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Autore: Mercurionos    20/04/2020    0 recensioni
Gli Assassini, un gruppo di persone intrigante quanto eterogeneo. Nei loro fallimenti. Ma un giorno tutti i loro membri più famosi decisero di seguire il consiglio del loro maestro, Altair, e di riunirsi per parlare dei loro rispettivi sogni (infranti), dei loro amori (perduti), delle loro conquiste (cancellate dal tempo) e dei successi (temporanei) contro i templari. E non c'è assolutamente abbastanza birra per tenere a bada tutti.
“Ciao, sono Altair e sono un Assassino.”
“Ciao Altair.”
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altaïr Ibn-La Ahad, Altro personaggio, Arno Dorian, Connor Kenway, Ezio Auditore
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Introduzione

Era un giorno uggioso, quello. La sera fredda aveva avvolto la città con le sue gelide dita ghiacciate. Strano, perché era la sera di Ferragosto e per qualche motivo quella città era Gerusalemme. Però nevicava. Un manipolo di uomini si appropinqua ad una taverna malmessa, all’apparenza abbandonata dal dodicesimo secolo, ma così non è. Benvenuti alla Mela d’Oro, il bar underground preferito da una cerchia di signori dotati di… peculiari abilità. Sono tutti uomini, particolarmente ambiti dalle donne, bravi nel salto, nella corsa, scherma, furto, freccette, tiro al bersaglio, biathlon e amanti degli oggetti scintillanti, specie coltelli e spade. È qui che, dopo l’ora di chiusura, si incontrano più o meno in segreto i membri più esponenti di questo gruppo, conosciuto da alcuni come “Assassini”. Ci sono certi che li chiamano “Occulti”, certi altri li chiamano “Pecoroni che vestono di bianco per non attirare l’attenzione al centro delle città più grigie del pianeta”. Come suggerito dal loro presidente, il signor Ibn-La’Ahad, l’argomento di oggi si rivelerà molto personale per tutti i partecipanti, che dovranno svelare ai propri compagni le loro debolezze, i loro desideri più nascosti, fallimenti e sogni infranti, magari anche conditi da un certo odio per l’ordine Templare, che non si chiama in questo modo da chissà quanti secoli, ma ehi, se lo sono scelti loro un nome che implica il possesso di un tempio che quasi mai occupano. Che geni. La proprietaria della taverna, Teodora Contanto, una suora dai modi decisamente poco pudici, aveva precedentemente messo a disposizione il locale per gli incontri degli alcolizzati pentiti del quartiere, ma grazie ad un paio di mazzette, borselli di denaro lanciati a caso dietro al bancone e la speranza di assistere al pestaggio di qualche bel maschione la avevano convinto a concedere al signor Ib-La’Ahad i tavoli del bar. Una volta arrivati tutti i suoi compagni, l’uomo si alzò per invitarli a sedersi in cerchio insieme a lui, chiese a sorella Teodora di riempire i loro boccali di birra spumeggiante (ciao ciao alcolisti anonimi) e così cominciò la seduta del gruppo di auto-aiuto.
 
Altair
Allora, chi desidera cominciare?

 
   
 
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