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Autore: blu992    17/04/2020    4 recensioni
Di come Stiles deve risolvere un problema sovrannaturale da solo. O quasi.
Persone scomparse. Nuove amicizie. Nuove alleanze. Stessa Sterek.
Dalla storia:
Stiles si svegliò quella mattina di inizio dicembre perfettamente riposato, i muscoli distesi e i piedi gelati [...] Afferrò il cellulare sulla scrivania per controllare se ci fossero notifiche. Aprì il messaggio di Scott, probabilmente il suo buongiorno come ogni mattina, ma si bloccò al centro della stanza dopo averne letto il contenuto.
(Ore 22:45) Nemeton. SM
Era della sera prima, ed era davvero un messaggio strano. Per questo decise di non rispondere, ma di far partire la telefonata. Telefonata che dopo dieci squilli si interruppe per mancata risposta.

[Sterek]
Genere: Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Derek Hale, Nuovo personaggio, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sono passati quasi tre anni, lo so. Così come so che probabilmente più nessuno si aspettasse un aggiornamento o che ricordasse l'esistenza di questa storia. Anche io che l'ho scritta ho dovuto rileggerla e ricordarla, ho dovuto spulciare chat su chat per trovare conversazioni a riguardo e capire come volessi portarla avanti. Sono tornata dopo tre anni perché, nel primo capitolo, avevo promesso che l'avrei conclusa e voglio farlo. Non ricordavo quasi nulla, mi sono innamorata di nuovo dei personaggi e ho dovuto fare altre ricerche, ma ce l'ho fatta e ho scritto un altro capitolo. Non vi prometto che la finirò a breve, perchè la vita potrebbe mettersi di mezzo di nuovo e allontanarmi di nuovo dalla scrittura, ma vi prometto ancora che la finirò. Ne vado fiera, nonostante tutto e mi piace tanto quello che la mia testa ha partorito anni fa.
Spero che la me di oggi possa essere ancora all'altezza.  Ah, mi trovate su Wattpad come Blu992.

Buona lettura! 


Quando si svegliò, Stiles si sentiva ancora a pezzi, ma non più così stanco da non riuscire ad alzarsi. Si rese subito conto di non avere più Derek appoggiato addosso, perché aveva freddo, quindi si stiracchiò e aprì gli occhi. Fuori era buio, dalla finestra entrava solo la luce del lampione acceso in strada e un flebile luce invece illuminava l’ingresso dalla stanza, dal corridoio. Stiles si mise a sedere, guardandosi intorno e cercando di capire se avesse la forza di alzarsi, senza svenire di nuovo. Una volta appurato che sì, poteva farcela, scesa dal letto e raggiunse gli altri in biblioteca.
Seth era seduto alla scrivania, come al solito, col naso immerso nei libri; Artemis, ora un ragazzino di almeno tredici anni, era sdraiato sul tappeto, mentre faceva fare vola vola al cane, mentre Derek, accucciato sul divano, si era di scatto girato verso di lui appena aveva messo piede nella stanza. Stiles fece qualche passo, ma due dettagli catturarono la sua attenzione: Derek sembrava aver cosrò, aveva il respiro corto, mentre Seth era troppo rigido sulla sedia e teneva una mano ben piantata su un grosso volume, come se volesse che non fosse spostato da lì.
“Cosa mi state nascondendo?” chiese, sedendosi di fianco a Derek. Senti chiaramente Seth sbuffare e alzarsi, mentre il cane, scappando dalle mani di Artemis, gli trotterellava dietro come sempre.
“Mai pensato di fare l’investigatore, Sherlock?” chiese Seth, sedendoglisi di fianco, reggendo qualcosa tra le mani.
“Cos’è quella?” chiese Stiles.
“Mentre facevi il bell’addormentato” cominciò a spiegare il biondo, “il tuo lupo mi ha fatto capire con ringhi vari che voleva un modo per parlare, dato che tu lo capisci, ma noi no. Quindi ho rubato un album da disegno dalla stanza di mia sorella che, per inciso, mi ammazzerà, e stavamo facendo le prove”.
Stiles prese i fogli dalle mani di Seth, analizzando ciò che c’era scritto. Erano lettere tremolanti, scritte con vernice rossa. Sul primo foglio c’era solo una grande A, sul secondo, c’era scritto…
“E perché Derek ti ha dato del deficiente?” chiese, ridendo.
“Sei sicuro fosse rivolto a me? Magari voleva che tu lo leggessi appena svegl-“
Un ringhio di Derek lo interruppe.
“Okay, okay, sto zitto” mise le mani davanti Seth.
Stiles continuò a sfogliare quelle prove, fino a quando qualcuno non suonò il campanello. Seth andò ad aprire, facendo entrare un Elìas dall’aspetto fin troppo disordinato per i suoi standard.
“Ho fatto un sogno orribile!” esordì il mezzo lupo, entrando nella biblioteca. “Umano, c’eri tu e c’era Greta. Lei aveva qual suo bellissimo abito floreale blu, e parlava, ma io non udivo parola. Lo stesso tu, eri di fronte a lei e volevi avanzare, andarle vicino, ma sembravi immobile. Io volevo aiutarvi, ma era come non avessi corpo. Poi è apparso lui in piedi, tra di voi” disse, indicando Seth.
“E cosa ha fatto?” incalzò Stiles.
“Ha detto Manca ancora del tempo, ci sono cose da concludere. E mi sono svegliato” concluse Elìas, lasciandosi cadere drammaticamente su una poltrona. Artemis gli si avvicinò, mettendosi alle sue spalle e cominciando a passargli le dita tra i capelli in disordine. Stiles si girò verso Seth.
“Ehi” gli disse il ragazzo. “Non penserai mica che sia io il pericolo!”
Stiles stava per rispondergli, ma sentì Derek scuotergli una gamba e afferrare l’album da disegno con la bocca. Stiles glielo lasciò prendere, e seguì i suoi movimenti, mentre andava alla scrivania e Seth si alzava, per mettergli di fianco, a terra, un piattino pieno di vernice rossa. Derek intinse una zampa nella vernice, poi cominciò a scrivere.
Monitorare i sogni.
Poi aggiunse.
Di tutti.  
“Io non ricordo mai cosa sogno” disse Stiles.
“Io sì. A volte sono quasi cosciente!” si intromise Artemis, con voce squillante.
Derek gli ringhiò contro, mentre Stiles, interpretando i suoi pensieri gli disse “dei tuoi sogni ci interessa poco”.
Derek scrisse ancora.
Nemeton.
“Nemeton?” chiese Seth. “In che senso?” chiese, mentre Stiles si alzava dicendo “No, Derek!”.
Derek lo guardò e Stiles avrebbe potuto giurare di vederlo alzare un sopracciglio come per chiedergli Hai un’alternativa?
“Derek vuole tornare al Nemeton e sanguinare di nuovo là sopra per vedere se funziona e ci ridà indietro qualcun altro” tradusse per gli altri quella loro conversazione muta.
“Una nuova gita?” esclamò Artemis, ignorato da tutti.
“Potremmo provare” disse, invece Seth, pensieroso.
“No che non potremmo, Derek si è fatto male!” puntualizzò Stiles, ma Derek gli afferrò i jeans tra i denti, spingendolo ad abbassarsi sulle ginocchia. Stiles obbedì, poi il lupo gli mostrò la zampa che si era ferito, completamente guarita.
“Lo so che guarisci, ma non mi va che tu ti faccia mal- e non guardarmi così! Non rimarrò qui!”
Stiles sentì Seth dire qualcosa che suonò molto come Imbarazzante, poi si rivolse proprio al ragazzo.
“Non hai trovato nient’altro? Nessuna alternativa?”
Il biondo fece no con la testa e Stiles afflosciò le spalle, arreso.
“Lo faremo domattina, ora ce ne andiamo a casa” sentenziò, facendo un cenno col capo a Derek, indicandogli di seguirlo fuori.
“Stiles!” lo chiamò Elìas, uscendo dalla casa di Seth, mentre loro erano quasi in auto. Il mezzo vampiro si affrettò a raggiungerli.
“Che succede, Elìas?”
“Volevo solo dirti che ti ringrazio per quello che hai fatto per me e per quello che stai cercando di fare per tutti gli altri. Sei un giovane coraggioso e con tanti valori importanti” disse serio.
Stiles, imbarazzato, borbottò qualcosa che suonò come un Siete miei amici ed è giusto così, poi salutò e si infilò in macchina. Derek era già sul sedile del passeggero che lo guardava.
“Lo so che stai ridendo, Sourwolf. Smettila!”.
 
Il mattino seguente, quando sentì delle voci concitate arrivare dal piano di sotto, Stiles sapeva già chi ci avrebbe trovato. Seth era seduto al tavolo della cucina, Misia (una donna sui cinquanta, vestita elegante e con i capelli rossi raccolti in una treccia che scendeva morbida sulla spalla sinistra) era seduta al suo fianco, il cane era tra le gambe di Seth che abbaiava ad un Derek, sull’uscio della stanza, completamente impassibile.
“Seth, fa tacere il tuo cane” disse, entrando e afferrando tre tazze e due ciotole più grandi.
“Non è il mio cane!” ci tenne a puntualizzare il biondo, mentre reggeva la tazza che Stiles gli aveva messo davanti, versandogli del latte.
“Grazie, piccolo tenero essere umano!” lo ringraziò Misia, carezzandogli una guancia. Stiles si scostò come scottato. “Non toccarmi” ordinò.
La donna abbassò il viso, cominciando a bere, mentre Stiles si abbassò, appoggiando le due ciotole sul pavimento. Quella più grande davanti a Derek.
“Scusa, Sourwolf, stasera ti do della carne, promesso” disse, affondando per un attimo una mano nel suo pelo folto.
Quando finirono di fare colazione e Stiles si ritenne abbastanza sveglio da poter uscire, si avviarono in macchina, per poter raggiungere il Nemeton; Elìas gli aveva scritto che li avrebbe raggiunti lì.
Trovare il Nemeton fu semplicissimo: stavano camminando da meno di cinque minuti, quando Seth lo aveva scorto dietro dei rami.
Si erano quindi avvicinati e Derek stava già per accostarglisi, ma Stiles si era abbassato alla sua altezza per parlargli.
“Basta una goccia, lupone, non esagerare, okay? E se non funziona, non riprovarci” disse.
Derek, in risposta, gli mise la zampa sul ginocchio. Stiles la strinse un momento, poi lo lasciò andare e si affiancò a Seth. Il biondo, visibilmente in ansia, stava battendo un piede sul terreno. Stiles agì ancora di istinto, per dare conforto al ragazzo e forse a se stesso, gli prese una mano e la strinse forte.
“Se non è lei?” chiese il ragazzo.
“Se torna qualcuno, ma non è Ana, ci riproveremo tra due giorni, okay?” gli disse, sorridendogli incoraggiandolo. Seth annuì e Stiles rivolse lo sgardo a Derek che era arrivato al tronco tagliato. Stiles lo vide affondare le zanne di nuovo in una zampa e appoggiarla sul legno, ma non successe nulla. Nessun bagliore come la volta precedente. Ci aveva creduto, ci aveva sperato, ma sapeva che così sarebbe stato troppo facile.
“Okay, troveremo un altro mo-“ disse, ma si bloccò quando Derek si azzannò di nuovo la zampa, in un modo decisamente più aggressivo.
“FERMO, DEREK!” urlò, muovendosi in avanti, ma le braccia di Seth lo bloccarono, stringendolo.
“Lasciami andare, che quello si ammazza da sol-“ urlò divincolandosi, ma zittendosi appena un bagliore avvolse Derek e il Nemeton. Stiles cominciò a sentire caldo, un caldo troppo soffocante. Sentiva ancora le braccia di Seth stringerlo, ma era tutto bianco intorno a sé.
Stiles! Sentì nella propria testa, l’urlo della voce di Derek. Poi più nulla.
 
Stiles pensò di essere davvero stufo di perdere conoscenza nei momenti più importanti e fondamentali. Riaprì gli occhi, sapendo già di essere disteso sul solito letto a casa di Seth e di avere su di sé Derek. Affondò le dita nel suo pelo, stringendolo forse un po’ troppo forte. Anche Derek doveva essersi addormentato, perché lo vide sbadigliare, prima di puntare gli occhi nei suoi. Stiles vide che era palesemente preoccupato.
“Sto bene” gli disse. “Vorrei solo sapere perché continuo a svenire. Anche Seth è umano, ma sta sempre benone.”
Derek gli batté il muso contro una guancia, facendogliela voltare verso la finestra.
“Oh” disse Stiles stupito. Seth era lì, acciambellato su una poltrona, addormentato. Stiles seguì con lo sguardo la sua mano e vide che era intrecciata nei capelli biondi di una ragazza seduta ai suoi pedi, su un pouff, addormentata anche lei. Poté vedere quanto fosse bella, nonostante la poca luce. I capelli biondi quasi risplendevano, aveva labbra carnose rosa e delle lunghe ciglia. La sua pelle era quasi dello stesso colore della luna e sembrava fatta di porcellana. Aveva una mano sotto una guancia e le unghie erano colorate di un acceso azzurro, lo stesso azzurro del suo vestito.
Stiles sorrise, sollevato, nonostante non fosse tornato Scott, o Lydia, o Greta.
“Dimmi che ha pianto di felicità, così potrò prenderlo in giro” disse a Derek che sbuffò piano, come se avesse sorriso. Stiles si accoccolò di nuovo contro il pelo del lupo, che si mise comodo al suo fianco, lasciandosi stringere.
“Andrà tutto bene” disse, sia a se stesso che all’altro, continuando ad accarezzarlo piano. Era rilassante, morbido e caldo, non riusciva a farne a meno e a Derek non sembrava dispiacere per niente. Si rilassò di nuovo, sentendo la stanchezza di nuovo piombargli addosso, avrebbe aspettato il mattino seguente per chiedere cosa si fosse perso durante l’intera giornata e per capire perché impiegava sempre più tempo per riprendersi. Sbadigliò e sentì il sonno cullarlo, così come la voce di Derek che disse, nella sua testa Farò di tutto per salvarvi.
Quando Stiles si svegliò, la luce del sole entrava dalle finestre e qualcuno stava spolverando la libreria di frotne al letto.
“Ana?” chiese e la ragazza si girò. Aveva anche gli occhi dello stesso azzurro dello smalto.
“Ciao Stiles, ben svegliato” gli sorrise lei, avvicinandosi al letto. “Ho preparato la colazione per tutti e stavo mettendo un po’ in ordine, anche se Seth mi ha spiegato del loop temporale, ma volevo tenermi un po’ impegnata.”
Stiles le sorrise di rimando, alzandosi e afferrando il cellulare. “Seth mi ha detto di dirti che ha avvisato lui tuo padre e che puoi raggiungerlo in cucina.”
Stiles annuì. “Come stai?” le chiese.
“Sto bene. Ho già parlato con gli altri ieri, appena sono tornata. Non ricordo nulla, solo una frase che mi rimbombava in testa, con la voce di un’altra donna.”
“Quale frase?” chiese Stiles, improvvisamente più sveglio.
“Potere. Vita. Derivano da chi ha potere e vita oltre la natura, sopra di essa. Coloro che sono oltre Madre Natura, saranno fonte di vita per chi è solo. Il Custode avrà la chiave, ma solo se riconoscerà le parole del proprio cuore.”
Stiles riconobbe subito le parole di Greta, quelle che aveva trovato nel suo appartamento il primo giorno.
“Mi hanno detto che è ciò che aveva predetto la Sibilla” disse Ana. “Vai da loro, ci stanno già ragionando da ieri.”
Stiles scese di corsa le scale, arrivando in cucina. La tavola era strapiena di cibo, soprattutto dolci. Seth stava sorridendo, passando un pezzo di pane al cane, accovacciato ai suoi piedi.
“Vedo che il ritorno di tua sorella ti ha reso umano” lo prese in giro Stiles entrando nella stanza. Il biondo gli rivolse un’occhiataccia, ma divertita. Stiles attraversò la stanza fino ad arrivare a Derek, accucciato in disparte.
“Ehi, lupone” gli disse, accovacciandoglisi di fianco. Derek alzò la testa, sbadigliando e Stiles sorrise.
“Stai bene?” chiese e Derek gli indicò col muso l’album da disegno. C’erano tantissime parole, come se Derek avesse partecipato ad una lunga conversazione. Forse era solo stanco. Si alzò in piedi, rivolgendosi a Seth.
“Ana mi ha detto della profezia di Greta. Avete novità?” chiese.
“Ovviamente no, ma stavamo aspettando la bella addormentata che si svegliasse e avesse una delle sue intuizioni geniali.”
Stiles afferrò un biscotto al cioccolato e glielo tirò contro. Senza pentirsene.
   
 
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