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Autore: pancarre    16/04/2020    0 recensioni
Emilia aveva dieci anni quando, per la prima volta, Charlie si sedette sul suo letto ed iniziò a raccontarle di ciò che aveva visto. Charlie era un ragazzo strano, dagli occhi di una buffa forma e la voce ridotta ad un sussurro, come se non volesse che gli altri la sentissero. La cosa peggiore? Emilia non poteva raccontare di Charlie a nessuno; non le era concesso.
Trasferitasi in Inghilterra all'età di sedici anni, però, comprese che la sua vita sarebbe cambiata. Se in meglio o in peggio, starà a a te deciderlo.
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Secondo un'antica, strana leggenda, quando una persona muore la sua anima lascia il mondo in cui ha vissuto, per sedere a tavolino insieme alle altre anime delle vite precedenti della persona stessa; dopodiché, tutte insieme, manderanno sulla Terra una nuova anima, pura ed innocente, per dare inizio ad una nuova vita.

Noi lo conosciamo come il fenomeno delle vite passate. Si dice inoltre che siano le anime stesse a scegliere quali ostacoli dovrà affrontare il nuovo umano che nascerà, costringendolo a fronteggiare tutte le difficoltà che loro non sono riuscite a sconfiggere.

Emilia si chiedeva perché Charlie le raccontasse cose del genere. Nel mezzo della notte, poi. Aveva dieci anni e voleva semplicemente andare a dormire come tutti i bambini normali, ma Charlie non glielo permetteva. La cosa peggiore? Charlie era timido. Spariva ogni volta che uno dei fratelli di Emilia entrasse in camera sua per assicurarsi che fosse tutto apposto. Charlie era un tipo strano. Non aveva mai visto nessun altro con gli occhi di quella forma, come se qualcuno avesse deciso di imitare il personaggio di un cartone animato dagli occhi rotondi. Per il resto, poteva definirsi un ragazzo normale. Iniziata la scuola decise che non poteva far scoprire agli altri che Charlie riusciva ad intrufolarsi nella sua stanza. Per questo motivo, utilizzava il proprio diario per parlare con lui e fare in modo che potesse continuare a raccontargli tutto. Chi mai le avrebbe detto che Charlie non esisteva?

 

 

Quando scoccò un'occhiata al cellulare, Emilia si rese conto che aveva passato un'altra notte insonne. Sbuffò, scattando in piedi, e si versò una buona dose di caffè dopo esser giunta in cucina: fuori, la città di Broadstairs era silenziosa come ogni mattina da quando si era trasferita in Inghilterra. Broadstairs distava due ore di treno da Londra, indi per cui le era concesso visitare la grande città dalle cabine rosse solo nei weekend, e mai da sola ma sempre in compagnia di due o più persone.

Non avrebbe mai creduto di innamorarsi di un posto tanto lontano dal suo luogo nativo, ma accadde. La Germania sembrava lontana chilometri, ed effettivamente lo era, nonostante lei continuasse ad immaginarsi tra le belle strade di Bremen, sorseggiando birra al limone accanto a Franz. Strinse i pugni non appena quel nome prese spazio nei suoi pensieri: lasciarlo era stato come staccarsi un pezzo di anima.

Scoccò un'occhiata attenta a sua madre che, contenta di aver coronato il suo sogno di tornare nella sua casa d'infanzia, sorrideva come in Germania non aveva mai sorriso. Emilia non sapeva spiegarsi perché, ma il fatto che sua madre stesse così bene lontana da suo padre le dava un senso di tranquillità. Ambientarsi, certo, era stato difficile. Non per l'Inglese, che aveva sempre parlato con sua madre sin da bambina, ma per il fatto che, per la prima volta nella vita, si ritrovava ad affrontare tutto senza i suoi fratelli maggiori, i quali avevano deciso di restare in Germania.

" Ti vedo stanca. " le mormorò la madre, che tese una mano per accarezzarle i capelli castani.

" Ho passato la notte a parlare su FaceTime con Will e Lukas. " mentì Emilia in risposta, finendo di bere il caffè. Ormai mentire era diventato ciò che sapeva fare meglio. Era forse qualcosa di cui vantarsi? Qualcosa di cui avere paura? Doveva però ammettere che, da quando si era trasferita, Charlie era sparito. Non si era più fatto vedere, ed Emilia iniziava a sentire la sua mancanza. Scriveva costantemente sul diario dalla copertina blu, sperando che Charlie in sua assenza lo leggesse e si facesse vivo per parlare con lei.

" Hai detto loro che mi mancano? Mi sarebbe piaciuto trascorrere il tuo diciottesimo compleanno tutti insieme. Non possono proprio venire? " domandò la donna dai capelli castani, dischiudendo le labbra in un sorriso speranzoso. Emilia non se la sentiva proprio di affermare che nessuno dei due sarebbe mai andato a trovarle.

" Sono certa che lo sappiano. " mormorò in risposta, forzando un sorriso prima di lasciare la stanza per chiudersi nella propria. Si stese sul letto disfatto, coprendosi il viso con un braccio prima di sbuffare rumorosamente. Si sentiva la testa pesante e gli occhi stanchi, ma qualcosa dentro di lei la spingeva a restare sveglia.

Stress? Probabile. L'assenza di Charlie dopo sette lunghi anni di amicizia? Probabile anche quello. Quando finalmente sembrò prendere sonno, si mise su un fianco e si rannicchiò tra le coperte rosa pesca del proprio letto.

Una mano, fredda e marmorea, le scostò una ciocca castana dal viso, prima che la sensazione fosse interrotta da una fredda brezza entrata dalla finestra che fece tremare la ragazza, la quale si coprì meglio con il piumone. Aprì gli occhi verdi solo quando si sentì terribilmente osservata.

Difatti lui era lì, e la guardava intensamente con un ghigno stampato in volto.

   
 
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