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Autore: Nao Yoshikawa    16/04/2020    11 recensioni
[Good Omens x Once upon a time]
Aziraphale ha il compito di eliminare l'oscurità da una cittadina del Maine, Storybrooke. Nonostante un'iniziale riluttanza, Crowley deciderà di seguirlo in questo viaggio, che spera duri pochi.
Una volta arrivati, però, i due si ritroveranno privi dei propri poteri, in una città abitata niente meno che dai personaggi delle fiabe.
DAL PRIMO CAPITOLO:
Henry Mills era molto giovane, ma sicuramente non si stupiva più tanto facilmente. Per questo se ne rimase tranquillo, quando vide quello strano tipo avvicinarsi.
«Ehi, ragazzino. Hai per caso visto o sentito qualcosa di strano?» gli domandò Crowley, sottovoce. «Qualcosa di oscuro e pericoloso?»
Henry parve pensarci un po’ su.
«Dipende cosa intendi. Qui c’è molto spesso qualcosa di oscuro o pericoloso.»
Crowley fu molto sorpreso da quella risposta, tanto che si voltò a guardare Aziraphale.
«Mi sta per caso prendendo in giro? Senti, siamo qui per risolvere un problema. Però… qual è il problema?!»
Genere: Fantasy, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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1 - Welcome to Storybrooke


Il compito di un angelo sulla terra era quello di fermare il male, di portare gli umani a compiere buone azioni, di diffondere pace, amore e speranza. Il compito di un demone, al contrario, era portare caos e distruzione. Per tal motivo, molto spesso Crowley e Aziraphale non si trovavano d’accordo. Soprattutto quando l’angelo cercava di convincere il demone ad aiutarlo a compiere qualche buona azione.
Non si era mai visto un demone compiere una buona azione, anche se in effetti Crowley come demone era un po’ atipico.
«Te lo puoi dimenticare», proferì infatti a braccia conserte. «Non sono affari che mi riguardano. E non dovrebbero riguardare anche te.»
Aziraphale sollevò sorpreso lo sguardo verso Crowley. Alle volte lo trovava proprio adorabile quando incrociava le braccia al petto e si poneva con quel modo quasi infantile.
«Ma Crowley, io sono un angelo, non posso ignorare l’oscurità.»
«Sì, ma… dall’altra parte del mondo? Non possono mandarci qualcun altro? Insomma, non sei l’unico angelo, perché proprio te?» si lamentò.
«Beh… in effetti potrei anche lasciare il compito a qualcun altro, però…»
Però in effetti l’idea di andare in un posto che non aveva mai visitato per sconfiggere l’oscurità lo entusiasmava non poco. Per quanto amasse la tranquillità della vita di tutti i giorni, doveva ammettere che ogni tanto era bello anche variare.
«Però vuoi andarci comunque! Lo sapevo, tutti quei libri ti hanno dato alla testa. E se è pericoloso? E se non torni più?»
Quel suo modo di preoccuparsi era dolce e Aziraphale se ne sentì lusingato, in effetti arrossì anche a quelle sue parole.
«Infatti è per questo che stavo pensando che… beh… potresti venire con me», tentò. Era azzardata come richiesta, ma Aziraphale non avrebbe voluto accanto nessun altro se non proprio lui.
«Venire con te? Ma io non posso aiutarti a compiere buone azioni, non è… da me?» tentò.
Oh, ma cosa esattamente non era da lui? Quell’angelo tirava fuori la sua parte buon, quella che non credeva nemmeno di possedere.
«Se non vuoi, posso sempre andare da solo…»
«Ho detto che non posso compiere buone azioni, non che non posso venire con te!» si corresse subito. «E poi io sono un demone, nessuno percepisce l’oscurità meglio di me e… se andassi da solo ti cacceresti in qualche guaio.»
Oh sì, era questo, non il fatto che non volesse averlo lontano nemmeno per un giorno.
Aziraphale sorrise, più tranquillo.
«Grazie, Crowley. Sono certo che non ci impiegheremo tanto. E poi è molto che non torno in America.»
«Sì, sì, come vuoi. Piuttosto, com’è che si chiama questo posto in cui dobbiamo andare?» sbuffò Crowley.
«Storybrooke. Si chiama Storybrooke», sussurrò Aziraphale, trovandolo un nome molto, molto curioso.
Sicuramente sarebbe stato un posto pieno di sorprese.
 
Ci vollero due giorni appena per organizzare il tutto. Crowley aveva spiegato che quella per lui non sarebbe stata affatto una vacanza di piacere, quindi non aveva intenzione né di prendere un aereo né di fare chissà quante ore di volo, quando poteva benissimo teletrasportarsi. Certo, da un paese all’altro in quel modo sarebbe stato un po’ stancante, ma sempre meglio che perdere tempo, stava già accontentando abbastanza Aziraphale (ed anche se stesso). D’altro canto, l’angelo non aveva protestato troppo. Non avrebbero perso troppo tempo e contavano di tornare a Londra il giorno stesso.
«Spero di arrivare nel punto giusto. È tanto che non mi teletrasporto ad una distanza così alta. Magari ci perdiamo qualche pezzo per strada», sorrise il demone divertito.
«Crowley, non dire queste cose neanche per scherzo», sbuffò l’angelo, prendendolo sottobraccio e salutando con una mano i suoi libri. «Torniamo presto!»
Crowley alzò gli occhi al cielo, trattenendosi dal fargli il verso.
Che piagnucolasse poco, era stata sua l’idea di andare a fare l’eroe in luoghi sconosciuti. E lui, stupidamente innamorato per com’era, ovviamente gli stava andando dietro.
«E va bene, ora concentrati. Ci impiegheremo qualche secondo», sussurrò, chiudendo gli occhi e adorando silenziosamente il fatto che l’angelo si fosse aggrappato al suo braccio. Dopo qualche istante, la libreria e i libri iniziarono a svanire. Una’altra manciata di secondi dopo e con un violento impatto, Aziraphale e Crowley si ritrovarono da tutt’altra parte, su un strada asfaltata in mezzo agli alberi.
«Ah!» esclamò l’angelo aggrappandosi più saldamente e sentendo la testa girare. «Ce l’abbiamo fatta?»
Il demone strabuzzò gli occhi, togliendosi un attimo gli occhiali e leggendo chiaramente un cartello con la scritta “Welcome to Storybrooke”.
«Io direi di sì. Ebbene, tutta questa fatica per un posto così desolato? Ma dove mi hai portato?»
«Tecnicamente sei tu che ci hai portato qui», Aziraphale si schiarì la voce. «Forse dovremmo provare ad entrare. Avverto un’energia strana.»
Crowley non avrebbe potuto dargli torto, perché in effetti c’era un’aura particolare che avvolgeva quella piccola e insignificante cittadina, non avrebbe saputo dire cosa. I due decisero di attraversare il confine, entrando ufficialmente a  Storybrooke. Andando avanti, poterono constatare che non fosse poi un luogo così desolato come pensavano. Anzi, era molto viva e gli abitanti sembravano tranquilli e cordiali, questa era l’impressione che aveva subito avuto Aziraphale. Addirittura pensò che sarebbe stato un luogo carino in cui vivere, ma ovviamente Crowley non era stato dello stesso avviso.
«Mah… qui la gente mi pare felice e contenta, sei proprio sicuro che siamo nel posto giusto?» si lamentò, camminando stancamente con le mani dentro le tasche.
«Ma certo che siamo nel posto giusto, lo senti anche tu che c’è qualcosa di strano. Solo che non capisco cosa…» rifletté Aziraphale, facendo poi spallucce. «Beh, al massimo ci fermeremo qui per qualche giorno…»
Nel sentire quelle parole, Crowley lo afferrò per un braccio, fermandolo.
«Eh no, angelo, te lo scordi. Io non mi fermerò in questa città delle bambole, mi innervosisce, io rivoglio la mia città, la mia auto e il casino!»
«Beh, caro, al massimo puoi sempre tornartene a casa da solo…» dichiarò lui, guardandosi intorno e scorgendo qualcosa che aveva attirato la sua attenzione. «Ma guarda, una biblioteca!»
«Aziraphale, non pensarci neanche, questa non è una visita di piacere. Magari posso chiedere a qualcuno…»
Assottigliò lo sguardo. Le sue attenzioni caddero subito su un ragazzino, appena adolescente, che se ne stava a mangiare un gelato. Era perfetto, i ragazzini lo adoravano, come tutti del resto. Quindi gli si avvicinò, sotto lo sguardo confuso di Aziraphale che gli domandò un sonoro: “Crowley, ma che fai?”, a cui non avrebbe trovato risposta.
Henry Mills era molto giovane, ma sicuramente non si stupiva più tanto facilmente. Per questo se ne rimase tranquillo, quando vide quello strano tipo avvicinarsi.
«Ehi, ragazzino. Hai per caso visto o sentito qualcosa di strano?» gli domandò Crowley, sottovoce. «Qualcosa di oscuro e pericoloso?»
Henry parve pensarci un po’ su.
«Dipende cosa intendi. Qui c’è molto spesso qualcosa di oscuro o pericoloso.»
Crowley fu molto sorpreso da quella risposta, tanto che si voltò a guardare Aziraphale.
«Mi sta per caso prendendo in giro? Senti, siamo qui per risolvere un problema. Però… qual è il problema?!» domandò Crowley, sentendosi stupido, effettivamente stanavo cercando che cosa?!
Henry lo osservò interessato.
«Voi non siete di qui. Da quale storia provenite?»
Sì, indubbiamente li stava prendendo in giro.
«Ma che vuol dire da quale storia proveniamo? Aziraphale, ho beccato un ragazzino pazzo»
L’angelo gli fece segno di moderarsi. Era sempre un ragazzino, per Dio. Perché gli aveva permesso di parlargli?
«Amh… Crowley avanti, torna qui…» lo pregò.
Nel frattempo un maggiolino giallo si era posteggiato vicino al marciapiede e ne venne fuori una donna bionda che subito aveva puntato Crowley.
«Ehi tu, qualche problema con mio figlio?» domandò la donna raggiungendo il ragazzino e portandogli un braccio intorno al collo.
«Ah, questo è tuo figlio?» domandò Crowley. «Bene, perché non dovrebbe prendere in giro gli estranei.»
Disastro. Erano arrivati da pochi minuti e stava già andando tutto malissimo.
Quindi Aziraphale decise di intervenire.
«C-chiedo scusa, signorina. Lo perdoni, è che Crowley non sa gestire i rapporti sociali.»
«Io non so gestire che cosa?!»
La donna, nonché sceriffo di Storybrooke, alzò gli occhi al cielo.
«È da quando siete entrati in città che vi seguo, mi sembrate troppo sospetti…» affermò attenta. Aziraphale sgranò gli occhi. Sospetti loro? Erano solo un demone e un angelo venuti lì per scovare e sconfiggere l’oscurità, che modi!
«Sospetti? Oh, no… noi siamo… amh… una coppia in vacanza!»
«Una coppia?!» esclamò Crowley rosso in viso. Si dava però il caso che lo sceriffo Emma Swan avesse il super potere di capire quando una persona stava o meno mentendo. E in quel caso, quei due stavano mentendo di certo.
«E va bene, d’accordo, siete decisamente sospetti. Vi dispiace seguirmi in centrale?»
«Ci dispiace eccome!» esclamò Crowley, offeso. «Noi non siamo criminali, siamo delle brave persone. Cioè, lui è una brava persona, io no e… ma che cavolo sto dicendo?!»
Ad Emma quel tipo parve sinceramente un po’ fuori di testa. Gli afferrò il polso, dimostrando una forza notevole per una semplice umana.
«La prego, non mi renda le cose più difficili.»
Crowley era a dir poco indignato. Come osava trattarlo come uno sporco criminale? Di cose illegali ne aveva fatte nel corso della sua vita, ma non era quello il caso!
«E va bene, adesso vedrai cosa succede nel mettersi contro di me!» schioccò le dita, se fosse scomparito non avrebbe potuto arrestarlo. Ma di fatto non accadde niente.
Niente di niente.
Gli ci volle poco per capire che i suoi poteri da demone lì non funzionavano, sebbene non capisse perché.
«I miei poteri non funzionano. Perché i miei poteri non funzionano, Aziraphale? In quale buco infernale mi hai portato?!»
«Ma io… io non lo so!» esclamò l’angelo esasperato. Questo non era mai successo.
Indisturbata, Emma costrinse Crowley contro il proprio maggiolino, ammanettandolo.
«Mi spiace, sappi che non avrei voluto.»
«Avresti voluto eccome, invece!» ringhiò il demone, furioso. «Se scopro chi c’è dietro, giuro che lo faccio fuori!»
Aziraphale era a dir poco sconvolto. Ma quell’evento servì a fargli capire che probabilmente in quello strano posto doveva esserci qualcosa che non avevano mai affrontato.
«Allora?» Emma lo guardò. «Vuole entrare da solo o devo ammanettare anche lei?»
Per il momento era meglio non cacciarsi in ulteriori guai. Anche se si sentiva piuttosto indignato.
«No, non sarà necessario.»
Henry, che nel frattempo aveva finito il suo gelato, si sentì in dovere di dire qualcosa.
«Non si preoccupi, mia mamma non è cattiva.»
Aziraphale apprezzò il suo tentativo di consolarlo, ma una domanda gli attraversò la mente: “E se fosse stata cattiva, cosa ci avrebbe fatto?”
 
 
 Nota dell'autrice
Io lo sapevo che prima o poi doveva succedere. Ci sono un sacco di idee per crossover che ho e la prima che ho il coraggio di pubblicare è questa. Ho mescolato due delle mie serie tv della vita, spero sia un'idea simpatica/divertente, anche per gli ineffabili saranno affiancati da un'altra coppia del mondo di OUAT (Mi chiedo proprio chi sia questa coppia, mah). Non mi sono ispirata a nessuna stagione in particolare, anche perché sarebbe stato veramente difficile far quadrare tutto. Quindi Aziraphale e Crowley sono arrivati a Storybrooke, hanno perso i poteri e sono stati arrestati da Emma, un'accoglienza che io definirei perfetta. 
Spero venga fuori qualcosa di carino, perché scriverò la storia mano a mano (se aspettavo ancora un po' andava a finire che non la pubblicavo mai e poi mai), quindi vediamo che succede e fatemi sapere, se volete, cosa ne pensate.
Infine ringrazio Shimba per averla letta in anteprima, sappi che mi hai convinto tu.
Spero di aggiornare in tempi quanto meno decenti. Inoltre, io ho pensato questa storia come una minilong, ma non mi fido di me stessa.
 
 
   
 
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