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Autore: BeautyLovegood    18/04/2020    1 recensioni
Dopo l'Apocalisse mancata, Crowley e Aziraphale si sono finalmente messi insieme e stanno per festeggiare il loro primo anniversario, ma la sorpresa di Aziraphale cambierà per sempre la loro lunga esistenza...
Genere: Drammatico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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DUE MESI DOPO

 

Quando Crowley era occupato, Aziraphale portava Magic con sé alla libreria per tenerla d’occhio mentre lavorava. Posizionava la carrozzina dentro la sua stanzetta privata e lasciava una lampada accesa e la porta aperta per rassicurare sua figlia che il suo papà angelo era sempre vicino a lei. Tuttavia, Magic sembrava trovarsi a suo agio in quel luogo. Giocava con la sua inseparabile anatra di peluche stringendola a sé e mangiucchiandole il becco e fissava le pagine dei libri per bambini che scorrevano da sole davanti ai suoi occhi mentre cercava di mordicchiarsi i piedini. Aziraphale si era permesso di fare un piccolo miracolo per non far annoiare la bambina mentre lavorava. La sentiva piangere solo quando aveva il pannolino sporco e quando aveva fame, per il resto, se ne stava tranquilla.

Finita la giornata di lavoro, Aziraphale chiuse il negozio e raggiunse la figlia nella sua stanzetta.

- Adesso hai il papà tutto per te, principessina!- disse sorridente mentre le toglieva il ciuccio. Lei ricambiò il sorriso e si lasciò prendere in braccio. Aziraphale si sedette sulla sua poltrona e guardò sua figlia con amore.

- Ma guarda quanto sei bella! Hai dei bellissimi capelli rossi e degli stupendi occhioni verdi! Sai, Magic… a volte, quando ti tengo tra le mie braccia, mi sembra di essere in un sogno. Come dice sempre il tuo papà Crowley, sei la magia migliore che abbia mai compiuto.- disse con tono un po’ smielato. Magic gli sorrise ancora e cercò di prendergli il papillon.

- No, tesoro, il papillon di papà non si tocca.- disse lui paziente e abbassò la manina di Magic.

- Quello è un onore che spetta solo a me!

Aziraphale alzò lo sguardo e vide il suo rosso e seducente compagno.

- L’unico lato negativo è che quel papillon ritorna sempre.- aggiunse Crowley dopo aver baciato il suo angelo sulle labbra.

- Com’è andata la giornata, caro?- gli chiese Aziraphale fingendo di non averlo sentito parlare del suo accessorio preferito.

- Sapessi che ti sei perso, angelo! Ho fatto il giro di tutte le chiese di Londra e ho spaventato i preti e le suore così!

Crowley tramutò la sua faccia in quella di un serpente che sibila furioso. Pur conoscendo l’altro volto del compagno, Aziraphale sussultò dallo spavento.

- Crowley, non davanti alla bambina!- lo rimproverò.

- Hahaha!

Il volto di Crowley tornò umano e il demone si tolse gli occhiali scuri per guardare insieme all’angelo Magic che faceva una nuova cosa: ridere con allegria.

- Oh, Magic! Stai ridendo! Hai una risata dolcissima!- esclamò Aziraphale felice.

- Non solo non hai più paura di me, adesso ti faccio anche ridere!- disse Crowley e tolse Magic dalle braccia di Aziraphale per coccolarla. Lei lo guardò sorridente e fece dei versetti.

- Vuoi vedere ancora il serpente?

Crowley tramutò di nuovo la sua faccia in quella di un serpente e fece finta di attaccare la bambina, ma nonostante lei ridesse ancora, il sorriso di Aziraphale svanì.

- Adesso basta, Crowley, per favore!

- Perché, angelo?

- Potresti traumatizzarla!- protestò l’angelo e si riprese Magic.

- Ma hai visto anche tu che la faccio ridere quando faccio così!- protestò Crowley. La sua faccia tornò umana e lui mise il broncio.

- Per ora, ma pensa al suo futuro. Potrebbero tornarle gli incubi, o magari diventerà un’appassionata di film horror e potrebbe diventare una bulletta che prova piacere nelle cose macabre.

Crowley scoppiò a ridere per l’assurdità del discorso del suo compagno.

- Per l’odio di Satana, rilassati, angelo! Una risata per un bellissimo serpente non ha mai ucciso nessuno.

- Solo… trova un altro modo per far ridere nostra figlia… per favore.- disse Aziraphale calmo. Crowley sbuffò, ma gli diede un bacio sulle labbra.

- Cosa non farei per te e Magic.

 

IL GIORNO DOPO

 

Crowley entrò in cucina e trovò una tazza di caffè caldo e un biglietto sul tavolo.

 

Buona giornata, caro! Tornerò per le sette. Per favore, non fare la faccia da serpente con Magic. Capirò se l’avrai fatta. Ti amo, Aziraphale

 

Il demone alzò gli occhi al cielo.

- Anche io ti amo, angelo, ma a volte sei proprio un rompic…

I pianti di Magic bloccarono la fine della frase di Crowley.

- Ti sei forse messa d’accordo con Papà Aziraphale per non farmi dire certe parole, signorina?- chiese alla piccola mentre la guardava agitarsi nella culla. Magic si accorse di lui e allungò le manine, desiderosa di stare in braccio a lui. Lui l’accontentò e la baciò sulla fronte, poi la portò in cucina per darle la colazione.

- Sappi che oggi non ti mollerò finché non riderai per me.- le disse mentre la guardava succhiare il biberon. Lui lo teneva con il pollice e l’indice e Magic lo stringeva nelle manine, come per aiutarlo a tenere saldo l’oggetto.

- Non ti farò le facce buffe e le linguacce come fanno i classici papà perché, come avrai notato, non sono un papà classico, ma non ti spaventerò neanche, non posso permettermi un’altra sgridata da Papà Aziraphale.

Quando il biberon fu vuoto, Crowley posizionò un panno bianco e Magic sulla sua spalla e fece un giro della casa, intanto che aspettava che la piccola facesse il ruttino. Lo sentì quando iniziò a canticchiare Bohemian Rhapsody.

- Perdona mia figlia, Freddie, non ha ancora le orecchie ben sviluppate.- pensò a voce alta, poi pulì la boccuccia della piccola e fece sparire il panno.

- E ora a noi due, principessina!- disse dopo aver sistemato Magic sulla culla portatile nel suo studio.

- Che cosa posso fare per farti ridere senza fare il serpente?- le chiese pur sapendo di non poter ricevere una risposta, poi volse lo sguardo verso la porta aperta della stanza delle piante.

- Vieni con Papà Crowley.

Posizionò la culla in mezzo alla stanza e si assicurò di essere visto da Magic prima di guardare la sua pianta più grande con rabbia.

- Non sto solo cercando di far ridere mia figlia, sono veramente arrabbiato! Ho dovuto lavorare sodo con te per non farti diventare la pianta più rammollita di Londra!- disse al povero vegetale tremante. Magic era interessata a quello che vedeva, ma non le suscitava altre emozioni. Crowley scosse la testa e si colpì la testa due volte.

- Che angelo vado a pensare? Le sgridate non fanno ridere nessuno, soltanto i pezzi di m… soltanto gli sciocchi. E tu non sei una sciocca, tesoro.

E portò la culla in salotto. L’appoggiò sul pavimento, poi si sedette sul divano e prese in braccio Magic per posizionarla sulle sue gambe. Lei continuava a guardarlo e intanto si mangiava le manine.

- Che cosa posso fare per farti ridere? Con quel viziato di Warlock Downling funzionava! Accidenti a te, Aziraphale!

Crowley appoggiò delicatamente la testa sul petto di Magic e sbuffò disperato. Ad un tratto, sentì un verso allegro. Crowley alzò gli occhi sulla piccola.

- Sbaglio o hai riso?

Magic gli sorrise. Crowley abbassò di nuovo la testa e posò la bocca sul pancino di Magic per sbuffare di nuovo. Lei scoppiò a ridere di gusto.

- Era così facile, piccola mia!- esclamò Crowley felice e sollevò in aria sua figlia come se fosse il Santo Graal.

 

*

 

- Sono a casa!- esclamò Aziraphale dopo aver chiuso la porta.

- Siamo in camera!- rispose la voce squillante di Crowley. L’angelo entrò in camera della piccola e la trovò distesa sul fasciatoio, mentre Crowley le metteva il pannolino pulito e le cantava A kind of magic.

- Buonasera, amori miei. Com’è andata la vostra giornata?- chiese dopo averli baciati entrambi sulle guance.

- Abbiamo una cosetta da mostrarti, angelo. Pronta, Magic?

Crowley posò le labbra sul pancino nudo di Magic e le fece una lunga pernacchia, facendola ridere e muovere le manine. Aziraphale sorrise orgoglioso.

- Questo sì che è far ridere una bambina!

Crowley spostò la bocca sul petto e anche sulle guance di Magic, che rideva sempre più forte per le pernacchie del suo papà.

- Voglio fargliele anche io.- disse Aziraphale, ma Crowley gli sibilò in faccia.

- Non ci provare, angelo! Io ho faticato per guadagnarmi le sue risate. Dovrai fare la stessa cosa anche tu.

Gli sorrise e lo baciò sulla punta del naso, lasciandolo un po’ sconvolto.

- Ma come posso fare? Lo sai che io non sono bravo a far ridere i bambini.- si lamentò Aziraphale, ma Crowley gli sorrise ancora.

- Io so che riuscirai a trovare un modo per far ridere nostra figlia, ma dovrai farlo da solo, proprio come ho fatto io.- concluse e gli fece una pernacchia sul collo, per poi tornare a concentrarsi sulla bambina, ancora sorridente e con gli occhi puntati sui suoi papà.

























































Avevo bisogno di scrivere qualcosa legato ai nostri maritini per resistere a questa quarantena che mi sta facendo impazzire (inizio a ridere e a dire stupidaggini senza senso...). Abbiamo bisogno di ridere un po' in questo periodo... alla prossima!

  
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