’ che ‘vincerà con la forza dell’amore’… poteva riferirsi a qualsiasi cosa, soprattutto visto che, come aveva fatto notare il professore, erano in una guerra. Tuttavia la prima parte era stata fin troppo accurata – non era normale, infatti, che un ragazzino avesse una figura malvagia a seminare discordia… a meno che non avesse già vissuto qualcosa di diverso. Il professore non poteva esserselo inventato, avrebbe provato a parlare di qualcosa di più vago, più adatto alla sua età. Invece, sembrava aver scelto qualcosa che si sposava troppo con il passato di Regulus. Tuttavia… “Non c’è niente sul mio sogno, qui.”
“No, non apparentemente per noi almeno.” L’uomo lo fissò – forse sembrò notare la sua espressione delusa, perché scosse subito la testa e si alzò. “Possiamo provare un’ultima cosa, se vuoi. Ho poche foglie di tè – devo fare rifornimento – e mi servono per le lezioni del terzo, ma posso provare a leggere qualcosa in una Sfera. Forse, con un’immagine visiva, potremo avere un’idea più chiara.”
Questa volta tornò con una sfera di cristallo e delle candele, togliendo i Tarocchi dal tavolino e poggiandoci il nuovo materiale. “Ovviamente, metti ancora in conto che io non possiedo la Vista. Ma se si tratta davvero di una Visione, potresti essere tu a vedere qualcosa.”
Il professore spense le luci e accese le candele – il ragazzo sentì incenso, e un’altra spezia che a Regulus ricordava menta mista a carbone bruciato. La stanza sembrò calare in un clima estremamente diverso da quello che c’era stato fino a quel momento, molto più riservato, mistico. Il Professor Laurent lo istruì su come posizionarsi, cosa pensare, come concentrarsi, conducendolo passo passo nella tecnica e spiegandogli che non doveva rimanerci male se non succedeva nulla, visto che comunque era una cosa che imparavano alla fine del terzo anno.
Regulus, tuttavia, non poteva permettersi un qualsiasi errore: se c’era anche una sola possibilità di ricevere un indizio, uno qualsiasi, che non fosse una predizione vaghissima su un futuro difficile o il fatto di aver FORSE sognato un presagio di morte, doveva coglierla al volo. Altrimenti gli sarebbe rimasto solo aspettare l’estate per poter accedere alla libreria di Casa Black – e non poteva permetterselo. Se le cose fossero peggiorate, se fosse stato aggredito ancora, ci sarebbe stato il rischio di non arrivare nemmeno all’estate.
Inalò pesantemente le spezie, lasciò che gli rendessero più caldo il petto. Forse per via dell’orario mattutino, forse per via di quel calore improvviso, quasi sentì le palpebre farsi più pesanti, ma rimase comunque concentrato sulla sfera. La superficie di cristallo sembrava essere sempre uguale, nonostante cercasse di sforzarsi il più possibile nel vedere qualcosa. Visualizzava il suo sogno, ogni singola parte di esso nella mente, il più chiaramente possibile, ma nulla.
E poi una piccola nebbiolina, nella sfera. Qualcosa di indecifrabile, intangibile – erano i suoi occhi ad essere appannati, un’allucinazione, o una vera visione? Pensò di aver visto qualcosa, batté le palpebre, mise più a fuoco – un ragazzo, dai capelli neri e i lineamenti troppo familiari, che lo fissava ghignando. Io? Sirius?
Una brezza improvvisa che lo fece rabbrividire, le candele che si spegnevano, e poi un sussurro al suo orecchio sinistro, quasi impercettibile. Una voce.
 
È ancora troppo presto.
 
E improvvisamente, mani che lo scrollavano. “Black!? Regulus?!”
Sbatté le palpebre, rendendosi conto di essere sdraiato a terra. Il Professor Laurent era su di lui, lo scuoteva guardandolo preoccupato.
“Cosa…?” Mormorò Regulus, confuso. Il Professore sospirò di sollievo, lo aiutò a rimettersi a sedere. “Cosa è successo?”
“Hai cominciato a guardare dritto nel vuoto.” Spiegò l’uomo, agitato. “E hai smesso di rispondere – per minuti interi. Stavo per andare a chiamare Madama Chips, perché i miei Reinnerva non sembravano funzionare…”
“Non ho visto niente nella sfera, Professore!” Lo interruppe Regulus. “Solo il mio stesso riflesso, è stato inutile! La prego, mi dica che non è stato così anche per lei.”
Per un attimo, qualcosa passò nello sguardo del Professor Laurent. Un’ombra che contorse la sua espressione in una di puro terrore. “No, io non ho visto nulla.” Mentì l’uomo. “Come ti ho già detto, io non ho la Vista.”
“Sta mentendo!” Esclamò Regulus. “Lei ha visto qualcosa-”
“Non è assolutamente andata così.” L’uomo lo rialzò, forse un po’ troppo bruscamente, prima di ficcargli fra le braccia il Diario dei Sogni. “Non posso aiutarti più di così, Signor Black, mi dispiace. Compila il Diario e torna fra un mese, e passa per favore dall’Infermeria prima di andare a lezione.”
“Ma-” Cercò di protestare il ragazzo, ma l’uomo lo stava già accompagnando alla botola.
“Buona giornata, Signor Black.” Mormorò il professore, prima di assicurarsi che scendesse dalla scala per sbattergli la botola in faccia, un’ultima espressione spaventata sul volto.
Regulus rimase a guardare la botola dal basso per qualche minuto. Poi emise un feroce verso di puro fastidio. Aveva solo sprecato una mattinata! L’unico indizio che poteva avere su quello che era successo quella notte, e il Professore si rifiutava di rivelarglielo! In un moto di ira, gettò lontano da sé il Diario dei Sogni, inutile come poche altre cose. Con un gesto della bacchetta rabbioso gli diede fuoco: sentì alcuni quadri, intorno a lui, lamentarsi del fumo, ma lui li ignorò – si voltò con rabbia verso le scale, abbandonano le ceneri del Diario insieme a qualsiasi cosa il Professor Laurent avesse visto nella sfera di cristallo.
 
 
Nel corridoio che portava all’aula di Incantesimi, Jason lo stava aspettando con in mano anche la sua roba. Regulus si rese conto solo in quel momento di aver dimenticato la borsa dei libri sul suo letto, forse perché convinto di poter tornare nel suo dormitorio prima dell’inizio delle lezioni. Invece, l’incontro col Professore di Divinazione lo aveva così fatto arrabbiare che aveva passato due ore a vagare, infuriato e pensieroso. Si era reso conto di dover andare a lezione solo perché aveva incontrato Bones, il Prefetto di Corvonero, che lo aveva redarguito aspramente per non essere a lezione.
“Non ce n’era bisogno…” Borbottò, accettando la borsa da Jason, ma lui scosse la testa.
“Non era tanto pesante.” Disse. “Ma dove sei stato!? Menomale che prima abbiamo avuto Binns, perché non si è accorto minimamente della tua assenza. Ero già pronto a mentire a Vitious dicendogli che stavi male ma lo sai, non riesco a mentire ai professori!”
“Con Lumacorno non hai avuto problemi, anzi.”
Jason gli lanciò un’occhiata scettica. “Lumacorno non fa paura.” Affermò, prima di trascinarlo in aula. Fortunatamente erano in orario.
“Perché, il Professor Vitious fa paura?”
“Lui personalmente magari no, ma è il responsabile dei Corvonero, no? Meglio non inimicarselo!” Si sedettero in uno dei posti più lontani dalla cattedra, ben sapendo che tanto nessuno avrebbe provato a rubarglieli: i Corvonero tendevano a stare tutti ai primi banchi, per poter seguire meglio, anche se non era sempre questo il caso.
“Allora, come mai sei scappato senza nemmeno fare colazione?” Gli sussurrò Jason, mentre tiravano fuori i libri e le bacchette. Si stavano esercitando al momento con l’incantesimo Lumos, ma era la seconda lezione sull’argomento, il che voleva dire che Regulus poteva smettere di fingere di non aver capito e illuminare senza alcun problema la bacchetta al primo tentativo. Al suo fianco Jason provò due, tre volte, ma non successe nulla.
“Incubi.” Si ritrovò a capire cosa poter dire o non dire al ragazzo. Alla fine, decise che Jason era abbastanza innocente da poter avere una mezza verità. “Sono andato dal Professore di Divinazione per chiedergli una mano a capirli, visto che analizzare i sogni è una branca della sua materia. Ma non è stato minimamente d’aiuto.” L’ultima frase fu sibilata con un tono acido, infuriato. Per distrarsi, e per non far sembrare a Vitious che stesse passando la sua lezione a divertirsi invece che ad allenarsi, si assicurò che il professore avesse notato il suo Lumos prima di mettersi a far volteggiare metà dei suoi libri e delle sue pergamene per aria.
“Quelli per cui urli la notte?” Chiese Jason. La sua bacchetta continuava a non illuminarsi. “Che cosa ti ha detto?”
“Mi ha dato un diario da compilare per un mese. Come se esso possa essere una soluzione!” Infastidito dai continui tentativi falliti del ragazzo, Regulus gli afferrò il braccio e glielo posizionò nella postura corretta. “E poi ha sicuramente visto qualcosa su di me nella sua sfera di cristallo, ma ha mentito dicendo che non era vero.”
Jason finalmente riuscì a illuminare la bacchetta. Il Professor Vitious disse qualcosa rivolto verso di loro su dei punti guadagnati per Corvonero, ma entrambi lo ignorarono. “Magari ha i suoi motivi? Non lo so, una predizione mi sembra qualcosa… boh, persino per il mondo magico sembra essere “strana”. Magari ha visto qualcosa che non c’entrava niente con te.”
“Mh-mh.” Regulus non era convinto per nulla e aveva la sensazione che se avesse avuto altri Diari fra le mani avrebbe bruciato immediatamente anche essi, ma lasciò perdere. Si fece praticamente condurre a pranzo da Jason, dove mangiarono quasi in silenzio, ascoltando passivamente un discorso sulla futura partita di Quidditch Corvonero-Serpeverde di altri studenti seduti accanto a loro. Le successive lezioni di Pozioni e Trasfigurazione passarono quasi in un attimo, lasciandoli di sera esausti nella Sala Comune di Corvonero e tirare fuori libri e pergamene per i loro compiti.
Oltre alle notti insonni, oltre alle mattinate stressanti, anche i compiti. E proprio come all’inizio dell’anno, Regulus non aveva alcun problema con la parte pratica degli esercizi, ovviamente… ma quella teorica lo metteva in enorme difficoltà.
“Sei fortunato che io abbia preso appunti, Black.” Esclamò Violet Lerman, porgendogli una pergamena stropicciata. “Il Professor Binns ha annunciato un test per la settimana prossima – in realtà pensa che sia per domani, ma chissà se ha davvero la concezione del tempo, essendo morto…”
“Non dovresti darglieli.” Disse Bertram, alzando lo sguardo dai suoi compiti. “Si prendesse i suoi appunti da solo.”
“Prima di tutto, fatti gli affari tuoi! Secondo, era assente, Aubrey, non a dormire come il resto della classe. Infatti…” Con un gesto veloce della mano, Lerman allontanò la pergamena dalle mani di Jason, che si era sporto per afferrarla anche lui. “…li darò solo a lui.”
“Dai, Violeeeet…” Si lamentò Jason. “Tu e Aubrey siete gli unici a riuscire a concentrarvi in quella materia del cavolo. E poi ti ho anche suggerito a Pozioni che dovevi mettere due cucchiai di miele di Celestino e non tre, quindi siamo pari!”
“Non mi hai suggerito un bel niente di tuo, hai sentito il Professor Lumacorno che correggeva Dirk Cresswell e poi la pozione era in comune. Avresti dovuto aiutarmi di base! La prossima volta pensa a studiare, o non supererai nemmeno gli esami del primo anno!”
“Ci provo, va bene?? Ma lo sai che non sono mai andato bene a scuola. Questa roba è difficile – e il Professor Binns non aiuta.”
Regulus lanciò un’occhiata al tema di Astronomia a cui stava lavorando e si rese conto che Jason non aveva tutti i torti. Cosa gliene poteva importare delle ‘Proprietà magiche degli Asteroidi’ soprattutto visto che sapeva che nella vita non gli sarebbero servite a nulla? “Pensavo ti piacesse studiare. Avevi detto di essere molto bravo.”
“Studiare? Assolutamente! Amo farlo. Studiare le cose di scuola? Eh…” Jason fece un sorrisetto imbarazzato. “Fammi scegliere l’argomento e ti divoro tutto. Ma questo…” Sventolò il suo tema. “…questo è noioso! Non riesco a concentrarmi.”
“Non riesci a concentrarti su Storia della Magia scolastica… però poi ti divori in un’ora libri “storici” inaffidabili.” Lerman sospirò, sconsolata. “Come si chiamava, l’ultimo che hai ritirato dalla biblioteca, quella noia mortale? Complotti assurdi sullo staff di Hogwarts…?”
Leggende nascoste sui Presidi di Hogwarts, ed era bellissimo” A Jason si illuminarono gli occhi. “Sapete che Gale Colbrin ha avuto una relazione sia con la sua insegnante di Difesa, Miranda Toads, sia con quella di Erbologia, Phyllida Spore, ed è per quello che è andato in pensione precocemente e non perché ha cominciato a perdere la vista? O che Helga Gulls non era una Gulls, ma era stata cacciata dalla famiglia Selwyn per via delle sue idee rivoluzionarie riguardo i Babbani? O che Gawain Gadwyn, il primo preside di Hogwarts, era in realtà un Lupo Mannaro!?”
Regulus inarcò un sopracciglio. “Questo è impossibile. Lo sapremmo, se i Fondatori avessero permesso un Lupo Mannaro come loro sostituto.”
“Questo è quello che dici tu. La storia viene scritta dai vincitori in fondo, magari la cosa è stata solo nascosta da tutti i suoi successori. Scommetto che se Lord Coso conquisterebbe il Mondo Magico, tutti i Presidi Nati Babbani scomparirebbero dai libri di storia!”
Conquistasse.” Lo corresse Regulus, sospirando. “Quindi è per questo che non riesci a capire come fare gli incantesimi? Ti annoi?”
Jason arrossì di imbarazzo. “No… su quelli non sono bravo e basta.” Sconsolato, sembrò affossare nella poltroncina in cui era seduto, coprendosi il volto con la pergamena. “Forse hai ragione, Violet, di questo passo non passerò nemmeno il primo anno…”
Regulus lanciò un’ultima occhiata al suo tema di Astronomia, poi di nuovo a Jason. “Ascolta… posso darti una mano io.” Borbottò. “Non con Storia della Magia o le parti teoriche, ma con gli incantesimi almeno...”
“Sì, così devi fare doppio lavoro. E non posso nemmeno ricambiare il favore, visto che non sono bravo in niente.”
“Sei in bravo in Erbologia.” Concesse Regulus. “Non sarai il migliore del nostro anno ma ci sai fare, con le piante. Io, invece, non… non mi ci interesso abbastanza. Puoi ricambiare così.”
“E io posso aiutare entrambi con Storia della Magia.” Esclamò Lerman. “Così dovremmo aver coperto quasi tutte le materie… tranne per Astronomia e Pozioni, però.”
Jason non sembrava convinto, ma piegò la testa di lato e chiuse gli occhi, pensieroso. “Aaron è bravo in Astronomia.” Ricordò. “In Pozioni non saprei, però. C’è la Pace, ma non ho così tanta confidenza da andare a chiederle una mano…!”
“Ma magari Sera ha bisogno di una mano per qualche altra materia, come io ho un po’ di bisogno per Difesa, e quindi… Ma non sarebbe più semplicemente darci una mano fra noi due, o noi tre. Sarebbe… oh!” Lerman sembrò quasi illuminarsi di luce propria. “Potremmo fare un gruppo di studio!”
“Un gruppo… di studio?” Chiese Regulus.
“Tu sei praticamente un genio negli incantesimi, no?” A quelle parole, Regulus si sentì quasi un imbroglione, visto che la sua conoscenza veniva da aver già frequentato sette anni di scuola… poi, si ricordò che comunque aveva studiato, in quei sette anni, si era impegnato per essere bravo. “Io sono brava nella Teoria, ma non molto nella pratica. Se chiamiamo Aaron per Astronomia, e magari Dwayne come supporto in più in Difesa, e Sera per Pozioni, e magari qualcun altro per Trasfigurazione – non puoi spiegare tutto tu, cavolo, faresti il triplo del lavoro che faremmo noi- potremmo effettivamente aiutarci tutti a vicenda e non avere lacune.”
“Non potete farlo!” Protestò Bertram, indignato. “Prima di tutto, i gruppi di studio sono roba da Tassorosso. E poi, sarebbe come… barare! Non sarebbe il vostro impegno personale!”
“Sarebbe il nostro, invece!” Esclamò la ragazza, piccata. “Aiutarci a vicenda non vuol dire imbrogliare. Nessuno è bravo in tutto. Se non ti interessa, non partecipare e chiudi quella boccaccia che ti ritrovi, ma è un’ottima idea!”
Jason giocherellava con la sua pergamena. Non sembrava molto convinto, e continuava a lanciare sguardi imbarazzati sia a Regulus che a Lerman. “Potrebbe esserlo, ma sarei l’unico a non poter aiutare davvero. Un altro modo per sentirmi inutile…”
“Jason.” Lerman sospirò. “Non sei inutile solo perché hai difficoltà. E non è colpa tua se nel mondo magico non sembra esserci un’alternativa a un Conversatorio…”
Conservatorio.” La corresse Jason.
Regulus inarcò un sopracciglio. “Un cosa?”
“Una scuola in cui si studia principalmente musica – Jason è estremamente bravo, sa suonare tanti strumenti.”
“Strumenti che non posso portare a Hogwarts, però. Come il mangiacassette…”
“Musica è una materia facoltativa dal terzo anno in su.” Gli fece notare Regulus, ma Jason rise.
“Solo se ci sono abbastanza richieste per far partire il corso, e non ci sono quasi mai. Mi sono informato.” Fece spallucce. “Non importa… potrei fare qualche corso estivo babbano, ma prima devo concentrarmi sulla scuola. Un gruppo sarebbe forte…” Il ragazzino spostò il suo sguardo su Regulus. “Ma tu puoi partecipare? Anche se così ti vedono insieme ai Nati Babbani?”
Regulus ci rifletté bene. C’era l’enorme rischio che arrivasse alle orecchie della sua famiglia il fatto che non convivesse e basta con i Nati Babbani, ma che ci socializzasse pure… poi, si rese conto che continuava a girare con Jason senza nascondersi e che da quel punto di vista, il danno era già stato fatto. La domanda giusta era: avrebbe attirato ancora di più l’attenzione di Rosier ed il suo gruppetto di aspiranti Mangiamorte su Jason? Regulus aveva già qualche idea su come farli smettere, quindi sarebbe stato meglio per loro che non ritentassero ciò che avevano fatto al ragazzo al ritorno dalle vacanze di Natale.
“Sarebbe lavorare con i miei compagni di casa e basta.” Concesse Regulus. “Niente che non potrei spiegare.” Jason era ancora convinto, falsamente, che il problema fossero solo i parenti di Regulus e non le sue convinzioni, e niente sembrava fargli cambiare idea. Da una parte Regulus voleva continuare a insistere, a mettere bene in chiaro quale fosse la vera situazione, dall’altra… c’era qualcosa in lui che lo bloccava dal farlo.
Jason sorrise. “Beh… allora va bene. Gruppo di studio sia! Io, voi due, poi quindi chi altro? Aaron dirà di sì sicuramente, ma gli altri?”
“Ad Aaron lo chiedo domattina, ma sicuramente dirà di sì.” Confermò Violet. “Aubrey…”
“Contatemi fuori.” Esclamò Bertram, alzandosi e chiudendo di scatto il suo libro di pozioni, prima di prendere tutto il suo materiale e dirigersi seccato verso il dormitorio. Lerman alzò gli occhi al cielo.
“Niente Aubrey. Allora, abbiamo me per Storia della Magia e per qualche altra parte teorica, Aaron per Astronomia, Jason per Erbologia. Ed entrambi voi due per Volo.” Qualche giorno dopo il disastro ai provini di Quidditch, avevano avuto la loro prima lezione con Madama Bumb. Regulus ovviamente si era dimostrato il migliore della classe ma avevano scoperto che con una scopa decente e senza la fretta di doversi allontanare da tutti per mostrare le proprie abilità, Jason non era per nulla male. “E per Difesa, Incantesimi e Trasfigurazioni Regulus… Dwayne per aiutare in Difesa, se accetta, ma rimane il problema di Pozioni. Se Sera non accetta, abbiamo una materia scoperta. Ma a parte lei, il nostro anno non se la cava molto bene in quella materia…”
A quelle parole, a Regulus balenò nella mente qualcosa di inaspettato. Qualcuno che era suo compagno di banco sia a Trasfigurazione, sia a Pozioni, e che aveva visto più volte all’opera. I voti più alti del suo anno in Trasfigurazione, e una padronanza degli incantesimi in generale niente male! E direi che nemmeno in Pozione se la cava così male… Aveva detto Lumacorno, e lui stesso aveva notato che quando era lui a occuparsi delle loro pozioni, esse sembravano diventare migliori.
Gli aveva suggerito di fare amicizia con altri del loro anno. Poteva fare in modo che questa fosse un’occasione per lui?
“Non se la cava in pozioni il primo anno di Corvonero.” Disse. “Che ne dite di Littleton? È in Tassorosso.”
“Quello che si siede sempre vicino a te, Black? Sembra essere bravo, sì.”
“Non so se accetterà, però.” Esclamò Jason. “Non gli sembravo molto simpatico, alla festa. Continuava a guardami male, ci siamo messi vicini solo perché…” Esitò. Sicuramente si stava riferendo al fatto che entrambi, Nati Babbani, erano stati presi di mira dallo stesso gruppetto. “Forse se glielo chiedi tu. Tu gli sembri simpatico.”
Sembrare ancora più simpatico a Damian Littleton era proprio quello che Regulus voleva evitare, ma se era lui ad averlo proposto era anche normale che fosse lui ad avvicinarglisi. In fondo, nessun altro dei Corvonero sembrava aver mai rivolto la parola al ragazzo. Sì, glielo avrebbe chiesto a lezione, in un ambiente neutro, specificando che non era una questione di amicizia ma-
“Regulus?” Si sentì scuotere, abbastanza bruscamente. Sbatté le palpebre, confuso, notando che Jason lo stava guardando perplesso. Anche Lerman sembrava preoccupata.
“Ti sei tipo… assentato per qualche secondo. Fai anche un minuto buono. È stato strano, mi guardavi fisso ma non reagivi.” Il ragazzo lo osservò meglio, piegando la testa di lato. “Sonno?”
Non se ne era minimamente accorto… probabilmente si era assopito senza volerlo. Era abbastanza tardi, ora che notava. “Credo di sì.” Mise da parte il suo tema di Astronomia, arrendendosi al fatto che non lo avrebbe mai finito quella sera. “Se leggo di un altro corpo celeste, impazzisco. Credo che sia ora di andare a letto.”
“Non ce la fai con l’Astronomia? Abbastanza ironico questo, Regulus.” Sorrise Jason. “Visto? Mi ricordo qualcosa di quella maledetta materia.”
“Sono sicura che ti sarà estremamente utile con la Professoressa Sinistra, sapere che il nome di un tuo amico è una stella!” Lerman sbadigliò. “Sì, è proprio tardi. Se Sera è ancora sveglia, le chiedo per Pozioni. Buonanotte!”
La ragazza si dileguò verso il suo dormitorio, mentre Jason aiutava Regulus a radunare i libri sparsi in giro. “Pensi che sia una buona idea fare un gruppo di studio?”
Non sapeva rispondergli. “Può esserlo come può non esserlo. Se fallisce, posso sempre darti una mano in privato.” Fece spallucce. “Ma senza provarlo, non possiamo saperlo.”
“Forse hai ragione. È solo strano – hai sentito cosa ha detto Aubrey, no? È roba da Tassorosso. Già ho dubbi sull’essere Corvonero visto che il Cappello voleva mandarmi da tutt’altra parte, quindi…”
“L’ha proposto la Lerman, no? E non riesco a pensare a qualcuno più Corvonero di lei.”
“Aubrey. Aubrey è lo stereotipo del Corvonero fatto e finito!”
“Bertram farebbe seccare persino Rowena Corvonero in persona, non credo valga…”
Continuarono a scherzare sull’argomento mentre salivano le scale, abbassando la voce per non svegliare i loro compagni già addormentati. Finalmente, dopo un’intera giornata a rimuginarci sopra, Regulus sembrò dimenticarsi di quell’orrenda mattinata, del Professor Laurent, di Divinazione, dei suoi sogni. E quando si mise al letto, con l’animo più leggero e le preoccupazioni lasciate alle spalle, non sognò la luce, la figura, o il cane nero.
Non sognò assolutamente nulla.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
~ Importante, leggere per favore ~
Queste note dell’autore consistono in un paragrafo un po’ lungo e ovviamente non vi obbligherò a leggerlo, ma sono cose che volevo condividere con voi – sia con chi è con me fin dagli inizi, sia chi comincerà a leggere la fic solo da oggi.
Due anni, circa, dall’ultimo capitolo. Non darò giustificazioni o scuse per il ritardo – sì, ho avuto grossi problemi, ma allo stesso tempo ho scritto altre storie e mi sono dedicato ad altri progetti invece che a questo, quindi non sono molto perdonabile.
La verità è che la Chrono Board AU (prima chiamata “Chrono Time”, ovvero la saga di cui “The Struggles and Rebirth” è il primo capitolo) è qualcosa di davvero importante per me. Andando avanti scrivendo mi sono reso conto che non ci stavo prestando la giusta attenzione: mi ero gettato in questo progetto spinto dall’entusiasmo, senza aver fissato determinati paletti o deciso certi dettagli. Ma la cosa più importante è, forse, che stavo ancora “giocando sul sicuro” – ho evitato certi argomenti o scelte, preferendone altre che reputavo inconsciamente più “tradizionali” (non per questo migliori o peggiori, semplicemente diverse). In particolare sto parlando dell’applicazione di un “trope” che faticavo ad utilizzare perché lo consideravo, seppur utilizzato in molti altri fandom, “poco adatto ad Harry Potter”.
Quando mi sono però reso conto di non star scrivendo qualcosa che mi stesse piacendo, ho fatto un passo indietro e ho rivalutato tutta la fanfiction, mandandola su una strada completamente diversa rispetto a quella che avevo intrapreso con essa nel momento in cui ho pubblicato il primo capitolo. Ho cambiato interi intrecci di trama, relazioni riguardante ai personaggi, personaggi stessi e finalmente posso dire di avere in mente tutto quello che mi serve per far andare avanti la fanfiction, il che vuol dire che i prossimi capitoli potranno uscire senza problemi. Ritardi vari saranno collegati solo a pigrizia ed eventuali problemi esterni, lo prometto, ma non più a revisioni.
Al momento i primi sei capitoli della storia non hanno dovuto subire cambiamenti riguardante questo nuovo approccio, visto che fortunatamente si basavano sulle cose che sono rimaste pressocché invariate.
Chiarito tutto questo malloppo di informazioni, passiamo alle cose interessanti:
 
 
  1. Poiché non ci facciamo mancare niente, la predizione è stata realmente eseguita con i Tarocchi dalla mia amica Vivi. L’ho fatta impazzire: ne ho chiesta una prima del rework della storia, poi mesi dopo me la son fatta correggere in previsione di esso e quando finalmente aveva finito e avevamo quella giusta… ho cambiato di nuovo le carte in tavola. Sorry, Vivi. In ogni caso, seppur la predizione sia stata fatta da qualcuno di competente, io personalmente di tarocchi ne so poco, quindi potrei aver spiegato erroneamente ciò che mi è stato detto.
  2. Il “gruppo di studio” non è completamente una mia idea originale, ma è un prompt molto comune riguardante Hogwarts che ho letto in innumerevoli fanfiction di Harry Potter. Lo trovo un modo perfetto per far avvicinare gli studenti quando non abbiamo a portata di mano Troll che si introducono nella scuola o Professoresse di Difesa che non insegnano la propria materia.
  3. Ho modificato la parte iniziale dello scorso capitolo. Si tratta solo di poche righe e soltanto di quelle riguardanti ciò che han combinato Orion ed Alphard Black ai tempi del loro Lumaclub. Poiché si trattava di “mettere le pezze” ad un errore che avevo commesso nei capitoli precedenti (mi ero completamente dimenticato che Lumacorno avrà sicuramente invitato Regulus dal primo anno per la sua famiglia, e non solo dal secondo per via del Quidditch) ma era risultato un pezzo parecchio confuso, l’ho modificato togliendone i dettagli e riducendolo. Tutto il resto del capitolo è rimasto invariato.
  4. Non ho risposto a tutte le vostre recensioni, non perché non volessi ma semplicemente perché già faccio schifo io a rispondere, son passati due anni e non sapevo se effettivamente fosse “giusto” mandarvi una notifica e rispondervi per una storia così vecchia. Conoscendomi sarei stato ancora altri giorni ad arrovellarmi su cosa rispondere, quando rispondere, come rispondere… rimandando la pubblicazione del capitolo di mesi. Quindi sappiate che ho letto tutto, ho apprezzato TANTISSIMO, potrei rispondere nei prossimi giorni ma al momento non ce la faccio, scusate ;;
  5. Ho modificato la grafica dei capitoli precedenti - adesso hanno tutti Titolo e Sottotitolo, il testo è a dimensioni 14 e le Note d'Autore a dimensione 12. Mi dava l'urto che fosse diverso XD. Inoltre ho ridotto la dimensione dei capitoli, preferisco arrivare a dieci pagine come oggi ma avere un capitolo più coerente che sforzarmi a scrivere 18 pagine e inserire pezzi che "stonano".
  6. Poiché lo stereotipo che tutti i Corvonero siano bravissimi a scuola mi sta un po' sulle scatole, Jason a scuola non è bravo per niente: è bravissimo a studiare, ma solo cose che gli interessano. E' quel tipo di ragazzo che con una biblioteca disponibile ti diventa un pozzo di scienza, ma che racimola voti bassi in ogni materia. Corvonero non è solo la casa dei """secchioni""" ma in generale dell'intelligenza, dell'acume e della creatività. Spero di rappresentarla bene, visto che non è la mia casa! (Chissà se indovinerete la mia, di casa)
 
Per coloro che mi seguono ancora, grazie di cuore e vi chiedo ulteriore scusa per il ritardo. Per chiunque inizierà la fanfiction oggi, benvenuti e grazie di cuore anche a voi. Spero che d’ora in poi la stesura di questa storia vada a gonfie vele, senza problemi.
  • Mozaik
  
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