Narcissa
aveva sempre fatto tutto ciò che la sua famiglia si
aspettasse facesse, né più
né meno. Quando il Cappello Parlante aveva urlato
“Serpeverde!” senza
esitazione, aveva capito che comportarsi in un certo modo, che pensare
in un
certo modo e che giudicare gli altri in un certo modo fosse davvero la
cosa
giusta da fare. A Hogwarts non si era fatta molti problemi nel guardare
male i
Sanguemarcio o nel disprezzarli apertamente. In fondo, lei era una
Purosangue e
per nascita era superiore a chiunque altro, soprattutto ai Babbani.
Quando
Lucius Malfoy aveva mostrato interesse per lei, Narcissa aveva pensato
che le
cose non sarebbero potute andare meglio. Lucius era un Purosangue, era
bello ed
era anche ricco, i suoi genitori sarebbero stati fieri di lei se si
fosse
fidanzata con lui, se lo avesse addirittura sposato. In fondo, si era
detta,
chi altri avrebbe dovuto sposare? Erano due Purosangue e si piacevano,
non
bastava nient’altro. Il sentimento, quello vero, quello che
Narcissa ogni tanto
sognava, sarebbe arrivato con il tempo. Avrebbe atteso, in fondo Lucius
la
trattava bene e sembrava davvero innamorato di lei... o forse era
questo che
voleva credere. Anche se, pensandoci bene, poco importava. Lei era una
Black e
dei sentimentalismi doveva infischiarsene, come faceva sua sorella
Bellatrix,
che le sembrava la persona più felice del mondo mentre il
Signore Oscuro la
addestrava personalmente per renderla una perfetta assassina, una
perfetta
Mangiamorte.
Eppure,
sebbene Narcissa sapesse che era tutto giusto, che stava percorrendo a
testa
alta il suo destino, non riusciva a essere felice. Aveva come
l’impressione che
dentro di lei ci fosse un ingranaggio che ogni tanto si inceppava.
Poi,
la gioia arrivò all’improvviso e aveva un solo
nome: Draco. Il suo bambino, il
suo unico figlio aveva messo a tacere quella vocina che le sussurrava
nel cuore
della notte, quando il sonno non voleva saperne di arrivare, che la
felicità
era ben lontana dalla villa in cui era andata a vivere con Lucius e
anche dai
piani del Signore Oscuro, che una parte di lei trovava a dir poco
deliranti.
Seducenti, affascinanti, ma pur sempre deliranti.
Draco
le aveva donato la serenità che il suo cuore ricercava. Era
così piccolo, così
indifeso mentre dormiva fra le sue braccia...
Con
il tempo, Narcissa iniziò quasi a dimenticare la voce del
Cappello Parlante che
la assegnava alla Casa di Serpeverde, così come la voce dei
suoi genitori che ricordavano
quanto i Sanguemarcio fossero la feccia, quanto loro Purosangue fossero
superiori, quanto Lucius fosse perfetto per lei.
Draco
era tutto ciò che desiderava, era tutto il suo mondo e
sarebbe stata l’unica
ragione per cui avrebbe lottato.
Lei,
Narcissa, avrebbe protetto suo figlio in ogni modo e a ogni costo.