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Autore: Elegare    16/04/2020    1 recensioni
A causa di un litigio di Magnus con un altro stregone Alec si trova ad essere trasformato in un bambino.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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“No.” “Ma-“ “Ho detto no” “Ma tu sei il sommo stregone di Brooklyn, dovresti aiutare qualsiasi stregone!” “Non per una cosa del genere!” “Andiamo …” “No! Non creerò un incantesimo per far sì che ogni singola donna sia obbligata a fare sesso con te, è una cosa malata! Te lo puoi scordare!” “Ma- “ “No.” Lo stregone guardò Magnus con sguardo disgustato e disse “Bene.” E se ne andò.

Il mattino dopo Magnus si svegliò senza sentire le forti braccia del suo fidanzato che lo stringevano, e ciò fece notevolmente peggiorare il suo umore. Drizzò le orecchie, ma non riuscì a percepire nessun rumore provenire dalla cucina. ‘Strano’ pensò. Si alzò, e solo allora notò di non essere solo nel letto: c’era un bambino di otto, nove anni  dalla pelle lattea e i capelli neri come l’inchiostro che dormiva placidamente. Un’idea si fece strada nella mente di Magnus, ma lui scacciò l’accantonò subito, era impensabile che fosse Alec. Il bambino intanto, turbato dall’improvvisa mancanza di calore, spalancò i suoi grandi occhi cerulei. Il cuore dello stregone fece un salto, quel bambino era decisamente Alexander, ma perché era piccolo? “Hey piccolino, come ti chiami?” chiese Magnus; forse poteva ancora sbagliarsi, forse quello non era il suo- “A-Alec.” Ecco, come non detto. “Quanti anni hai cucciolo?” disse lo stregone, e il bambino mostrò fiero sette dita. “D- Dove sono I- Izzy e Jace?” chiese Alec guardandosi intorno spaesato, e Magnus gli rispose guardandolo dolcemente “Adesso andiamo da loro, devi solo vestirti, ok?” “Ok!” rispose il bambino entusiasta. Magnus cercò dei vestiti dei vestiti di Alexander, ma nel suo loft trovò solo la sua tenuta da cacciatore. La rimpicciolì con la magia, e gliela diede; il bambino arrossì, e Magnus capì che si vergognava di cambiarsi davanti a lui; sorrise nel notare che la timidezza di Alexander era ancora più tenera quando questi era piccolo. 

Tre minuti dopo Alec uscì dalla stanza, tenuta da cacciatore indossata perfettamente, con sguardo speranzoso. Magnus si abbassò per fargli capire al piccolo le sue intenzioni, e Alec si lasciò prendere in braccio. Lo stregone chiuse la porta con uno schiocco di dita, e il bambino appoggiò le manine sul petto di Magnus, spalancò gli occhi e disse “Tu sei uno stregone!” “Già.” Rispose il maggiore “Fortissimo!” esclamò Alec agitandosi felice tra le braccia di Magnus, che sorrise sollevato: aveva avuto paura che il piccolo non lo accettasse, ma quello era Alexander, il suo Alexander, che a quanto pareva non smetteva mai di sorprenderlo, e sempre nel miglior modo possibile. Si diressero verso l’Istituto, mentre Alec si guardava intorno indicando con il dito tutto ciò che attirava la sua attenzione facendo sorridere Magnus.

Arrivati all’Istituto il maggiore mandò un messaggio a Jace e Izzy chiedendogli di dirigersi subito all’ingresso della grande chiesa abbandonata. “Magnus! Cos’è successo? Dov’è Alec?” Chiese Jace preoccupato. “Jace?” Il biondo s’immobilizzò riconoscendo la voce del fratello. “Alec?” chiese dubbioso “Jace … sei grande!” disse il piccolo stupefatto. “E tu sei piccolo!” rispose Jace altrettanto stupito. “Jace!” lo chiamò Isabelle correndo verso i fratelli “Izzy?” chiese dubbioso Alec “O per l’Angelo, Alec!” esclamò la ragazza “Cosa ti è successo?” gli chiese “Io- io- io …” “Cosa sta succedendo qui? Cosa ci fa quello stregone qui” disse Maryse arrivando velocemente dove si trovavano i suoi figli. “Ma- ma- mamma?” disse tremando Alec allungando una manina verso la donna. “Alec? Ecco, cosa ti dicevo, non dovevi metterti con quel lurido stregone. Guarda come sei finito!” Disse Maryse con sguardo duro. “Ma- mamma?” balbettò Alec con gli occhi velati di lacrime. “Maryse, fermati. E’ solo un bambino!” Disse Jace livido di rabbia. Nessuno doveva osare ferire il suo parabatai, in quel momento in particolare. “Non m’importa, per me resta solo un ragazzo sciocco che ha preso una scelta, e che adesso ne sta pagando le conseguenze.” Alec aveva iniziato a piangere silenziosamente, e Jace gli si parò davanti. “Vattene- disse- non meriti di essere chiamata madre da lui. Andiamo Magnus, Izzy.” Poi si rivolse ad Alec. “Hey Alec. Ascoltami. Tu non hai fatto niente di male. Capito? Niente. Ti vogliamo bene così come sei. Ok? Ti volgiamo bene.” Alec aveva spostato gli occhi azzurri in quelli miele del biondo e con voce tremula gli chiese “Ma cosa ho fatto?” Jace sorrise dolcemente e rispose “Sei stato coraggioso e hai combattuto per la persona che ami.” Alec sorrise, e Magnus lo prese dalle braccia di Magnus che, nonostante quel gesto lo avesse parecchio infastidito, disse “Andiamo al mio loft , staremo più tranquilli.” I cacciatori annuirono  tutti insieme attraversarono il portale creato dallo stregone.

Quando arrivarono all’appartamento Alec si guardò intorno e, non trovando ciò che cercava, si rivolse a Jace. “Jace, dov’è Citty?” Jace s’immobilizzò e un velo di malinconia coprì gli occhi del biondo. ”Adesso arriva, ok? E’ all’istituto.” Alec sorrise e annuì convinto; poi andò a sedersi sulle ginocchia di Magnus, che fu pervaso da una scossa di gelosia. Chi era questa Citty ? L’Alec adulto la frequentava ancora? Perché non gliene aveva mai parlato? Lo tradiva? Jace intanto era andato in cucina a fare una telefonata.  Venti minuti dopo il campanello suonò e Magnus si preparò ad accogliere la rivale; aprì la porta e si trovò davanti Clary?! “Hey Magnus!” lo salutò la ragazza “Ciao Biscottino.” Disse Magnus, spostandosi per far entrare la ragazza. “Alec!” chiamò lei, e il bambino le si avvicinò titubante. “Ho qualcosa per te.” Riprese la ragazza tirando fuori dallo zaino un piccolo arco e una piccola faretra, provvista di piccole frecce. “Citty!” gridò felice il bambino. ‘Un arco .’ pensò Magnus. ‘sono stato geloso di un arco. Perché cazzo un bambino di te anni ha un arco?’

“Jace … perché sei grande?” chiese il piccolo Alec dopo aver coccolato l’arco. “In realtà tu dovresti essere grande come noi. Qualcosa ti ha fatto cambiare.” Intervenne Izzy, rimasta in silenzio fino ad allora. Il telefono di Jace squillò, e lui si allontanò per rispondere. Alec intanto era corso in giardino e Magnus, preoccupato per lui, gli andò dietro. Lo vide incoccare un freccia tendere l’arco e scoccare, colpendo il centro del nodo di un albero. Magnus ne fu scioccato, non si aspettava c0he Alec sapesse già tirare con l’arco così bene fin da quando era così piccolo.  “Sei davvero bravo.” Lo elogiò il più grande, e il bambino arrossì. “Non sono niente di che.” “Non è vero. Non credere mai di essere niente di che.” Il bambino sorrise timidamente, e piantò i suoi occhi cerulei in quelli castani dello stregone, a cui si fermò il cuore per un attimo per poi accelerare. “Ragazzi, noi dobbiamo andare all’Istituto.” Disse Jace. “Alec …” disse preoccupato. “Tu puoi stare qui. Non voglio lasciarti, ma non ho altra scelta, e- “”Jace.” Rispose il bambino fermandolo. “Io starò bene. Mi fido di lui.” Aggiunse il bambino sorridendo. “Lo so, è solo che …” venne bloccato nuovamente da Alec che fece un salto e si arpionò a lui abbracciandolo. Il corpo di Jace si rilassò e abbracciò il fratello. Magnus provò una piccola fitta di gelosia mischiata ad un’intensa tenerezza. Alec si staccò da lui e andò vicino allo stregone, e salutò Jace con la manina. Il ragazzo ricambiò il saluto e se ne andò con gli altri.

Era giunta la sera, Jace e gli altri non erano ancora tornati e Alec era preoccupato. “Piccolo, dai, andiamo a nanna.” Provò per l’ennesima volta lo stregone, orami al limite. “No!” esclamò per l’ennesima volta il bambino. “Alexander Gideon Lightwood vieni subito qui!” urlò solennemente, e vide il bambino andare verso di lui trattenendo le lacrime, ma non ci fece caso. Quando però allungò una mano per prendere il braccio del bambino questo si mise a piangere, non riuscendo più a trattare le lacrime. “No, ti prego, farò il bravo, ma non mi picchiare anche  tu!” Magnus si bloccò di colpo alle parole del più piccolo, ritirò la mano di scatto, si abbassò e lo abbracciò delicatamente, sedendosi poi sul pavimento tirandosi il bambino sulle ginocchia. “Chi ti ha picchiato?” chiese lo stregone con voce dolce e il piccolo shadowhunter tirò su con il naso e rispose “Hodge sta troppo male per allenarci e viene un altro signore, con Jace e Izzy è molto gentile, m quando non ci sono mi picchia perché sbaglio.” La rabbia s’impadronì di Magnus , come un qualsiasi uomo osare picchiare l’amore della sua vita? Alec percepì il suo cambio d’umore, ma capì che non era arrabbiato con lui; guidato dall’istinto gli si avvicinò e lo abbracciò cercando di calmarlo. Funzionò, sentì il corpo del più grande rilassarsi e ricambiare l’abbraccio. Restarono in quella posizione per un tempo indefinito, finché Magnus non lo sollevò e lo portò in cucina. Lì fece comparire del cibo e si sedette con il bambino sulle ginocchia, iniziando a mangiare.

Anche quando finirono di consumare la cena non vollero scostarsi l’uno dall’altro, e rimasero fermi, abbracciati l’uno all’altro. Dopo un lasso di tempo che sembrò infinito lo stregone abbassò lo sguardo e vide che il piccolo nephilim si era addormentato. Sorrise per la tenerezza di quell’immagine e, attento a non svegliarlo lo portò nella camera da letto, gli tolse i vestiti con la magia e lo adagiò delicatamente tra le coperte del soffice letto. Poi tolse le cose dalla tavola con uno schiocco di dita, si cambiò e s’infilò tra le coperte vicino ad Alec, che si accoccolò a lui, appoggiando la testa sul suo petto. Magnus sorrise e chiuse gli occhi, addormentandosi.


Un paio di mesi dopo Magnus e Alec si trovavano nella stessa posizione nel medesimo letto, dopo una notte d’amore; il nephilim era tornato alla sua normale età, e stava pensando proprio a quei momenti. “Grazie.” Disse Alec, e  Magnus si sollevò leggermente per riuscire a guardarlo in faccia. “Mhm?” fece al fidanzato. “Grazie per esserti preso cura di me quando ero piccolo.” Magnus sorrise dolcemente al tenero ricordo del fidanzato bambino. “Eri così tenero, e poi è stato divertente prendere a calci quello stupido stregone che ha messo il filtro d’età nell’acqua.” Alec rise con il fidanzato, e disse: “Già.” Rimasero in silenzio per qualche attimo, finché Magnus non disse “Mi prenderò sempre cura di te, ok? Sempre, finché avrò vita in corpo.”
   
 
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