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Autore: MauraLCohen    17/04/2020    2 recensioni
I pensieri di Nathan dopo aver scoperto da Rafe la verità su Samuel.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nathan Drake
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Nate non poteva crederci. Ascoltava le parole di Rafe e sentiva le gambe cedergli. Aveva lasciato tutto per Sam. Tutto. Gli ci erano voluti anni per andare oltre il loro passato e lasciarselo alle spalle era stata una delle cose più difficili che Nathan dovette fare per ricostruirsi una vita da zero, con Elena. La mansarda piena zeppa di tesori provenienti dagli innumerevoli viaggi, le cicatrici sul corpo… Ogni tanto si alzava nel cuore della notte per rivivere quelle mille avventure che aveva condiviso con Sam, pensando che forse, se quel giorno in carcere avesse fatto di più, ora lui sarebbe stato ancora vivo. Nate si era incolpato per anni della morte del fratello e non passava giorno in cui non si odiasse per ciò che era successo in quel carcere. Quando scoprì che era ancora vivo, non ci poteva credere. Il cuore batteva così dannatamente forte nel petto che sembrava volesse schizzare via. Sam era vivo. Era sopravvissuto e Nate avrebbe fatto di tutto per lui. Sam questo lo sapeva… E se n’era approfittato.
Adesso che Rafe aveva l’arma puntata contro entrambi, mentre raccontava la verità dei fatti, a Nate non importava nemmeno più l’idea di morire lì. Samuel aveva sfruttato il bene che lui gli voleva e il senso di colpa che provava per convincerlo ad aiutarlo nella ricerca del tesoro di Avery. Gli aveva mentito spudoratamente, fregandosene delle rinunce che Nate aveva dovuto fare per seguirlo. Nate non poteva credere che Samuel potesse essere così egoista. Pensò ad Elena, al modo in cui l’aveva trattata per inseguire il fratello in quella folle ricerca… Aveva rinunciato all’amore, alla vita che faticosamente aveva costruito, solo per salvare Sam. Ed ora Rafe gli stava dicendo che era tutto una menzogna? Al Cazar era morto, non c’era mai stato alcun accordo tra lui e Sam. Il fratello gli aveva mentito spudoratamente, guardandolo dritto negli occhi. Nate sentì il sangue ribollire nelle vene, le mani strette a pugno, talmente forte da avere le nocche bianche. « Dimmi che non è vero! » Le parole gli uscirono fuori dalla bocca prima ancora che potesse accorgersene. Sam non lo guardava, puntava il pavimento. «Sam!« lo chiamò Nate, ma lui ancora si rifiutava di guardarlo. Poi, accadde tutto così velocemente che Nathan non riuscì a rendersi conto di cosa gli stava accadendo intorno. Un colpo di pistola, il suono di un corpo trafitto, Sam davanti a lui che lo spingeva via e poi il precipizio. Nate cadeva veloce, davanti agli occhi il cielo e l’apice del dirupo da cui era scivolato. Stava morendo? Era davvero arrivata la fine per lui? 

Oh Sam... pensò, come hai potuto? 
Un attimo dopo, il corpo sbatté violentemente contro una sporgenza della montagna e tutto intorno a Nate divenne buio. La realtà si spense davanti ai suoi occhi.
Precipitava giù. 
Un ammasso di ossa rotte e carne lacerata.
Non più uomo.
Non più fratello
Il corpo toccò terra, ma Nate era rimasto sospeso in quella caduta. Per sempre.
Almeno questo pensò Samuel guardando di sotto, disperatamente. 
Aveva perso Nathan e non era stata la morte a strapparglielo via, ma l’orrido peso di una bugia che lui gli aveva detto senza nemmeno pensarci troppo. 
Sam aveva tradito Nathan, lo sapeva bene ed ora non poteva nemmeno più spiegarsi o cercare di rimettere le cose a posto. Nate giaceva al suolo centinaia di metri sotto di lui. Dal foro del proiettile sul petto di Samuel continuava a sgorgare il sangue, ma l’uomo non se ne curava. Faceva male. Dannattamente male. Ma non quanto il senso di colpa che in quel momento lo divorava dall’interno. 
« Mi dispiace, Nate » sospirò, cadendo in ginocchio sul bordo del dirupo. 
Rafe dietro di lui non disse nulla. 

   
 
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